Le radici israeliane di Hamas vengono rese note

di Dean Andromidas

L’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Daniel Kurtzer, ha dichiarato, in un discorso pubblico tenuto a Gerusalemme il 20 dicembre, che esiste una connessione tra Hamas, Jihad Islamica e la promozione israeliana dei movimenti islamisti come avversari dei movimenti nazionalisti palestinesi. Le affermazioni di Kurtzer sono molto vicine alla dimostrazione di EIR dell'evidenza di un ruolo strumentale da parte di Israele nella fondazione di Hamas e nel controllo dell'attività di quella organizzazione.
Kurtzer ha detto che la crescita dei movimenti islamisti nei territori palestinesi negli ultimi decenni "con il tacito supporto di Israele", non è "totalmente scollegata" dalla nascita di Hamas e della Jihad Islamica e i loro attacchi terroristici contro Israele. Kurtzer ha spiegato che durante gli anni '80, quando i movimenti islamisti hanno cominciato a fiorire in Cisgiordania e Gaza, "Israele riteneva fosse meglio che la gente si rivolgesse alla religione piuttosto che alla causa nazionalistica [dell'OLP]". Non si è quindi sforzato di fermare il flusso di denaro verso le moschee e gli altri istituti religiosi, piuttosto che verso le scuole.
Secondo Ha'aretz del 21 dicembre, Kurtzer ha fatto queste straordinarie dichiarazioni ad un seminario sulla religione e la politica sponsorizzato da Oz V'Shalom-Netivot Shalom, una importante organizzazione anglo-americana che promuove la pace tra israeliani e palestinesi. ... Kurtzer ha detto che come risultato della crescita dell'islamismo a danno dell'educazione, ci sono ora palestinesi che sono "determinati terroristi che usano la fede religiosa in un modo perverso per sedurre le masse". ...

Il nemico del mio nemico è mio amico
Queste dichiarazioni sono di straordinaria importanza considerato che Kurtzer è un diplomatico di grande esperienza, che ha guidato l'ambasciata di Egitto prima di arrivare a Tel Aviv. E' anche un ebreo ortodosso che ha sempre criticato gli estremismi anti-israeliani e l'anti-semitismo tipico di certi circoli arabi. Ma il primo ministro Ariel Sharon raramente riserva al più alto rappresentante degli Stati Uniti un'udienza ufficiale.
Le affermazioni dell'ambasciatore rappresentano informazioni di cui tutti gli osservatori seri del Medio Oriente sono a conoscenza: Hamas è sempre stato uno strumento attraverso il quale Israele ha potuto minare l'ANP e l'OLP guidati da Yasser Arafat. Simili dichiarazioni da parte di Arafat sono state minimizzate da Israele come "stupida" propaganda. ...
Il 3 Gennaio, Yossi Sarid, il segretario del Meretz Party (Partito democratico israeliano) scrisse su Ha'aretz "Quello che spaventa Sharon ... è qualsiasi prospettiva o segno di calma o moderazione. Se la situazione si calmasse e stabilizzasse, Sharon dovrebbe tornare al tavolo dei negoziati e, con il risveglio delle pressioni interne ed esterne, dovrebbe avanzare proposte serie per un accordo. Quel momento terrorizza Sharon ed egli lo vuole rimandare il più possibile."
Sarid dice che Sharon ritiene "che i terroristi e coloro che danno loro asilo non sono i veri nemici. Invece, i veri nemici sono i moderati ... Puoi combattere i terroristi - un'operazione piuttosto semplice - ma sei costretto a parlare con i moderati, e questo è molto più difficile, se non addirittura pericoloso come affare."
Più importante per la sopravvivenza del popolo palestinese e dello stesso Israele, è il pericoloso ruolo dei manovratori di marionette esterni alla regione, che manipolano le due parti in causa in un gioco mortale con i loro micidiali piani tesi a produrre uno "scontro di civiltà". A questo proposito, Sharon, con la sua politica del "Grande Israele", è solo un pupazzo quanto i palestinesi che si fanno saltare in aria con l'esplosivo alle stazioni degli autobus.

Due decadi cercando di annientare Arafat
Hamas è la sigla di Harafat al-Muqawama Al-Islamiyya, o Movimento di Resistenza Islamica. Il suo leader spirituale è lo sceicco Ahmed Yassin, il quale, nonostante i suoi durissimi sermoni anti-israeliani, ha avuto rapporti fuori dal comune con le autorità israeliane. Nel 1973, Yassin fondò l'Associazione Islamica (al tempo in cui la politica israeliana cercava di promuovere ciò che l'ambasciatore Kurtzer definisce "movimenti islamisti".
Qualcuno potrebbe domandare: Perchè Israele dovrebbe promuovere un movimento islamista che più tardi l'avrebbe attaccato? Come poterono i servizi segreti israeliani essere coinvolti da Yassin? Non lo sono stati. Il semplice fatto è che la politica di Hamas è il lato simmetrico della politica del "Grande Israele" di Sharon che rifiuta ogni compromesso territoriale. Il manifesto di Hamas del 1988 diceva, "La terra di Palestina è stata una Waqf islamica per generazioni, e fino al giorno della resurrezione nessuno potrà rinunciare a tutta o parte di essa, o abbandonarla... Le iniziative di pace sono tutte contrarie alla fede di Hamas, perchè rinunciare ad una parte della Palestina significa rinunciare ad una parte della religione."
In questa retorica non c'è spazio per lo stato di Israele, come non ce n'è per lo stato di Palestina nel "Grande Israele" di Sharon.
Le relazioni israeliane con Hamas si intensificarono dopo che la Lega Araba, nel 1974, riconobbe Arafat e l'OLP come i rappresentanti del popolo palestinese: in effetti, un governo in esilio. Nel 1979 Yassin ottenne un permesso ufficiale dal governo israeliano del primo ministro Menachem Begin. Questo coincise con la firma del trattato di pace di Camp David tra Israele ed Egitto. Quel trattato conteneva delle clausole che facevano riferimento alla creazione di un'autorità palestinese nei territori occupati, che avrebbe rappresentato l'embrione per il ritiro israeliano e la nascita dello stato palestinese. Il generale Ariel Sharon è stato il più tenace oppositore delle clausole e lottò affinchè non venissero applicate. Scelse due alternative: la guerra in Libano e la colonizzazione dei territori occupati. Sharon fu aiutato dall'assassinio del presidente egiziano Anwar Sadat da parte di terroristi islamisti localizzati in Egitto e controllati dagli anglo-americani.

"Politica di rinforzo dei gruppi islamisti"
La tolleranza israeliana, se non la sponsorizzazione, dei movimenti islamisti è nota e ben documentata da fonti israeliane. Nel 1997, il "Jafee Center for Strategic Studies", dell'Università di Tel Aviv, ha pubblicato uno studio intitolato "Hamas: islamismo radicale in un conflitto nazionale", firmato da Anat Kurz e Nahman Tal. Nel documento si sostiene che l'Associazione Islamista, "il cui programma non conteneva obiettivi nazionalistici, ottenne un permesso dall'Amministrazione Civile israeliana per condurre le proprie attività nel 1979. Il permesso corrispondeva alla politica israeliana di rinforzo delle organizzazioni islamiche come contrappeso ai gruppi nazionalistici palestinesi."
La rapida espansione dell'Associazione Islamista provocò scontri nei campus delle università palestinesi dei territori occupati negli anni '80, tra gli studenti simpatizzati dell'OLP e quelli associati con gli islamisti. Questa espansione fu aiutata dall'invasione israeliana del Libano nel 1982, in cui Sharon sperò di risolvere il "problema palestinese" schiacciando militarmente l'OLP (che aveva allora la propria sede in Libano) e tentando un genocidio tra le centinaia di migliaia di palestinesi che vivevano nei miseri campi profughi del Libano.
Nonostante la sua orchestrazione del massacro di migliaia di palestinesi, incluse donne e bambini, nei campi profughi di Sabra e Chatila, Sharon non riuscì ad eliminare Arafat. Ciò nonostante, Arafat e l'OLP furono esiliati in Tunisia e la loro influenza politica fu pesantemente indebolita.
Lo sceicco Yassin, con altri leader di Hamas, fu arrestato nel 1984, in seguito alla scoperta di depositi di armi controllati dall'Associazione Islamista. Ma l'organizzazione non fu messa al bando. Infatti, Yassin fu presto rilasciato in uno scambio di prigionieri senza precedenti tra Israele e il "Fronte popolare per la liberazione della Palestina-Comando generale" (PFLP-GC) di Ahmed JABRIL.
Questo accordo, stabilito con uno dei più violenti gruppi palestinesi contrari all'OLP dell'epoca, avvenne in un periodo in cui il Mossad era occupato ad assassinare il più moderato leader dell'OLP.
Poi, nel 1988, l'Associazione Islamista creò Hamas come diretta alternativa all'OLP, che aveva lanciato la prima intifada l'anno precedente.
Anche il 1988 fu importante perchè l'OLP, alla 19sima Conferenza del Consiglio Nazionale palestinese in Algeria del 1988, accettò la risoluzione del 1947 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevedeva due stati in Palestina. L'OLP propose anche di riunire una conferenza di pace internazionale basata sulle risoluzioni Onu 242 e 338, che stabilivano il principio "Terra in cambio di Pace".
Questa fu di fatto il riconoscimento di Israele da parte dell'OLP e Arafat. Verso la fine del 1988, l'amministrazione Reagan estendeva il riconoscimento ufficiale all'OLP come organizzazione rappresentante il popolo palestinese.
Quando il leader palestinese Abu Jihad iniziò a negoziare con Hamas, nel tentativo di portare la sua base verso la nuova tendenza politica, egli fu immediatamente assassinato dal Mossad.
Yassin, come tutti i vecchi leader di Hamas, è un membro della Fratellanza Musulmana, la estesa organizzazione islamica che operain tutto il mondo islamico. Nel passato, le fazioni anglo-americane non hanno esitato a manovrare le varie correnti della Fratellanza per destabilizzare i regimi arabi laici.
Quando Zbigniew Brzezinski lanciò la guerra afghana contro la Russia negli anni '80, molti combattenti mujahideen arabi furono arruolati attraverso i contatti della rete della Fratellanza Musulmana.
La storia della Fratellanza Musulmana potrebbe riempire interi volumi; il punto cruciale è che Hamas, una delle sue ramificazioni, è sempre stata in opposizione al nazionalismo laico di Arafat, dell'OLP e dei governi che li supportavano.
Hamas ha una struttura organizzativa particolare, profondamente diversa da quella dell'OLP. Mentre in Cisgiordania e Gaza, Hamas esiste come movimento politico ampio, le sue ali militari, l'Izza-Din Al Qassam e la Jihad Islamica, sono esterne all'organizzazione e vengono amministrate in modo completamente separato. Queste organizzazioni laterali, che sono responsabilit degli attentati, sono sotto il controllo dei leader che operano dall'estero. I loro uffici sono a Londra, dove ha sede la rivista del gruppo, Falatin Al Muslimah; Giordania; Siria; e negli Stati Uniti, in particolare in Virginia e in Texas. Sebbene Arafat abbia periodicamente tentato di portare la base popolare di Hamas in ambito palestinese, la leadership militare piazzata all'estero lo ha sempre impedito.
Questa biforcazione si inserisce perfettamente nella strategia di Sharon basata sul lancio di violenti attacchi contro obiettivi di Hamas, allo scopo di trarre una analoga risposta violenta dalla Jihad Islamica e dall'Izza-Din Al Qassam. Così Arafat e gli obiettivi diplomatici vengono distrutti e il fuoco della guerra civile all'interno dei territori occupati viene appiccato.

La campagna terroristica anti-Oslo comincia
Gli accordi di Oslo hanno rappresentato il primo barlume di speranza per la soluzione del conflitto mediorientale. E, il primo attacco terroristico teso a distruggerlo non fu lanciato da Hamas o dalla Jihad Islamica o da un'altra fazione palestinese. Il primo attacco suicida fu lanciato il 25 febbraio 1994 dal terrorista israeliano Baruch Goldstein, che entrò in una moschea di Hebron, uccise 50 musulmani in preghiera e infine si suicidò. Goldstein era un membro del Kach, l'organizzazione terroristica fondata dal rabbino Meir Kahane che fondè anche la
Jewish Defense League negli anni '60 in Stati Uniti.
Il Kach, che è ben collegato con Sharon, è sulla lista ufficiale delle organizzazioni terroristiche del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Il massacro senza precedenti fu pensato per provocare la campagnia di attentati suicida da parte di Hamas e Jihad Islamica, l'anno successivo.
Infatti, la strage mise in moto la "spirale della violenza" che deve ancora finire. L'attentato di Goldstein arrivò proprio nel momento in cui il primo ministro israeliano Rabin ed Arafat iniziarono l'applicazione formale degli accordi di Oslo che prevedevano la nascita di uno stato palestinese entro il 1998.
Il primo attentato suicida di Hamas avvenne due mesi più tardi nell'aprile del 1994, quando Rabin e Arafat firmarono un accordo per fondare l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). L'accordo prevedeva l'organizzazione di libere elezioni in tutti i territori, per stabilire la legittimazione internazionale del governo guidato da Arafat.
Ma nonostante questa campagna terroristica, che durò per mesi sotto la severa repressione delle forze di sicurezza di Arafat, l'alleanza tra Rabin e Arafat, benchè seriamente indebolita, non fu rotta.
L'alleanza fu definitivamente spezzata con l'assassinio di Rabin da parte di un israeliano, il 5 novembre 1995.
La successiva fase di attacchi iniziò in seguito all' "assassinio mirato" del militante di Hamas Yahya Ayyash, il 5 gennaio 1996. Benchè definite "rappresaglie", i nuovi attentati erano in effetti parte della campagna di Hamas per far eleggere Benjamin Netanyahu come primo ministro di Israele. Questo fu ammesso da Ibraham Ghawshah, portavoce ufficiale di Hamas residente ad Amman in Giordania. Egli disse che era parte della loro strategia per influenzare l'opinione pubblica israeliana e far sprofondare l'intero processo nato da Oslo.
L'elezione di Netanyahu soddisfò sicuramente tutte le loro speranze, specialmente dopo le sue prime provocazioni che non solo portarono le attese risposte di Hamas, ma trascinarono la regione diverse volte sull'orlo della guerra.
La campagna di "tira-e-molla" raggiunse il picco di follia quando Netanyahu, sotto la direzione di Sharon, che era membro del suo governo all'epoca, tentò, nel 1997, di assassinare attraverso il Mossad l'ufficiale di Hamas Khalid Mishaal in Giordania.
Non solo l'attentato fallì, ma portò Israele a liberare il leader spirituale di Hamas, lo sceicco Yassin, che si trovava agli arresti in un carcere israeliano dal 1989. Ad Yassin fu permesso di tornare a Gaza per guidare Hamas contro il processo di Oslo in generale e contro Arafat in particolare.
Questo schema è proseguito fino a questi giorni. La caduta di Netanyahu nel 1999 portò al breve governo di Ehud Barak, il quale nonostante tante parole e negoziati non portò avanti neanche una briciola del processo di Oslo. Verso la fine dell'estate 2000, il set era pronto per l'ultima provocazione di Sharon: la sua marcia sul Monte del Tempio, luogo sacro per i musulmani, il 28 settembre.
Da quando è arrivato al potere, Sharon ha fatto tutto il possibile per assicurarsi il collasso di Arafat e dell'Autorità Nazionale Palestinese. Se avrà successo, questo porterà Hamas al potere o il totale caos politico all'interno dei territori.

18 Gen. 2002 EIR - Executive Intelligence Review - http://www.larouchepub.com