Domani l'Angelus come domenica scorsa

Navarro-Valls: saluterà ancora dalla finestra Oggi un ponte di preghiera con gli universitari riuniti in Vaticano Nuovi messaggi dal rabbino capo di Israele e dal serbo Pavle


Da Roma Mimmo Muolo

Giovanni Paolo II continua gli esercizi di riabilitazione. E domani tornerà a salutare i fedeli, come ha fatto domenica scorsa, al termine dell'Angelus. Nel silenzio delle fonti ufficiali (il prossimo bollettino medico verrà diffuso lunedì) sono queste le due novità di rilievo giunte ieri dal Policlinico Gemelli. Ad annunciarle è stato il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls al termine della sua quotidiana visita al Papa. Il quale continua a ricevere valanghe di fax e messaggi augurali da tutto il mondo, oltre che visite di ambasciatori e uomini politici e omaggi di semplici cittadini. Così la cronaca dell'ottava giornata di degenza è stata simile a quelle precedenti. Navarro, giunto in ospedale intorno alle nove di ieri mattina, ha rilasciato poco prima di andar via solo una brevissima dichiarazione. «Gli esercizi di riabilitazione continuano bene - ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana -. E per quanto riguarda l'Angelus sarà come domenica scorsa: il Papa parteciperà dando la benedizione con la mano». Navarro, comunque, si è riservato di darne conferma oggi. Già nel pomeriggio, però, il Papa si unirà alla preghiera degli universitari (e gli organizzatori sperano anche in una sorpresa), che a Roma e in altre dieci cattedrali di città universitarie reciteranno il rosario, pregando in particolare per la sua salute. In collegamento via satellite dall'Aula Paolo VI, dove a guidare la preghiera sarà il cardinale vicario di Roma e presidente della Cei, Camillo Ruini, ci saranno le cattedrali di Bari, Berlino, Bucarest, Kiev, Lisbona, Madrid, Tirana, Zagabria e i santuari di Santa Maria delle Vittorie in Kensington (Londra) e di Nostra Signora della Guardia a Genova. Ma a pregare per il Papa non sono solo gli studenti. Un messaggio "speciale" è stato recapitato ieri a mano dall'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Oded Ben Hur. È quello del rabbino capo di Israele, Shlomo Amar, che scrive «una preghiera e un augurio in ebraico», come ha spiegato il diplomatico ai giornalisti. Un altro messaggio è giunto dal patriarca serbo ortodosso Pavle, che da Belgrado esprime il suo auspicio e la sua preghiera per una pronta guarigione del Pontefice. Tra le altre visite di ieri anche quelle del presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, «ampiamente rassicurato delle condizioni del Papa» e dell'ambasciatore ucraino, che ha portato in dono un'icona fatta dalle donne del suo Paese. Un dono anche dagli apicoltori italiani: miele per aiutare il recupero della voce.

Avvenire - 5 febbraio 2005