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  1. #1
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    Riscossa per l'Autonomia Repubblicana

    [mid]http://www.fmboschetto.it/musica/vacanze_romane_matia_bazar.mid[/mid]

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

  2. #2
    Garibaldi
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    Gli amici Repubblicani di Riscossa lasciano un po' a desiderare in quanto ad interventi !!! o sono io che mi sbaglio ??????

  3. #3
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    Ho rintracciato nell'archivio del mio p.c. un documento di Riscossa del 21 luglio 2001, apparso sul Forum dei Politica Online.com ormai chiuso da tempo.
    Ho pensato di riproporlo alla riflessione degli amici.
    nuvolarossa

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    Il portavoce di Riscossa per l’Autonomia Repubblicana, Sergio Savoldi, ci fa pervenire il seguente documento, che poniamo alla lettura di tutti gli amici repubblicani:

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

    Il Coordinamento Nazionale di Riscossa per l’Autonomia Repubblicana, la componente di opposizione del PRI, riunito a Bologna il 21 luglio 2001 per esaminare la situazione del partito, dopo le dimissioni del segretario nazionale Giorgio La Malfa, rileva le difficoltà della maggioranza emerse anche nell’indicazione del coordinatore provvisorio Francesco Nucara.
    In attesa di un Consiglio Nazionale che elegga un nuovo segretario, ribadisce le proprie indicazioni di autonomia per il PRI rispetto ai poli della politica italiana, conferma che intende proseguire nella formulazione di un nuovo programma politico per i Repubblicani e chiede fermamente:

    1)
    la garanzia di rispetto da parte degli organismi nazionali delle scelte politiche ed amministrative a livello locale;
    2)
    di conoscere ed esaminare la situazione del tesseramento in atto;
    3)
    la applicazione puntuale delle norme statutarie per ogni passaggio e fase della vita del partito ad ogni livello;
    4)
    il coinvolgimento pieno e reale con funzione di controllo delle minoranze nelle commissioni tesseramento, statuto e per il regolamento congressuale.

    Esprime, ferma contrarietà alle decisioni emerse in Commissione Finanze della Camera riguardanti la depenalizzazione del reato di falso in bilancio per le società e le nuove norme che penalizzano gravemente la cooperazione.
    Esprime solidarietà al movimento cooperativo, auspica che i provvedimenti in oggetto vengano al più presto ritirati e per quanto riguarda la cooperazione sia possibile un riordino complessivo della materia concertato con i rappresentanti di tutte le organizzazioni di settore a cui appartengono peraltro anche i cooperatori repubblicani eredi della tradizione associativa più autentica ed antica.
    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    Bologna, 21 luglio 2001

  4. #4
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    Questo post e' uno di quelli che sono riuscito a salvare sul mio p.c. e fanno parte dei tanti apparsi sul Forum di Politica Online. com ormai chiuso da tempo.
    Ho pensato di riproporlo alla attenzione degli amici.
    nuvolarossa


    *****************************************
    MAZZINI E LA COSTITUENTE EUROPEA
    *****************************************
    di Ferruccio Parri

    E' nei tempi di crisi che risorgono le grandi idee, le idee
    vitali. Per questo i duri anni che stiamo vivendo ci hanno, i-
    stintivamente, quasi repentinamente, fatto ritrovar Mazzini.
    Dubbia ed equivoca la pace, crepe sinistre -subito dopo la li-
    berazione -premonitrici d'insanabili fratture, angosciose pro-
    spettive. La diagnosi certa indicava, al di là delle difese ma-
    novre e rimedi contingenti, una sola soluzione razionale che
    non implicasse, alla fine, abdicazione o resa: la ricostruzione
    di un'Europa federale, politicamente ed economicamente or-
    ganica, e perciò vitale.
    Ritrovammo allora, ancora una volta, Mazzini.
    La crisi dei tempi nostri ci aiutava a intendere la crisi rivo-
    luzionaria nella quale egli aveva operato, non oracolo non
    sognatore, ma uomo di straordinaria capacità sia di vibrazio-
    ne spirituale sia d'intuizione storica e politica. Egli intende la
    crisi del suo secolo che cerca formule e assetti nuovi: la sua
    lotta, lotta per la libertà, non soffre confini: idea universale,
    lotta universale. Accanto alla Giovine Italia, fonda -siamo nel
    1834 -e non sulla carta e non per figura, la Giovine Europa.
    "L' epoca attuale -scriveva Mazzini -è eminentemente spiri-
    tualista. Il presente lavora a creare e l' avvenire ci recherà una
    Giovine Europa che si sovrapporrà alla vecchia Europa dei re.
    E' la lotta della giovine libertà contro la vecchia schiavitù;
    la lotta della giovine eguaglianza contro gli antichi privilegi;
    la vittoria delle giovani idee contro le vecchie credenze".
    E quando gli orizzonti, dieci anni dopo, si riaprono, ed il
    vento rivoluzionario agita i popoli e squassa le dittature cleri-
    co-dinastiche, è Mazzini il poeta, la guida, l'incarnazione vi-
    vente della nuova grande ora europea. E' del 1847 la «Lega
    internazionale» mazziniana dei popoli.
    Ma -qui è la sua grandezza, qui la smentita a chi discono-
    sce, ignorandola, la concretezza del suo pensiero -egli ha sin
    d'allora ben chiara la visione della insufficienza e pericolosità
    di soluzioni puramente nazionali, inculcatrici di nuovi impe-
    rialismi. Sin dai tempi della Giovine Europa aveva dichiara-
    to: "da questa lotta uscirà la futura Federazione europea", ben sa-
    pendo che la lotta di liberazione non avrebbe avuto il suo
    compimento se non coronata da forme superiori di organiz-
    zazione politica, cioè forme federali delle quali determinava
    con precisione di linguaggio le basi di omogeneità,l'autono-
    mia nell'ambito nazionale, la competenza federale.
    Poi gli orizzonti si richiusero, si limitarono. I realisti, noi
    stessi confinammo questo Mazzini nel limbo innocuo delle
    utopie.
    Ed ecco ancora il vento soffia via la polvere dalle formule
    e previsioni mazziniane: anche da quella solenne Costituente
    europea che egli voleva, alla quale noi stessi forse irridem-
    mo, che noi stessi siamo ora obbligati a volere.
    "L 'Europa dei popoli sarà una -egli diceva -.fuggendo a un
    tempo l'anarchia d'una indipendenza assoluta e il concentramento
    della conquista".
    Un secolo, fatale nella storia della civiltà, è passato; due
    guerre fatali. Ed ancora l'alternativa è la stessa: anarchia, im-
    potenza, sudditanza, rovina. O unione, e unione federale.
    Meta lontana, cammino difficile: ma unica lama di luce oltre
    l' orizzonte tempestoso.
    Con l' ansia di proceder più veloci che non le forze della
    distruzione, commemoriamo Mazzini camminando sulla
    sua traccia.

    ****************************************

    MDCCCLXXXV
    IN PICCIOL CORSO
    RE DOGMI ESERCITI
    SPARVERO INNANZI A NOI
    RESTARONO
    MONUMENTI DELL'IDEALE
    L’ITALIA IL POPOLO IL DOVERE
    ED UNA VOCE
    CHE DA STAGLIENO
    MANDA Gli AUSPICI


    di Giovanni Bovio (In Orbetello)
    *****************************************

  5. #5
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    Predefinito l'europa federale

    Mi fa piacere che Erasmus riconosca una libertà di Mazzini rispetto al federalismo europeo, libertà dovuta alla contingenza storica che non consente letture immaginifiche ma la semplice deduzione dei fatti. Poi ciascuno di noi è libero a sua volta di interpretare questi fatti come meglio crede, ma deve anche accettare l'idea di una diversa interpretazione. Visto che Erasmus è generoso - e lo ringrazio - nei miei confronti io voglio essere generoso con lui e dirgli che sì, certamente Mazzini è favorevole ad un'Europa federale per quello che poteva essere, ovviamente, l'Europa federale in quel tempo ed è leggitimo che i federalisti europei si richiamino a Mazzini. Vorrei però che i federalisti europei si accorgessero del fatto che per quanto Mazzini aderisse ad un'idea federale, o addirittura fosse lui stesso a lanciarla, non gli ha impedito al contempo di essere un critico del federalismo, nel senso che egli pensava a fondo e dunque vedeva il rischio scissionista all'interno della struttura federale stessa. L'Italia ai tempi di Mazzini e forse anche adesso, era un crogiuolo di realtà - comunali - molto diverse fra l'oro e l'Europa lo era e lo è - di lingue, popoli, tradizioni,- ancora di più. Per questo io avanzerei un progetto federale ben definito ai confini dell'Europa Carolingia e non oltre. Quello che io volevo far capire ad Erasmus e forse e spero che dopo scontri continui ci stiamo arrivando, è che l'Europa orientale è passata direttamente dall'assolutismo delle monarchie centrali allo statalismo socialista e non ha esperienze di libertà in alcun senso e misura. Le sue istituzioni e la sua cultura sono lontane cento anni dall'esperienza delle nostre mature democrazie occidentali, proprio perchè il progetto di Mazzini fallì soffocato dal totalitarismo dopo la resistenza degli imperi centrali. Oggi che il confronto con quelle società può partire io raccomando cautela, circospezione e non farsi travolgere dall'entusiasmo, pur comprensibile, per un grande risultato a portata di mano. A volte l'entusiasmo del successo rovina anche la più semplice delle vittorie e la trasforma in una sconfitta irremediabile. Tutti noi abbiamo a cuore l'Europa e proprio per questo dobbiamo essere due volte più attenti quando si profila il suo destino.

  6. #6
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    Per leggere qualche opinione espressa a ruota libera sulla componente di minoranza del P.R.I., "Riscossa per l'Autonomia Repubblicana", si consiglia la lettura di un variegato thread...........cliccare qui...:
    http://www.politicaonline.net/forum/...0&pagenumber=1

  7. #7
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    il thread in questione si riferisce principalmente ai repubblicani che ora sono all'interno dei DS e dell'Ulivo in generale. Sinistra Repubblicana, per chi non lo sapesse, è una delle componenti politiche che hanno formato i DS nel '98.

  8. #8
    Garibaldi
    Ospite

    Predefinito

    alberich secondo me hai le traveggole quando dici che i fuoriusciti repubblicani hanno contribuito a creare i ds.
    Intanto sono andati a creare una cosa che ancora non si sa che cosa e' e, punto secondo, sono andati semmai a farsi assorbire dai ds che e' tutta un'altra cosa.
    Poi dire che si chiami riscossa repubblicana mi sembra un azzardo perche' quella era la corrente che esisteva nel pri tanti anni fa e tra l'altro non mi risulta che a quel tempo ci fosse il mio conterraneo che anzi era allineato a GLM sino a fare il reggente siculo.
    Nel momento che sono entrati nell'ex pci sono dinventati riscossa diessina!!!!!!!!!perche' quella repubblicana l'hanno data in dote a dalema e company

  9. #9
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    Predefinito

    visto che ti piace puntualizzare informati prima e leggi quello che c'è scritto.
    -Riscossa repubblicana non c'entra nulla. Io parlo di Sinistra Repubblicana, che è tutt'altro. Se non ti fidi di me, ne hai tutto il diritto, basta che fai un salto sul sito dei DS.
    -Sinistra repubblicana, assieme ai cristiano sociali, ai comunisti unitari, ai socialisti liberali e, ovviamente al PDS hanno fondato i DS nel '98.
    -le tue considerazioni politiche puoi tenertele, un conto è parlare di dati, un conto è darne una valutazione.

  10. #10
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    Caro Alberich,
    ma ci voleva cosi' tanta disparata gente per ridare verginita' all'ex-P.C.I.?
    Nei cinque anni passati al Governo del Paese i diessini non sono riusciti a varare nessuna delle piccole riforme civili che anche paesi di destra europei sono riusciti a fare.

    Tanti buoni cervelli di ogni idealita' e provenienza a cosa sono serviti se non a dare una immagine di presentabilita' agli ex-comunisti ?

    Patetica poi, all'ultimo congresso dei DS, dopo la Cosa 1, la Cosa 2 ......la Cosa 3. La riproposizione di una cosa fritta e rifritta che e' risultata indigesta soprattutto proprio a queste forze eterogeee che, una volta fagocitate ed assorbite, sono state neutralizzate ed accantonate.

    L'unica cosa unificante che si e' vista nell'ultimo Congresso dei DS, a parte l'ascesa al trono di Fassino, e' stata l'unificazione con.....Amato.

    Ma c'era proprio bisogno di scomodare per questo tutta questa brava gente?


    Credo fermamente che le potenzialita' di chi si ritiene veramente repubblicano si possano esprimere meglio in un unico contenitore come quello del P.R.I., pur nelle differenziazioni, dove possono trovare degno riconoscimento e vera unita' di espressione.

    Ma questa e' la mia semplice opinione....e quindi vale lo spazio di una breve lettura.


 

 
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