Ruini non ha più diritti di emettere diktat su cosa il Parlamento italiano può legiferare di quanti ne abbia il console di un qualsiasi Stato estero. Oltretutto abbiamo non solo l'inammissibile interferenza di questo retrogrado fossile dell'omofobia cattolica nell'attività legisativa italiana, abbiamo anche le sue difese di un individuo rivelatosi indegno di ricoprire la carica di Governatore della Banca d'Italia.
Ormai la chiesa e la cei devono rendersi conto:
1) Che l'Italia NON è un feudo dello Stato della Chiesa, come sembrano pensare nella loro mente arcaica;
2) Che il costume e la famiglia si evolvono, piaccia o no alle colendissime eminenze;
3) Che l'omosessualità non è un peccato o una malattia, ma una variante minoritaria e non patologica della sessualità umana. Un omosessuale dovrebbe a vedersi riconosciuto quanto meno il diritto di visitare il partner in ospedale, di eredità, di subentro nell'affitto. Ruini non ha nessun diritto di pretendere che il legislatore italiano non decida di riconoscere per legge questi diritti alle coppie omosessuali.
4) E' ora di finirla con l'appoggio più o meno velato dato da esponenti della chiesa a personaggi la cui attività economica è, diciamo, disinvolta, quando non, nel caso di Tanzi, delinquenziale; contribuire alla chiesa con soldi rubati ai risparmiatori non attenua il reato.
5) Che la smettano le colendissime eminenze di dare appoggio a loro colleghi e sottoposti ecclesiastici sospettati di pedofilia, appoggio il più delle volte dato a prescindere dalla considerazione di qualsiasi dato processuale.