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  1. #1
    Arthur I
    Ospite

    Predefinito La Cina e la guerra al tempo della globalizzazione

    Ricordate che diceva Biffi sui permessi agli extracomunitari meglio integrabili e le critiche che seguirono? Guardate la parte finale dell'articolo (articolo interessante anche per altri punti):

    http://www.aprileonline.info/articol...20&numero=260#

    La Guerra al tempo della globalizzazione

    Sun tzu insegna: armi digitali e guerre finanziarie. La nuova frontiera dei conflitti mondiali

    Sandro De Toni

    Mentre l’Europa si interroga se vendere o meno armi alla Cina, da tempo gli strateghi cinesi si interrogano su come contrastare possibili attacchi armati ai loro interessi nazionali.
    L’esempio negativo da non seguire è quello dell’URSS di Breznev che si impegnò in una corsa al riarmo con gli USA, corsa che fu una delle cause principali, per i suoi costi sempre più esosi, del crollo del sistema sovietico.
    I militari cinesi sono certo interessati, e molto, a sistemi d’armi sempre più sofisticati ma il loro pensiero militare batte anche altri sentieri. Da qualche anno gli esperti strategici nordamericani, e non solo, studiano un manuale (l’ambasciata Usa a Pechino fu la prima, nel 1999, a curare la pubblicazione di un suo riassunto; la CIA lo tradusse per intero l’anno dopo) da qualche tempo in vigore nelle accademie militari del Paese del Dragone. Di fronte ad un nemico superiore in mezzi e potenza come si può resistere conducendo una guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione? Questa la domanda di fondo alla quale cerca di rispondere l’aureo libretto scritto da due tenenti colonnelli dell’esercito popolare, Qiao Liang e Wang Xiangsui, dal titolo emblematico di “Guerra senza limiti” (stampato in Italia dall’editrice Goriziana). Il testo è diventato oramai una lettura obbligata per tutti i militari professionisti ma in particolare per i membri dell’intelligence. Esso coniuga il classico cinese di Sun Tzu, “L’arte della guerra”, alla moderna tecnologia militare e civile, ed alla globalizzazione dell’economia. Si può dunque considerare la bibbia dei nuovi conflitti.

    L'arte della guerra di Sun Tzu e quella di oggi
    Scritto più di 2.500 anni fa, “L'arte della guerra” di Sun Tzu è da sempre considerato un vertice della trattatistica di tattica militare. Adottato da strateghi e politici, deve la sua fortuna al superamento del pensiero militare di von Clausewitz: la vera arte della guerra consiste nel vincere il conflitto prima di iniziarlo; in una guerra è vincente non tanto chi è in vantaggio numerico e di mezzi, ma chi, usando strategie indirette, inattese e non ortodosse, trasforma i vantaggi del nemico in svantaggi e i propri limiti in punti di forza.
    La concreta applicabilità di questi antichi principi strategici in ogni contesto in cui vige una competizione hanno reso il trattato di Sun Tzu un punto di riferimento importante per moltissimi studi e scuole di management e marketing.

    La Guerra di Soros e di Bin Laden
    In buona sostanza, i due tenenti colonnelli sostengono la validità del ricorso al terrorismo, alla manipolazione dei media, alle azioni di pirateria nei siti web, alle turbative dei mercati azionari al fine di provocare crisi finanziarie (e la cosa è tanto più preoccupante se si fa mente locale agli oltre 650 miliardi di dollari delle riserve monetarie cinesi), alla diffusione di virus informatici e ad altre armi non convenzionali (virus, epidemie,..).
    Il ragionamento parte dagli effetti della globalizzazione. La quale ha trasformato tutto il mondo in un campo di battaglia in senso ampio. Il concetto moderno di “Stati nazione”, emerso nel 1648 dalla pace di Westfalia, non è più l’unico concetto rappresentativo a dominare organizzazioni sociali, politiche, economiche e culturali. La creazione di tantissime organizzazioni metanazionali, transnazionali e non nazionali, sommata alle contraddizioni intrinseche tra un paese e l’altro, sta ponendo una sfida senza precedenti all’autorità, agli interessi e alla volontà delle nazioni.
    Pertanto non si può fare affidamento sulle sole forze militari per garantire la sicurezza nazionale in senso strategico più ampio.
    Ovviamente la guerra sta trascendendo l’ambito dei soldati, delle unità militari e delle questioni militari per diventare sempre più appannaggio di politici, studiosi e persino banchieri.
    Clemenceau affermava che “la guerra è una questione troppo seria per essere affidata ai militari”. E, aggiungono i due, è troppo seria anche per essere affidata solo ai politici.
    Se quelli come Morris, Bin Laden e Soros possono considerarsi soldati delle guerre del futuro, chi non è un soldato?
    Se persone come Powell, Schwartzkopf, Dayan e Sharon possono definirsi politici in uniforme, chi non è un politico? Questo – concludono – è l’enigma che la globalizzazione e la guerra nell’era della globalizzazione hanno posto ai militari.

    Il Governo si impegna: più agevolazioni per gli studenti cinesi in Italia
    Una piccola buona notizia ci viene dalla conclusione dell’iter alla Camera per la conversione in legge del decreto n. 35, il cosiddetto “decreto competitività”. Il Governo ha accettato come raccomandazione un Ordine del Giorno presentato dalla deputata dei Ds, Lalla Trupia, che chiedeva una politica volta a facilitare l’ingresso degli studenti cinesi in Italia.
    L’impegno preso dall’Esecutivo è quello di semplificare la procedura per i visti degli studenti esteri, con particolare riguardo a quelli relativi agli studenti cinesi
    , ed a stanziare fondi adeguati per borse di studio e di ricerca rivolte ai giovani cinesi ed ai nostri studenti che vogliono studiare presso istituti universitari cinesi. Vedremo se nei prossimi mesi si passerà effettivamente dalle parole ai fatti.

  2. #2
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  3. #3
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    Predefinito

    Se i chinas ci possono prestare qualche bella idea contro USrael bene, ma attenzione , le borse di studio andrebbero date prima agli studenti padani off course e niente cittadinanza ai chinas off course.

 

 

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