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  1. #1
    Europa Impero
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    Predefinito Tradizione e Socialismo Nazionale

    Tutti i militanti della cosiddetta "destra radicale" parlano di "Socializzazione" e "Tradizione", elogiano Evola ma anche Mazzini. I più sfegatati evoliani, considerati "nazifasci" sono anche quelli che idealizzano la RSI, la fase dell'ultimo fascismo, per certi versi simile al primo, quello della socializzazione.
    Non si tratta solo di confusione propia alle persone che compongono quest'area politico-culturale, ma questi "maestri" a prima vista inconciliabili fanno parte dei riferimenti culturali di associazioni come Casapound, Orion, Raido, MS-FiammaTricolore, e un tempo al FronteNazionale di Franco Giorgio Freda...
    Ma come è possibile tutto questo?
    E' possibile conciliare Nietsche, Spengler, Evola, Guenon con Pavolini, Sorel e Corridoni?
    A leggere Evola sembrerebbe propio di no, ma se tanti in quest'area sono stati di parere contrario.

    Chiedo ai forumisti di esprimere il propio parere e magari di innestare in questa discussione delle elaborazioni dottrinarie.

  2. #2
    Ospite

    Predefinito

    Carissimo amico, innanzitutto, benvenuto.

    Ho la vaga impressione, che il quesito di partenza è posto male.

    Si dovrebbe dire: Sono mai esistite in Italia una destra radicale ed una destra storica?
    La risposta è no.Categoricamente no.

    Il Fascismo non fù un movimento di destra, bensì sintesi totalitaria di più rivoli idealisti e politici.

    La destra radicale non esiste e non è mai esistita.
    Già il MSI sempre si dichiarò filoatlantista e filoisraeliano.
    Se poi parliamo di qualche fenomeno folkloristico che orbita intorno a partiti minoritari, possiamo anche parlare di una "area di radicalismo di destra".

    Una destra storica neanche a parlarne.
    A mia avviso, l'unico uomo di "destra liberale" in Italia è Marco Travaglio, giornalista giudiziario in quota all'unione ulivista.Figurati un pò.

    Ma torniamo alla "questio".

    Tu parli di Evola.Ma siamo sicuri che Evola sia di destra?

    Perchè mi sà che Evola vagheggi una sorte di Ghibellinismo Aristocratico Imperiale, un qualcosa molto vicino a Federico II, come organicità ideale.



    Tu parli anche di Mazzini, il quale fù un laico progressista, con forti tonalità nazionalistiche e mistico socialiste.Inquadrato in un preciso periodo storico, cioè il Risorgimento, in cui la nazione era invasa dai Borboni e dagli Austriaci.

    Mi sembra che Alessandro Magno, di fronte ad un nodo molto intricato, sguainò la spada e tagliò la fune.Quindi, io ti consiglio di accantonare tutti gli autori che hai citato, di recarti in una buona libreria, e di acquistare l'opera completa di Karl Popper.

    Ciao

    Antonio



    Karl Raimund Popper OPERE

    -- Logica della scoperta scientifica [1934], Einaudi, Torino, 1970.

    -- Congetture e confutazioni [1969], Il Mulino, Bologna, 1972

    -- Miseria dello storicismo, [1944-45], Editrice l'Industria, Milano, 1954

    -- La società aperta e i suoi nemici [1945], 2 voll., Armando, Roma, 1973-74

    -- Conoscenza oggettiva. Un punto di vista evoluzionistico [1972], Armando, Roma, 1975

    -- "Sulla logica delle scienze sociali", in AA.VV., Dialettica e positivismo in sociologia, Einaudi, Torino, 1972, pagg. 105-123

    -- La ricerca non ha fine. Autobiografia intellettuale [1974], Armando, Roma, 1974

    -- "La razionalità delle rivoluzioni scientifiche", in R. Harré (a cura di), Rivoluzioni scientifiche e rivoluzioni ideologiche, Armando, Roma, 1977

    Popper-Eccles, L'io e il suo cervello [1977], Armando, Roma, 1981

    -- Il mito della cornice, Il Mulino, Bologna, 1995

    -- Tre saggi sulla mente umana, Armando, Roma, 1994

    -- La conoscenza e il problema corpo-mente [1994], Il Mulino, bologna, 1996
    In quest'opera l'autore espone la sua concezione sulla conoscenza, affrontando il problema mente-corpo, ossia la questione del rapporto tra stati mentali e stati fisici del cervello. La proposta di Popper è nettamente antimaterialista e si basa sulla "teoria dei tre mondi".

    -- Tutta la vita è un risolvere problemi. Scritti sulla conoscenza, la storia e la politica, Rusconi, Milano, 1996

    -- La mia filosofia. Dizionario filosofico, Armando, Roma, 1997

    -- Contro Marx, Armando, Roma, 2000

    -- La libertà è più importante della eguaglianza, Armando, Roma, 2000

    -- Alla ricerca di un mondo migliore, Armando, Roma, 2002

    -- Diritto di errore. Ventiquattro interviste (1970-1994), Armando, Roma, 2002

    Karl Popper - Konrad Lorenz - Franz Kruezer, Il futuro è aperto, Bompiani, Milano, 2002




    Karl Popper

    Non potrebbe esserci niente di meglio che vivere una vita modesta, semplice e libera, in una società egualitaria. Ma ci vuole un po' di tempo per riconoscere che...la libertà è più importante dell'uguaglianza, che il tentativo di attuare l'uguaglianza è di pregiudizio alla libertà e che, se va perduta la libertà, tra non liberi, non c'è nemmeno uguaglianza.
    (K.R. Popper, 1902-1994)

  3. #3
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    Predefinito Re: Tradizione e Socialismo Nazionale

    In Origine Postato da Assalto
    Tutti i militanti della cosiddetta "destra radicale" parlano di "Socializzazione" e "Tradizione", elogiano Evola ma anche Mazzini. I più sfegatati evoliani, considerati "nazifasci" sono anche quelli che idealizzano la RSI, la fase dell'ultimo fascismo, per certi versi simile al primo, quello della socializzazione.
    Non si tratta solo di confusione propia alle persone che compongono quest'area politico-culturale, ma questi "maestri" a prima vista inconciliabili fanno parte dei riferimenti culturali di associazioni come Casapound, Orion, Raido, MS-FiammaTricolore, e un tempo al FronteNazionale di Franco Giorgio Freda...
    Ma come è possibile tutto questo?
    E' possibile conciliare Nietsche, Spengler, Evola, Guenon con Pavolini, Sorel e Corridoni?
    A leggere Evola sembrerebbe propio di no, ma se tanti in quest'area sono stati di parere contrario.

    Chiedo ai forumisti di esprimere il propio parere e magari di innestare in questa discussione delle elaborazioni dottrinarie.
    Ma veramente Evola condannava la socializzazione come demonia dell'economia, trionfo del quarto stato, ecc. ecc. mentre esaltava nei militi di Salò la fedeltà all'Idea, la capacità di combattere e di andare a morire sapendo di essere nel campo dei perdenti

  4. #4
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    Predefinito Re: Tradizione e Socialismo Nazionale

    In Origine Postato da Assalto
    E' possibile conciliare Nietsche, Spengler, Evola, Guenon con Pavolini, Sorel e Corridoni?
    A leggere Evola sembrerebbe propio di no, ma se tanti in quest'area sono stati di parere contrario.

    Chiedo ai forumisti di esprimere il propio parere e magari di innestare in questa discussione delle elaborazioni dottrinarie.
    Secondo il mio modesto parere no.
    Nessun movimento che si definisca "sociale" o "nazionale" può essere affine alla Tradizione che è, per sua natura, strettamente gerarchica (nel senso di "dominio del sacro"), aristocratica e soprattutto anti-moderna.
    La Tradizione è un "modello" (più giusto sarebbe dire Principio) che rimane immutabile perché sempre uguale a sé stesso, mentre mutabili sarebbero le forme che assume all'interno del divenire.

    Personalmente ho sempre visto il Fascismo, per come si è manifestato, come un movimento di "Sinistra", e le radici culturali giacobine, moderne, laiche, sono lì a dimostrarlo.
    Lo stesso Evola (o Guénon) più che vedere il Fascismo come concrezione delle proprie idee, probabilmente l'ha sempre vissuto come un'occasione da sfruttare e "indirizzare" in una certa direzione.
    E' ormai storicamente provata la marginalità del Barone rispetto al Movimento e al Regime Fascista, come le sue riserve sul Nazismo.

    Ai "teorici" del folle matrimonio tra elementi inconciliabili lascio l'onere di spiegare in quali termini lo credono attuabile.
    Non pensare che la Via del Fuoco si compendi nello studiare la scienza degli astri, della guarigione, della magia e cose di questo genere (per quanto ogni cosa, al proprio livello, trovi il suo giusto posto). La Via dell'Immortalità non si ottiene mendicando qualche briciola di erudizione fenomenica, qualche modesto potere psichico appariscente, qualche medaglia conferita da un'organizzazione "spirituale" o pseudo esoterica, da appendere al muro per inorgoglire l'Io accattone. La Via dell'Immortalità si svela a chi, con Dignità, sa "morire" stando in piedi.

  5. #5
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    Predefinito Re: Re: Tradizione e Socialismo Nazionale

    In Origine Postato da Havismat
    Secondo il mio modesto parere no.
    Nessun movimento che si definisca "sociale" o "nazionale" può essere affine alla Tradizione che è, per sua natura, strettamente gerarchica (nel senso di "dominio del sacro"), aristocratica e soprattutto anti-moderna.

    Ai "teorici" del folle matrimonio tra elementi inconciliabili lascio l'onere di spiegare in quali termini lo credono attuabile.
    Innanzitutto mi scuso di non dare una risposta esaustiva come un simile quesito lo domanda, ma non ho molta praticità della vostra lingua. Dunque solo alcuni appunti.

    L'anticapitalismo radicale o meno di alcuni non deve essere compreso in chiave anti-tradizionale, ma strettamente politica. Credo che le menti della gente comune sono colonizzate dai valori economistici, e che noi dobbiamo scendere su questo campo per fare intendere la nostra voce.

    Prima che la Tradizione possa essere ritrovata, si deve fare piazza pulita di questi cattivi valori. Sono convinto che il cammino sia progressivo, e che solo poco a poco, riconquistando spazi di vita liberati dall'impero del capitale, si strutturerano anche forme di comunità intorno a altri valori.

    Molti tradizionalisti, che umanamente sono spesso di grande valore, cominciano le cose dal lato sbagliato, partendo dalla fine, cioè la Tradizione in forma dogmatica. Invece il movimento di resistenza anti-capitalista (che in grande parte ancora non esiste) permette di partire dal nostro quotidiano, e creare hic e nunc esperienze nuove e costruttive. In questa lotta, e non altrove, si ritroverano col tempo gli insegnamenti dei grandi maestri.

    Saluti

 

 

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