La Turchia esulta. Approvati i provvedimenti chiesti dall'Ue, l'adesione ora è vicina
di Red.
Il parlamento turco ha preso una «decisione storica» e ha compiuto un «grande passo» verso la partecipazione all’Unione europea. «Ora tocca a Bruxelles fare il prossimo passo, Ankara non può che attendere la data per l'inizio del negoziato di adesione».
Sono questi i più rilevanti giudizi espressi dai principali giornali turchi questa mattina dopo la maratona notturna del parlamento, terminata alle 6,30 di stamani dopo 16 ore e mezza di seduta quasi ininterrotta (solo un'ora per rifocillarsi) nel corso della quale è stato approvato un pacchetto di 14 provvedimenti chiesti dai quindici dell'Ue come condizioni per l'inizio del negoziato di adesione della Turchia: a cominciare dall’abolizione della pena di morte in tempo di pace e dall'abolizione del divieto di trasmissioni in lingua curda e dell'insegnamento del curdo nelle scuole private, fino all'ampliamento della libertà di stampa, del diritto di critica (anche verso le istituzioni statali e le forze armate) e della libertà di associazione anche internazionale e delle fondazioni religiose. Inoltre sono stati approvate alcune importanti limitazioni ai poteri della polizia, accusata da molte associazioni dei diritti umani di praticare, la tortura.
«Il parlamento ha preso una decisione storica», titola questa mattina il liberale Hurriyet, osservando poi che solo il Partito di azione nazionalista (Mhp) del vicepremier Devlet Bahceli si è opposto ai provvedimenti con parte del partito islamico ’Giustizia e progresso’ di Recep Erdogan. «Un grande passo verso l'Europa», titola Cumhuriyet (giornale di sinistra). «Europa, stiamo arrivando», è l’apertura del liberale Milliyet. Un «Grazie», viene rivolto dal liberale Sabah ai 406 «coraggiosi deputati» che hanno partecipato alla «storica seduta» del parlamento.
«Non abbiamo perso il treno europeo: ora la palla sta nel campo dell'Ue», titola Radikal (quotidiano di sinistra) che ricorda che la questione Turchia dovrà essere discussa nella riunione dei ministri degli esteri europei di Bruxelles il 30 agosto e una decisione dovrà essere presa nella successiva riunione del 16 ottobre. «L'orologio europeo passa per la porta del parlamento», titola il foglio di destra Turkye, ricordando che mancano solo 132 giorni al vertice di Copenaghen, nel corso dei quali il parlamento deve approvare le leggi di attuazione degli articoli approvati in nottata e Bruxelles deve fissare una data per l'inizio del negoziato: «Il conto alla rovescia finirà il 12 dicembre», conclude il giornale.