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  1. #1
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    Predefinito vita cristiana: raccontiamoci

    bè intanto per cominciare, non mi sono ancora presentata: sono mariaclaudia di milano, 18 anni.

    un paio d'anni fa (credo), parlando con un sacerdote, ho capito che la frase: "Dio ti ama così tanto che è morto per te" era supervera. il termine supervera vorrebbe lasciare intendere il fatto che questa scoperta mi travolse proprio e la sentivo intimamente vera: come quando ti dicono che un triangolo ha tre lati- talmente vero da essere lapalissiano- e al contempo era rivoluzionaria e sconvolgente.
    già, perchè io mi sentivo quasi male a entrare in una chiesa perchè lo vedevo come luogo di superstiziose e oscurantiste credenze, altro che luogo di amore! ero persino agnostica, un po' arrabbiata con Dio, quando a lui ci pensavo.

    e invece mi sono ritrovata a domandarmi come avrei potuto fare a ricambiare il suo amore, perchè un così immenso amore non potevo sprecare.. (tipica riflessione che potevo fare io..)

    e ce n'è voluto di tempo per capire bene e innamorarmi prima della Messa, poi del Rosario..

    ma questa fede l'ho sempre vissuta da sola, fino a quando mi sono decisa, allora ho contattato Azione cattolica.. poi l'Opera.

    quando entrai per la prima volta nel confessionale del centro dellOpus Dei mi sorpresi moltissimo perchè è una microstanzetta collegata solo da una grata alla stanza dove c'è il sacerdote e c'è solo un inginocchiatoio: finalmente una buona confessione, pensai! per me è molto importante inginocchiarmi dopo aver ricevuto Gesù sacramentato e mentre mi confesso.. e poi il fatto di non avere il sacerdote che ti guarda in faccia mi facilita molto..

    bè in realtà la cosa che volevo raccontare di questa mia prma esperienza era che quando dissi al sacerdote che cercavo un direttore spirituale mi colpì molto la risposta di don francesco: l'hai già trovato, è san Josemaria.

    io che praticamente non ho mai fatto una traduzione all'infuori di quelle del compito in classe (per dire il mio impegno a scuola) che avevo come padre spirituale uno che dice di santificarsi attraverso le realtà quotidiane... bè io continuo a essere profondamente inadeguata, ma per Dio nulla è impossibile, così ho qualche speranza..




    questa è la mia presentazione (un po' in ritardo e molto riassunta) e anche lo spunto perchè si parli ognuno delle proprie esperienze..

  2. #2
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    Anche qui sarebbe interessante chiedere: ma cosa fate di specifico voi dell'Opus Dei?

  3. #3
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    io non sono dell'opus, frequento un centro e in particolare: mi confesso quasi sempre da un sacerdote dell'Opera, ogni quindici giorni una signora parla a me e ad altre ragazze di argomenti cme "la settimana santa" "il peccato" "gli angeli", sono andata a trovare gli anziani, a volte il sabato vado alla meditazione che fa il sacerdote seguita dalla benedizione eucaristica. Sono anche andata a un ritiro spirituale organizzato dall'Opera. Se ti interessa approfondire ti consiglio il sito molto documentato www.opusdei.it in particolare gli scritti di san josemaria

    ora che ti ho rsposto, però, potresti dare anche tu il tuo contributo

  4. #4
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    www.opusdei.it

    questo sito non va

  5. #5
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    E' una bella sfida questa lanciata da Mariaclaudia, ma proprio per questo la raccolgo volentieri.

    Come sapete il mio vero nome è Ludovico, sono nato l'11 ottobre 1982 (20° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II) a Milano, nelle cui vicinanze risiedo.

    In realtà il mio racconto si presenta privo di particolari emozionanti, e non ha nè i tratti agiografici di quei santi i quali fin da bambini erano già destinati agli altari, nè quelli dei giovani atei convertitisi poi alla Fede.
    Sono sempre stato cattolico dalla nascita, perchè Dio mi ha voluto far nascere in una famiglia onesta e timorata di Lui che, specialmente nella persona di mia madre, mi ha educato fin da piccolo all'amore per Dio e alla crescita delle virtù religiose e civili.

    Dopo le scuole cattoliche fino alle medie, al liceo classico sono andato in una scuola pubblica, e lì mi sono accorto del degrado e della lontananza da Dio di tanti giovani, e contemporaneamente della scarsa o nulla iniziativa da parte della Chiesa per educare e catechizzare tanti ragazzi che buttavano via così la loro vita.

    Questo, unito ad un travaglio di fede personale di stampo rigorista, mi ha portato ad avvicinarmi per qualche tempo al rito di san Pio V e alla FSSPX, seppure non frequentandola abitualmente ma assistendo talvolta alla Messa dell'indulto.
    La mia era, in realtà, un'adesione più di pancia che di cervello, dato che non condividevo numerose iniziative della FSSPX e, nonostante il mio fervore, trovavo poco soddisfacente la Messa piàna.
    Stimavo la Messa di Pio migliore, perché ogni domenica andavo alla Messa secondo il rito di Paolo VI e mi accorgevo dello squallore dei riti, della trascuratezza, del pressappochismo e delle altre nequizie che regnavano e regnano nella maggioranza delle parrocchie.

    Odiavo questa sciatteria fisica, morale e spirituale, e più volte ne ho parlato con vari sacerdoti ma senza mai trovare risposte adeguate… questo mi incitava da una parte a pregare per una rinascita spirituale della Chiesa, e dall’altra mi sospingeva sempre più fra le braccia dei lefebvriani e delle loro velleità di considerarsi la “parte sana”.
    Ogni male che notavo nella Chiesa finivo così per ricondurlo al Vaticano II e a Paolo VI, mentre ignoravo o tentavo di non vedere i difetti della Chiesa “preconciliare”.
    Un giorno, al terzo anno di università, mentre ero più che mai convinto della superiorità della Chiesa “antica” rispetto a quella “postconciliare”, finalmente capii: stavo leggendo una biografia di Armida Barelli (m. 1952), e notavo quanto il laicato ai suoi tempi fosse ritenuto un accessorio, e quanto invece la Gioventù Femminile di Azione Cattolica e le altre opere laicali simili fossero in perfetta linea con le costituzioni sulla Chiesa del Concilio Vaticano II.
    Insomma, ne erano le prefigurazioni esatte, e il Vaticano II era lo sbocco dovuto per questa e per una serie nutrita di riforme che ripristinavano “l’antica norma dei Padri” col tempo corrottasi nelle forme.
    A questo si aggiunga che stavo frequentando un corso di storia della liturgia che mi ha permesso, attraverso anche studi personali, di comprendere quanto la Messa piàna, ancorchè lodevole per certi tempi, fosse ben lungi dall’essere perfetta, e tantomeno dall’essere “la Messa di sempre” come m’avevan fatto credere.
    Infine, una frase dettami da un confessore mi fece capire anche come fosse necessario smontarsi d’orgoglio e accettare il rito della Chiesa, qualunque fosse, non presumendo di volerne sapere di più io che migliaia di Padri conciliari uniti sotto il Papa.

    Così ho sottoposto a dura critica il mio passato e, senza rinnegarlo, ho accettato volentieri di rivedere le mie posizioni e di contribuire al bene dell’anima mia e della Chiesa dal di dentro, pur con tutte le riserve e le difficoltà frapposte da certi uomini di Chiesa e il permanere di una situazione di crisi molto grave nella Santa Chiesa di cui mi sono sempre- ma oggi ancora di più- orgogliosamente professato devoto e amorevole figlio.

  6. #6
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    Originally posted by Dreyer
    E' una bella sfida questa lanciata da Mariaclaudia, ma proprio per questo la raccolgo volentieri.

    Come sapete il mio vero nome è Ludovico, sono nato l'11 ottobre 1982 (20° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II) a Milano, nelle cui vicinanze risiedo.

    In realtà il mio racconto si presenta privo di particolari emozionanti, e non ha nè i tratti agiografici di quei santi i quali fin da bambini erano già destinati agli altari, nè quelli dei giovani atei convertitisi poi alla Fede.
    Sono sempre stato cattolico dalla nascita, perchè Dio mi ha voluto far nascere in una famiglia onesta e timorata di Lui che, specialmente nella persona di mia madre, mi ha educato fin da piccolo all'amore per Dio e alla crescita delle virtù religiose e civili.

    Dopo le scuole cattoliche fino alle medie, al liceo classico sono andato in una scuola pubblica, e lì mi sono accorto del degrado e della lontananza da Dio di tanti giovani, e contemporaneamente della scarsa o nulla iniziativa da parte della Chiesa per educare e catechizzare tanti ragazzi che buttavano via così la loro vita.

    Questo, unito ad un travaglio di fede personale di stampo rigorista, mi ha portato ad avvicinarmi per qualche tempo al rito di san Pio V e alla FSSPX, seppure non frequentandola abitualmente ma assistendo talvolta alla Messa dell'indulto.
    La mia era, in realtà, un'adesione più di pancia che di cervello, dato che non condividevo numerose iniziative della FSSPX e, nonostante il mio fervore, trovavo poco soddisfacente la Messa piàna.
    Stimavo la Messa di Pio migliore, perché ogni domenica andavo alla Messa secondo il rito di Paolo VI e mi accorgevo dello squallore dei riti, della trascuratezza, del pressappochismo e delle altre nequizie che regnavano e regnano nella maggioranza delle parrocchie.

    Odiavo questa sciatteria fisica, morale e spirituale, e più volte ne ho parlato con vari sacerdoti ma senza mai trovare risposte adeguate… questo mi incitava da una parte a pregare per una rinascita spirituale della Chiesa, e dall’altra mi sospingeva sempre più fra le braccia dei lefebvriani e delle loro velleità di considerarsi la “parte sana”.
    Ogni male che notavo nella Chiesa finivo così per ricondurlo al Vaticano II e a Paolo VI, mentre ignoravo o tentavo di non vedere i difetti della Chiesa “preconciliare”.
    Un giorno, al terzo anno di università, mentre ero più che mai convinto della superiorità della Chiesa “antica” rispetto a quella “postconciliare”, finalmente capii: stavo leggendo una biografia di Armida Barelli (m. 1952), e notavo quanto il laicato ai suoi tempi fosse ritenuto un accessorio, e quanto invece la Gioventù Femminile di Azione Cattolica e le altre opere laicali simili fossero in perfetta linea con le costituzioni sulla Chiesa del Concilio Vaticano II.
    Insomma, ne erano le prefigurazioni esatte, e il Vaticano II era lo sbocco dovuto per questa e per una serie nutrita di riforme che ripristinavano “l’antica norma dei Padri” col tempo corrottasi nelle forme.
    A questo si aggiunga che stavo frequentando un corso di storia della liturgia che mi ha permesso, attraverso anche studi personali, di comprendere quanto la Messa piàna, ancorchè lodevole per certi tempi, fosse ben lungi dall’essere perfetta, e tantomeno dall’essere “la Messa di sempre” come m’avevan fatto credere.
    Infine, una frase dettami da un confessore mi fece capire anche come fosse necessario smontarsi d’orgoglio e accettare il rito della Chiesa, qualunque fosse, non presumendo di volerne sapere di più io che migliaia di Padri conciliari uniti sotto il Papa.

    Così ho sottoposto a dura critica il mio passato e, senza rinnegarlo, ho accettato volentieri di rivedere le mie posizioni e di contribuire al bene dell’anima mia e della Chiesa dal di dentro, pur con tutte le riserve e le difficoltà frapposte da certi uomini di Chiesa e il permanere di una situazione di crisi molto grave nella Santa Chiesa di cui mi sono sempre- ma oggi ancora di più- orgogliosamente professato devoto e amorevole figlio.
    Ti facevo più anziano...ma vedo che siamo coetanei....
    fraternamente, mi dispiace della tua "involuzione", ritorna a sentire la vecchia messa, per il bene della tua anima
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  7. #7
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    Predefinito comunicazione di servizio

    Questo 3d non è dedicato alla propaganda estetica tradizionalista

  8. #8
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Sì, la vecchia Messa, come no... così non capisco un tubazzo anche se so il latino perchè il prete biascica per conto suo e nessuno lo sente

  9. #9
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    italiano, perchè non aggiungi la tua esperienza?

    se ti interessa posso aggiungere come aneddoto di avere imparato il "Credo" prima n latino che in italiano, infatti anche in italiano non dicevo "il battesimo per l perdono dei peccati", ma in "remissione". A parte il latino, la Messa di san Pio V mi ha aiutato molto a coltivare la devozione per l'Eucarestia.

  10. #10
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    visto che sono stato tirato in ballo devo dirvi di me, anche se, a dire la verità io non ho avuto queste grandi esperienze di conversione, anzi la mia formazione Cristiana è avvenuta in gran parte al classico oratorio.
    Per quanto riguarda la così citata eapprezzata messa in linguia latina devo ammettere di non aver avuto alcuna esperienza a riguardo anche se mi piacerebbe vederne una.
    In realtà in molti mi hanno detto che non mi perdo niente a non aver mai visto la messa antica anche perchè, stando a quel che mi diceva mia nonna "non si capiva niente e allora tanta gente diceva il rosario"

 

 
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