AL GEMELLI
SI È RIVOLTO A DUE VESCOVI DELLA TANZANIA DICENDO «VA BENE VA BENE» E «GOD BLESS YOU»


La voce del Papa scalda e commuove


Il cardinale Pengo e monsignor Niwemugizi in visita «ad limina» hanno celebrato Messa col Pontefice


Da Roma Salvatore Mazza

«Va bene va bene, God bless you», Dio vi benedica. Poche parole che neppure farebbero notizia, se non fossero le prime, documentate, che Giovanni Paolo II pronuncia dallo scorso 24 febbraio. E poco prima, più difficilmente distinguibili tra i rumori di fondo, quelle della formula della benedizione finale della Messa: «Il nostro aiuto è nel nome del Signore...», pronunciate in latino.
Le immagini e l'audio sono stati ripresi dalla telecamera del Centro televisivo vaticano, che ha poi diffuso circa due minuti di «girato» in cui, appunto, si possono udire distintamente le parole pronunciate dal Papa. Nella scena, si vede Papa Wojtyla seduto su una poltrona, davanti all'altare, vestito con i paramenti del tempo liturgico della Quaresima. La messa è celebrata da monsignor Stanislao Dziwizc nella piccola cappella ricavata nell'appartamento al decimo piano del policlinico «Gemelli», presenti un gruppo di medici e di infermiere, oltre a due presuli della Tanzania recatisi ieri mattina in visita ad limina.
Nel breve filmato, diffuso dal Ctv, Giovanni Paolo II appare in forma discreta, anche se in alcuni momenti sofferente. Le prime parole che si sentono, anche se soprattutto all'inizio, come detto, più che altro si indovinano tra i rumori di fondo, sono quella della benedizione al termine della Messa. Seguono momenti di dialogo con voci e rumori sovrapposti. Alla fine si vede la telecamera inquadrare l'arcivescovo di Dar el Salam, il cardinale Polycarp Pengo, che seduto accanto a Papa Wojtyla gli dice, in inglese: «Santo Padre, tutta la Tanzania prega per lei». E quindi la pronta risposta citata all'inizio.
Le immagini sono state diffuse sui circuiti televisivi, nazionali e internazionali, e in rete su internet. A quest'ora avranno già fatto varie volte il giro del mondo. Un documento che conferma i progressi già riferiti da quanti avevano avuto l'occasione di visitare il Pontefice, e che fanno pensare a un'uscita dall'ospedale non più lontanissima.
Ieri mattina oltre a Pengo e al presidente della Conferenza episcopale della Tanzania monsignor Severine Niwemugizi - che rappresentavano tutti i vescovi tanzaniani che sono a Roma per la visita ad limina - si era recato al «Gemelli» anche il presidente della Regione Lazio Francesco Storace. «Tutto va bene, e tutto è a posto», ha detto lasciando il policlinico dell'Università Cattolica. Storace, che già nei giorni scorsi aveva fatto visita al Papa, non ha potuto incontrare personalmente il Pontefice, a quell'ora impegnato nella seduta antimeridiana di riabilitazione, ma è stato ricevuto dal monsignor Dziwsz col quale s'è intrattenuto a colloquio.
Domani l'Angelus si svolgerà con le stesse modalità delle ultime due domeniche, col Papa collegato in diretta televisiva e monsignor Leonardo Sandri a guidare la preghiera dal sagrato di piazza San Pietro. Il prossimo bollettino medico è atteso lunedì, e forse si saprà allora quando Giovanni Paolo II farà ritorno in Vaticano.


Avvenire - 12 Marzo 2005