L'INDIA - Profilo storico (di Mario Pepe) // (pagina 2 di 5)
Nella seconda metà del secolo V l'impero dei Gupta cominciò a indebolirsi per la pressione ai suoi confini nordoccidentali di popolazioni centroasiatiche, gli Efialiti o Unni bianchi; alla fine del secolo V quasi tutta l'India occidentale era caduta sotto il dominio di queste popolazioni. Alla metà del secolo successivo il paese si divise in molteplici regni indipendenti, in lotta tra di loro, divisione che è perdurata sino alla metà del XX secolo. In questo periodo il buddismo fu progressivamente soppiantato dall'induismo, una religione derivata dal più antico brahmanesimo.
Nella prima metà del secolo VIII iniziarono le invasioni islamiche che portarono inizialmente alla conquista della regione del Sindh; più tardi una più consistente minaccia fu portata dal sultano turco Mahmud (971-1030) che conquistò i regni indù di Kabul e del Punjab ed effettuò numerose incursioni nel territorio indiano. Per circa due secoli i musulmani non tentarono ulteriori penetrazioni in India ma la situazione cambiò quando nel 1192 il condottiero turco Muhammad Ghori sconfisse l'esercito indiano a Tarain e conquistò la vallata del Gange. Da questo momento inizia il predominio musulmano sull'India. Nel 1206 - assassinato Muhammad - prese il potere il mamelucco Aibek che si proclamò sultano di Delhi; nei decenni successivi il dominio musulmano si consolidò e raggiunse la massima espansione intorno al 1330 con Muhammad ibn Tughluq (1325-1351); tuttavia alcuni sovrani indù riuscirono a conservare la loro autonomia pagando tributi ai sultani musulmani. Il potere di questi ultimi era basato su un rigido ordinamento teocratico-militare e su una gravosa imposizione tributaria; ne derivarono gravi tensioni sociali anche per la persecuzione del buddismo: la resistenza all'Islam -che condusse a vere e proprie guerre- si accentrò nel regno indù di Yijanagar. Alla fine del Trecento il potere del sultanato di Delhi e di altri sultanati indipendenti iniziò a declinare, specie per le incursioni e i saccheggi portati tra il il 1398 e il 1399, dall'imperatore mongolo Tamerlano.
Al dominio turco si sostituì nel 1451 quello della dinastia afghana dei Lodi, sconfitti nel 1527 a Panipat: Delhi cadde sotto Babur, condottiero turco-mongolo, primo sovrano della dinastia Moghul, che fissò la capitale ad Agra. Sotto Akbar (1556-1605) il dominio Moghul si estese a quasi tutta l'India settentrionale, al Deccan, al Kashmir e al Singh. La sua politica fu ispirata a princìpi di tolleranza con il riconoscimento di uguali diritti alle diverse religioni, in particolare agli Indù che furono ammessi all'amministrazione statale. L'ultimo dei Moghul fu Aurangzeb (1658-1707), fanatico sostenitore dell'islamismo e perciò persecutore degli Indù, con la distruzione dei loro templi; ne derivarono rivolte in specie dei Gathi e delle popolazioni del Punjab, con il trasformarsi del movimento dei Sikh da religioso a politico. Alla morte di Aurangzeb l'impero dei Moghul si disgregò rapidamente.
ADDENDA MIA
Strano ma vero, quando si parla dell'India in 'Occidente' l'unica cosa che si ricorda è il colonialismo britannico.
Giusto per fare un pò di ''controricordo'' [cioè un ricordo che mette in primo piano elementi che nel ricordo ufficiale 'occidentale' sono occultati], ecco alcuni sommari elementi delle 'simpatiche' invasioni turco-islamiche in India.