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    FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI
    FRONTE NAZIONALE SICILIANO - SICILIA INDIPENDENTE

    -Sezione "Palermo Centro"-

    Comunicato Stampa



    PALERMO. DUE OBIETTIVI IRRINUNCIABILI: PULIZIA DELLA CITTÀ E RECUPERO E BONIFICA DELL'ALVEO DEL FIUME ORETO


    Gli Iscritti ed i simpatizzanti della SEZIONE "PALERMO CENTRO" di lu Frunti Nazziunali Siciliano "Sicilia `Ndipinnenti" ritengono che la recente Conferenza di Servizio sull'igiene della Città ,voluta dal Sindaco di Palermo, non possa da sola risolvere alcuno dei problemi, gravissimi, che sono sul tappeto. Ed in particolare non ha risolto quello di un buon servizio di Nettezza Urbana per la totale rimozione della immondizia dalle strade e dalle piazze, sia del Centro che della periferia. Servizio, questo, che proprio negli ultimi tempi ha mostrato un arretramento, probabilmente dovuto al ridotto numero di operatori in servizio presso l'AMIA.
    Dobbiamo tuttavia riconoscere che la "Conferenza" ha raggiunto comunque i suoi fini istituzionali DENUNZIANDO i tanti GUASTI esistenti nel settore ed INDIVIDUANDO metodi di lavoro ed alcune soluzioni praticabili . Si tratta -ora- di passare dalle parole ai fatti con la massima urgenza.

    Oltre che raggiungere la finalità primaria dell'igiene cittadina, infatti, bisogna evitare il pericolo che Palermo, proprio nel momento in cui i Turisti sono ancora numerosi, venga nuovamente classificata fra le Città più sporche della Sicilia e dell'Italia.

    SARÀ MAGARI UNA MAGRA CONSOLAZIONE, MA NON SIAMO FORTUNATAMENTE RIDOTTI A TANTO. E, nella classifica in nero della sporcizia, siamo superati da non poche grandi Città Continentali. Bisogna dire però che, ove non si corra ai ripari in tempo e con provvedimenti adeguati, può succedere di tutto. Inoltre -a giudizio dell' I'FNS- il miglioramento delle condizioni igieniche è un adempimento obbligatorio, al quale gli Amministratori di Palermo devono ottemperare. Ed è pure una SFIDA, nella quale occorre coinvolgere tutti i Palermitani, che -dopo tutto- hanno dimostrato e dimostrano di amare la loro Città.

    I cittadini, insomma, dovranno contribuire a tenere, a loro volta, pulita Palermo. Ma dovranno pure vigilare affinché non si verifichino fenomeni di SCARICABARILE e di DISIMPEGNO delle Istituzioni. O qualche fenomeno di eccesso di ASSENTEISMO, anche questo purtroppo divenuto di moda.

    La Sezione PALERMO CENTRO deil'F'NS si permette altresì di ribadire che esiste un altro grande obiettivo da raggiungere. Quello, cioè, della BONIFICA e del RECUPERO della "bellezza" e della integrità dell'ambiente naturale e della limpidezza delle acque del FIUME ORETO, per il quale si sono già raggiunti ottimi risultati (fino a qualche anno fa inimmaginabili). Come ad esempio la rimozione delle baracche e dei rifiuti che ne occupavano le sponde e l'alveo.
    L'obiettivo è però il RECUPERO TOTALE, sui cui lavori si verificano spesso ritardi ed intoppi, che bisognerebbe evitare. Ed è -anche questa ultima- una SFIDA molto importante per la rinascita della Città di Palermo, come Capitale della Sicilia, come Capitale della Nazione Siciliana. Come Città moderna e civile....


    Palermu, 9 sittimmaru 2005

    Giovanni BASILE, Sikritariu di la Sizziuni





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    «Diamo, quindi, al Popolo Siciliano -in lotta per il suo ideale millenario- la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico».

    Giuseppe Montalbano, 1976

  2. #2
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    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa

    TRENTACINQUE GRANDI ARCHITETTI ITALIANI PROTESTANO PER LA INVASIONE DI PROGETTI STRANIERI, MENTRE LA SICILIA STA A GUARDARE



    Suscita sorpresa e non poche perplessità l'appello indirizzato alle massime cariche istituzionali, con il quale trentacinque fra i più famosi architetti italiani (primi firmatari PORTOGHESI, GREGOTTI E SOTTSASS) protestano contro la INVASIONE di progetti di architetti stranieri per le grandi opere di interesse sociale realizzate o da realizzare nel territorio della Repubblica Italiana.
    Non stancano certamente gli esempi in tal senso. Ed è fondata la preoccupazione che la mancanza di attività finisca poi con l'inaridire la creatività e la vena artistica degli architetti, non soltanto nel Bel Paese, ma ovunque tale fenomeno abbia luogo. Facendo predominare stili ed opere fin troppo stridenti con il tessuto storico ed ambientale nel quale spesso le opere si inseriscono.
    Gli Indipendentisti di lu Fronti Nazziunali Siciliano "Sicilia 'Ndipinnenti" ritengono però che il documento in questione pecchi un po' laddove non da il dovuto riconoscimento al valore della concorrenza di Progettisti "stranieri" (sarebbe meglio dire: di ambito professionale internazionale) . Ed in verità, dopo anni ed anni di isolamento artistico, l'"APERTURA" agli Architetti del circuito internazionale è stata stimolante ed ha risposto alle esigenze di quanti l'avevano a lungo voluta e reclamata, non soltanto in vari contesti politici e sociali trasversali, ma anche all'interno dei vari ambienti intellettuali e delle stesse scuole di architettura. Tutto sommato: un fatto positivo.
    Bisogna -di contro- riconoscere che le esagerazioni in un senso o nell'altro finiscono con l'arrecare danni.
    Si deve ammettere -inoltre- che, continuando di questo passo (leggi: esagerando), ben pochi saranno gli architetti locali ad avere nel rispettivo curriculum referenze adeguate per i grandi progetti da realizzare nei prossimi anni. In quanto saranno mancate loro le esperienze professionali .
    L'FNS -pur con le proprie riserve- ritiene che l'appello in questione non possa essere confuso, pertanto, con le solite proteste corporative, dettate magari soltanto dal risentimento per le condizioni di favore offerte alla concorrenza.
    Nel testo dell'appello sono contenute, altresì, critiche ed analisi da non sottovalutare. Ad iniziare dal ruolo e dai poteri delle SOVRINTENDENZE, alle quali spetta l'ultima parola sui progetti, forse assimilabile, quest'ultima, ad un atipico diritto di veto. E sui poteri delle Sovrintendenze gli Architetti vorrebbero adeguati interventi legislativi (ma anche in questo caso sarebbe bene evitare le esagerazioni). Opportune e coraggiose sono apparse le osservazioni sui cinquanta anni circa di immobilismo in materia dei Governi italiani che si sono avvicendati alla guida del Paese.
    Insomma : la classe politica e le Istituzioni fairebbero bene, quantomeno, ad ascoltare gli Architetti "appellanti".

    L'FNS si preoccupa di più, invece, per il fatto che, su questa ampia disputa come in altre, in Sicilia prevalga il silenzio, probabilmente nella convinzione che non vi sia molto da dire... Ma non dovrebbe essere così. Fermo restando il principio che, per la civiltà e per la cultura che da sempre caratterizzano il Popolo Siciliano, la Nazione Siciliana, l'"APERTURA " ai Maestri Architetti di scuole internazionali rimane un valore da difendere (quando ovviamente il progetto straniero non viene imposto come strumento destinato a prevaricare le professionalità e gli ingegni e gli stili locali), gli Architetti Siciliani dovrebbero fare valere le loro ragioni sia sui "NODI" principali che sono venuti al pettine, seppure in modo unilaterale; sia sul rapporto di subordinazione rispetto a tutto ciò che si decide in Continente; sia sulla emarginazione e sulla mancanza di occasioni di lavoro che ne derivano. Sia su tante altre problematiche connesse con la specificità siciliana. Dovrebbero soprattutto protestare in prima linea contro tutti gli attentati alla IDENTITÀ della stessa Sicilia che si verificano -anche da parte italiana- ad ogni piè sospinto. E dei quali il mostruoso progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è solo la punta dell'Iceberg.

    Palermu, 8 Sittimmaru 2005

    Giuseppe Scianò, Sikritariu FNS

    Con preghiera di diffusione
    L'Addetto Stampa (Giovanni Basile)




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    Giuseppe Montalbano, 1976

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    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa


    IL TRAPIANTO POLMONARE, EFFETTUATO NEL CENTRO ISMET DI PALERMO SU UN BAMBINO, RILANCIA NEL MONDO L'IMMAGINE DEI NOSTRI SERVIZI SANITARI. MA...

    «Lu Frunti Nazziunali Sicilianu "Sicilia 'Ndipinnenti" esprime apprezzamento e gratitudine ai medici, al personale e a quanti hanno lavorato per la perfetta riuscita del trapianto di polmoni, effettuato presso l'ISMET di Palermo. Si tratta di un intervento eccezionale che ha salvato la vita ad un bambino in condizioni disperate. E che viene a stabilire un importante primato medico-scientifico per la delicatezza e la complessità dell'intervento ed in quanto è il primo in assoluto che si compie in Sicilia e nel Meridione d'Italia».
    Ha dichiarato il Segretario del partito, Giuseppe Scianò, che ha evidenziato come questo evento sanitario, che -al di là dei valori che gli sono propri- ha anche il merito di aver diffuso all'interno ed all'esterno una ottima immagine della sanità in Sicilia . E di aver alimentato speranze di nuovi successi scientifici ed umanitari e di una migliore qualità della vita.
    «Va altresì riconosciuta - ha continuato Scianò - la esattezza di ciò che in proposito hanno sottolineato gli stessi Chirurghi che hanno effettuato l'intervento. E cioè che questo tipo di operazioni riescono bene se, sul posto, si può realizzare una perfetta sinergia fra le componenti di un contesto generale sanitario che, dal punto di vista delle strutture, delle professionalità e dell'organizzazione, sia in grado di fornire la collaborazione ed i supporti necessari. Così come, appunto, è avvenuto a Palermo».

    «Con la felice conclusione di questa appassionante vicenda vengono confermate anche la validità e l'importanza della POLITICA e della CULTURA delle donazioni di organi che consentono di salvare tante vite umane. Un grato e mesto pensiero va quindi rivolto alla bambina donatrice ed alla sensibilità dei suoi familiari».
    Ricordiamo, per completezza di informazione che a Palermo ed in Sicilia esistono anche altri settori d'avanguardia. Ma abbiamo il DOVERE di stigmatizzare come purtroppo esistano pure aspetti negativi ed inquietanti della SANITÀ, che vanno denunziati ed opportunamente attenzionati. E che sono quelli in base ai quali si verificano ritardi, inefficienze, episodi di lassismo e di disimpegno umano e professionale. Con incidenti gravi ed ingiustificabili. E che -non a caso- vedono proprio in questi giorni due inchieste giudiziarie in corso per la morte di due donne. Per le quali le famiglie e tutta l'opinione pubblica chiedono verità e giustizia. E chiedono anche una migliore gestione della Sanità, soprattutto di quella pubblica». Ha ancora detto il Segretario FNS , che ha concluso le proprie considerazioni affermando che la vicenda del trapianto polmonare non deve diventare uno specchietto per le allodole, ma -semmai- un motivo in più per ottenere una rivoluzione culturale e morale, oltre che politica, nel settore della SANITÀ PUBBLICA. «Per un miglioramento operativo a 360 gradi e per la piena attuazione del DIRITTO ALLA SALUTE del POPOLO SICILIANO, per il quale paradossalmente anche questo è oggi un diritto quasi negato».

    Palermu 7 sittimmaru 2005
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  4. #4
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    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa

    URAGANO KATRINA. L'EMERGENZA NON È FINITA. DIAMO SPAZIO ALLA SOLIDARIETÀ

    «Certamente non dimenticheremo, nè vogliamo dimentlcare mai, l'orrore e la commozione suscitati dalla tragica morte di migliaia di persone di ogni età e di ogni condizione. E la fortissima emozione di assistere in diretta alle sofferenze e ai disagi dei sopravvissuti ed al loro calvario. In uno scenario terrificante, rappresentato dalla onnipotenza delle forze della natura. E, nostro malgrado, dalla prostrazione di NEW ORLEANS. La città culla dei JAZZ e della raffinatezza americana; una città fra le più belle ed importanti degli States, oggi devastata dall'uragano e dalle successive inondazioni. Una città particolarmente amata dagli Indipendentisti Siciliani anche perché, dal 1861 e per una buona metà del secolo scorso, diede ospitalità alle migliaia e migliaia di Siciliani della DIASPORA. A molti dei quali, nel tempo, consentì di fare pure esperienze e talvolta carriere artistiche ed economiche di buon livello».
    Ha dichiarato il Segretario di lu Frunti Nazzlunali Sicilianu "Sicilia 'Ndipinnenti", Giuseppe SCIANÒ, che ha così continuato:
    «Viene peraltro confermato che la più alta percentuale di vittime si è registrata fra la povera gente, che viveva in pessime condizioni economiche ed in alloggi di grande precarietà. Va evidenziato, altresì, che, per una tragica fatalità, questi ultimi cittadini erano quasi totalmente di Etnie Afro-Latine, magari di recente immigrazione. Ed ancora non del tutto inseriti in quella Società.
    Ed è un ulteriore motivo di orrore il dilagare dl violenze, di omicidi, di stupri, di rapine, di delitti di ogni genere, effettuati da non pochi sopravvissuti su altri sopravvissuti. In un clima determinato, si, dallo stato di necessità, ma anche -e sempre più spesso- generato dal ritorno alla barbarie e dal ripristino della legge della giungla, dovuti al crollo di ogni forma di ordine e di legalità. In questo quadro il ritardo e l'inadeguatezza dei soccorsi diventano un reato ed anche un altro motivo in più di forte indignazione e di protesta contro le colpe della classe politica e contro la mentalità burocratica. Che, per la verità, non immaginavamo tanto diffuse e radicate in uno Stato moderno come gli Stati Uniti.
    Dobbiamo anche lamentare la carenza di adeguati aiuti internazIonali. Una carenza quasi sicuramente derivata dal fatto che si è stentato a credere che i potenti e ricchi Stati Uniti avessero bisogno e loro volta di soccorsi e di aiuti umanitari.
    Neanche il Governo Italiano ha brillato per generosità e per tempestività. Come Siciliani vorremmo che il Governo regionale facesse autonomamente la propria parte, quantomeno come segno tangibile della partecipazione e della solidarietà del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana.
    Il peggio è forse passato. Ma l'emergenza non è ancora finita. Adesso occorre recuperare il tempo perduto. Occorre anche una mobilitazione internazionale più vasta e più partecipe, sia per completare i soccorsi, sia per riprendere in mano la situazione a New Orleans, sia infine per evitare che i profughi di quella Città diventino "PROFUGHI A VITA", come, purtroppo, è avvenuto in circostanze analoghe, seppure di minore gravità».
    Scianò ha poi puntualizzato che, ovviamente, si dovranno avviare severe inchieste per accertare se vi siano state negligenze umano e politiche, senza le quali al sarebbero almeno ridotti i danni e forse si sarebbero salvate altre vite umane.
    «Non ci illudiamo: come in tutte le grandi calamità naturali, le responsabilità umane e politiche vanno a braccetto con gli eventi considerati imprevedibili. Ma proprio per questo occorrerebbe che a livello locale ed a livello sovranazionale (l'FNS pensa all'ONU) vi fosso un costante lavoro di prevenzione e di interventi utili per ogni emergenza, per ogni pericolo, per ogni circostanza "imprevedibile"».
    Ha affermato Scianò, che ha concluso il proprio intervento dicendo: «Nessuna Nazione, nessuno Stato, nessuna parte dell'Umanità dovrebbe essere più sorpresa o colpita a morte da altri "eventi" simili al Terremoto di Messina, o all'alluvione del Polesine, o alle devastazioni dell'uragano Katrina, o allo Tsunami. O ad altri "eventi" anche di natura terroristica o bellica. E nessun Popolo dovrebbe essere più lasciato solo con le proprie grandi disgrazie».

    L'ADDETTO STAMPA
    (Giovanni Basile)

    Palermu, 6 Sittimmaru 2005



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    Comunicato Stampa

    SÌ, VOGLIAMO UN FAZIO PARLANTE

    Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ritengono che abbia ragione il noto giornalista Mario GIORDANO, il quale, in un inquietante articolo di fondo, un paio di giorni orsono, invitava il Governatore della Banca d'Italia a "PARLARE".
    «GOVERNATORE ... RACCONTI QUELLO CHE SA. PROVI A CONVINCERE, CONTRATTACCHI. SPIEGHI. SE È IL CASO ALZI LA VOCE. MA PARLI» scrive -fra l'altro- Giordano (sul "Giornale" dell'8 settembre 2005), e così conclude: «LO SO CHE PER UN BANCHIERE, DI SOLITO, IL SILENZIO È D'ORO. MA PER LEI, ORMAI, STA DIVENTANDO DI PIOMBO».
    Con l'occasione, ritiene l'FNS, FAZIO potrebbe raccontare cosa vi sia stato realmente dietro quella sciagurata manovra di fare scomparire tutti o quasi gli istituti bancari dei Mezzogiorno e della Sicilia, ben radicati, articolati ed attivi sul territorio. Con giustificazioni e pretesti risultati inesatti e/o inconsistenti. Tantoppiù che oggi si considera invece cosa «BUONA E GIUSTA» (scrive l'economista Pietro BUSETTA) « ... DIFENDERE L'APPARTENENZA DEL SISTEMA BANCARIO AL TERRITORIO, ANCHE DANDO INDICAZIONI DI ENTRARE DALLA PORTA DI SERVIZIO, PER NON FARSI VEDERE». «CIÒ CHE NON E' STATO VALIDO PER IL MEZZOGIORNO LO DIVENTA PER IL PAESE».
    Ebbene, Governatore, parli e ci parli pure di quanti e quali rapporti esistano fra i PARTITI ITALIANI (TUTTI I PARTITI ITALIANI) ed i poteri forti ed i grandi Istituti di credito, singoli o associati.
    Senza dimenticare, ovviamente, eventuali partiti politici, nello stesso tempo "BANCHIERI" e "MORALISTI" di professione.


    Palermo, 10 Sittimmaru 2005

    GIUSEPPE SCIANÒ, Sikritariu FNS

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    Comunicato Stampa

    60° ANNIVERSARIO DEL MESSAGGIO DEGLI INDIPENDENTISTI SICILIANI ALLA CONFERENZA DI LONDRA

    Lu Frunti Nazziunali Sicilianu "Sicilia 'Ndipinnenti" ricorda che il 10 Settembre 1946 (ne ricorre quindi il 60° anniversario), Andrea Finocchiaro Aprile e gli altri Componenti del Comitato Nazionale del Movimento Indipendentista Siciliano rivolsero un appello alla Conferenza del Ministri degli Esteri delle Nazioni Alleate e vincitrici della guerra contro il Nazismo. La Conferenza si svolgeva a LONDRA. (Un altro messaggio, molto più articolato, era stato inviato il 31 marzo 1946 alla Conferenza delle Nazioni Unite, in corso a San Francisco per la fondazione dell'ONU).
    Gli Indipendentisti Siciliani chiedevano sostanzialmente che in Sicilia si potesse svolgere, sotto controllo internazionale, un REFERENDUM sull'Indipendenza della Sicilia. L'iniziativa di Andrea Finocchiaro Aprile era supportata da un ampio e convinto appoggio popolare.
    Il messaggio mise in grave imbarazzo i rappresentanti dell'Italia a quella Conferenza, in quanto riproponeva con vigore al centro dell'attenzione Internazionale la "QUESTIONE SICILIANA", della quale il Governo italiano negava ostinatamente l'esistenza nonostante la mobilitazione popolare e la lotta armata in corso.
    Il Capo del Governo Italiano era allora Ferruccio PARRI, mentre Alcide DE GASPERI era Ministro degli Esteri e Palmiro TOGLIATTI Vice Presidente dei Consiglio e Ministro di Grazia e Giustizia (Guardasigilli).
    Per quel messaggio Andrea Finocchiaro Aprile, Antonino Varvaro e Francesco Restuccia sarebbero stati, poi, DEPORTATI all'isola di PONZA.
    Mentre proteste popolari e sommosse (ed azioni dell'EVIS) si svolgevano in tutta la Sicilia.
    L'FNS ricorda questa ricorrenza, sia per recuperare un "pezzo" di quella MEMORIA STORICA che la Cultura Ufficiale vorrebbe cancellare definitivamente, si per riaffermare le ragioni della SPECIALITÀ dello Statuto di Autonomia della Sicilia. Anche quest'ultimo finito sotto i piedi della Classe politica e dei partiti che dominano incontrastati in Sicilia con la complicità degli ASCARI locali.


    Palermu, 10 Sittimmaru 2005
    Giuseppe Scianò, Sikritariu FNS


    Con preghiera di diffusione.
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    «Diamo, quindi, al Popolo Siciliano -in lotta per il suo ideale millenario- la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico».

    Giuseppe Montalbano, 1976

  7. #7
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    Comunicato Stampa

    11 Settembre 2005: QUARTO ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NEW YORK


    L’ 11 settembre del 2001 l’intera Umanità fu costretta a prendere atto del fatto che il terrorismo e lo stragismo erano diventati strumenti di guerra e di lotta politica per AL QAIDA, per i suoi alleati, per i suoi complici, per i suoi mandanti.
    Non a caso, di lì a poco fu un susseguirsi di attentati da un capo all’altro del Mondo.
    E il terrorismo è diventato e rimane anche uno strumento di interferenza politica persino all’interno delle democrazie occidentali. Nell’ambito delle quali i movimenti estremisti ed eversivi di tutti i colori e di tutti i sapori, senza escludere i vecchi ed i nuovi cultori dell’antisemitismo, pensano ed operano machiavellicamente per ottenere in cambio, a loro volta, appoggi per raggiungere più facilmente i loro obiettivi destabilizzanti.
    Così “coccolati” ovviamente il Terrorismo ed il Fondamentalismo diventano mezzi di oppressione e di espansionismo politico e militare. Il terrorismo -inoltre- è stato (ed è) anche occasione di ricatti, il più delle volte, “accettati”. Soprattutto da parte di quei Paesi che del terrorismo sono stati vittime...
    Nella ricorrenza del 4° anniversario della strage delle Torri Gemelle a New York e degli altri attentati compiuti negli States, nello stesso giorno, con migliaia di vittime innocenti, u Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia ‘Ndipinnenti rinnovala propria solidarietà alle Vittime e alle loro famiglie. E al generoso e forte Popolo Americano.
    Ed esprime il convincimento che all’ONU debba essere attribuito quel RUOLO, SUPER PARTES, di GOVERNO dell’UMANITÀ, per il quale l’ONU stessa fu sognata, voluta e progettata durante le violenze e le stragi della Seconda Guerra Mondiale. Un “ruolo”, che per la verità non si è concretizzato mai, neppure al momento della sua istituzione. E che oggi appare ancora più lontano ed utopistico a causa della crisi internazionale e soprattutto a causa della crisi interna a quella Organizzazione. Ma si tratta di un’UTOPIA alla quale l’Umanità non può e non deve rinunziare. Soprattutto se vuole sconfiggere il terrorismo da qualsiasi parte venga.
    Ovviamene questa Utopia dovrà camminare assieme alla lotta per la PACE, per il PROGRESSO, nonché per il pieno rispetto dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli. E per l’affermazione e l’applicazione dei Principi della Libertà, della Democrazia , della Giustizia e della Solidarietà internazionale .
    Ed è nella riaffermazione di questi VALORI che l’FNS commemora, nel quarto anniversario della strage delle Torri Gemelle, le Vittime Statunitensi e tutte le altre Vittime del Terrorismo a qualsiasi Nazionalità (o ideologia, o etnia, o religione) esse appartengano. Qualunque sia, a sua volta, l’appartenenza dei rispettivi assassini.

    Palermu 11 sittimmaru 2005

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  8. #8
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    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa

    IL TRAGICO SBARCO DI CLANDESTINI A GELA CONFERMA LA ESIGENZA DI UN’AZIONE INTERNAZIONALE PER ELIMINARE LE CAUSE DEL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI DI MASSA DAI PAESI POVERI AI PAESI RICCHI

    «La tragica vicenda dello sbarco, peraltro non casuale, di 159 immigrati clandestini sulla costa di GELA e la morte per annegamento di 11 giovani (decisamente più sfortunati degli altri), hanno suscitato nell’opinione pubblica siciliana ed europea una serie di emozioni e di sentimenti forti e variegati, che vanno dalla solidarietà e dalla commozione, allo sdegno ed alla protesta per il verificarsi di simili sciagure.
    Ma ciò non è sufficiente per risolvere il problema. Sono infatti opportune analisi più accurate e più severe della situazione complessiva. E, successivamente, ma in tempi brevi, bisognerà adottare scelte coerenti e coraggiose. Ed ovviamente solidali. Se non si vuole il continuo ripetersi di questo tipo di tragedie. Che colpiscono in modo particolare la sensibilità del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, che dal 1860 ha conosciuto in prima persona il dramma della emigrazione. Con punte di esodo di dimensioni bibliche».

    Ha dichiarato il Segretario di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU "SICILIA INDIPINNENTI", Giuseppe SCIANÒ, che ha fatto rilevare come intanto si sia avuta un’ulteriore conferma dell’esistenza di una MALAVITA ORGANIZZATA SU BASI INTERNAZIONALI, che ha complicità ed agganci nei Paesi di provenienza, nei Paesi di transito ed ovviamente anche in Sicilia, in Italia o negli altri Stati, nei quali arriva tanta povera gente disperata che ha lasciato alle proprie spalle miseria e sofferenze enormi. Una criminalità che si fa pagare dai clandestini prezzi altissimi per un viaggio, che può essere spesso disastroso. Una criminalità che potrebbe avere accordi pure in ambienti eversivi particolari e certamente pericolosi.

    «Siamo convinti che l’arresto del Comandante della "carretta" del Mare (nella fattispecie un vecchio peschereccio) e di sei presunti scafisti, questa volta, possa fare scoprire quanto meno altri anelli della catena del traffico.
    A giudizio degli Indipendentisti FNS è comunque necessario ed urgente che l’Unione Europea, innanzi tutto, ed anche l’O.N.U. e le grandi potenze economiche Orientali ed Occidentali, si decidano ad intraprendere una politica che trasferisca interventi umanitari, lavoro ed investimenti produttivi nei Paesi dai quali parte il maggior numero di persone bisognose e disperate. E soprattutto che mettano in moto una politica che valorizzi le potenzialità esistenti sul posto. E stimoli la crescita civile e democratica di quelle popolazioni. Senza scendere a troppi compromessi con dittatori e politici locali, spesso corrotti e responsabili delle violenze e delle crisi che incombono in quelle aree geo-politiche.
    Le misure di polizia e di viglilanza, che pure sono a loro volta necessarie ed indispensabili, non sono infatti sufficienti ad eliminare il vastissimo fenomeno della fuga dai Paesi Poveri ai Paesi più ricchi».

    Ha affermato SCIANÒ che ha così concluso: «Ne siamo forse un po’ preoccupati, ma siamo molto orgogliosi per il fatto che la SICILIA (che è la prima meta dei disperati che hanno intrapreso il cammino della speranza soprattutto da qualche decennio a questa parte), sia stata capace di sostenere le grandi prove di assistenza, di soccorso immediato, di solidarietà, di civiltà e di cultura dell’accoglienza. Alle quali il succedersi di eventi l’avevano chiamata. Compito, questo, che ha svolto egregiamente, come peraltro dimostrano i fatti precedenti ed i numerosi sbarchi avvenuti a Lampedusa, a Pantelleria, a Licata ed in molte altre località costiere.
    E come conferma maggiormente, proprio in questi giorni, la mobilitazione umanitaria di ogni famiglia, di ogni cittadino di GELA, a prescindere dalle rispettive condizioni economiche o sociali, per fornire aiuti immediati, soccorso e conforto ai profughi ed ai loro bambini.
    E gli stessi Cittadini hanno il merito di aver reso ogni onore possibile ai poveri giovani morti, ai quali non sono mancati fiori, né lagrime sincere, né preghiere».

    Palermu, 13 sittimmaru 2005.

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  9. #9
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    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa

    «MAFIA ED ARROGANZA IN SICILIA», COSÌ LA PENSANO A CIPRO... E IN SICILIA? DURA CONDANNA INDIPENDENTISTA

    Le infamanti accuse apparse ieri sul sito internet ufficiale dell'Anorthosis Famagusta, squadra cipriota che domani affronterà il Palermo in Coppa Uefa, sono l'ultimo episodio della sistematica opera diffamatoria che colpisce da decenni, in pratica sin dall'invasione anglo-garibaldino-sabauda, la Nazione Siciliana ed il suo limpido ed orgoglioso Popolo.
    «Finora abbiamo associato la bella isola di Sicilia alla mafia italiana. Sembra, però che questi Siciliani siano caratterizzati anche dall'arroganza!», recitava sino a poche ore fa il sito www.anorthosis.net (ove fa bella mostra la bandiera della Repubblica Ellenica, quasi a voler confermare, almeno nei corridoi del club cipriota, che l'indipendenza di Cipro Sud è un dato politico ed "europeo" ma non culturale), salvo poi "correggere il tiro" con alcune modifiche motivando il tutto con l'avversione allo sprone, consueto e comprensibile, «la partita la farà il Palermo», rivolto ai giocatori della squadra siciliana che, attualmente ai vertici del campionati italiano di serie A, godranno peraltro del "fattore campo".

    Noi Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu, pur sottoscrivendo appieno che la mafia è italiana, essendo tale fenomeno uno strumento di oppressione coloniale, riteniamo che confusione e pregiudizio abbiamo guidato l'autore del riprovevole testo (ove il Palermo è definito "squadra italiana", come se il nome del club rosanero potesse essere suscettibile di dubbi riguardo la sua sicilianità di principale squadra della Capitale Siciliana), che però, essendo apparso sul sito ufficiale della società cipriota, non può e non deve, alla stessa stregua dei tristemente consueti sciami di fischi ed urla di matrice razzista ancora troppo frequenti negli stadî, passare inosservato da parte dei competenti organi sportivi europei.

    Sul versante siciliano, apprezziamo le parole che, aggiuntesi alla pronta indignazione dei tifosi, provengono dalla società rosanero, ove il ds Rino Foschi si è detto «allibito e stupito» dati gli ottimi rapporti con la società cipriota, mentre il presidente Zamparini è arrivato ad ipotizzare che si tratterebbe di una «storia orchestrata da qualche stupido per montare un caso».
    Risulta invece meno soddisfacente la «incredulità» del Presidente della Regione Siciliana (che troppa stampa continua a chiamare "Regione Sicilia", ignorandone storia ed identità specifiche), Salvatore Cuffaro, da parte del quale avremmo desiderato una reazione più decisa, concreta, da vero siciliano insomma. Il razzismo antisiciliano non è una novità, come non è una novità l'apatia istituzionale che troppo spesso accetta questo ed altro (come il fenomeno mafioso, almeno secondo le note parole di un Ministro della Repubblica Italiana), consentendo la prosecuzione dei gravi danni che si riverberano contro i Siciliani in patria (siciliana) ed all'estero.

    È un autentico problema di diritti umani e civili violati, proprio quelli che dovrebbe tutelare l'apposito Intergruppo Parlamentare all'ARS. Che invece, al posto di altro e più consono organismo governativo o meglio per l'appunto parlamentare e quindi maggiormente rappresentativo, ha patrocinato ieri sera la quarta edizione di "Cuore Rossoazzurro", bella e lodevole iniziativa di festeggiamento e supporto dedicata ad un'altra gloriosa squadra siciliana, il Catania, prima società calcistica della "concapitale" siciliana che sta riportandosi agli importanti livelli che le spettano.

    Insomma, ci troviamo in una situazione di autentica confusione istituzionale a più livelli: nessuna levata di scudi da istituzioni o partiti (centralisti o "coloniali in salsa autonomista") quando un allenatore o un'intera società sul proprio sito offendono il Popolo Siciliano o una delle sue città, nessuna azione disciplinare contro chi ci attacca, nessuna autentica rappresentatività spetta a questo popolo bistrattato e gravato da troppi pregiudizi e veleni strumentali. Chiunque può, indenne, dare per acquisito che «i Siciliani sono mafiosi», magari poi scoprendo che siamo pure arroganti! È un gioco allo svilimento che deve essere interrotto direttamente dai Siciliani che con fierezza possono e devono ribadire l'avversione alla mafia, allo sfruttamento, all'oppressione ed alla repressione. La Sicilia deve ribadire la propria identità di Nazione europea, e venir direttamente rappresentata nelle istituzioni (Cipro conta, con i suoi appena 70.000 abitanti, ben 6 eurodeputati, contro i 5 che spettano ai 400.000 Maltesi, ed al numero imprecisato e variabile che spetta in assurda condivisione a Siciliani e Sardi, con quest'ultimi penalizzati dal sistema elettorale, ed i primi dal sistema politico ascaro - insomma, un'autentica schizofrenia italoeuropea) e dalla società civile e politica attiva e presente sul territorio.

    Noi Indipendentisti dell'FNS siamo certi che il processo di decolonizzazione è presente e vivace nella pratica quotidiana di migliaia di siciliani, che già nel sostenere le squadre siciliane ribadiscono la propria fierezza e limpidezza, in attesa che si concretizzi la proposta da noi avanzata già alcuni anni fa di costituzione di una Federazione Calcistica (e non solo) Siciliana che doni ai Siciliani una loro Selezione Nazionale ed una Coppa Nazionale, come già accade in Galles e Scozia (ove in quest'ultima è presente anche regolari campionati nazionali), prodromo della restituzione della Sicilia, anche e soprattutto mediante la progressiva marginalizzazione e totale eliminazione del fenomeno mafioso, ai suoi stessi destini autodeterminati, al suo Popolo, al suo futuro di fiera Nazione rigogliosa, dignitosa, aperta, solidale, politicamente, culturalmente ed economicamente indipendente.

    In tal senso prosegue l'ultraquarantennale azione dell'FNS che, al fine di catalizzare tale circolo virtuoso indispensabile per la Sicilia presente e futura, ha recentemente deliberato la partecipazione diretta alle prossime scadenze elettorali con il proprio simbolo, proprie liste, ed un proprio autorevole candidato alla Presidenza della Regione Siciliana.

    Catania, 14 Sittemmiru 2005

    Roman Henry C.S. Clarke
    membro Segreteria Nazionale FNS



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    Comunicato Stampa

    L'INSEGNAMENTO DI PADRE PUGLISI QUANTO MAI ATTUALE NEL DODICESIMO ANNIVERSARIO DEL SUO MARTIRIO

    Nella ricorrenza del dodicesimo anniversario del vile assassinio di Don Pino Puglisi, gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ne ricordano l'impegno antimafia e la fervida fede religiosa.
    Ne sottolineano l'appassionata attività pastorale , rivolta al riscatto ed all'elevazione morale, sociale ed economica del Quartiere palermitano di BRANCACCIO.
    Per il quale è doveroso precisare che si tratta di un grandissimo Quartiere, abitato quasi totalmente da tanta gente perbene, buona, laboriosa ed onesta. E dove, nonostante qualche sacca di povertà ed ovviamente l'alta percentuale di disoccupati e di sottoccupati, giovani e non giovani, sono presenti ed operano numerose, qualificate, attività commerciali e produttive. Ma dove purtroppo non mancano, così come peraltro avviene in tante altre Zone della Città , le infiltrazioni della criminalità comune e di quella mafiosa. Insomma: sia chiaro che BRANCACCIO non è, né mai sarà il vecchio BRONX.
    Sarebbe veramente un grave errore fare di tutte le erbe un fascio o generalizzare come spesso fanno gli inviati della stampa "straniera". E non solo quelli.

    Don Pino Puglisi aveva ben compreso questa realtà e voleva coinvolgere tutti gli Abitanti del Quartiere, iniziando dalla maggioranza silenziosa nella lotta per raggiungere i Suoi obiettivi, sostanzialmente evangelici.
    La mafia ne ebbe paura e lo eliminò. Questo è il migliore elogio funebre che a suo tempo gli si sarebbe dovuto rivolgere.
    Ovviamente gli assassini ed i loro mandanti non poterono eliminarne il ricordo, l'esempio e l'insegnamento. Al punto che il Primate della Chiesa Siciliana, Cardinale Salvatore DI GIORGI, ha potuto dichiarare al Papa Benedetto XVI che la CHIESA SICILIANA, appunto, «...si identifica con il Servo di DIO, Padre PINO PUGLISI, Sacerdote retto e senza paura, uccisa dalla mafia per il SUO impegno evangelizzatore».

    Per l'FNS, Padre PUGLISI è anche la dimostrazione di come i Siciliani, che della mafia sono vittime e non certamente complici, sappiano stare in prima linea nella lotta contro la stessa mafia. E di come la mafia non li rappresenti. Certamente Padre PUGLISI era un uomo mite e lottava senza armi e senza fare ricorso alla violenza. In spirito di Amore e di Fratellanza universale. Anche nei confronti dei suoi assassini. Cosa, questa, degna di un MARTIRE destinato alla Santità.

    Anche nel SUO nome i militanti del FNS rinnovano, in questo giorno, il proprio impegno di combattere la mafia in ogni sua espressione ed articolazione. Ripetendo -a se stessi e a quanti hanno orecchie per intendere- l'assioma dell'indipendentismo moderno, forte e puro:

    "LA SICILIA SARA' VERAMENTE LIBERA... SE - PRIMA - SI SARÀ LIBERATA DALLA MAFIA"

    Palermu, 15 sittimmaru 2005


    Giuseppe SCIANÒ
    Sikritariu FNS

    Con preghiera di diffusione
    L'Addetto Stampa
    (Giovanni Basile)

    segue comunicato del 14 c.m.

    PALERMO: 138° ANNIVERSARIO DELLA RIVOLTA INDIPENDENTISTA DEL SETTE E MEZZO
    MIGLIAIA LE VITTIME DALL'UNA E DALL'ALTRA PARTE
    INGIUSTIFICATA LA CONGIURA DEL SILENZIO

    In occasione della ricorrenza del 138° Anniversario della Rivolta (sarebbe più esatto dire Rivoluzione) Indipendentista del Sette e mezzo, durata dal 15 al 22 settembre dal 1866, lu Frunti Nazziunali Sicilianu "Sicilia 'Ndipinnenti" ne ricorda i grandi significati politici e giuridici.
    Quella grande rivolta, infatti, delegittimava e smentiva pienamente li cosiddetto PLEBISCITO per l'annessione della Sicilia all'Italia, svoltosi sei anni prima e secondo il quale tutti o quasi i Palermitani, tutti o quasi i Siciliani, avrebbero voluto, appunto, la ANNESSIONE ed il Re Vittorio Emanuele come sovrano. Quella ribellione contestava anche la riduzione in "colonia" della Sicilia e ne ribadiva il diritto alla Indipendenza.
    L'FNS ricorda, altresì, la migliaia di vittime, gli episodi di valore, la iniziative politiche e "militari" adottate, i programmi, i sogni. E le vittorie iniziali che costrinsero le forze dell'esercito Italiano a ritirarsi in parte nel Palazzo Reale ed in parte fuori della Città. Ma ricorda anche l'infame BOMBARDAMENTO della Città, operato dal mare, per tre giorni di seguito, dalla Flotta militare italiana fatta convergere dal porti di tutta Italia nella rada del Porto di Palermo. E ricorda anche il "bombardamento" da terra operato dal reparti di artiglieria dell'Esercito Italiano, nel quadro della grande controffensiva guidata dal Generale Raffaele CADORNA, Commissario Straordinario del Re Vittorio Emanuele secondo. Bombardamento (effettuato con cannoni che usavano un proiettile particolare, allora chiamato "bomba" e che I Siciliani ribattezzarono "PIGNATA A QUATTRU MANICI") che fu stigmatizzato dal Corpo diplomatico presente a Palermo, rimasto letteralmente inorridito da tanta violenza. E che fu condannato anche dalla stampa cattolica.
    Al bombardamento seguirono una feroce repressione, infiniti episodi di rappresaglia di tipo nazista, ritorsioni, torture e violenze di ogni tipo. Compreso uno "STUPRO ETNICO" operato a MISILMERI sulla donne presunte complici dei rivoltosi (denunziato, questo fatto, alla Commissione Parlamentare d'inchiesta).
    Pur se di breve durata, la Rivoluzione del Sette e Mazzo rimase a lungo nella memoria storica dei Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana. E a lungo l'espressione "SUCCEDE UN SETTE E MEZZO" in Sicilia significò "SUCCEDE UN FINIMONDO".
    Nella ricorrenza dell'anniversario di quella grande Rivoluzione, I'FNS, nel denunziare il tentativo, della Cultura ufficiale prevalente e della classe politica e dei partiti dominanti, di "travisarne" i contenuti e di cancellarne il ricordo, invita le Istituzioni, ad iniziare dalla Regione Siciliana, dalla Provincia di Palermo e dai Comuni (quello di Palermo in testa) più direttamente coinvolti nella rivolta, unitamente alle scuole ed agli Istituti, alle Accademie e le Associazioni Culturali che operano sul territorio ad intraprendere - ognuno per la propria parte - un'azione di recupero della memoria di quei fatti eroici e tragici. Ed in particolare rivolge un invito al Comune di Palermo affinché inserisca nella toponomastica i fatti e i personaggi di quella pagina NEGATA di Storia Siciliana, nella quale la Città di Palermo dimostrò di essere degna del ruolo di grande città europea e mediterranea e di Capitale della Nazione Siciliana.
    La vergognosa, ingiustificata, CONGIURA DEL SILENZIO è, infatti, durata anche troppo.

    Palermu, 14 Sittimmaru 2005

    GIUSEPPE SCIANÒ
    Sikritariu FNS



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    Giuseppe Montalbano, 1976

 

 
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