dal sito del Corriere della Sera
Appello del cardinale ai microfoni della Radio Vaticana
Anatema sul Codice da Vinci Bertone: «Non leggetelo. C'è una strategia anticattolica. Cosa accadrebbe se stravolgessero la Shoah o Maometto?»
Chi ancora non l’avesse letto, farà bene a non chiederne una copia nelle librerie cattoliche, tratto in inganno da una trama che intreccia i suoi molteplici fili con la storia della Chiesa e la vita di Gesù. Sugli scaffali non ne troverà traccia, e probabilmente si beccherà un’occhiata in tralice da più di un commesso. Perché da oggi Il Codice Da Vinci , clamoroso successo internazionale dell’americano Dan Brown, è ufficialmente off limits . Bandito. «Scomunicato». Ci aveva già provato qualche mese fa un misconosciuto scrittore spagnolo, José Antonio Ullate Fabo, giornalista cattolico di Navarra. Il suo La verdad sobre el Codigo Da Vinci mancava però di un elemento fondamentale: l’autorità. Ieri contro il «Codice satanico» è sceso in campo uno dei principi della Chiesa, il cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova. Di fatto, è il Vaticano stesso a rompere il silenzio corrucciato con il quale aveva reagito alla pubblicazione del thriller esoterico di Brown.
«Non leggete e non comprate quel romanzo».Un appello ai microfoni della Radio Vaticana, per combattere uno stereotipo secondo cui «bisogna leggere questo libro per capire le manipolazioni che la Chiesa avrebbe operato nel corso della storia». Stereotipo che circola soprattutto nelle scuole, e per cui «non si può essere giovani moderni senza aver letto il Codice ». Di fronte alle «bugie a buon mercato» del bestseller, Bertone schiera la verità del Vaticano. E la verità è che «c’è un grande pregiudizio anti-cattolico» (un’idea del resto condivisa dal sociologo Usa Philip Jenkins): «Se fosse stato scritto un libro pieno di menzogne su Buddha o su Maometto, o se fosse uscito un romanzo che avesse manipolato la storia dell’Olocausto o della Shoah, che cosa sarebbe accaduto?».
Bertone è stato il vice di Ratzinger all’ex Sant’Uffizio, culla dell’ortodossia cattolica. La quasi-scomunica era quindi nell’aria, anche perché proprio per stasera il cardinale ha organizzato un dibattito (a Genova, in Sala del Quadrivium) per smascherare «inesattezze e falsità» del thriller. Un romanzo che un tempo si sarebbe detto «popolare», pure un po’ furbetto nel suo mescolare abilmente Gesù ai templari, il genio di Leonardo a delitti da manuale noir . Fiction, insomma. Ma dal contenuto esplosivo. Brown, di suo, non ha fatto nulla per sedare le polemiche: quando nel calderone finiscono la liaison tra Gesù e la Maddalena, un figlio segreto e un’Opus Dei «custode» di misteri per i quali non esita a uccidere, a furia di rimestare qualche turbamento verrà a galla. Il resto è abilità manageriale. Da due anni ormai lo scrittore va dicendo che la sua è un’opera di pura invenzione, salvo affermare en passant che «tutte le descrizioni di documenti e rituali segreti rispecchiano la verità». Un colpo al cerchio, uno alla botte. Un approccio naïf che non convince Bertone: «C’è una strategia nella diffusione di questo castello di menzogne», non a caso uscite «dopo l’evento dell’Anno Santo. Giovanni Paolo II ha avuto un impatto eccezionale con l’attualità dell’umanità, e questo ha disturbato molti». Un pizzico di dietrologia, seguita da un cenno alla «strategia di marketing» e un rimprovero secco alle librerie cattoliche che vendono il romanzo «per motivi di lucro».