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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Le fondamenta di POL
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    Question Cos’è la cultura liberale?

    Cos’è la cultura liberale? Cos’è la cultura laica? Non sono interrogativi retorici perché, nella confusione di idee derivata dalla caduta delle ideologie, è indispensabile contribuire alla chiarezza. La destra e la sinistra si confondono oggi in un magma informe in cui tutte le vacche sono…liberali, per parafrasare Hegel. E’ quindi importante avviare una discussione aperta e senza steccati ideologici per ridefinire i valori fondanti della cultura liberale che non può confondersi di per sé né con la destra né con la sinistra perché il liberalismo è un metodo di approccio al reale che pone come valore preminente la libertà.

    Laico è colui che rifiuta gli schematismi dogmatici di qualsiasi colore, è pronto a mettersi sempre in discussione, pratica la tolleranza e vede nella diversità un arricchimento.

    Metodo liberale e laicità non appartengono a nessun partito, anzi sono le premesse per una vera dialettica democratica. Pensare a idee-guida per il Centro "Pannunzio" significa, come sempre, riflettere senza tabù e faziosità preconcette. La linea del Centro "Pannunzio" è quindi trasversale e può essere il punto di incontro tra liberali di diverso orientamento politico. Su questo si giocherà il futuro del Centro. Il resto è un chiacchiericcio banale, incolto e miope, destinato a non lasciare traccia.

  2. #2
    agaragar
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    Mao raccomandava ai suoi soldati di non mangiare troppo, non ubriacarsi, e ...non essere troppo liberali...

    Essì perchè negli scritti di quel mascalzone il liberalismo è una forma di teppismo...

  3. #3
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    Predefinito Laicismo, o statalismo?

    La "laicità dello Stato" così tanto sbandierata dai nostri politici mi insospettisce, soprattutto dopo aver letto questo brillante articolo di Carlo Stagnaro su www.ilpungolo.com.


    18 Agosto 2002

    dibattito
    CULTURA CATTOLICA E PRESUNZIONE LAICA

    Carlo Stagnaro

    Parlare di "cultura laica" e "cultura cattolica" è fuorviante, perché così
    facendo si rischia di cadere preda di un doppio equivoco. Da un lato, si
    sovrappongono due nozioni assolutamente diverse - quella di "laicità" e
    quella di "non cattolicità". Dall'altro, si confonde la seta con gli
    stracci, si mettono sullo stesso piano il cattolicesimo e il "laicismo",
    Sant'Agostino e Alberto Moravia, le Crociate e i girotondi.
    La cultura cattolica è il DNA dell'Europa, nello stesso senso in cui la
    storia del nostro continente è stata, almeno fino a non molto tempo fa, la
    storia della Chiesa. Essa ha mille sfaccettature, come le foglie di un
    gigantesco albero che coi propri rami lambisce il cielo e le cui radici
    affondano agli albori dell'umanità. E' piuttosto chiaro, del resto, che il
    liberalismo nasce dalla riflessione dei pensatori cristiani, e deve all'
    insegnamento di Gesù il proprio richiamo alla libertà dell'individuo.
    Non è un caso che l'intera teoria del diritto naturale, che si dipana da
    Aristotele a San Tommaso, da John Locke a Murray N. Rothbard sia tutta in
    quelle quattro paroline dettate da Dio a Mosè. Non uccidere, non rubare. Né
    si può sottovalutare che l'universalismo della Chiesa è anche quello caro ai
    liberali - ogni uomo è responsabile delle proprie azioni di fronte a Dio,
    non di fronte ai suoi simili; e tutti gli esseri umani godono di pari
    diritti in quanto sono tra loro fratelli e figli di un unico Padre. Infine,
    se nel corso degli eventi umani si è mai assistito a un'epoca di
    laissez-faire ante litteram, di decentralizzazione, di esaltazione dei
    meriti individuali, di ampia diffusione della cultura e circolazione delle
    idee, quella è stata il Medio Evo cristiano.
    Ciò non significa, naturalmente, che non esistano (o non abbiano dignità)
    culture non cristiane, né che il liberalismo non ne abbia tratto giovamento.
    Quello che deve rimanere un punto fermo, però, è che la pietra su cui i
    liberali hanno edificato la propria costruzione teorica è la medesima su cui
    Cristo ha fondato la Sua chiesa. Non è possibile immaginare il liberalismo,
    e perfino l'Europa, senza il cristianesimo. Questo, peraltro, impedisce di
    indulgere in un vuoto relativismo, in virtù del quale ogni valore si
    scioglie e l'individuo annega nell'indistinta babele di suoni di un mondo
    rotto e abbruttito, privo di un senso e di una direzione.
    D'altronde, negare che vi siano delle verità - per dirla con Thomas
    Jefferson - "di per sé evidenti" e affermare che tutte le culture, tutti i
    valori, tutti i "diritti" sono equivalenti è la cifra del laicismo - e della
    sua peculiare istituzione, la scuola pubblica. Nel linguaggio corrente,
    "laico" significa "non cristiano", e "laiche" sono le virtù di chi ha fatto
    dell'oppio (ideologico) la religione dei popoli. La tolleranza "laica" è in
    verità l'imposizione di un modello culturale anti-cristiano e, spesso,
    addirittura anti-umano. "Laica" è l'educazione impartita dagli istituti
    pubblici, allo scopo di formare "buoni cittadini". E' superfluo dire che è
    lo Stato a decidere chi e cosa sono i "buoni cittadini" - né meraviglia che
    un "attestato di laicità" sia il fiore all'occhiello in una società
    largamente secolarizzata come la nostra, sempre in bilico tra l'ateismo
    disperato e la new age, tra lo scetticismo e un ridicolo neopaganesimo.
    In effetti, il laicismo va di pari passo con lo statalismo. Già Carl Schmitt
    si era accorto che lo Stato nasce dalla secolarizzazione di concetti
    teologici. Deposto Dio, lo Stato presenta se stesso come il vitello d'oro di
    fronte a cui tutti devono prostrarsi e che ciascuno deve adorare -
    altrimenti sarà considerato un malato mentale, un dissidente, e di
    conseguenza verrà curato e punito, fino a quando non ammetterà la propria
    colpa ed espierà i propri peccati.
    L'idea di "laicità" è perfettamente funzionale alla sovranità, e dunque alla
    pretesa degli uomini politici di dettare le nuove tavole della legge - dando
    appena l'illusione, tramite la bizzarra cerimonia del voto, che i sudditi
    siano in realtà liberi cittadini. Ecco dunque che trovano una spiegazione i
    miti (la nazione, il bene comune, la giustizia sociale, la resistenza.) e
    riti (le elezioni, i discorsi di fine anno, le sedute in parlamento) dello
    Stato moderno. Tutto questo parafernale si regge non già sulla buona volontà
    dei fedeli e grazie alle loro spontanee donazioni, ma per mezzo della
    coercizione e del "lavoro" - ça va sans dire - dei "ministri del culto"
    (politici, burocrati, insegnanti, esattori delle tasse).
    Se dunque il cattolicesimo è riuscito a costruire una società estremamente
    viva, lo Stato ha distrutto e ingrigito tutto quel che ha toccato. Il
    cristianesimo ha prodotto la cupola di San Pietro, Giovannino Guareschi e i
    cori polifonici. Lo Stato può vantare le intendenze di finanza, Norberto
    Bobbio e Jovanotti. Non c'è storia. Da una parte parlare di cultura sarebbe
    perfino riduttivo; dell'altra, al massimo, si può cantar la presunzione.

  4. #4
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    dalle ultime dichiarazioni attribuite dalle tv e dai giornali al papa durante il suo viaggio in polonia sembrerebbe levarsi una sua critica al liberismo, come le giudicate? oppure dato che non le ho sentite con la mie orecchie c'e' stata solo una travisazione del suo pensiero?

  5. #5
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    Originally posted by Free-Market
    dalle ultime dichiarazioni attribuite dalle tv e dai giornali al papa durante il suo viaggio in polonia sembrerebbe levarsi una sua critica al liberismo, come le giudicate? oppure dato che non le ho sentite con la mie orecchie c'e' stata solo una travisazione del suo pensiero?
    Sarò sincero, neanche io ho il riscontro diretto.
    Ma per esperienza so che i messaggi del Papa vengono regolarmente travisati ed usati a fini politici.

    Sa£udi serenissimi da Pippo III.

  6. #6
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    Allora, mi hai messo la pulce nell'orecchio...ed io son corso ad informarmi (che sia benedetto internet ).

    Notizia Riportata da Il Nuovo e riprese da Yahoo notizie

    http://it.news.yahoo.com/020817/180/1x507.html

    Il Papa tuona: "Il capitalismo crea sofferenza"

    CRACOVIA - Il sistema capitalistico "costruisce il futuro sulla sofferenza". Parola di Giovanni Paolo II, che dalla sua Polonia, sferra la spada contro il materialismo. Il Pontefice, che con lo stesso tono aveva attaccato il comunismo, ora si rivolge alla sua gente dicendo di condividere la disillusione di tanti polacchi per il sistema economico occidentale. Che, dopo essere stato condiviso da molti con entusiasmo e passione, oggi rivela più durezze che vantaggi. "So - ha detto Wojtyla a Cracovia - che tanti miei connazionali osservano e valutano con senso critico il sistema che pretende di governare il mondo contemporaneo secondo una visuale materialistica dell'uomo".

    Al sistema capitalistico, criticato ora quanto quello comunista, il Papa contrappone quello cristiano. "La Chiesa ha sempre ricordato che non si può costruire una società felice sulla povertà - ha sostenuto - sull'ingiustizia e sulla sofferenza di un fratello". Che, invece, è ciò che fa la nova economia, rottamando le fabbriche ed eliminando dal mercato quei contadini che non meccanizzano le coltivazioni dei campi.

    Atteggiamento di rimprovero anche nei confronti di un'Europa che si fonda sui laici e che rifiuta di citare Dio nella sua carta fondamentale. Il Pontefice, che rientrerà a Roma il 19, ne parlerà nelle prossime ora, raccontando anche del vertice di Toronto. Poi, domenica, celebrerà la messa al parco Blonie, dove sono attesi quattro milioni di fedeli.
    Le parole pronunciate da Sua Santità
    http://www.vatican.va/holy_father/jo...poland_it.html

    Sono lieto che, nello spirito dell'insegnamento sociale della Chiesa, molti miei Connazionali si impegnino nel costruire la comune casa della Patria sul fondamento della giustizia, dell'amore e della pace. So che tanti osservano e valutano con sguardo critico il sistema, che pretende di governare il mondo contemporaneo secondo una visuale materialista dell'uomo. La Chiesa ha sempre ricordato che non si può costruire un futuro felice della società sulla povertà, sull'ingiustizia, sulla sofferenza di un fratello. Gli uomini che si muovono nello spirito dell'etica sociale cattolica non possono restare indifferenti di fronte alle sorti di coloro che rimangono senza lavoro, vivono in uno stato di crescente povertà senza alcuna prospettiva di miglioramento della propria situazione e del futuro dei loro figli.

    So che tante famiglie polacche, soprattutto le più numerose, tanti disoccupati e persone anziane portano il peso dei cambiamenti sociali ed economici. A tutti costoro voglio dire che condivido il loro fardello e la loro sorte. Condivido le loro gioie e le loro sofferenze, i progetti e gli impegni protesi verso un futuro migliore. Ogni giorno li sostengo nelle loro buone intenzioni con una fervida preghiera.

    A loro e a tutti i miei Connazionali porto oggi il messaggio della speranza che scaturisce dalla Buona Novella: Dio ricco di misericordia rivela ogni giorno in Cristo il suo amore. Lui, Cristo risorto, dice a ognuno e ognuna di voi: "Non temere! Io sono il Primo e l' Ultimo, il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre" (Ap 1, 17-18). Ecco il proclama della Divina Misericordia, che porto oggi alla mia Patria e ai miei Connazionali: "Non temere"! Confida in Dio che è ricco di misericordia. E' con te Cristo, l'infallibile Datore della speranza.
    Ora si noti come il Papa accusi la "visuale materialista dell'uomo" e siano i ns cari giornalisti a desumere che questo sia un attacco al sistema capitalistico....ignorando per altro l'affidamento finale a Cristo


    Sa£udi serenissimi da Pippo III.

  7. #7
    agaragar
    Ospite

    Predefinito

    Originally posted by Free-Market
    dalle ultime dichiarazioni attribuite dalle tv e dai giornali al papa durante il suo viaggio in polonia sembrerebbe levarsi una sua critica al liberismo, come le giudicate? oppure dato che non le ho sentite con la mie orecchie c'e' stata solo una travisazione del suo pensiero?
    noto con piacere che woitila segue per la seconda volta le orme del presidente Mao...

 

 

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