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    Post In rilievo :LA FRANCIA NON VA DISTRUTTA, MA RIDEFINITA COME GALLIA

    Gli apologeti del cosmopolitismo dicono: «siamo un solo popolo su tutta la Ter¬ra, mescoliamoci». Vogliono farci credere che il futuro dei pianeta è il meticciato generale e che le frontiere politiche e economiche stanno scornparendo. Sofismi. Non è questo che sta accadendo. L'omogeneità meticcia dell'umanità non è die¬tro l'angolo, anzi, i blocchi etnici si vanno rafforzando. Solo l'Europa e l'Ameri¬ca del Nord sono vittime dei flussi migratori. Solo l'Europa e l'America del Nord, o piuttosto le loro intelligencjie, credono e fanno credere che il meftíng-pot pla¬nerario sia Inevitabile, così come il marxismo voleva far credere che il regno dei socialismo internazionalista era scientificamente ineluttabile. Il mondialismo è uno dei capitoli centrali dell'ideologia cosmopolita che vuole spiegarci con supponenza come dobbiamo "storicamente" accogliere massicci flussi migratori afroasiatici e abbandonare definitivamente un'identità antropo-etnica europea plurimillcnaria.
    ,Secondo questi impostori la mondializzarione e i flussi migratori sono un fenomeno planetario che va nel senso della Storia. In realtà solo noi siamo vitti¬me di una massiccia colonizzazione di popolamento. La Cina. ('India, l'Africa, i paesi arabo-musulmani non si mescolano più, esportano il loro sangue e restano (lei blocchi chiusi. Ci conquistano ( in parte per spirito di rivincita come abbia¬nio ricordato ) con un metodo di li]iltrazionc, più efficace dell'invasione mili¬tare perchè non provoca moti di rivolta immediati.
    l?siste tuttavia un'elevata probabilità, a medio termine, che scoppi una guerra civile etnica in Europa quando essa vorrà ricuperare la sua idcntità e la sua orno¬gcneità. Una rivolta civile degli Europei autoctoni, che potrebbe essere scatenata dalla convergenza delle catastrofi. L'ottuso pacifismo degli immigrazionisti e le loro finr,istichcrìe di armoniose mescolanze etniche sfoceranno nella guerra. Tanto meglio. Le idee stupide vengono sernipre sconfitte dal fatti.

  2. #2
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    Predefinito Bisogna liquidare lo "Stato francese" per una Federazione europea ?

    Bisogna liquidare lo "Stato francese" per una Federazione europea ?
    Io non credo allo slogan "cittadino del mondo". Ma non sono mai stato aggrappato allo Stato francese, fondamentalmente Fiscalista, centralizzatore e san¬
    Gttisuga dcí popoli delle Gallie,(come l’Italia che uccide i popoli Padani) inguaribile colberto-socialista, fautore di guerrc mondialí, legato all'indifendibile esclusività del diritto del suolo e per questo alla fìne distruttore di ciò che voleva difendere: i popoli di Francia. Era facile procla¬mare il diritto del suolo lanciando lo slogan gratuito e romantico ("ogni uomo a dite patrie, la sua e la Francia") del tempo della Rivoluzione. Per gli Ideologl la parola "francese" era un concetto politico, mentre il popolo lo intendeva e lo intende ancora oggi come una nozione etnica. A quell'epoca non c'erano massic¬
    ci flussi migratori, perciò non si rischiava nulla sostenendo delle utopie.
    un vero peccato che molti di coloro i quali affermano di essere Iegati alla (~rancia", come d esempio il Front National, non scelgano 1.1 via dell'Impero (cclerale europeo, ma si ostinino, per nostalgia e romanticismo, ad esprimere un arraccaincnto miu-o-nazionalista verso lo Stato Francese, non rendendosi conto che è natur,ilmcnre portato a distruggere 1'icíentìtìi etnica dei popoli di Francia e che non è r-rasfòrrnwbilc nella sua essenza, perché si è dimostrato incapace di prca¬tcggerci da LIMI i11Itnigrazione "incontrollata". Uno Stato federale europeo porrebbe difenderci meglio? Io penso di sì, a condizione che sia completamente diverso~ da quello che va preparandosi.
    Il Front national e pochi altri hanno evidente.aente tutte le ragioni di insorgere Ctmn,o 1'l?uropa ciel Trattato di Amsterdam. Questa mostruosità burocratica e apo¬lirica aggrava la disoccupazione con il suo ultra-liberalismo libero-scambista, inco¬raggia ulteriormente l'immigrazione con la sua ideologia pseudo-unianista e la per¬nncahilirà delle frontiere esterne dell'Unione, è responsabile della desertificazione e Al saccheggio ecologico delle campagne, confisca la dernocrazIa civica favorendo una deriva rcalocratica pre-totalitaria (le "dircttive" coinunitarie sono degne del Gosplail), si piega in tutti i campi, strategici e commerciali, ai diktat americani, per¬ché è soltanto un'Amministrazione che non gode di Sovranità.
    Con questo imbroglio la sovranità degli Stati-nazione scompare lasciando il posto al vuoto, al "nulla", a un dinosauro giuridico privo dì volontà poli¬tica, assolutamente incapace di difenderci. L'alternativa però non consiste nel ritorno agli Stati-nazione "assediati" dell'ante -guerra, o in una Europa delle Il intese tra nazioni" alla Talleyrand. La soluzione deve essere radicale: una "buona" Federazione (che a mio parere dovrebbe essere organizzata in regio¬ni autoiloMe) con le prerogative di un vero e proprio Stato, in grado di far scurire tutto il suo peso sulla scena mondiale e di attuare una politica di grande potenza. Ma questa Federazione potrà sorgere solo dopo uno shock, quan¬do l'attuale pscudo-federazione avrà dimostrato fino in fondo la stia impo¬tenza e nocività.
    A mio avviso la strategia giusta ha per obiettivo una rivoluzione all'interno europea per trasformarla da cima a fondo, e non il ritorno
    passatista al sistema delle nazioni che, in ogni caso, non potrebbe difcndcrci. Nella Storia solo i crarrrbiarrtertti di struttura possono sconvolgere i dati esistenti
    e agire come rivoluzioni, non i CaY12bLClYYILYItI di COiTZLIYltL1Y/7.
    La Francia al pari della Germania - è finita in quanto entità politica. L'Europa dcve prenderne il posto. Oggi viviamo, come nel basso Medioevo, ma in senso invcrso, un difficile periodo di interregno. La Francia sopravviverà, non più come persona morale giuridica, ma come cultura nel significato ger¬
    manico del CCI-IIl1I7C.
    La sola prospettiva di salvezza in questa cpoLa oscura è l'edificazione, per ten¬tativi, della Federazione, quella grandc, quella vera, prevista dai visionari della fine del secolo scorso: gli Stati Uniti d'Etiropa capaci di tenere in scacco gli Stati Uniti d'America, creando uno spazio contincntalc protetto c autoccntraco, facendo arretrare I'cspansionc dcll'lslatn e la colonizzazione di popolamento che giunge dal mondo afroasiatico e, vista l'accclcrazionc della Storia, se la Russia ci raggiunge, avviando il gigantesco cantiere deLl'Eurosibcria.
    Malgrado tutti i difetti tuttavia l'attuale Unione Europea rappresenta, secon¬do nnc, il prcludio a una vera Fedcrarionc, in base a un processo dialettico: quan¬do si verificherà la catastrofe 1'Unionc chc dcnunccrà tutta la sua impotcnza, sarà il quadro da trasformare in modo rivo lurionario.
    Lo slogan "Una Francia indipcndcntc in un'Europa forte„ è ulì 'uropia e una contraddizione in termini: pcrché:
    - un'Eluu-opa forte non può basarsi sull'accordo di una ventina di nazioni indi¬pcndcnti;
    - nazioni indipendenti che non consentano trasferimenti di sovranità non potrebbero fondare un'Europa forte;
    - un'Europa potente è il risultato della Federazione di regioni autonomc,
    perché le dimensioni molto diverse delle varie nazioni europee, impediscono,
    quello che oggi si cerca stupidamente di realizzare, un insieme federale e politico che sia vitale.

  3. #3
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    Predefinito

    Per questo motivo bisogna guardare l'Europa attuale con un cinismo machia¬vellico puntando a sovvertirla dall'interno. Alain de Benoist ha fatto rigorosalnentc la mia stessa analisi, esaltando l'idea europea di Impero, rifiutando il modello gia¬cobino francese e denunciando le tare dell'attuale Unione bastarda, ma spiegando anche perché aveva votato "sì" a Maastricht (in L~z ligne de rníre, IA. Gli europei stanno forse gettando, goffamente, le basi di un nuovo Stato o più esattamente di un nuovo Illipero, e come ogni grande rivoluzione, avviene in modo incerto e co1l¬Cilso, non al suono delle fanfare, essa si fa guidare, secondo le parole di Lenin, da utili idioti che sono d'altronde - perché l'inconscio dei popoli esiste - ossessio¬nati come sonnambuli da questa intuizione mai formulata (secondo la logIca della rimozione politica descritta da Pareto): attuare verso i popoli esterni sempre più nni¬n,icciosi una strategia difensíva macro-continentale, quella dell"`istrice gigante".
    Sappiamo bene che la costruzione attuale dell'Unione europea è imperfetta, come ogni grande disegno storico in fase di realizzazione. Nulla avviene secon¬clo gli scenari chimerici degli intellettuali, perché "o~rzi arte è snfférenzrí" diceva Níctzsche. Ma proprio perché questa costruzione è imperfetta bisogna sakare stil treno della Storia per correggerla e preparare la rivoluzione.
    Ancora una volta il passaggio dialettico, dall'impotente e oppressiva Unione F?uropea alla Federazione di cui stiamo parlando, avverrà per effetto dello shock mentale prodotto da una catastrofe (bastì ricordare il radicale mutamento degli spiriti causato dalla disfatta del r94o e la nascita di forme politiche prima impen¬sabili). Oggi questa detestabile Unione ha il solo, grande merito di far pensare lutti in termini europei, e di dare maggiore spazio alle regioni, future tessere di un Impero federale e luoghi di una identità etnica che gli Stati freddi oggi in crisi hanno deFinitivamentc perso.
    La Francia non va distrutta, ma ridefinita come "Gallìa"
    F sotto gli occhi di tutti come 1'ídeologia repubblicana dello Stato-nazione Crancese sia incapace di difendere i popoli dell'Esagono. La cultura e la lingua francese noli sanno che farsene di un simile Stato, mentre una entità che ha preso la formidabile decisione di darsi una moneta unica e una stessa bandiera, va organizzandosi come Stato nuovo.La France col

    9 % della popolazione mondiale, nel suo super¬
    bo isofamento, non in è condizioni di difendersi, né di esprimere 1111 proprio dinamismo. Già oggi 40 mila francesi sono espatriati verso la Silicon Valley, presso San Francisco, sostituiti da altrettanti immigrati clandestini privi di ogni competenza.
    Il modello "Europa delle nazioni" senza trasferimenti dì sovranità sarebbe tiri guscio vuoto dove gli Americani, la "prima potenza europea" come amano defi¬nirsi, giocherebbero la carta del "divide et impera". Per affermarci c resistere, nel prossimo secolo, di fronte ai grandi blocchi planetari, abbiamo bisogno di un Impero, non di un'alleariza diplomatica di piccole e medie nazioni pseudo-indi¬pendenri (che noii si lnetteranno mai d'accordo) sul modello ormai superato del Congresso di Vietina del 1815.
    Ritenere che uno Stato imperiale e federale europeo "ucciderà la Francia" signi¬fica confondere i due livelli, quello statale e quello erno-culturale, secondo un concezione meccanicista e sclerotizzata delle appartenenze. La scomparsa dello Stato parigino, per chiamarlo con il suo vero nome, non costituirà affatto un peri¬colo per il vigore e 1'identítà dei popoli dell'antica Gallia, anzi, li rafforrcra.
    Nella prospettiva di un futuro Stato europeo federale e, ovviamente, imperia¬le, la nozione statalista francese del "diritto de( suolo", creditato dalla Rivoluzione, dovrà essere abbandonata, per il semplice motivo che le tradizioni britanniche, spagnole, tedesche, slave, ecc. sono molto più vicine al diritto del sangue e quindi lo Stato francese dovrà rinunciare a una parte delle sue pretese universaliste. l,'attaccaniento ostinato allo Stato francese giacobino, sia da parte della sinistra che della destra, lascia campo libero all'automatismo di massicce naturalizzazioni. I naturalizzati che non riescono a integrarsi noti si sentono affat¬
    io "francesi", ma sempre arabi o africani, perché ragionano in termini etnici.
    Già adesso in Germania si discute sull'adozione del diritto del suolo, per I'influen•r_a della sinistra francese e per un senso di colpa cronicizrato. Ma nella prospettiva di uria Federazione basata su regioni autonome con radici tradi¬zionali (che non sono più dipendenti mentalmente dall'ideologia giacobina disincarnata e dal cosmopolitismo della Rivoluzione francese), la Baviera, il Palatinato, la Borgogna o l'Occitania, ridiventate entità etniche, potranno più facilmente liberarsi di questo tabù contro il diritto del sangue e inserirlo nelle loro legislazioni.

  4. #4
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    Exclamation

    li passaggio a uno Stato federale non distruggerà affatto la sostanza carnale della Francia, anzi la rafforzerà, dando vita a regioni autonome come la liretagna, la Normandia, la Provenza... che ritroveranno così la loro personalità nella Casa comune europea: in un'Europa federale la Francia diventerà nuova¬mcntc ciò che è nclla sua essenza: la Gallia.


    -------------------------


    Per un nazionalismo europeo, democratico e federale :




    Bisogna abbandonare il nazionalismo francese e non darla vinta al pseudo¬curopeismo equivoco della Commissione di Bruxelles, nia giocate la carta della terza via, quella (lei nazionalismo europeo, lavorando all'Interno delle istituzio¬ni dcll'Unionc, con intclligcnza e senza estremismi. Coloro che hanno sempre sognato la grande Vuropa ora che l'aereo sta decollando non possono essere rcc,ilciu-anii, c anche se non hanno molta simpatia per i piloti, potrebbero sem¬pre dimostrarc il loro coraggio magari diventando pirati dell'aria.
    Vorrei aggiungere altri punti importanti che riguardano il contenuto che dovrebbe avere una visione nazionalista dei futuri Stati Uniti dT'Airopa. Beninteso sono soltanto delle tracce, delle suggestioni. Nella Storia però ogni pensicro rivoluzionario deve avere un programma pronto- come sapevano bene (xsare, Napolcone o Lenin - in attesa dello shock collettivo che consentirà la sua applicazione grazic allo sconvolgimento e al naufragio degli spiriti. La gestazio¬ne e la nascita di nuove figure storiche si basano sull'alleanza tra questi due con¬certi che funzionano un po' come gli spermatozoi e 1'ovtdo della Storia

  5. #5
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    Predefinito

    1 - Bisogna schierarsi per un vero governo democratico europeo non più burocratico - espressione di un autentico Parlamento e dotato di un potere centrale decisionista e forte.
    2- Si dovrà abolire la dimensione nazionale che non ha più futuro (è semplicemente...ridicolo che il Lussemburgo presieda l'Unione europea dopo la Germania), tanto più in previsione dell'allargamento ai paesi dell'Europa centrale, e passare alla creazione di regioni autonome o Lander,,Il modello tedesco rinforzato (Brctagna, Baviera, Scozia ecc.) il cui concerto generale formerà la volontà politica del potere federale, con il Presidente dell'Unione eletto dai cittadini. L'autonomia delle regioni darà vigore al carattere etnico dcll'Unionc,

    attualmente dissolto in Francia dall'ideologia di Stato. Già dovunque in Eu ropa dal Regno Unito all'Italia, dal Belgio alla Francia - aumenta la coscienza etnoregionale. E una “tendenza storica pesante", per usare l'espressìone di Ferna Iirauciel. Questa regionalizzazione va proposta senza romanticísmo, dimostrando tecnicamcnte i vantaggi istituzionali che ne derivano.L'Unione così composta da oltre quindici Stati dalle dimensioni tanto diverse, non potrà essere governabile. Meglio allora settanta lander, ciascuno con la propria autonomia,
    la sua rappresenratìra democratica vicina alle popolazioni, mentre Bruxelles
    diventata capitale del distretto federale", sarà la sede di un vero Governo centrale SBUROCRATIZZATO e Strasburgo ospiterà qualcosa di ben diverso dall'attuale "parlamcnto-lungo"'.(riferimento al parlamento Rumor, dissolto da Cromwell nel1653,con la forza)
    3- Gli Stati Uniti d'Europa, assemblea organica di grandi regioni dotate dì io rtc autonomia (alcune delle quali corrisponderanno agli Stati attitali come la Repubblica Ceca o 1'Irlanda)> saranno una nuova realtà geopolitica mondiale provocando tm'accelerazionc della Storia. li.ssi cosrituiranmo il solo quadro che 11 consentirà di Competere col dollaro, di emancìparcì dalla NATOO
    e dì negoziare alla pari con gli Stati Uniti. Sono convinto, tenuto conto della pavidità umana, che questo evento, questa rivoluzione di velluto (preparata insegreto dal 1945 dopo la Fine delle guerre civili europee), questo parto col forcipe di una nuova figura storica con proiezione planetaria, trasformerà profondamente le mentalítà dei nostri contemporanei francesi, oggi destrutturate dal vezzo cosmopolita dello Stato parigino. Bisogna avere fiducia nella Storia che è movimento, divenire, assalto.
    4 - Nello stesso tempo va pensata una revisione radicale dello "spazio Schengen di libera circolazione interna e prevederec per l'Unione una logica da fòrtezza.
    5 Le future regioni dovranno avere grandi poteri sul piano internoo: culturale, linguistico, educativo ecc. per favorire la rinascita di una riedintificazione regionale europea, garanzia della nostra forza comune. Siamo diversi, ma uniti, l.'unìone fa la forza.
    6 E’ imperativo definire il concetto di uno spazio economico europeo SEMI AUTARCHICO. Il libero scambio mondiale non può durare. L'Europa unita del futuro deve denunciare gli accordi del Gatt ed elaborare un protezionismo continentale moderato ma efficace. Siamo abbastanza numerosi per poter fare a meno di grandi mercati d'esportazione che spesso si traducono in pericolosi trasfcrimenti di tecnologie. (SI AI DAZI ANTI CINA DUNQUE NDR)

    7- SUI lungo periodo dobbiamo pensare in termini eurostrategici. Gorbaciov aveva capito tutto quando disse «noi siamo una Casa comune. Dalla Bretagna alla Kamcatka, mila km separano i marinai di Groix da quelli di Kerinask, ma sono gli stessi uomini, virtualmente cittadini di uno stesso lmpc¬ro, in Fondo parte di uno stesso popolo: il popolo curopco. Noi possiamo accogliere degli ospiti, ma non degli invasori. Gorbacev voleva esprimere questa semplice intuizione: siamo uno stesso gruppo di popoli, bisogna smetterla di farci la guerra, dobbiamo riunificarci. Le nostre differenze linguistiche costituiscono dei dettagli, se paragonate alle convergenze demografiche.

    Quella che si va imponendo è l'interpretazione germanica della Storia come logica etnica

    contro la logica utopica della Rivoluzione francese che non aveva nulla cli particolarmente "democratico", nel senso greco della parola, ma anticipava i futuri totalitarismi.


    Un bel giorno bisognerà ìntegrare anche la Russia e delineare il futuro sotto li profilo cll'Eu urosi berla. Le attuali gravi difficoltà russe hanno un carattcre transitorio e congiunturale. Si tratta semplicemente di contrastare la volontà degli Stati Uniti di controllare l'Eurosiberia e di porre la Russia sotto un protettorato e un'assistenza Fìnanziaria, preludio al suo vassallaggio strategico e economico.

  6. #6
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    Predefinito L'Eurosiberia

    Celti, Gcrmani, Ellení, Slavi, Scandinavi, Latini, Iberi, o meglio noi che siamo i loro discendenti, dobbiamo ormai pensarci come un solo popolo, crede di una stessa terra, una immensa patria dalle ricchezze gìgantesche, in materie prime e in risorse umane, modellata da una Storia comune. Nell'ipotesi minima, dall'Atlantico alle marche della Russia. Nell'ipotesi massima (cui dobbiamo sempre mirare), quella curosiberiana, che si può anche definire paradigma della "Grande Europa": da Iirest allo stretto di Bering, ventiquattro volte la superficie della Francia, il più grande territorio politicamente unificato di tutta la Storia, dispiegato su quattordici meridianii. «La politica è solo per coloro che hanno idee grandiose» diceva Nietzsche.
    Le nostre frontiere sono sull'Amur, di fronte alla Cina. Sull'Atlantico e sul Pacifico: di fronte alla repubblica imperiale americana, unica superpotenza, ma il cui declino geostrategico e culturale è già "geneticamente" programmato nel prirni

    decenni del XXI secolo, come ha previsto Zbignew Brzezinski. Sul Mediterraneo c lungo il Caucaso: di fronte al blocco musulmano (meno diviso di quanto si pensa) che non ci farà mai dei favori e può costituire la principale fonte di minacce, ma che, se saremo forti, può anche essere un partner eccellente.
    Noi, discendenti di popoli apparentati, abbiamo l'occasione di condividere uno spazio potenziale che potrebbe diventare per i nostri figli ciò che Carlo V sognava, ma non seppe conservare: "L'Impero su cui non tramonta mai il sold'. Quando è mezzogiorno a 13rcst, sono le duc dei mattino sullo stretto di Bcring. l`, un ideale, forse uno dei pochi che ancora ci restano in quest'epoca di pessi¬mismo e di oscurità: costruire il nostro Impero è il sogno che ci assilla.
    [.a creazione di un insieme curosiberiano sarebbe, per la Storia umana, una rivoluzione ben più importante di quelle che diedero vita all'effimera Unione sovietica e agli Stati Uniti d'Amcrica. Questo evento di portata mondiale potrà essere paragonato solo all'edificazione dell'Impero cinese o deLl'Impcro romano.
    Quali che siano i morivi espliciti, e poco importa, la farnigila si riunisce in ,seno alla propria Casa comune. Come una volta, a4oo anni, la gli Elleni si co;ilii.zarono contro i Persiani, uniamo le nostre città per affrontare la minaccia diffusa c già pcrccpibilc. La Grandc Europa deve essere pacifica e democratica, nia autonoma, intransigente e invincibile, ai..,-hc, beninteso, nella sfera tccno¬cconomica; perché Infatti essere impcrialista quando si ha già un lmpero? La logica imperiale si imporrà a tutti i popoli. Ciascuno nella stia terra per difendersi dalle passioni degli altri, per gestire in pochi, cfficaccinctite, il destino della nave spaziale Tcrra.
    l.'evento caotico che stiamo vivendo con il raggruppamento disordinato degli l'.uropci, chiede solo di essere organizzato, sarà forse la ricostituzione sotto altre forme e su scala inaggiorc, non All'Impero romano, centrato sul Mediterraneo, ma dell'Impero romano-gcrmanico centrato nella grande pianura eurosiberiana oggi ancora aperta su quattro mari: Leviatano e Behemoth nello stesso tenipo,
    Domani: dalla rada di Brest a quella di Port-Arthur, dalle nostre isole coperte di ghiacci dell'Artico al sole trionfante di Creta, dalla landa alla steppa e dai Fiordi alla macchia mediterranea, cento etnonazioni libere e unite, federate in un Impero, potranno concedersi quello che Tacito chiamava il Regno della Terra.

  7. #7
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    Predefinito GUILLAUME FAYE , L'ARCHEOFUTURISMO

    Società Editrice Barbarossa

    La Bottega del
    Fantastico,
    Via Plinio, 32 MILANO

    OVVIAMENTE VANNO CONSIDERATE LE RADICI CRISTIANE.
    che l'ottimo Faye sottovaluta.

    http://www.arctogaia.com/public/fay.htm#4

  8. #8
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    Proprio in questo momento leggo su televideo che i NO alla costituzione UE in France sono schizzati al 63%.

  9. #9
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    Visto che ci sei perchè non ci traduci tutto Archeofuturisme?
    eh Jena

 

 

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