Memoria e identità. Presentato a Roma il nuovo libro di Giovanni Paolo II
di Serena Sartini/ 22/02/2005
] Esce domani il nuovo libro del papa. Una lettura filosofica della storia recente, dai totalitarismi alle sfide della democrazia, con uno sguardo alle vicende private, a partire dall'attentato del 1981. "Quel giorno ero praticamente dall'altra parte".
Il nazismo e il comunismo, “ideologie del male” che al papa “è stato dato di fare esperienza personale”; ma anche il richiamo all’aborto come un nuovo Olocausto e il ricordo dell’attentato del 13 maggio 1981. Sono alcuni dei temi trattati nell’ultimo libro di Giovanni Paolo II intitolato Memoria e identità, presentato questo pomeriggio a Roma e in uscita nelle librerie italiane da domani, in prima mondiale. Un volume in cui il papa affronta anche il concetto di democrazia contemporanea, di libertà umana, dei diritti umani, cercando di cogliere il senso più profondo della storia. In 220 pagine, Giovanni Paolo II ripercorre le esperienze che ha vissuto in prima persona sotto nazismo e comunismo, “qualcosa che resta incancellabile nella mia memoria”, ma come se quel “male fosse necessario al mondo e all’uomo”, per capire che solo con “il bene si può vincere il male”. Wojtyla è infatti fra i pochi testimoni viventi capaci di trasmettere l’esperienza dei due totalitarismi del secolo passato, sofferti dalla sua Patria, la Polonia. “Prima ci fu il nazismo – scrive – quello che in quegli anni si potè vedere era già cosa terribile”. “Vivevamo – aggiunge – sprofondati in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente cominciammo a renderci conto della sua reale entità”. Un’esperienza per cui “non si dimentica facilmente il male”, dice Wojtyla, “ma che si può solo perdonare”.
Memorie e identità è il quinto libro del pontefice, dopo Varcare la soglia della speranza, Dono e mistero, Trittico romano e Alzatevi, andiamo!, uscito appena lo scorso anno. Il nuovo lavoro di Giovanni Paolo II uscirà nella versione polacca il 14 marzo, edito dalla Znack di Cracovia. Per la presentazione del libro, a Varsavia, è atteso anche il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joàquin Navarro-Valls. Nel Paese natale del papa, per rispondere alle forti richieste (il numero delle copie ha già superato le 100mila), in alcune librerie il libro sarà in vendita già dall’11 marzo.
Il ricordo di quel terribile 13 maggio 1981
“Praticamente ero ormai dall’altra parte”, ma “fu come se qualcuno avesse guidato e deviato quel proiettile…”. Con queste parole Giovanni Paolo II ripercorre quel tragico 13 maggio 1981, quando alle 17.17 il turco Alì Agca sparò in Piazza San Pietro. Come andarono veramente le cose quel giorno? Il racconto del pontefice trova spazio nell’epilogo del nuovo libro, insieme alla testimonianza del suo segretario. Il titolo scelto, Qualcuno aveva guidato quel proiettile, parla chiaramente. “Agca sparò per uccidere. Quel colpo avrebbe dovuto essere mortale. Poi il proiettile cadde tra il papa e me. Domandai al Santo Padre: ‘Dove?’. Rispose: ‘Al ventre’. ‘Fa male?’. ‘Fa male’”. Il segretario personale di Giovanni Paolo II, mons. Stanislaw Dziwisz ricorda quel tragico episodio. L’ultima conversazione su quell’attentato si è infatti svolta alla presenza dello stesso segretario del papa, nella piccola sala da pranzo del Palazzo pontificio a Castel Gandolfo. “Il Santo Padre pregava sottovoce – racconta Stanislaw – poi, già durante il percorso perse conoscenza”. “Sì, ricordo quel viaggio verso l’ospedale – scrive Giovanni Paolo II – avevo la sensazione che ce l’avrei fatta. Stavo soffrendo e questo era un motivo per temere, nutrivo però una strana fiducia”. Poi il papa prosegue: “Dissi a don Stanislaw che perdonavo l’attentatore”. Ma quella fu per il papa “una dura esperienza”.
Cinque mesi dopo l’attentato, Wojtyla tornò in Piazza San Pietro con questa certezza: “Potrei dimenticare che l’evento ha avuto luogo nel giorno e nell’ora nei quali, da più di sessant’anni, si ricorda a Fatima la prima apparizione della Madre di Cristo ai poveri pastorelli? In tutto ciò – sottolinea il Pontefice nel suo ultimo volume – ho avvertito una straordinaria protezione e premura materna. Essa si è dimostrata più forte del proiettile micidiale”. Nelle pagine in cui si ricorda quel terribile attentato, il papa racconta anche la visita ad Agca in prigione. “Durante tutto il colloquio – afferma il Pontefice – apparve chiaro che Alì Agca continuava a domandarsi come mai l’attentato non gli fosse riuscito. Aveva fatto tutto ciò che doveva – continua Wojtyla - curando ogni minino dettaglio. E tuttavia la vittima designata era sfuggita alla morte”. Ad Agca non interessava altro, non chiese nemmeno perdono. “Si chiedeva solo come stessero le cose con quel segreto di Fatima – dice il papa – in che cosa consistesse tale segreto. Fu il principale del suo interesse”.
Giovanni Paolo II conclude il racconto sottolineando come in tutto ciò che dice e fa “in adempimento” del suo ministero, influisce “qualcosa che non è esclusivamente iniziativa mia”. “So di non essere io solo ad agire in ciò che faccio come Successore di Pietro”.
L’aborto come un nuovo sterminio
L’aborto come un nuovo Olocausto. Una denuncia già segnalata in diverse occasioni da Giovanni Paolo II e riproposta nel suo ultimo volume. Il papa richiama “la grande eruzione di male” di oggi. Così come Hitler “aveva raggiunto il potere per vie democratiche”, anche nei Parlamenti eletti democraticamente “permane lo sterminio legale degli esseri umani concepiti e non ancora nati. E questa volta – scrive il papa – si tratta di uno sterminio deciso addirittura da Parlamenti nei quali ci si appella al progresso civile delle società e dell’intera umanità”.
Un richiamo forte e diretto all’aborto paragonato allo sterminio degli ebrei. Ma la denuncia non si ferma al caso dell’aborto. “Penso – scrive il pontefice – alle forti pressioni del Parlamento europeo perché le unioni omosessuali siano riconosciute come una forma alternativa di famiglia a cui competerebbe anche il diritto di adozione. È lecito e anzi doveroso porsi la domanda – denuncia Wojtyla – se qui non operi ancora una nuova ideologia del male, forse più subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l’uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell’uomo”. Ma perché tutto ciò può accadere? si domanda il pontefice: “Questo avviene perché è stato respinto Dio quale creatore, e perciò quale fonte della determinazione di ciò che è bene e di ciò che è male”. Nel proseguo del libro, il papa torna sul tema dell’aborto: “Se da un lato l’Occidente continua a dare testimonianza dell’azione del fermento evangelico, dall’altro non meno forti sono le correnti dell’anti-evangelizzazione”, tra cui “i divorzi, l’amore libero, l’aborto, l’anticoncezione, la lotta contro la vita nella fase iniziale come in quella del tramonto, la sua manipolazione”. “Dinanzi a tutto ciò – aggiunge il Pontefice – ci si può legittimamente domandare se non sia questa un’altra forma di totalitarismo, subdolamente celato sotto le apparenze della democrazia”. E conclude: “Quando un parlamento autorizza l’interruzione della gravidanza, consentendo la soppressione del nascituro, commette un grave sopruso nei confronti di un essere umano innocente e privo, oltre tutto, di qualsiasi capacità di autodifesa”.
L'indice dell'opera
Indice generale
Nota dell'Editore
Il limite imposto al male
1. Mysterium iniquitatis: la coesistenza del bene e del male
2. Ideologie del male
3. Il limite imposto al male nella storia dell'Europa
4. La Redenzione come limite divino imposto al male
5. Il mistero della Redenzione
6. La Redenzione: vittoria data come compito all'uomo
Libertà e responsabilità
7. Per un giusto uso della libertà
8. La libertà è per l'amore
9. L'insegnamento della storia recente
10. Il mistero della misericordia
Pensando Patria (Patria - Nazione - Stato)
11. Sul concetto di patria
12. Il pattriottismo
13. Il concetto di nazione
14. La storia
15. Nazione e cultura
Pensando Europa (Polonia - Europa - Chiesa)
16. La patria europea
17. L'evangelizzazione dell'Europa centro-orientale
18. Frutti di bene sul terreno dell'illuminismo
19. La missione della Chiesa
20. Il rapporto della Chiesa con lo Stato
21. L'Europa nel contesto degli altri continenti
Democrazia: possibilità e rischi
22. La democrazia contemporanea
23. Ritorno all'Europa?
24. La materna memoria della Chiesa
25. La dimensione verticale della storia dell?Europa
26. "Qualcuno aveva guidato quel proiettile ..."
Note
Citazioni bibliche e documenti del Magistero
Indice dei nomi
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