Il Papa del dialogo, della pace, della critica a totalitarismi e consumismo capitalista , il Papa che ha lavorato come operaio, contro le ingiustizie sociali e le guerre, ci lascia...
Si, in te, mio Dio,
io ho fiducia.
A te affido ogni cosa.
E già ci sono idiscrezioni sul Conclave.... (l'elezione del Romano Pontefice secondo la Costituzione Apostolica)
Universi Dominici Gregis.
L'ultimo a indicarlo come favorito per la successione a Giovanni Paolo II è stato Henri Tincq su Le Monde nelle pagine dedicate al ricovero urgente del Papa in ospedale. Il suo nome è apparso anche sul mensile specializzato Inside the Vatican, diretto da Robert Moynihan, un influente giornalista americano formatosi tra Harvard e Yale. Che cosa prova il cardinale Angelo Scola nel vedersi indicato con tanta insistenza in cima alla lista dei papabili? Il volto del patriarca di Venezia si contrae in una smorfia di addolorato stupore: «È stucchevole». Un unico aggettivo per farti sentire fuori luogo come quei cinquantenni mascherati con la bautta che giù di sotto intasano le calli all'ultimo di carnevale.
Il cardinale Scola ha avuto in dono dallo Spirito la capacità di spiazzare i giornalisti. Ne sanno qualcosa quelli ricevuti in udienza per gli auguri di Natale, che al posto dei soliti convenevoli si sono sentiti dire: «In questi giorni sto rileggendo Rosenzweig e mi rendo ancora più conto dell'importanza del dialogo. Purtroppo la dialettica sta invece prevalendo sulla dialogica. Insomma, vedo in giro troppo Hegel». Era il suo modo per ribadire che la guerra in Iraq non andava fatta.
Ma sua eminenza è capace, all'occorrenza, di adeguarsi al lessico da curato di campagna caro ai suoi tre predecessori, Giuseppe Sarto, Angelo Roncalli e Albino Luciani, che nell'ultimo secolo sono stati chiamati dalla cattedra di Marco al soglio di Pietro. Sul consumismo: «Lo stile di vita dell'Occidente tende all'osceno». Sulla bioetica: «Anche la medicina a volte s'ammala». Sugli ogm: «No all'imperativo tecnologico secondo cui tutto ciò che si può fare si deve fare». Sui politici: «Se guardassero alla profonda radice di saggezza del popolo italiano, allora l'indice di litigiosità s'abbasserebbe». Sugli scioperi con blocchi stradali: «Il diritto della forza non può sostituirsi alla forza del diritto».
Il patriarca ha le idee altrettanto chiare sull'Islam: «Categorie come reciprocità e tolleranza non bastano più. La compenetrazione planetaria ha bisogno di un nuovo ordine mondiale. L'integrazione con il mondo musulmano o avverrà in Europa o non so dove potrà avvenire». Per rafforzare il concetto, ha appena fondato Oasis, rivista semestrale in cinque lingue (italiano, arabo, inglese, francese e urdu, ma è già allo studio anche una versione in indonesiano) che trae la testata dalle parole pronunciate dal Papa nella moschea degli Omayyadi a Damasco, dov'è custodito il teschio di Giovanni il Battista: «Sia i musulmani sia i cristiani hanno cari i loro luoghi di preghiera, come oasi in cui incontrano il Dio misericordioso lungo il cammino per la vita eterna».
Secondogenito d'un camionista e d'una casalinga di Malgrate (Lecco), unico superstite della famiglia (il fratello Pietro è morto nell'83, la madre Regina nel '92 e il padre Carlo nel '96), ordinato prete nel '70, porporato dal 2003, teologo e filosofo con un passato da docente all'Università di Friburgo, da vescovo di Grosseto e da rettore della Lateranense, Scola è molto affezionato a don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, e al cardinale Joseph Ratzinger, custode dell'ortodossia, al cui orientamento s'affiderà la maggioranza dei 120 elettori nel prossimo conclave. Con i suoi 63 anni il patriarca di Venezia è fra i 14 componenti più giovani del Sacro Collegio.
(fonte Panorama.)