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  1. #1
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    Predefinito Frodi fiscali e falso in bilancio :fara' la fine di Al Capone?

    Inchiesta sui diritti Tv, tra le carte della Procura un grafico
    sugli intrecci con il "comparto riservato" dell'azienda del premier
    Mediaset, in 31 cd la verità dei Pm
    "Frodi fiscali, falso in bilancio"
    di LUCA FAZZO e MARCO MENSURATI


    Silvio Berlusconi
    MILANO - Silvio Berlusconi sapeva tutto, dice la Procura di Milano. Sapeva tutto dei trucchi con cui venivano gonfiati i prezzi dei diritti tv, e centinaia di milioni venivano sottratti alle casse di Fininvest prima e di Mediaset poi. E sapeva tutto della rete di società offshore grazie a cui i proventi dell'affare venivano consegnati nelle mani dei suoi due figli maggiori, Piersilvio e Marina.

    Trentuno cd rom consegnati ieri ai difensori del presidente del Consiglio racchiudono il riassunto dell'indagine per appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio condotta dai pm milanesi Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale. Ci vorranno giorni ai difensori per leggerli tutti. Ma bastano poche ore per capire di essere davanti a un quadro impressionante.
    La parte decisiva è costituita dalle testimonianze, dalle rogatorie e soprattutto dalla relazione conclusiva che la Procura ha affidato agli analisti della Kpmg.

    Lo schema grafico in cui Kpmg ha ricostruito gli intrecci tra le società del gruppo Mediaset e quelle del "comparto riservato" farebbe venire l'emicrania anche a uno specialista di scatole cinesi. È il riassunto di come nel corso di dieci anni siano state create dagli specialisti di Berlusconi società ombra che rilevavano dalle otto major di Hollywood i diritti televisivi e li rivendevano a Mediaset al termine di una serie di intermediazioni utili solo a farne lievitare il prezzo.
    Ma dentro i 31 cd rom c'è praticamente di tutto.

    Ci sono le copie degli accordi segreti che certificano - come nella fotocopia riprodotta in questa pagina - che le società off shore in cui finivano i soldi Mediaset erano di proprietà di Pier Silvio e Marina; ci sono i vari progetti di Mills, il "grande architetto" legale incaricato da Berlusconi; ci sono gli elenchi dei titoli dei film comprati da società ombra della famiglia Berlusconi e rivenduti a prezzi esorbitanti al Biscione (tra questi, tanto per fare un esempio, tre film di Maciste degli anni '50 ceduti per oltre un milione di euro); ci sono infine le testimonianze di dipendenti, di manager Mediaset e del mondo del cinema, e delle loro segretarie.

    Come ad esempio quella di Silvia Cavanna, segretaria personale di Carlo Bernasconi, presidente di Medusa, che racconta di come, sotto l'avanzare dell'inchiesta giudiziaria, le vennero ripuliti i computer dai vertici di tutto quello che poteva costituire una prova e di come allo camion carichi di carte portarono dalla Svizzera in Lussemburgo tutti i documenti scottanti.

    Una montagna di materiale, insomma, da cui emerge in maniera netta il meccanismo di quella che ha tutte le caratteristiche di una gigantesca truffa: in primo luogo ai danni del fisco italiano, cui Berlusconi in cinque anni secondo i calcoli degli investigatori avrebbe sottratto almeno 126 miliardi di lire. Il tutto finiva nelle due compagnie possedute dai figli di Berlusconi attraverso gli ormai famosi trust creati dall'avvocato londinese David Mills.

    Mentre a Los Angeles la mente dell'operazione era un personaggio un po' misterioso, assai poco amato in Fininvest ma dal potere inattaccabile: Daniele Lorenzano, uomo di fiducia di Silvio Berlusconi a cui - dice più di un testimone - rispondeva direttamente.
    Nelle pagine depositate dai pm milanesi si legge però anche una storia parallela, che è quella di una indagine condotta tra mille difficoltà. Una su tutte: l'evidente ostruzionismo del ministero della Giustizia. Durante l'inchiesta suscitò molto scalpore la polemica tra la procura e via Arenula quando il ministero bloccò le rogatorie in corso in Svizzera. Dalla lettura degli atti si apprende oggi che lo stesso schema si è ripetuto in occasione di altre rogatorie.

    In particolare il ministro Castelli e il suo staff si sono a lungo rifiutati di inoltrare alle Bahamas la richiesta di rogatoria che, alla fine, ha permesso ai magistrati di scoprire buona parte dei flussi finanziari.
    (25 febbraio 2005)

  2. #2
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    Il Salento, ma tra poco Milano...
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    Gli è rimasto un altro annetto per farsi qualche altra legge ad personam e rimane incensurato per il resto dei suoi giorni...

  3. #3
    .
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    In Origine Postato da uno di sinistra
    Gli è rimasto un altro annetto per farsi qualche altra legge ad personam e rimane incensurato per il resto dei suoi giorni...
    Questo genere di affermazioni mi fanno una rabbia incredibile, non perchè non le condivida, mi ci vedo riflessa come in uno specchio.
    A quale livello di cinismo e di disfattismo siamo arrivati? Nessuna fede nella giustizia, nessuna speranza che le cose possano mai cambiare...che tristezza!

  4. #4
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    tanto di novità ce ne saranno un paio/ le votiamo per sbaglio e ci bloccano coll'aglio/ svaniranno per un comando del lupinaio/ sciuscià, il fatto, satiricon e raiot... / ...non si solleverà nessun vespaio!/
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    In Origine Postato da Flora
    Questo genere di affermazioni mi fanno una rabbia incredibile, non perchè non le condivida, mi ci vedo riflessa come in uno specchio.
    A quale livello di cinismo e di disfattismo siamo arrivati? Nessuna fede nella giustizia, nessuna speranza che le cose possano mai cambiare...che tristezza!
    perchè possono cambiare?
    Chiamo alla Jihad da Rihad a Dubai/
    Sai, gli restituiremo le torture di Abu Ghraib/
    ogni posto in occidente è il World Trade Center/
    E qui intorno ogni giorno è l'undici
    settembre/

  5. #5
    "SI PUO' FARE"
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    "La guerra è la vicenda in cui innumerevoli persone, che non si conoscono affatto, si massacrano per la gloria e per il profitto di alcune persone che si conoscono e non si massacrano affatto." (Paul Valèry, poeta francese).

  6. #6
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    In Origine Postato da Flora
    Questo genere di affermazioni mi fanno una rabbia incredibile, non perchè non le condivida, mi ci vedo riflessa come in uno specchio.
    A quale livello di cinismo e di disfattismo siamo arrivati? Nessuna fede nella giustizia, nessuna speranza che le cose possano mai cambiare...che tristezza!
    Un primo passo potrebbe essere l'isolare moralmente tutti quelli che di questo cinismo si fanno bandiera e scherno nei confronti di coloro che ancora possiedono un briciolo di dignità e decenza.
    Perchè concedere loro DIGNITA' d'interlocutori?
    Non ne hanno; meritano solo il più profondo disprezzo.

  7. #7
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    «Mediaset evadeva le tasse, Berlusconi sapeva»
    I pm di Milano: gonfiati i prezzi dei diritti tv, società ombra per aggirare il fisco.
    Le testimonianze dei dipendenti



    Giuseppe Caruso
    MILANO Obbiettivo: evadere le tasse. Questo è il senso, secondo i pubblici ministeri della procura di Milano Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, della gigantesca operazione messa in piedi da Finivest prima e Mediaset dopo, sfruttando i diritti cinematografici. E Silvio Berlusconi, sempre secondo i giudici, era al corrente di tutto.
    Grazie ad un complesso intreccio di scatole cinesi la società del presidente del consiglio gonfiava i prezzi dei diritti televisivi acquistati all’estero, sottraendo denaro alle casse di Fininvest e Mediaset. In un periodo lungo almeno dieci anni sono state create dagli uomini di Berlusconi società ombra che compravano dalle case di produzione americane i diritti televisivi per rivenderli a Mediaset dopo tutta una serie di passaggi ed intermediazioni che avevano il compito di gonfiare le cifre. I soldi in eccedenza finivano nelle società off shore possedute dai figli. In questo modo il denaro rimaneva in famiglia, ma abbattendo gli utili Mediaset doveva ovviamente pagare molte meno tasse rispetto a quanto previsto.
    Ci sono i testimoni. Ad inchiodare i vertici della società di Berlusconi e lo stesso premier ci sono le testimonianze di alcuni dipendenti, le copie degli accordi segreti che testimoniano come effettivamente dietro le società off shore ci fossero i figli del premier, gli elenchi dei titoli dei film dai prezzi gonfiati ed infine le parole dell’avvocato David Mills, l’uomo che avrebbe creato questo complicato sistema di scatole cinesi.
    Silvia Cavanna, segretaria personale di Carlo Bernasconi, presidente di Medusa, racconta: «Bernasconi, una volta tornato dalle riunioni di Arcore, mi diceva: “Silvia, picchia duro con i prezzi”. Sin dall’inizio degli anni ottanta all’interno di un ristretto gruppo di persone di cui facevano parte Berruti (oggi deputato di Forza Italia), la Camaggi e Bernasconi, si cominciò ad impostare una struttura di società estere in paradisi fiscali».
    «Bernasconi ideò una tecnica di spezzettamento del contratto iniziale in più contratti parziali» ha spiegato ancora la Cavanna ai magistrati milanesi «che si chiamava master. Poteva dunque capitare che il master prevedesse un costo di 100 e i vari subcontratti in cui veniva spezzettato arrivassero tutti assieme ad avere un costo molto superiore. Il prezzo indicatomi da Bernasconi per il singolo acquisto era tale che il costo complessivo finale risultava sempre superiore a quello originariamente pagato dal gruppo. I maggiori aumenti si registravano per i prodotti che costavano meno, come telenovelas e vecchi film di repertorio. Per questi film il costo iniziale poteva essere aumentato anche più del doppio. Queste modalità sono state normalmente praticate sin dal 1981 senza soluzione di continuità». Alla fine dell’interrogatorio la Cavanna chiama direttamente in ballo Silvio Berlusconi: «Ricordo perfettamente che vari fornitori venivano a cena in barca per discutere della vendita dei prodotti televisivi con Berlusconi. Io non partecipavo a queste trattative ma sapevo di queste visite perché ne parlavamo tutti, anche lo stesso Berlusconi».
    I paletti di Castelli. I magistrati milanesi hanno dovuto lavorare tra molte difficoltà per raccogliere il materiale probatorio. Tra le ostruzioni più impreviste c’è sicuramente quella opposta dal ministero della Giustizia. Il ministro Castelli infatti ha cercato di bloccare alcune richieste di rogatorie in Svizzera ed alle Bahamas. Inoltre si accusa il dicastero di Giustizia di aver letto gli atti di esecuzione delle rogatorie, violando in questo modo il segreto sui risultati. La paura della procura milanese è che ci possano essere state delle fughe di notizie. Augusta Iannini, capo del Dipartimento per gli Affari Penali, con una nota firmata fa sapere che «il ministero della Giustizia riceve quotidianamente gli atti di esecuzione delle rogatorie. Si tratta di atti che vengono doverosamente aperti per verificare la corrispondenza tra i documenti indicati nella nota di trasmissione da parte dell'autorità estera e quelli effettivamente ricevuti. Successivamente, gli atti vengono nuovamente sigillati e spediti tramite corriere all'autorità giudiziaria competente». Di certo lo scontro tra la procura di Milano ed il ministero di Giustizia è destinato a proseguire nel tempo.

  8. #8
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    15 Novembre 2005
    DIRITTI TV
    Il socio occulto di Berlusconi in aula il 19 dicembre

    Il gup di Milano, Fabio Paparella, non si astiene, quindi l'udienza preliminare per la vicenda dei diritti televisivi e cinematografici di Mediaset prosegue: un giorno cruciale sarà quello del 19 dicembre, quando sarà interrogato con la formula dell'incidente probatorio Farouk Agrama, l'imprenditore egiziano indicato dai pm come «socio occulto» di Berlusconi nelle operazioni che portarono alla creazione di fondi neri. Agrama, imputato nel procedimento, ha già dato la sua disponibilità.
    Quanto alla possibilità che lo stesso Berlusconi, in questo processo, possa essere interrogato, l'avvocato Ghedini lo ha praticamente escluso, anche se potrebbe deporre per dichiarazioni spontanee, in assenza di contraddittorio, come ha fatto nel processo Sme.
    I tempi dell'udienza preliminare, con l'ammissione all' interrogatorio di Agrama, sembrano quindi destinati a dilatarsi e, tra la prossima udienza e il 19 dicembre, potrebbero tenersi gli interrogatorio degli altri imputati. Ieri il gup Paparella ha risposto no all'invito di alcuni difensori a valutare l'opportunità di astenersi dall'udienza, perchè si era già occupato della vicenda del bilancio consolidato Fininvest. Paparella ha chiarito di essersi limitato a inoltrare degli atti e dunque non aveva nessun obbligo di astensione non avendo precedentemente pronunciato nessun giudizio.

  9. #9
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    In Origine Postato da antonio
    ehehehehe..in assenza del contradditorio, come al solito...
    Un'altra bella vagonata di balle...

  10. #10
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    In Origine Postato da HoChiMinh84
    perchè possono cambiare?
    Una belle legge che ripristina i reati "epurati" dal capo-banans e la sua banda in modo retroattivo.


 

 
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