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    AC Milan 1899
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    Nell'immagine in alto il Generale Augusto Pinochet

    sopra la feccia comunista sistemata a dovere.

    L’11 Settembre cileno mai raccontato

    L'11 settembre 1973 il generale Augusto Pinochet Ugarte mosse contro il presidente che lo aveva nominato a capo delle Forze Armate, il socialista Salvador AIlende. A proposito del golpe cileno, la vulgata popolare vuole che AIlende e la coalizione di Unidad Popular stessero realizzando, con il consenso della maggioranza dei cileni, un esperimento innovativo di transizione ad un modello di socialismo democratico. E che gli Stati Uniti, per mano della famigerata Cia, ordirono un golpe militare per riaffermare il loro ruolo imperialista e il loro predominio economico in Sud America.
    Peccato che le cose non siano andate così. E che i mille giorni di Salvador AIlende non siano stati ne un esperimento innovativo, ne un modello di democrazia politica. Il socialista AIlende diventa presidente del Cile, dopo due tentativi falliti in precedenza, nel 1970, con appena il 36,2% dei voti, un consenso di poco superiore a quello dei due candidati di centro e di destra. Il primo anno della sua presidenza fu di apparenti successi in economia. Assieme alla nazionalizzazione delle miniere di rame, principale risorsa naturale del Paese, delle principali industrie straniere, delle banche e delle grandi proprietà immobiliari, il governo Allende assunse alcune misure di stampo keynesiano aumentando in modo generalizzato stipendi e salari. Nel giro di pochi mesi il pil cresce dell'8,6%, la disoccupazione si dimezza e l'inflazione scende dal 34 al 22%. Contemporaneamente la spesa pubblica cresce del 70%. Di questa fiammata espansionistica godono il beneficio quasi tutti i cileni, ceto medio e ceto operaio. Ma di fiammata si tratta. La nazionalizzazione dell'economia, che aveva toccato anche il settore primario con una riforma agraria che ha sottratto la terra ai proprietari per passarla allo Stato, fa crollare in pochi mesi gli investimenti stranieri (-71,3 %), la produzione agricola, il risparmio.
    Nell'ultimo trimestre del 1970 lasciano il Cile quasi trentamila persone e con esse 87 milioni di dollari. Lo choc statalista inferto al mercato isola il Cile dagli scambi intemazionali. Le riserve valutarie, pompate a piene mani per mantenere artificiosamente alti i livelli di salari e stipendi, crollano da 342 a 32 milioni di dollari, e già nel 1972 la domanda interna crolla, il deficit pubblico cresce a valanga, gli scambi con l'estero si bloccano, gli investimenti stranieri si azzerano, l'inflazione riprende a galoppare, facendo crollare il potere d'acquisto della grande maggioranza dei cileni. Contemporaneamente, sul piano politico, il congresso cileno vede il formarsi di un'alleanza tra il centro e la destra, fino ad allora divisi. Tutte le iniziative del governo socialcomunista vengono bloccate. Di fronte alla paralisi istituzionale Allende, invece di dimettersi e convocare nuove elezioni (che lo avrebbero portato alla sconfitta, visto il crollo del consenso anche tra i lavoratori), cerca di aggirare l'ostacolo stabilendo che alcuni provvedimenti, come gli espropri e le nazionalizzazioni, potessero essere assunti per via amministrativa, esautorando così il Parlamento.
    Questa decisione venne duramente censurata dalla Corte Suprema, che accusò il governo di avere travalicato i limiti costituzionali. Ed in effetti quello che cerca di realizzare Allende, rompendo la lunga tradizione democratica del Cile, è un "golpe governativo" che raggiunge il suo apice con il rifiuto del governo di promulgare una riforma costituzionale, regolarmente approvata dal congresso, con cui si pongono limiti precisi e rigorosi alla completa nazionalizzazione e sovietizzazione dell'economia. Contemporaneamente alla paralisi economica e istituzionale, nel 1973 il Cile affronta una fase di duro scontro sociale. Lavoratori, ceti medi, commercianti dichiarano una serie infinita di scioperi e serrate, spinti dal crollo del potere d'acquisto della moneta. L'inflazione è infatti al 500 per cento.
    Di fronte al caos economico, istituzionale e civile, il Parlamento il 23 agosto 1973, diciotto giorni prima del golpe, approva a larghissima maggioranza un durissimo documento in cui si accusa Allende di ripetute e gravissime violazione della Costituzione: dall'usurpazione dei poteri del Parlamento, alla violazione delle decisioni della Corte costituzionale; dall'abolizione del diritto di proprietà privata, all'attentato alla libertà d'espressione con l'arresto arbitrario di giornalisti dell'opposizione; dall'utilizzo della giustizia a fini politici contro gli oppositori, fino al ricorso alla tortura, alla violazione dei diritti sindacali attraverso la repressione contro alcune organizzazioni dei lavoratori. La mozione del 23 agosto meriterebbe di essere pubblicata integralmente solo per l'elenco degli arbitrii, degli abusi e dei soprusi antidemocratici messi in atto dall'ormai disperato presidente Salvador Allende. Ed è nella mozione del 23 agosto che il Parlamento si appella ufficialmente alle Forze Armate perché intervengano a porre fine al proseguimento del putsch governativo. Grazie alla norma costituzionale che richiede il voto dei due terzi del Parlamento per destituire il presidente, nonostante l’ampia maggioranza parlamentare a sostegno delle gravissime accuse nei confronti di Allende, il presidente resta in carica e medita di uscire dalla grave crisi con l’indizione di un plebiscito popolare sulla sua persona. Ma l’11 settembre, le Forze Armate guidate da Augusto Pinochet, generale nominato dallo stesso Allende, prendono il potere. Quello che ne seguì fu un periodo sanguinoso, brutale e violento. Ma le premesse per la parentesi antidemocratica di uno dei Paesi dell'America Latina di più lunga tradizione costituzionale, furono poste dal tentativo avventurista di realizzare il comunismo in Cile e dalla cecità di un'opposizione democratica che si svegliò quando ormai era fuori gioco. Naturalmente gli Stati Uniti e la Cia fecero la loro parte, ma non riteniamo sia corretto trascurare volutamente tutte le vicende che portarono al golpe. Questa è la storia dell’altro 11 settembre". Una storia che regolarmente, ogni anno, nessuna televisione, nessuna radio e nessun giornale raccontano.

  2. #2
    memoria storica di PoL
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    Predefinito ... assai poco da aggiungere a quanto già detto da tempo...



    Immagine assai significativa che da sola spiega più di tonnellate di scemenze. Pochi giorni prima della deposzione di Allende, una sterminata fila di donne cilene passa la notte dinnanzi ad un centro di distribuzione di generi di prima necessità. Allorchè i militari decisero di rovesciare Allende, le scorte di cibo rimaste in Cile sarebbero bastate ancora per due o tre giorni, non di più. Poi sarebbe stata la fame... ma non per tutti, avendo i comunisti di Unidad Popular provveduto per tempo a far incetta di viveri e munizioni che saranno ritrovati nei loro covi in quantità enormi...

    Ottimo articolo, anche se necessariamente alquanto 'condensato'...

    Per quanto riguarda la 'risoluzione' del Congresso del Cile, approvata il 23 agosto 1973 a larghissima maggioranza, il testo originale è qui riportato. Si tratta di un documento storico di importanza fondamantale che, stando a sentire il mongolume idiota di sinistra, semplicemente 'non è mai esistito' ...

    Santiago, 23 de agosto de 1973

    Este es el texto íntegro de la resolución de la Cámara de Diputados de Chile, aprobada por amplia mayoría el 23 de agosto de 1973. En ella se hace un listado de las violaciones constitucionales y legales del gobierno del Presidente Allende, y se acuerda 'representarles' este 'grave quebrantamiento del orden constitucional y legal de la República', entre otras autoridades, 'a las Fuerzas Armadas'. Asimismo acuerda 'representarles que, en razón de sus funciones, del juramento de fidelidad a la Constitución y a las leyes que han prestado,...les corresponde poner inmediato término a todas las situaciones de hecho referidas, que infringen la Constitución y las leyes'.

    [Nota de la redacción: Las negritas no estaban en el texto original y se introducen con el objeto de iluminar la lectura a la luz de los acontecimientos históricos posteriores].

    ACUERDO:

    'Considerando:

    1º Que es condición esencial para la existencia de un Estado de Derecho que los Poderes Públicos, con pleno respeto al principio de independencia recíproca que los rige, encuadren su acción y ejerzan sus atribuciones dentro de los marcos que la Constitución y la leyes les señalan, y que todos los habitantes del país puedan disfrutar de las garantías y derechos fundamentales que les asegura la Constitución Política del Estado;

    2º Que la juridicidad del Estado chileno es patrimonio del pueblo que en el curso de los años ha ido plasmando en ella el consenso fundamental para su convivencia y atentar contra ella es, pues, destruir no sólo el patrimonio cultural y moral de nuestra nación sino que, en la práctica, negar toda posibilidad de vida democrática;

    3º Que son estos valores y principios los que se expresan en la Constitución Política del Estado que, de acuerdo a su artículo 2º, señala que la soberanía reside esencialmente en la nación y que las autoridades no pueden ejercer más poderes que los que ésta les delegue y, en el artículo 3º, se deduce que un Gobierno que se arrogue derechos que el pueblo no le ha delegado, incurre en sedición;

    4º Que el actual Presidente de la República fue elegido por el Congreso Pleno previo acuerdo en torno a un estatuto de garantías democráticas incorporado a la Constitución Política, el que tuvo como preciso objeto asegurar el sometimiento de la acción de su Gobierno a los principios y normas del Estado de Derecho, que él solemnemente se comprometió a respetar;

    5º Que es un hecho que el actual Gobierno de la República, desde sus inicios, se ha ido empeñando en conquistar el poder total, con el evidente propósito de someter a todas las personas al más estricto control económico y político por parte del Estado y lograr de ese modo la instauración de un sistema totalitario, absolutamente opuesto al sistema democrático representativo, que la Constitución establece;

    6º Que, para lograr este fin, el Gobierno no ha incurrido en violaciones aisladas de la Constitución y de la ley, sino que ha hecho de ellas un sistema permanente de conducta, llegando a los extremos de desconocer y atropellar sistemáticamente las atribuciones de los demás Poderes del Estado, violando habitualmente las garantías que la Constitución asegura a todos los habitantes de la República, y permitiendo y amparando la creación de poderes paralelos, ilegítimos, que constituyen un gravísimo peligro para la nación, con todo lo cual ha destruido elementos esenciales de la institucionalidad y del Estado de Derecho;

    7º Que, en lo concerniente a las atribuciones del Congreso Nacional, depositario del Poder Legislativo, el Gobierno ha incurrido en los siguientes atropellos:

    a) Ha usurpado al Congreso su principal función, que es la de legislar, al adoptar una serie de medidas de gran importancia para la vida económica y social del país, que son indiscutiblemente materia de ley, por decretos de insistencia dictados abusivamente o por simples resoluciones administrativas fundadas en 'resquicios legales', siendo de notar que todo ello se ha hecho con el propósito deliberado y confeso de cambiar las estructuras del país, reconocidas por la legislación vigente, por la sola voluntad del Ejecutivo y con prescindencia absoluta de la voluntad del legislador;

    b) Ha burlado permanentemente las funciones fiscalizadoras del Congreso Nacional al privar de todo efecto real a la atribución que a éste le compete para destinar a los Ministros de Estado que violan la Constitución o la ley o cometen otros delitos o abusos señalados en la Carta Fundamental, y

    c) Por último, lo que tiene la más extraordinaria gravedad, ha hecho 'tabla rasa' de la alta función que el Congreso tiene como Poder Constituyente, al negarse a promulgar la reforma constitucional sobre las tres áreas de la economía, que ha sido aprobada con estricta sujeción a las normas que para ese efecto establece la Carta Fundamental;

    8º Que, en lo que concierne al Poder Judicial, ha incurrido en los siguientes desmanes:

    a) Con el propósito de minar la autoridad de la magistratura y de doblegar su independencia, ha capitaneado una infamante campaña de injurias y calumnias contra la Excma. Corte Suprema y ha amparado graves atropellos de hecho contra las personas y atribuciones de los jueces;

    b) Ha burlado la acción de la justicia en los casos de delincuentes que pertenecen a partidos y grupos integrantes o afines del Gobierno, ya sea mediante el ejercicio abusivo del indulto, o mediante el incumplimiento deliberado de órdenes de detención;

    c) Ha violado leyes expresas y ha hecho 'tabla rasa' del principio de separación de los Poderes, dejando sin aplicación las sentencias o resoluciones judiciales contrarias a sus designios y, frente a las denuncias que al respecto ha formulado la Excma. Corte Suprema, el Presidente de la República ha llegado al extremo inaudito de arrogarse en tesis el derecho de hacer un 'juicio de méritos' a los fallos judiciales, determinando cuándo éstos deben ser cumplidos;

    9º Que, en lo que se refiere a la Contraloría General de la República --un organismo autónomo esencial para el mantenimiento de la juridicidad administrativa-- el Gobierno ha violado sistemáticamente los dictámenes y actuaciones destinados a representar la ilegalidad de los actos del Ejecutivo o de entidades dependientes de él;

    10º Que entre los constantes atropellos del Gobierno a las garantías y derechos fundamentales establecidos en la Constitución, pueden destacarse los siguientes:

    a) Ha violado el principio de igualdad ante la ley, mediante discriminaciones sectarias y odiosas en la protección que la autoridad debe prestar a las personas, los derechos y los bienes de todos los habitantes de la República, en el ejercicio de las facultades que dicen relación con la alimentación y subsistencia y en numerosos otros aspectos, siendo de notar que el propio Presidente de la República ha erigido estas discriminaciones en norma fundamental de su Gobierno, al proclamar desde el principio que él no se considera Presidente de todos los chilenos;

    b) Ha atentado gravemente contra la libertad de expresión, ejerciendo toda clase de presiones económicas contra los órganos de difusión que no son incondicionales adeptos del Gobierno; clausurando ilegalmente diarios y radios; imponiendo a estas últimas 'cadenas' ilegales; encarcelando inconstitucionalmente a periodistas de oposición; recurriendo a maniobras arteras para adquirir el monopolio del papel de imprenta, y violando abiertamente las disposiciones legales a que debe sujetarse el Canal Nacional de Televisión, al entregarlo a la dirección superior de un funcionario que no ha sido nombrado con acuerdo del Senado, como lo exige la ley, y al convertirlo en instrumento de propaganda sectaria y de difamación de los adversarios políticos;

    c) Ha violado el principio de autonomía universitaria y el derecho que la Constitución reconoce a las Universidades para establecer y mantener estaciones de televisión, al amparar la usurpación del Canal 9 de la Universidad de Chile, al atentar por la violencia y las detenciones ilegales contra el nuevo Canal 6 de esa Universidad, y al obstaculizar la extensión a provincias del Canal de la Universidad Católica de Chile;

    d) Ha estorbado, impedido y, a veces, reprimido con violencia el ejercicio del derecho de reunión por parte de los ciudadanos que no son adictos al régimen, mientras ha permitido constantemente que grupos a menudo armados, se reúnan sin sujeción a los reglamentos pertinentes y se apoderen de calles y caminos para amedrentar a la población;

    e) Ha atentado contra la libertad de enseñanza, poniendo en aplicación en forma ilegal y subrepticia, a través del llamado Decreto de Democratización de la Enseñanza, un plan educacional que persigue como finalidad la concientización marxista;

    f) Ha violado sistemáticamente la garantía constitucional del derecho de propiedad, al permitir y amparar más de 1.500 'tomas' ilegales de predios agrícolas, y al promover centenares de 'tomas' de establecimientos industriales y comerciales para luego requisarlos o intervenirlos ilegalmente y constituir así, por la vía del despojo, el área estatal de la economía; sistema que ha sido una de las causas determinantes de la insólita disminución de la producción, del desabastecimiento, el mercado negro y el alza asfixiante del costo de la vida, de la ruina del erario nacional y, en general, de la crisis económica que azota al país y que amenaza el bienestar mínimo de los hogares y compromete gravemente la seguridad nacional;

    g) Ha incurrido en frecuentes detenciones ilegales por motivos políticos, además de las ya señaladas con respecto a los periodistas, y ha tolerado que las víctimas sean sometidas en muchos casos a flagelaciones y torturas;

    h) Ha desconocido los derechos de los trabajadores y de sus organizaciones sindicales o gremiales, sometiéndolos, como en el caso de El Teniente o de los transportistas, a medios ilegales de represión;

    i) Ha roto compromisos contraídos para hacer justicia con trabajadores injustamente perseguidos como los de Sumar, Helvetia, Banco Central, El Teniente y Chuquicamata; ha seguido una arbitraria política de imposición de las haciendas estatales a los campesinos, contraviniendo expresamente la Ley de Reforma Agraria; ha negado la participación real de los trabajadores de acuerdo a la Reforma Constitucional que les reconoce dicho derecho; ha impulsado el fin de la libertad sindical mediante el paralelismo político en las organizaciones de los trabajadores;

    j) Ha infringido gravemente la garantía constitucional que permite salir del país, estableciendo para ello requisitos que ninguna ley contempla.

    11º Que contribuye poderosamente a la quiebra del Estado de Derecho, la formación y mantenimiento, bajo el estímulo y la protección del Gobierno, de una serie de organismos que son sediciosos porque ejercen una autoridad que ni la Constitución ni la ley les otorgan, con manifiesta violación de lo dispuesto en el artículo 10 Nº 16 de la Carta Fundamental, como por ejemplo, los Comandos Comunales, los Consejos Campesinos, los Comités de Vigilancia, las JAP, etc.; destinados todos a crear el mal llamado 'Poder Popular', cuyo fin es sustituir a los Poderes legítimamente constituidos y servir de base a la dictadura totalitaria, hechos que han sido públicamente reconocidos por el Presidente de la República en su último Mensaje Presidencial y por todos los teóricos y medios de comunicación oficialistas;

    12º Que en la quiebra del Estado de Derecho tiene especial gravedad la formación y desarrollo, bajo el amparo del Gobierno, de grupos armados que, además de atentar contra la seguridad de las personas y sus derechos y contra la paz interna de la Nación, están destinados a enfrentarse contra las Fuerzas Armadas; como también tiene especial gravedad el que se impida al Cuerpo de Carabineros ejercer sus importantísimas funciones frente a las asonadas delictuosas perpetradas por grupos violentistas afectos al Gobierno. No pueden silenciarse, por su alta gravedad, los públicos y notorios intentos de utilizar a las Fuerzas Armadas y al Cuerpo de Carabineros con fines partidistas, quebrantar su jerarquía institucional e infiltrar políticamente sus cuadros;

    13º Que al constituirse el actual Ministerio, con participación de altos miembros de las Fuerzas Armadas y del Cuerpo de Carabineros, el Excmo. señor Presidente de la República lo denominó 'de seguridad nacional' y le señaló como tareas fundamentales las de 'imponer el orden político' e 'imponer el orden económico', lo que sólo es concebible sobre la base del plano restablecimiento y vigencia de las normas constitucionales y legales que configuran el orden institucional de la República;

    14º Que las Fuerzas Armadas y el Cuerpo de Carabineros son y deben ser, por su propia naturaleza, garantía para todos los chilenos y no sólo para un sector de la Nación o para una combinación política. Por consiguiente, su presencia en el Gobierno no puede prestarse para que cubran con su aval determinada política partidista y minoritaria, sino que debe encaminarse a restablecer las condiciones de pleno imperio de la Constitución y las leyes y de convivencia democrática indispensable para garantizar a Chile su estabilidad institucional, paz civil, seguridad y desarrollo;

    15º Por último, en el ejercicio de las atribuciones que le confiere el artículo 39 de la Constitución Política del Estado

    LA CAMARA DE DIPUTADOS ACUERDA:

    PRIMERO: Representar a S.E. el Presidente de la República y a los señores Ministros de Estado y miembros de las Fuerzas Armadas y del Cuerpo de Carabineros, el grave quebrantamiento del orden constitucional y legal de la República que entrañan los hechos y circunstancias referidos en los considerandos Nºs 5 a 12 precedentes;

    SEGUNDO: Representarles, asimismo, que, en razón de sus funciones, del juramento de fidelidad a la Constitución y a las leyes que han prestado y, en el caso de dichos señores Ministros, de la naturaleza de las instituciones de las cuales son altos miembros y cuyo nombre se ha invocado para incorporarlos al Ministerio, les corresponde poner inmediato término a todas las situaciones de hecho referidas, que infringen la Constitución y las leyes, con el fin de encauzar la acción gubernativa por las vías del Derecho y asegurar el orden constitucional de nuestra patria y las bases esenciales de convivencia democrática entre los chilenos;

    TERCERO: Declarar que, si así se hiciere, la presencia de dichos señores Ministros en el Gobierno importaría un valioso servicio a la República. En caso contrario, comprometerían gravemente el carácter nacional y profesional de las Fuerzas Armadas y del Cuerpo de Carabineros, con abierta infracción a lo dispuesto en el artículo 22 de la Constitución Política y con grave deterioro de su prestigio institucional, y

    CUARTO: Transmitir este acuerdo a S.E. el Presidente de la República y a los señores Ministros de Hacienda, Defensa Nacional, Obras Públicas y Transportes y Tierras y Colonización'.



    --------------

    Nobis ardua

    Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

 

 

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