BOLZANO. Www.schuetzen.com: da giorni sul sito dei cappelli piumati sudtirolesi sono consultabili programma e motivazioni ideologiche della scarpinata che oggi si sobbarcherà tutta la destra tedesca oltranzista per andare ad issare una bandiera tirolese sulla "Vetta d'Italia", la montagna più a nord del Paese, in Valle Aurina, sul confine con l'Austria.
L'intento è ovviamente polemico: l'obiettivo è riportare tra le priorità dell'agenda politica altoatesina la questione toponomastica. Pochi giorni fa Durnwalder ha spiegato che il suo disegno di legge in materia non sarà approvato nel corso di questa legislatura. Una vera doccia fredda per gli oltranzisti, che rimproverano alla Svp proprio il fatto di aver aspettato troppo a lungo nell'approvare una legge che, di fatto, cancellerebbe gran parte dei toponimi italiani.
L'ascensione ai 2.912 metri di quota della Vetta d'Italia vuole essere anche un richiamo al partito di raccolta. «Questa montagna - dicono i tiratori nel loro sito - deve tornare al suo vecchio nome, "Klockerkarkopf". Tolomei e l'imperialismo italiano hanno voluto denominarla "Vetta d'Italia", proprio perché si trova al centro del Tirolo storico. E il fascismo oggi può ancora festeggiare, visto che non è stata risolta la questione dei toponimi».
Oltre ad esponenti storici della destra tedesca come Eva Klotz, ci saranno anche rappresentanti dell'Alpenverein e del Bauernbund.
L'annunciato sventolio del drappo tirolese preoccupa molto il capogruppo Ds in consiglio comunale Guido Margheri che lo giudica "un'iniziativa sciagurata". «E' proprio quello di cui questa terra non ha bisogno». Margheri fa un collegamento con il referendum del 6 ottobre per il ripristino del nome di piazza della Vittoria: «Sono due facce della stessa medaglia, due segni uguali anche se provengono da fronti contrapposti. Chi insiste sulla divisione, sulla polemica etnica, rischia di portarci sull'orlo della balcanizzazione. Se al referendum vinceranno i "sì", stiamo pur certi che dalla parte opposta risponderanno in modo durissimo, esasperando le richieste in materia di toponomastica».
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