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    Predefinito Il Papa benedice in silenzio i giovani dalla finestra dello studio

    Il Papa benedice in silenzio i giovani dalla finestra dello studio


    Città del Vaticano (AsiaNews) - Breve apparizione del papa dalla finestra del suo studio per benedire con un ramo di ulivo la massa enorme di pellegrini che affollava piazza san Pietro. Mentre il diacono cantava il saluto finale della messa delle Palme, le tende sono state aperte e dalla finestra dello studio, seduto sulla sedia, è apparso Giovanni Paolo II, il viso dolorante e il torso curvo sulla destra. In silenzio, ma con energia ha sventolato un ramo d'ulivo e poi ha benedetto lungamente la folla.

    Durante tutta la messa, la finestra del papa era rimasta aperta, con una palma decorata poggiata sul davanzale e il drappo delle solenni occasioni disteso. Mentre il papa salutava, fra i pellegrini vi era chi con entusiasmo gridava "Viva il papa" e chi piangeva e pregava in silenzio.

    La celebrazione della domenica delle Palme, legata alla Giornata della Gioventù, è sempre stato uno dei punti chiave della proposta del papa ai giovani. Quest'anno, a causa della malattia di Giovanni Paolo II, la celebrazione è stata affidata al card. Camillo Ruini. Dopo la preghiera finale della messa, a nome del papa, il Sostituto della Segreteria di Stato, l’Arcivescovo Leonardo Sandri, ha letto la tradizionale riflessione prima della recita dell'Angelus.

    Ecco il testo:

    "Carissimi Fratelli e Sorelle!

    Con grande gioia vi saluto, al termine della solenne celebrazione della Domenica delle Palme, e ringrazio il Cardinale Camillo Ruini che, a mio nome, l’ha presieduta.

    Vent’anni or sono, proprio in questa Piazza, ebbero inizio le Giornate Mondiali della Gioventù. Per questo oggi mi rivolgo in modo speciale ai giovani. A voi, carissimi, che siete qui presenti, e a quelli di tutto il mondo.

    Carissimi giovani! Nel prossimo mese di agosto avrà luogo l’Incontro mondiale della Gioventù a Colonia, nel cuore della Germania e dell’Europa. Nella stupenda cattedrale di quella città si venerano le reliquie dei santi Magi, che perciò sono diventati in un certo senso le vostre guide verso quell’appuntamento. Essi vennero dall’Oriente per rendere omaggio a Gesù e dichiararono: "Siamo venuti per adorarlo" (Mt 2,2). Queste parole, così ricche di significato, costituiscono il tema del vostro itinerario spirituale e catechistico verso la Giornata Mondiale della Gioventù.

    Voi oggi adorate la Croce di Cristo, che portate in tutto il mondo, perché avete creduto all’amore di Dio, rivelatosi pienamente in Cristo crocifisso.

    Carissimi giovani! Sempre più mi rendo conto di quanto sia stato provvidenziale e profetico che proprio questo giorno, la Domenica delle Palme e della Passione del Signore, sia diventato la vostra Giornata. Questa festa contiene una grazia speciale, quella della gioia unita alla Croce, che riassume in sé il mistero cristiano.

    Oggi vi dico: continuate senza stancarvi il cammino intrapreso per essere dovunque testimoni della Croce gloriosa di Cristo. Non abbiate paura! La gioia del Signore, crocifisso e risorto, sia la vostra forza, e Maria Santissima sia sempre al vostro fianco"

    asianews.it

  2. #2
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    Sperando di poterlo incontrare ancora a Colonia!

  3. #3
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    dal "Corriere della Sera" di lunedì 20 marzo 2005

    I medici hanno sconsigliato al Pontefice i discorsi pubblici
    Il Papa alla finestra benedice ma non parla
    Il cardinale Re: «In privato comunica bene»


    CITTÀ DEL VATICANO - Papa Wojtyla saluta e benedice dalla finestra, ma non parla. Porta la mano destra al volto, coprendo occhi e fronte e poi la batte sul leggio, come a dire la sua mortificazione di non poter scendere tra i giovani che gli gridano - dalla piazza - «Giovanni Paolo, Giovanni Paolo». Non c’era sorriso sulla faccia del Papa, ma neanche smorfie di dolore. C’erano tristezza e stanchezza. Anche decisione, specie nel gesto del saluto con il ramo d’ulivo, che muoveva in tutte le direzioni, come a non trascurare nessuna zona della piazza.
    C’è stata un po’ di delusione, tra i 50 mila presenti, in maggioranza giovani, per non aver sentito la voce di Giovanni Paolo II. Era attesa perché l’altra domenica - dal Gemelli - Wojtyla aveva pronunciato le parole della benedizione e un brevissimo saluto.
    Ma i responsabili vaticani della celebrazione ieri non apparivano allarmati e al telefono hanno poi assicurato che così era stato previsto: che cioè il Papa si sarebbe affacciato e avrebbe benedetto restando in silenzio. Questa previsione era stata anticipata ai conduttori della diretta televisiva.
    Il Papa ha dunque seguito l’indicazione dei medici, che lo hanno invitato a non forzare i tempi di ripresa della capacità di parola. Gli esercizi di «fonazione» per riuscire a parlare attraverso la cannula continuano e - viene riferito - sono «soddisfacenti», ma parlare in pubblico - fino a oggi lo ha fatto solo una volta - lo affatica troppo, perché deve alzare il tono della voce e perché l’impresa comporta una tensione emotiva che può risultargli dannosa.
    La differenza tra il parlare in privato e in pubblico è stata così descritta l’altro ieri - durante un appuntamento a Campobasso - dal cardinale Giovanni Battista Re: «Conversando con il Papa ci si intende bene, al microfono, invece, la voce perde. A tu per tu il tono è più basso e, quindi, ho potuto parlare con lui tranquillamente».
    Altro elemento che ieri ha attirato l’attenzione degli osservatori: una benda sulla mano destra del Papa, all’altezza del polso. Posta forse a protezione di un ago per la flebo. Anche questo non sarebbe da considerare un elemento allarmante: la permanenza della cannula comporta il mantenimento di una copertura antibiotica e probabilmente Wojtyla in questa fase ha anche bisogno di integratori alimentari.
    Il «silenzio» di ieri - dicono in Vaticano - dovrebbe risultare funzionale alla possibilità, per il Papa, di parlare a Pasqua. La previsione è che si colleghi in video con la Via Crucis del Colosseo, venerdì sera (probabilmente solo per gli ultimi minuti) e che dia la benedizione Urbi et Orbi , domenica prossima. Questo è quanto è sato previsto su consiglio dei medici. Se Wojtyla farà di più, sarà perché l’avrà deciso all’ultimo momento, al di là del loro parere.
    A parte la valutazione dei singoli «segni», sta il fatto che ieri, per la prima volta nelle ventisei Pasque del Pontificato, Papa Wojtyla non ha presieduto la celebrazione delle Palme. La finestra era aperta fin dall’inizio della cerimonia, con una palma esposta: un segno della sua partecipazione. Si è poi saputo che ha celebrato nella sua cappella, in contemporanea al cardinale Camillo Ruini, che conduceva il rito sulla piazza.
    All’aspetto tribolato del Papa il cardinale ha fatto un accenno nell’omelia: parlando della croce ha detto che da essa «vengono energie sempre nuove, quelle che risplendono nelle imprese dei Santi e che hanno reso feconda la storia della Chiesa, quelle che oggi traspaiono con speciale chiarezza dal volto affaticato del Santo Padre». Al Pontefice sofferente è stata dedicata la prima invocazione della «preghiera dei fedeli»: perché «il conforto dello Spirito Santo lo illumini e lo sostenga», in modo che possa essere di fronte al mondo «esempio e modello» di «fedeltà continua nel suo servizio fino al dono della vita».

    Luigi Accattoli

 

 

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