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    Predefinito STORIA - Rosa Bianca: uno dei pochissimi casi di resistenza al nazismo

    STORIA
    Un film rilancia la vicenda della Rosa Bianca, uno dei pochissimi casi di resistenza esplicita al nazismo

    Studenti contro il Führer

    Tutto comincia a Monaco di Baviera: giovani universitari diffondono volantini che incitano al dissenso. Parla la sorella di uno dei protagonisti


    Da Monaco Di Baviera Stefano Tognoli

    Fu l'espressione più alta della resistenza in Germania contro il regime nazista e anche perché di resistenza nel Paese ce ne fu in realtà poca, la nazione tedesca si è aggrappata nel dopoguerra alla memoria del movimento studentesco della Rosa Bianca come a un rito catartico di vitale importanza. A esso è dedicato anche il film «Sophie Scholl. Die letzten Tage» (Sophie Scholl. Gli ultimi giorni) premiato al Festival del cinema di Berlino con due Orsi d'argento e in uscita nei cinema tedeschi questa settimana. Protagonista della pellicola del regista tedesco Marc Rothemund è l'attrice Julia Jentsch nei panni di Sophie Scholl, unica donna appartenente al gruppo insieme al fratello Hans, a Christoph Probst, Willi Graf, Alexander Schmorell e al professor Kurt Huber.
    Tra il 1942 e il 1943 il gruppo diffuse sei volantini incitanti alla resistenza. I fogli venivano abbandonati di nascosto nelle aule dell'Università di Monaco di Baviera e inviati per posta a persone in tutta la Germania stimati come potenziali "moltiplicatori del dissenso". Il sesto volantino, scritto dopo la disfatta dell'esercito tedesco a Stalingrado, fu l'ultimo. Il 18 febbraio 1943 Sophie e Hans Scholl furono sorpresi dal custode dell'ateneo mentre ne lasciavano alcune copie sui corridoi. Iniziano così gli ultimi giorni del gruppo raccontati nel film.
    In poche ore la Gestapo arriva ad arrestare tutti i suoi membri. «Al mattino ero in Università - ricorda oggi Anneliese Knoop-Graf, sorella di Willi Graf - quando sentii che erano stati arrestati uno studente e una studentessa. Non sapevo nulla della Rosa Bianca. Mio fratello mi aveva tenuto all'oscuro di tutto. Riteneva forse che questa non fosse un'attività adatta per una donna ed era sempre stato molto bravo a tacere. Conoscevo però la sua posizione e quella dei suoi amici verso il regime e ho temuto subito che si trattasse dell'arresto di Hans e Sophie». Anneliese viveva allora in un appartamento con il fratello. «Alla sera, quando arrivai a casa, la Gestapo ci stava già aspettando. Willi arrivò dopo di me e non ebbi l'opportunità di parlargli».
    Agli arresti seguirono processi farsa davanti al Tribunale del popolo del capoluogo bavarese. A presiederli fu un noto giudice del regime, Roland Freisler, che amava definirsi "soldato politico". Poche ore di dibattito gli bastarono a condannare gli imputati a morte. Sarà nel corso dei diverbi in aula tra corte e imputati che soprattutto Sophie Scholl diverrà protagonista con la propria virtù dialettica di una testimonianza morale e intellettuale contro il regime, di cui vive la trama del film e ancora oggi la sua particolare memoria.
    I membri della Rosa Bianca moriranno ghigliottinati. Rilasciata dopo quattro mesi di carcere, Anneliese Graf potrà parlare con il fratello una sola volta prima dell'esecuzione. «Ci furono concessi solo un paio di minuti. Willi era preoccupato solo per il dolore procurato alla famiglia. Anche nella lettera di congedo scrisse: "Se voi riuscite a reggere, io per me ce la faccio, perché conosco il fine"».
    Nel quinto volantino i membri della Rosa Bianca solleveranno una questione cruciale per il futuro della Germania: «Dobbiamo essere per l'eternità il popolo odiato e respinto da tutto il mondo?». Storicamente lasciarono in eredità alla nazione la testimonianza che non tutti i tedeschi in quegli anni solidarizzarono con Hitler.
    Sarebbe tuttavia scorretto intenderli come un gruppo di utopisti votati al martirio contro un regime diabolico organizzato alla perfezione. L'impegno profuso nella diffusione dei volantini è basata su una chiara valutazione della situazione contingente e dell'urgenza di fare innanzitutto breccia nella macchina propagandistica del regime. I contatti di Willi Graf con l'associazionismo cattolico renano permetteranno tra anche al gruppo di estendere il proprio influsso da Monaco di Baviera ad ampie parti della Germania. Analisi penetranti del totalitarismo, incitazioni alla resistenza passiva e ad azioni di sabotaggi o, nonché la visione preconizzatrice di un'Europa unificata e garante della pace danno infine testimonianza nei volantini di un'azione basata su una lucida analisi degli eventi storici.
    Molti hanno cercato di impossessarsi dell'eredità ideale della Rosa Bianca. Nella Germania Est il gruppo sarà celebrato come manifestazione esemplare della resistenza antifascista. Ma inequivocabili sono i riferimenti ai valori cristiani e le critiche antitotalitarie negli scritti del gruppo e nelle lettere dei suoi membri dal carcere. Per Anneliese Knoop-Graf «la fede cristiana fu nelle sue diverse confessioni il fondamento ideale della Rosa Bianca. Fu un cristianesimo sociale. Come sia stato interpretato nella Ddr non conta. L'etica sociale ha una lunga tradizione nelle confessioni cristiane». Dei volantini una frase in particolare sta a cuore alla testimone oculare di quegli ultimi giorni: «Non nascondete la vostra codardia dietro al manto della ragionevolezza». Nel coraggio di osare e sacrificarsi per i propri ideali resta l'attualità del messaggio.


    Avvenire - 22 febbraio 2005
    Ultima modifica di emv; 02-06-20 alle 13:40 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti

  2. #2
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    Predefinito Re: Rosa Bianca: uno dei pochissimi casi di resistenza al nazismo

    Originally posted by Thomas Aquinas
    STORIA
    Un film rilancia la vicenda della Rosa Bianca, uno dei pochissimi casi di resistenza esplicita al nazismo

    Studenti contro il Führer

    Tutto comincia a Monaco di Baviera: giovani universitari diffondono volantini che incitano al dissenso. Parla la sorella di uno dei protagonisti


    Da Monaco Di Baviera Stefano Tognoli

    Fu l'espressione più alta della resistenza in Germania contro il regime nazista e anche perché di resistenza nel Paese ce ne fu in realtà poca, la nazione tedesca si è aggrappata nel dopoguerra alla memoria del movimento studentesco della Rosa Bianca come a un rito catartico di vitale importanza. A esso è dedicato anche il film «Sophie Scholl. Die letzten Tage» (Sophie Scholl. Gli ultimi giorni) premiato al Festival del cinema di Berlino con due Orsi d'argento e in uscita nei cinema tedeschi questa settimana. Protagonista della pellicola del regista tedesco Marc Rothemund è l'attrice Julia Jentsch nei panni di Sophie Scholl, unica donna appartenente al gruppo insieme al fratello Hans, a Christoph Probst, Willi Graf, Alexander Schmorell e al professor Kurt Huber.
    Tra il 1942 e il 1943 il gruppo diffuse sei volantini incitanti alla resistenza. I fogli venivano abbandonati di nascosto nelle aule dell'Università di Monaco di Baviera e inviati per posta a persone in tutta la Germania stimati come potenziali "moltiplicatori del dissenso". Il sesto volantino, scritto dopo la disfatta dell'esercito tedesco a Stalingrado, fu l'ultimo. Il 18 febbraio 1943 Sophie e Hans Scholl furono sorpresi dal custode dell'ateneo mentre ne lasciavano alcune copie sui corridoi. Iniziano così gli ultimi giorni del gruppo raccontati nel film.
    In poche ore la Gestapo arriva ad arrestare tutti i suoi membri. «Al mattino ero in Università - ricorda oggi Anneliese Knoop-Graf, sorella di Willi Graf - quando sentii che erano stati arrestati uno studente e una studentessa. Non sapevo nulla della Rosa Bianca. Mio fratello mi aveva tenuto all'oscuro di tutto. Riteneva forse che questa non fosse un'attività adatta per una donna ed era sempre stato molto bravo a tacere. Conoscevo però la sua posizione e quella dei suoi amici verso il regime e ho temuto subito che si trattasse dell'arresto di Hans e Sophie». Anneliese viveva allora in un appartamento con il fratello. «Alla sera, quando arrivai a casa, la Gestapo ci stava già aspettando. Willi arrivò dopo di me e non ebbi l'opportunità di parlargli».
    Agli arresti seguirono processi farsa davanti al Tribunale del popolo del capoluogo bavarese. A presiederli fu un noto giudice del regime, Roland Freisler, che amava definirsi "soldato politico". Poche ore di dibattito gli bastarono a condannare gli imputati a morte. Sarà nel corso dei diverbi in aula tra corte e imputati che soprattutto Sophie Scholl diverrà protagonista con la propria virtù dialettica di una testimonianza morale e intellettuale contro il regime, di cui vive la trama del film e ancora oggi la sua particolare memoria.
    I membri della Rosa Bianca moriranno ghigliottinati. Rilasciata dopo quattro mesi di carcere, Anneliese Graf potrà parlare con il fratello una sola volta prima dell'esecuzione. «Ci furono concessi solo un paio di minuti. Willi era preoccupato solo per il dolore procurato alla famiglia. Anche nella lettera di congedo scrisse: "Se voi riuscite a reggere, io per me ce la faccio, perché conosco il fine"».
    Nel quinto volantino i membri della Rosa Bianca solleveranno una questione cruciale per il futuro della Germania: «Dobbiamo essere per l'eternità il popolo odiato e respinto da tutto il mondo?». Storicamente lasciarono in eredità alla nazione la testimonianza che non tutti i tedeschi in quegli anni solidarizzarono con Hitler.
    Sarebbe tuttavia scorretto intenderli come un gruppo di utopisti votati al martirio contro un regime diabolico organizzato alla perfezione. L'impegno profuso nella diffusione dei volantini è basata su una chiara valutazione della situazione contingente e dell'urgenza di fare innanzitutto breccia nella macchina propagandistica del regime. I contatti di Willi Graf con l'associazionismo cattolico renano permetteranno tra anche al gruppo di estendere il proprio influsso da Monaco di Baviera ad ampie parti della Germania. Analisi penetranti del totalitarismo, incitazioni alla resistenza passiva e ad azioni di sabotaggi o, nonché la visione preconizzatrice di un'Europa unificata e garante della pace danno infine testimonianza nei volantini di un'azione basata su una lucida analisi degli eventi storici.
    Molti hanno cercato di impossessarsi dell'eredità ideale della Rosa Bianca. Nella Germania Est il gruppo sarà celebrato come manifestazione esemplare della resistenza antifascista. Ma inequivocabili sono i riferimenti ai valori cristiani e le critiche antitotalitarie negli scritti del gruppo e nelle lettere dei suoi membri dal carcere. Per Anneliese Knoop-Graf «la fede cristiana fu nelle sue diverse confessioni il fondamento ideale della Rosa Bianca. Fu un cristianesimo sociale. Come sia stato interpretato nella Ddr non conta. L'etica sociale ha una lunga tradizione nelle confessioni cristiane». Dei volantini una frase in particolare sta a cuore alla testimone oculare di quegli ultimi giorni: «Non nascondete la vostra codardia dietro al manto della ragionevolezza». Nel coraggio di osare e sacrificarsi per i propri ideali resta l'attualità del messaggio.


    Avvenire - 22 febbraio 2005

    Importante ricordare LA ROSA BIANCA, non l'unica resistenza, ma sicuramente la più nobile e rispettabile, sotto moltissimi punti di vista.

    Shalom

  3. #3
    Super Troll
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    Predefinito Re: Rosa Bianca: uno dei pochissimi casi di resistenza al nazismo

    La Rosa Bianca (2005)
    A parlare sono Robert Mohr, l'investigatore, e la protagonista, Sophie Scholl
    Testo del film da 1h 02’ a 1h 07’
    Robert Mohr (investigatore): «Voi tenete all'incolumità del popolo tedesco?»
    Sophie Scholl (protagonista):«Sì».
    - Non avete mai piazzato una bomba come Eiser nella distilleria. Avete usato gli slogan sbagliati, ma i vostri mezzi sono pacifici.
    Sophie Scholl: - Allora perchè volete punirci?
    - Così prevede la legge. Senza legge non c'è ordine.
    Sophie Scholl: - La legge tutelava la libertà di parola prima dell'arrivo dei nazisti. Oggi Hitler punisce quella libertà con la prigione e la morte. Questo lo chiamate ordine?
    - A cosa dovrei attenermi se non alla legge?
    Sophie Scholl: - Alla coscienza.
    - Sciocchezze! Questa è la legge e queste sono le persone. Come investigatore devo verificare se coincidono ... oppure trovare il punto marcio.
    Sophie Scholl: - Le leggi cambiano, la coscienza no.
    - Dove finiremmo se ognuno decidesse cos'è giusto o sbagliato? Se permettessimo ai criminali di destituire il Führer, resterebbe solo il caos. Libertà di pensiero, federalismo, democrazia... li abbiamo già visti. Sappiamo dove conducono.
    Sophie Scholl: - Senza Hitler avremmo giustizia e ordine. Tutti saremmo difesi dal dispotismo, non solo gli opportunisti.
    - Dispotismo, opportunisti? Usate termini offensivi.
    Sophie Scholl: - Voi definite me e mio fratello "criminali" per dei volantini. Abbiamo cercato di convincere la gente con le parole.
    - Voi e tutti quelli come voi abusate senza vergogna di ogni privilegio. Studiate a nostre spese in tempo di guerra. Io ero solo un sarto durante la vostra democrazia e sono diventato poliziotto grazie ai francesi dei territori occupati, non ai tedeschi democratici. Senza il nazionalsocialismo sarei solo un poliziotto di campagna. Quel vergognoso patto di Versailles, l'inflazione, la povertà ... Hitler ci ha salvato da tutto.
    Sophie Scholl: - Ci ha trascinato in una guerra sanguinaria dove ogni vittima muore invano.
    - La guerra è una lotta eroica. Voi ricevete gli stessi viveri degli uomini contro cui vi schierate, state anche meglio di me. Come osate criticare il nostro operato? Il Führer e il popolo tedesco vi proteggono.
    Sophie Scholl: - E dove? In questo palazzo, forse? O arrestando tutta la mia famiglia?
    - I nostri soldati stanno liberando l'Europa dalla plutocrazia e dal bolscevismo. Nessuno occuperà più il suolo tedesco.
    Sophie Scholl: - Dopo la guerra, arriveranno le truppe straniere e gli altri Paesi diranno che non ci siamo opposti a Hitler.
    - Cosa direte quando giungerà la vittoria finale? Quando arriveranno la libertà e il benessere che voi sognavate con la lega ?
    Sophie Scholl: - Ormai nessuno crede più alla Germania di Hitler. Se finisse come dico io?
    - Vi dichiarate protestante?
    Sophie Scholl: - Sì.
    - La Chiesa chiede assoluta devozione ai suoi fedeli.
    Sophie Scholl: La Chiesa dà libertà di scelta, Hitler non ci lascia decidere.
    - Perché, così giovane, correte simili rischi per idee che non hanno fondamento?
    Sophie Scholl: - Io seguo la mia coscienza.
    - Siete intelligente, perchè non condividete il nazionalsocialismo? Libertà, benessere, onore, un governo moralmente responsabile, in questo crediamo.
    Sophie Scholl: - Dopo il bagno di sangue in cui avete trascinato l'Europa in nome di libertà e onore, non avete ancora aperto gli occhi. La Germania è disonorata per sempre, a meno che i giovani non fondino una nuova Europa.
    - La nuova Europa è nazionalsocialista.


    Sophie Scholl: - Se il Führer fosse pazzo? Pensate solo all'odio razzista. A Ulm avevo un insegnante ebreo, ma un giorno le SA Io fermarono... e lasciarono che tutti gli sputassero in faccia a turno. Scomparve quella stessa notte, come le migliaia di ebrei del '41, deportati nei campi di lavoro.
    - Credete a queste sciocchezze? Gli ebrei emigrano.
    Sophie Scholl: - I soldati che tornano da Est hanno visto i campi di sterminio. Hitler vuole eliminare tutti gli ebrei d'Europa, lo dice da 20 anni. Come potete credere che gli ebrei non sono diversi da noi?
    - Portano soltanto problemi. Voi siete una generazione confusa e non capite. Forse la colpa è nostra, io vi avrei educato in un altro modo.
    Sophie Scholl: - I nazionalsocialisti uccidevano i bambini ritardati con il gas o il veleno. Me lo hanno detto le amiche di mia madre. Le camionette prendevano i bambini negli ospedali psichiatrici. Gli altri bambini chiedevano dove andassero e le infermiere rispondevano che andavano in Paradiso. I bambini salivano sulle camionette cantando. Sono stata educata male perchè provo pena per questa gente?
    - Si tratta di esseri inferiori. Voi avete studiato da infermiera e avrete visto dei bambini ritardati.
    Sophie Scholl: - Si e sono convinta che nessuno possa arrogarsi il diritto di un giudizio che spetta solo a Dio. Nessuno sa cosa accade nell'anima di un ritardato, e la saggezza che può derivare dalla sofferenza. Ogni singola vita è preziosa.



    - Dovete abituarvi all'idea che una nuova era è cominciata. Quanto voi sostenete è avulso da qualsiasi realtà.
    Sophie Scholl: - Invece riguarda la realtà, la decenza, la morale e Dio.
    - Dio! Dio non esiste. Dite la verità. Vostro fratello vi ha convinto dicendovi che era giusto ciò che stava facendo e voi lo avete solo aiutato. Dobbiamo scrivere così nel protocollo?
    Sophie Scholl: - No, perchè non è vero.
    - Io ho un figlio, ha un anno meno di voi. Anche lui aveva strane idee, ma ora è al fronte perchè ha capito che deve compiere il suo dovere.
    Sophie Scholl: - Voi credete ancora nella vittoria finale?
    - Se aveste riflettuto bene non vi sareste fatta coinvolgere in questa brutta storia. Rischiate la vita. Secondo il protocollo, vi leggo la seguente domanda. "Ammettete che le attività svolte insieme a vostro fratello possano essere considerate un crimine contro la comunità e contro i nostri soldati che combattono duramente e che meritino il massimo della pena?".
    Sophie Scholl: - Dal mio punto di vista non è così.
    - Ammettere il vostro errore non significa tradire vostro fratello.
    Sophie Scholl: - Ma tradirei le mie idee e io non rinnego nulla. Siete voi ad avere una visione sbagliata del mondo. Sono convinta di avere agito nell'interesse del mio popolo. Non mi pento di questo e ne accetterò tutte le conseguenze

 

 

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