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  1. #1
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    Predefinito solidarietà con la lingua piemontese

    ciao,
    posto anche nel forum del nostro movimento questo messaggio, pregandovi di sostenere questa ottima iniziativa.

    Car amis, dear friend, caro amico,

    * da ancheuj a l'é possibil sotisgné on-line la petission përchè 'l piemontèis a ven-a a esse un-a dle lenghe ufissiaj dij gieugh olimpich d'invern dël 2006. A basta che it vade ansima a nòsta pagina-web e it ës-gnache ansima a "Sotsigna sì…" (piemontèis) ò "Firma qui…" (italian). A l'é nen malfé. Mersì dël tò agiut!


    * You can now subscribe the petition for the Piedmontese language among
    the official languages used at the 2006 Winter Olimpic Games and you can do it on-line. Just visit our web page, click on "Sotsigna sì…" (Piedmontese version) or "Firma qui…" (Italian version), and you'll find out.
    We thank you for your help.


    * Da oggi è possibile firmare direttamente in rete la petizione per l'inserimento del piemontese tra le lingue ufficiali dei giochi olimpici invernali del 2006. Per farlo è sufficiente andare sulla nostra pagina web, cliccare su "Sotsigna sì…" (piemontese) o "Firma qui…" (italiano). Non è difficile!
    Vi ringraziamo per la collaborazione.


    -----
    Ël numer d'ASSION PIEMONTEISA ch'a ven a seurtirà ël 15 d'Aost 2002.
    -------
    The next issue of ASSION PIEMONTEISA will be on sale on August the 15th,
    2002.
    -------
    Il prossimo numero di ASSION PIEMONTEISA sarà in edicola il 15 di Agosto
    2002.


    --
    Assion Piemontèisa,
    "Cooperativa Pro Piemonte s.r.l.",
    contrà M. Montano, 24
    10143 Turin
    Tel.: + 39 - 011 - 7710595

    http://digilander.iol.it/assionpiem
    http://assionpiemonteisa.cjb.net

    e-mail: assion.piemont@libero.it
    webmaster@assionpiemonteisa.cjb.net

  2. #2
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    Predefinito Re: solidarietà con la lingua piemontese

    Originally posted by Perdu
    ciao,
    posto anche nel forum del nostro movimento questo messaggio, pregandovi di sostenere questa ottima iniziativa.

    Car amis, dear friend, caro amico,

    * da ancheuj a l'é possibil sotisgné on-line la petission përchè 'l piemontèis a ven-a a esse un-a dle lenghe ufissiaj dij gieugh olimpich d'invern dël 2006. A basta che it vade ansima a nòsta pagina-web e it ës-gnache ansima a "Sotsigna sì…" (piemontèis) ò "Firma qui…" (italian). A l'é nen malfé. Mersì dël tò agiut!


    * You can now subscribe the petition for the Piedmontese language among
    the official languages used at the 2006 Winter Olimpic Games and you can do it on-line. Just visit our web page, click on "Sotsigna sì…" (Piedmontese version) or "Firma qui…" (Italian version), and you'll find out.
    We thank you for your help.


    * Da oggi è possibile firmare direttamente in rete la petizione per l'inserimento del piemontese tra le lingue ufficiali dei giochi olimpici invernali del 2006. Per farlo è sufficiente andare sulla nostra pagina web, cliccare su "Sotsigna sì…" (piemontese) o "Firma qui…" (italiano). Non è difficile!
    Vi ringraziamo per la collaborazione.


    -----
    Ël numer d'ASSION PIEMONTEISA ch'a ven a seurtirà ël 15 d'Aost 2002.
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    2002.


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    e perché non solidarizziamo con la lingua lumbard, quella bergamasca, quella veneta, quella romagnola, quella romanesca, napoletana, pugliese e così via buffoneggiando?




  3. #3
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    Thumbs up W totu sas limbas de su munnu

    Do sa firma mea pro custa pelea, ki mi paret justa.
    Totu sas limbas minores kerent difesas, ed est mentzus puru pro nois, ki in custas olimpiades si faeddet una limba ke su piumuntesu, ki at a parrer curiosu, ma issa puru est vittima de sa collyonitzatura italìana.
    Custu at a resurtare comente pretzedente pro ateras manifestatas internatzionales, ki s'ant tennere in ateros locos collyonitzatos, e macari puru in Sardinnya.
    Sa gherra de totu sas minorias est sa gherra nostra!

  4. #4
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    Predefinito Re: W totu sas limbas de su munnu

    Originally posted by fabritziu
    Do sa firma mea pro custa pelea, ki mi paret justa.
    Totu sas limbas minores kerent difesas, ed est mentzus puru pro nois, ki in custas olimpiades si faeddet una limba ke su piumuntesu, ki at a parrer curiosu, ma issa puru est vittima de sa collyonitzatura italìana.
    Custu at a resurtare comente pretzedente pro ateras manifestatas internatzionales, ki s'ant tennere in ateros locos collyonitzatos, e macari puru in Sardinnya.
    Sa gherra de totu sas minorias est sa gherra nostra!

  5. #5
    Amus a Ballare Nois
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    Lightbulb Re: Re: solidarietà con la lingua piemontese

    Originally posted by sosunturzos






    e perché non solidarizziamo con la lingua lumbard, quella bergamasca, quella veneta, quella romagnola, quella romanesca, napoletana, pugliese e così via buffoneggiando?





    Mi permito de ajangher custu post buscatu in su forum Nascita Della Lingua Piemontese, postu da Aiace Telamonio.

    NASCITA DELLA LINGUA PIEMONTESE

    E SUA TRASFORMAZIONE ATTRAVERSO I SECOLI

    L’identità di un popolo è costituita dalla sua cultura e si esprime attraverso la sua lingua naturale.

    Il linguaggio naturale è dunque la massima espressione dell’identità del popolo, anzi è l’essenza dell’anima del popolo stesso. La vita di un’etnia continua fino a che continua ad esistere e ad essere parlata la sua lingua. Se questa lingua muore, il popolo non ha più possibilità di esistenza. La lingua piemontese è quindi l’espressione dell’identità del popolo piemontese.

    Ma come nasce questa lingua?

    Fin dal II° millennio A.C., tutta l’area padana occidentale, quindi il Piemonte, è abitata dai Liguri, un popolo pre-indoeuropeoche qui giunge attraverso varie immigrazioni, dalla penisola iberica. Il termine "Ligure" non ha relazione con la Liguria attuale e va inteso in senso molto più ampio.

    Dei Liguri e del loro linguaggio, restano i nomi di alcune località che ancor oggi terminano con suffisso in "asco-a" (Beinasco – Revigliasco – Grugliasco – Airasca, ecc…). Secondo alcuni storici il nome della città di Asti è tale in quanto in ligure antico "ast" aveva il significato di "collina". Anche l’antico nome del fiume Po, "Bodincus" è tipicamente ligure.

    Dal VII° al VI° secolo A.C. sono collocate le altre migrazioni di un altro popolo, di origine indoeuropea: i "Celti". Essi si uniscono ai Liguri in una vera e propria simbiosi, senza alcuna lotta, amalgamando i costumi, le religioni ed i linguaggi.

    Gli storici antichi definiscono questo nuovo popolo con la denominazione di "Celto –Liguri".

    Molti sono i vocaboli di origine celtica, ancora presenti nel linguaggio piemontese attuale:


    Drugia (letame) dal celtico Dru (fertile);

    Balma (caverna) dal celtico Balmein (pietra alta);

    Bealera (corso d’acqua) dal celtico Beal (corso d’acqua);

    Brich (colle) da Beal (colle);

    Bisa (vento freddo) da Bis (pungente), ecc..
    I Celto-Liguri hanno i primi contatti con la civiltà latina nel III° secolo A.C., quando giungono in Piemonte le legioni romane. L’occupazione romana distrugge alcune tribù (i Salassi), ma altre sopravvivono. Vari legionari si stabiliscono in Piemonte e la lingua latina si innesta così sull’idioma celto-ligure. Nasce quindi un nuovo linguaggio che via via nel tempo riceve altre impronte poiché attraverso i vari secoli il Piemonte è soggetto a molte invasioni barbariche.

    Nel corso del VI° secolo giungono i Longobardi.

    I suffissi in "engo" di vari toponimi attuali sono di derivazione longobarda: (Murisengo, Verolengo), ecc..

    Il vocabolo piemontese "masca" (strega o fattucchiera), deriva dal longobardo "masco".

    "Barba" (zio) da bas (zio materno).

    "S-cianché" (strappare) da "claquer".

    "Matòt" (ragazzo) da "mad" (fanciullo).

    Nel X° secolo i Saraceni percorrono, facendo innumerevoli scorrerie, in lungo ed in largo, la terra piemontese. Anch’essi ci lasciano dei vocaboli:

    "Armassin" (susina);

    "Cossa" (zucca);

    "Coefa" (velo) da Keifa;

    "Fàudal" (grembiule) da fodhal (grembo);

    "Fardel" (fagotto) da farda (carico del cammello).

    Dall’XI° al XVII° secolo si susseguono invasioni francesi, spagnole, prussiane.

    L’influsso francese è molto evidente nel nostro lessico e nella nostra sintassi. Non si deve dimenticare che la lingua piemontese e quella francese sono due lingue romanze gemelle: la prima si è formata su un nucleo ligure-celtico, al di qua delle Alpi; la seconda su un nucleo gallo-celtico, al di la delle Alpi.

    Anche gli Spagnoli lasciano alcuni vocaboli nel nostro idioma:

    "Creada" (fantesca);

    "Borich" (asino);

    "Lunes/Martes/Mércol" (Lunedì/Martedì/Mercoledì);

    "Dësmora" (giocattolo);

    "Gnògne" da nono (vecchio, buffone).

    I Prussiani introducono altri loro vocaboli, ancora attuali:

    "Magon" (afflizione) da Magen (mal di stomaco);

    "Trafen" (rumore) da Treffen (battaglia);

    "Brandé" (bruciare) da Brand (tizzone);

    "Asil" (aceto) da Essil;

    "Cassul" da Kessel;

    "Ciòca" da Kloka;

    "Rupì" da Ruppen, ecc… ecc…

    Quanto detto dimostra chiaramente che la lingua piemontese è formata da un substrato celto-ligure su cui si è innestata la lingua latina; via via, con il tempo si sono introdotti vari vocaboli di carattere europeo. E’ quindi una lingua autoctona. E’ una lingua e non un dialetto, perché come vedremo in seguito, ha una letteratura scritta e segue determinate regole grammaticali.

    Accanto alla lingua unitaria ufficiale consacrata dagli scrittori, ( la cosiddetta Koiné unitaria comune), vi sono le parlate orali locali che sono espressioni fonetiche diverse, le quali, però, seguono le medesime regole grammaticali, qualora vengano scritte.

    La lingua scritta non è in opposizione alle parlate locali, anzi è arricchita da esse. Il rapporto che c’è tra la koiné e le parlate locali è simile a quello che c’è tra l’italiano scritto e le varianti locali della lingua italiana.

    Riepilogando, il piemontese è lingua vera e propria e non dialetto, tanto meno, dialetto dell’italiano, come certuni osano definirlo! A conferma di ciò si possono portare vari esempi:

    Dante Alighieri nel "Vulgari Eloquentia" affermò che il linguaggio in uso nelle terre "oltre Alessandria" (ad ovest di Alessandria) era un "turpidissimum eloquium (vulgari)" per lui incomprensibile.

    Nella letteratura italiana si studia che il più antico documento letterario è la canzone "Contrasto" di Cielo D’Alcamo del 1250 circa. Vediamo quattro versi di tale "canzone":

    "Molte sono le femine

    che hanno dura la testa

    e l’uomo con parabole

    le dimina e ammonesta".

    Confrontiamoli con quattro versi del più antico documento in lingua piemontese, che è del 1150 (i Sermoni Subalpini):

    "La mia meisun

    si est meisun d’orassion

    ma vos en aven fait

    balma de lairuns!".

    Quale abisso linguistico tra queste due citazioni!

    Si è parlato di "regole grammaticali scritte". Infatti la prima grammatica della lingua piemontese risale al 1783. E’ opera di Maurizio Pipino che per primo ne ha normalizzato la grafia.

    Ad essa si ispira la grafia "piemontese moderna", definita negli Anni Trenta dal fondatore della "Compagnia dij Brandé": Pinin Pacòt.

    MICHELA GROSSO

    tratto dal sito http://www.arpnet.it/noste/


  6. #6
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    Predefinito

    e io aggiungo che la lingua piemontese e quella veneta, benchè siano iscritte nel libro rosso delle lingue in pericolo di estinzione, hanno subito un ingiustizia immensa quando sono state escluse dall'elenco delle lingue minoritarie comprese nella legge statale italiana 482.

    per questo è obbligo per noi sardi (ricordo che anche il sardo in un primo tempo era stato discriminato in quanto veniva considerato un dialetto italiano), sostenere questa intelligente e civile iniziativa.

  7. #7
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    Predefinito Re: Re: Re: solidarietà con la lingua piemontese

    Originally posted by fabritziu




    Mi permito de ajangher custu post buscatu in su forum Nascita Della Lingua Piemontese

    NASCITA DELLA LINGUA PIEMONTESE

    E SUA TRASFORMAZIONE ATTRAVERSO I SECOLI

    L’identità di un popolo è costituita dalla sua cultura e si esprime attraverso la sua lingua naturale.

    Il linguaggio naturale è dunque la massima espressione dell’identità del popolo, anzi è l’essenza dell’anima del popolo stesso. La vita di un’etnia continua fino a che continua ad esistere e ad essere parlata la sua lingua. Se questa lingua muore, il popolo non ha più possibilità di esistenza. La lingua piemontese è quindi l’espressione dell’identità del popolo piemontese.

    Ma come nasce questa lingua?

    Fin dal II° millennio A.C., tutta l’area padana occidentale, quindi il Piemonte, è abitata dai Liguri, un popolo pre-indoeuropeoche qui giunge attraverso varie immigrazioni, dalla penisola iberica. Il termine "Ligure" non ha relazione con la Liguria attuale e va inteso in senso molto più ampio.

    Dei Liguri e del loro linguaggio, restano i nomi di alcune località che ancor oggi terminano con suffisso in "asco-a" (Beinasco – Revigliasco – Grugliasco – Airasca, ecc…). Secondo alcuni storici il nome della città di Asti è tale in quanto in ligure antico "ast" aveva il significato di "collina". Anche l’antico nome del fiume Po, "Bodincus" è tipicamente ligure.

    Dal VII° al VI° secolo A.C. sono collocate le altre migrazioni di un altro popolo, di origine indoeuropea: i "Celti". Essi si uniscono ai Liguri in una vera e propria simbiosi, senza alcuna lotta, amalgamando i costumi, le religioni ed i linguaggi.

    Gli storici antichi definiscono questo nuovo popolo con la denominazione di "Celto –Liguri".

    Molti sono i vocaboli di origine celtica, ancora presenti nel linguaggio piemontese attuale:


    Drugia (letame) dal celtico Dru (fertile);

    Balma (caverna) dal celtico Balmein (pietra alta);

    Bealera (corso d’acqua) dal celtico Beal (corso d’acqua);

    Brich (colle) da Beal (colle);

    Bisa (vento freddo) da Bis (pungente), ecc..
    I Celto-Liguri hanno i primi contatti con la civiltà latina nel III° secolo A.C., quando giungono in Piemonte le legioni romane. L’occupazione romana distrugge alcune tribù (i Salassi), ma altre sopravvivono. Vari legionari si stabiliscono in Piemonte e la lingua latina si innesta così sull’idioma celto-ligure. Nasce quindi un nuovo linguaggio che via via nel tempo riceve altre impronte poiché attraverso i vari secoli il Piemonte è soggetto a molte invasioni barbariche.

    Nel corso del VI° secolo giungono i Longobardi.

    I suffissi in "engo" di vari toponimi attuali sono di derivazione longobarda: (Murisengo, Verolengo), ecc..

    Il vocabolo piemontese "masca" (strega o fattucchiera), deriva dal longobardo "masco".

    "Barba" (zio) da bas (zio materno).

    "S-cianché" (strappare) da "claquer".

    "Matòt" (ragazzo) da "mad" (fanciullo).

    Nel X° secolo i Saraceni percorrono, facendo innumerevoli scorrerie, in lungo ed in largo, la terra piemontese. Anch’essi ci lasciano dei vocaboli:

    "Armassin" (susina);

    "Cossa" (zucca);

    "Coefa" (velo) da Keifa;

    "Fàudal" (grembiule) da fodhal (grembo);

    "Fardel" (fagotto) da farda (carico del cammello).

    Dall’XI° al XVII° secolo si susseguono invasioni francesi, spagnole, prussiane.

    L’influsso francese è molto evidente nel nostro lessico e nella nostra sintassi. Non si deve dimenticare che la lingua piemontese e quella francese sono due lingue romanze gemelle: la prima si è formata su un nucleo ligure-celtico, al di qua delle Alpi; la seconda su un nucleo gallo-celtico, al di la delle Alpi.

    Anche gli Spagnoli lasciano alcuni vocaboli nel nostro idioma:

    "Creada" (fantesca);

    "Borich" (asino);

    "Lunes/Martes/Mércol" (Lunedì/Martedì/Mercoledì);

    "Dësmora" (giocattolo);

    "Gnògne" da nono (vecchio, buffone).

    I Prussiani introducono altri loro vocaboli, ancora attuali:

    "Magon" (afflizione) da Magen (mal di stomaco);

    "Trafen" (rumore) da Treffen (battaglia);

    "Brandé" (bruciare) da Brand (tizzone);

    "Asil" (aceto) da Essil;

    "Cassul" da Kessel;

    "Ciòca" da Kloka;

    "Rupì" da Ruppen, ecc… ecc…

    Quanto detto dimostra chiaramente che la lingua piemontese è formata da un substrato celto-ligure su cui si è innestata la lingua latina; via via, con il tempo si sono introdotti vari vocaboli di carattere europeo. E’ quindi una lingua autoctona. E’ una lingua e non un dialetto, perché come vedremo in seguito, ha una letteratura scritta e segue determinate regole grammaticali.

    Accanto alla lingua unitaria ufficiale consacrata dagli scrittori, ( la cosiddetta Koiné unitaria comune), vi sono le parlate orali locali che sono espressioni fonetiche diverse, le quali, però, seguono le medesime regole grammaticali, qualora vengano scritte.

    La lingua scritta non è in opposizione alle parlate locali, anzi è arricchita da esse. Il rapporto che c’è tra la koiné e le parlate locali è simile a quello che c’è tra l’italiano scritto e le varianti locali della lingua italiana.

    Riepilogando, il piemontese è lingua vera e propria e non dialetto, tanto meno, dialetto dell’italiano, come certuni osano definirlo! A conferma di ciò si possono portare vari esempi:

    Dante Alighieri nel "Vulgari Eloquentia" affermò che il linguaggio in uso nelle terre "oltre Alessandria" (ad ovest di Alessandria) era un "turpidissimum eloquium (vulgari)" per lui incomprensibile.

    Nella letteratura italiana si studia che il più antico documento letterario è la canzone "Contrasto" di Cielo D’Alcamo del 1250 circa. Vediamo quattro versi di tale "canzone":

    "Molte sono le femine

    che hanno dura la testa

    e l’uomo con parabole

    le dimina e ammonesta".

    Confrontiamoli con quattro versi del più antico documento in lingua piemontese, che è del 1150 (i Sermoni Subalpini):

    "La mia meisun

    si est meisun d’orassion

    ma vos en aven fait

    balma de lairuns!".

    Quale abisso linguistico tra queste due citazioni!

    Si è parlato di "regole grammaticali scritte". Infatti la prima grammatica della lingua piemontese risale al 1783. E’ opera di Maurizio Pipino che per primo ne ha normalizzato la grafia.

    Ad essa si ispira la grafia "piemontese moderna", definita negli Anni Trenta dal fondatore della "Compagnia dij Brandé": Pinin Pacòt.

    MICHELA GROSSO

    tratto dal sito http://www.arpnet.it/noste/


    Scusami, ma sono un bastian contrario. Intanto non è vero che i piemontesi siano stati colonizzati, in quanto è notorio che sono stati i vessilliferi della nostra peggiore colonizzazione. Poi non bastano quattro righe scritte su un libro per stabilire la scientificità di un ragionamento. Oggi ogni regione o frazione di regione rivendica la propria lingua e ciò banalizza il discorso e sminuisce le vere lingue. Ma, in fondo, per me ognuno può fare ciò che crede, basta che non chieda a me di parteciparvi se non sono convinto. Ed io non solo non sono convinto, ma trovo estremamente ridicolo che pretendano addirittura di farne la lingua ufficiale delle olimpiadi! Possibile che siate talmente ingenui e abbacinati da farvi fuorviare da una bestialità come questa? Boh... Fabri', di Perdu non mi meraviglio, ma di te sì!



  8. #8
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    Secondo me bisogna unirsi per difendere tutte le lingue 'minoritarie' (che sia l'occitano,il piemontese,il veneto o il sardo) dall'italiano.
    Non puoi dire che il veneto o il piemontese non siano lingue solo perchè non sono riconosciute dallo stato italione (che da quanto ho capito odi come me..).

    P.s : poi il fatto che i piemontesi siano stati i vessilliferi della vostra colonizzazione mi sembra ridicolo...non stai rischiando di generalizzare?

    Piemonte libero , sprofondi roma!!

  9. #9
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    Predefinito

    Originally posted by LN
    Secondo me bisogna unirsi per difendere tutte le lingue 'minoritarie' (che sia l'occitano,il piemontese,il veneto o il sardo) dall'italiano.
    Non puoi dire che il veneto o il piemontese non siano lingue solo perchè non sono riconosciute dallo stato italione (che da quanto ho capito odi come me..).

    P.s : poi il fatto che i piemontesi siano stati i vessilliferi della vostra colonizzazione mi sembra ridicolo...non stai rischiando di generalizzare?

    Piemonte libero , sprofondi roma!!
    non ti preoccupare, quì la stragrande maggioranza dei forumisti appoggia qualsiasi iniziativa che tenda a valorizzare qualsiasi lingua minoritaria.
    ciao e in bocca al lupo per la vostra preziosa e ottima iniziativa!

  10. #10
    dal 1° febbraio 2001 !
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: solidarietà con la lingua piemontese

    Originally posted by sosunturzos



    Scusami, ma sono un bastian contrario. Intanto non è vero che i piemontesi siano stati colonizzati, in quanto è notorio che sono stati i vessilliferi della nostra peggiore colonizzazione. Poi non bastano quattro righe scritte su un libro per stabilire la scientificità di un ragionamento. Oggi ogni regione o frazione di regione rivendica la propria lingua e ciò banalizza il discorso e sminuisce le vere lingue. Ma, in fondo, per me ognuno può fare ciò che crede, basta che non chieda a me di parteciparvi se non sono convinto. Ed io non solo non sono convinto, ma trovo estremamente ridicolo che pretendano addirittura di farne la lingua ufficiale delle olimpiadi! Possibile che siate talmente ingenui e abbacinati da farvi fuorviare da una bestialità come questa? Boh... Fabri', di Perdu non mi meraviglio, ma di te sì!


    Per quale buon motivo il piemontese non sarebbe una lingua ?
    "... e ciascuno morendo scagli l'asta per l'ultima volta,
    ché degno d'onore e magnifico è per un uomo combattere
    per la sua terra e i figli e la sposa legittima
    contro i nemici "
    Tirteo


    http://www.webgif.com/flags_ani/italia.gif

 

 
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