Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Post Novus Ordo:che ora è della notte?

    Pubblichiamo in anteprima, per gentile
    concessione dellʼAutore, il testo della
    relazione tenuta al XII Convegno di Studi
    Cattolici di Rimini il.
    “Man mano che lʼAmerica diventa una
    società sempre più multiculturale può diventare
    più difficile formare un consenso attorno a questioni
    di politica estera, salvo nelle circostanze
    di una minaccia esterna diretta veramente
    imponente e diffusamente percepita”(1).
    (Z. Brzezinski, 1997)
    In un discorso tenuto al Business
    Council dellʼONU nel settembre 1994 il
    grande vecchio David Rockefeller dichiarava:
    “Lʼattuale finestra di opportunità,
    attraverso cui si può costruire un mondo
    veramente pacifico e interdipendente, non
    rimarrà aperta per lungo tempo. Siamo alla
    vigilia di una trasformazione globale. Tutto
    quello che ci serve è la giusta crisi maggiore
    e le nazioni accetteranno il Nuovo
    Ordine Mondiale”(2).
    Difficile negare, a dieci anni di
    distanza, che “la crisi maggiore”, sia qualcosa
    di diverso da quella che ha fatto irruzione
    sulla scena del mondo lʼ11 settembre
    2001, oggi in tumultuoso sviluppo con atti
    terroristici sempre più efferati e crescenti
    rumori di guerre.
    Tali le affermazioni programmatiche
    che si facevano circa 10 anni fa. Le tesi da
    noi espresse in quel periodo, che qualche
    anno fa potevano apparire a dir poco azzardate,
    si sono - purtroppo - rivelate valide:
    risveglio e coagulo dellʼIslam guerriero sotto
    la pressione delle provocazioni occidentali,
    attizzamento dellʼodio etnico e religioso,
    ricerca dello scontro risolutivo in vista di
    una sintesi maggiore e, forse, definitiva.
    RIVISITAZIONE DEL
    QUADRO DI INSIEME
    Consentitemi di riprendere il quadro
    dʼinsieme.
    Chiuso nel 1989 il teatro dei burattini
    del comunismo, se nʼè aperto un altro,
    molto più vasto, fulcrato su una instabilità
    crescente delle nazioni, economica, politica
    e sociale. Abbiamo assistito al procedere
    avvolgente della globalizzazione secondo
    le categorie fabiane(3) di superamento dell
    ʼantitesi comunismo-capitalismo, al rullo
    compressore di un capitalismo ubiquitario
    e sfrenato alla Soros che ha frantumato la
    ricchezza, e con essa la sovranità, degli stati
    accentrandola nelle mani di pochi plutocrati
    dellʼAlta Finanza; abbiamo assistito ad un
    drammatico decadimento dei costumi, in
    attuazione dei modelli propugnati dalla
    televisione, mentre è quotidiana la degustazione
    dei frutti sempre più amari delle primavere
    ecumeniche vaticanosecondiste.
    Aggiungiamo che i programmi mondialisti,
    in questa sede arcinoti (lʼanno
    scorso abbiamo tratteggiato quello di
    Mackinder, oggi accenneremo a quello
    di Wolfowitz) sono condivisi sia da una
    “cupola” massonica europea (Sinarchia),
    che dalla “cupola” rivale anglosassone
    incentrata sullʼasse egemonico Londra-
    Washington.
    Novus Ordo:
    che ora è della notte?
    di Paolo Taufer
    Attualità
    6 La Tradizione
    Cattolica Ambedue le correnti, strettamente
    unite e collaborative nel fine comune del
    dominio totale sullʼuomo, differiscono
    tuttavia circa i percorsi e le modalità di
    compimento.
    Un esempio: alla restrizione delle
    libertà costituzionali in America dopo
    lʼ11 settembre, la cui espressione estrema
    è stata Guantanamo dove i diritti della
    persona sono semplicemente sospesi, fa
    da contrappasso sullʼaltra sponda dell
    ʼAtlantico il mandato dʼarresto, entrambi
    provvedimenti di legge miranti a soffocare
    sul nascere ogni tentativo di opposizione,
    anche solo ideologico, mediante provvedimenti
    assolutamente abnormi sul piano
    del diritto e fortemente coercitivi nella loro
    applicazione.
    Tutti e due gli schieramenti perseguono
    come segno di progresso e civiltà
    la droga libera, lʼaborto(4), il divorzio, le
    convivenze di ogni tipo, lʼeutanasia estesa
    ai bambini, lʼanimalismo, nutrendo unʼavversione
    viscerale per la famiglia cristiana e
    ricercando - more gnostico - la dissoluzione
    della persona attraverso la distruzione di
    ogni peculiarità e la soppressione di ogni
    differenza, onde spianare la strada a quella
    Repubblica universale degli iniziati dove
    lʼuniformità più totale si estende anche al
    vizio e al peccato.
    Entrambe le cupole sono favorevoli
    alla soppressione degli studi classici,
    allʼignoranza religiosa, ad una cultura
    universale livellata verso il basso. Esse
    spingono per un modello vincente fondato
    sullʼomologazione delle intelligenze su un
    pensiero unico debole, ispirato a costumi
    condivisi. Uno sguardo alla riforma della
    nostra scuola potrebbe offrire eloquenti
    spunti sulle tendenze in atto(5).
    Di converso abbiamo assistito ad
    una contrapposizione piuttosto netta
    USA-Europa sullʼoccupazione dellʼIraq,
    con flussi e riflussi dallʼuno allʼaltro schieramento
    da parte degli stati minori.
    La via americana al NOM a
    indiscussa guida USA, passa attraverso
    lʼimposizione, manu militari ovunque
    necessario, del modello della società americana
    allʼuopo giovandosi dellʼartificioso
    “scontro delle civiltà”, teorizzato da uno
    stratega di Brzezinski, Samuel Huntington.
    Questo scontro costituisce lʼindispensabile
    riferimento ideologico e strategico succedaneo
    della minaccia comunista che aveva
    giustificato la Guerra Fredda, un riferimento
    che permette di mantenere alta la tensione
    fra i popoli e le condizioni favorevoli agli
    sviluppi geopolitici ricercati. Lʼipotesi
    di uno scontro in atto su base religiosa,
    dove lʼOccidente si difenderebbe da un
    Oriente barbaro e involuto, copre infatti
    un disegno politico di potere strutturato
    e fondato sullʼantico “divide et impera”
    teorizzato da Halford Mackinder. Questo
    disegno si cristallizza tatticamente attorno
    ad un programma di attizzamento del fuoco
    delle contrapposizioni fra i popoli prospettando
    una specie di “likudizzazione” del
    mondo, vale a dire un quadro popolato di
    guerre preventive, attacchi a “infrastrutture
    terroriste” (leggi interi paesi) e lʼinsistenza
    sulla necessità di far prevalere i rapporti
    di forza come unica via per trattare con il
    mondo islamico. Il risultato è un progressivo
    dissolvimento delle nazioni, incapaci
    di affrontare singolarmente il clima di caos
    e di paura suscitato da un attacco sordo e
    onnidirezionale, imprevedibile e crudele
    condotto da un terrorismo necessariamente
    globalizzato.
    Lo schieramento americano manovra
    inoltre lʼimportantissima arma della
    fame attraverso multinazionali come le
    sorelle del grano, ma anche la Monsanto
    dei Rockefeller, depositaria di brevetti di
    prodotti manipolate geneticamente(6), che
    rispecchiano la visione americana dellʼagri-
    7 La Tradizione
    Cattolica
    coltura del futuro, ossia quella di un sistema
    industriale completamente dipendente dai
    grandi gruppi che forniscono sementi e
    mezzi tecnici.
    Potenti leve per la distruzione economica
    delle nazioni sono poi il FMI e la
    Banca Mondiale.
    Il dollaro è il simbolo di questa via e
    Rockefeller la sua personificazione.
    La via europea al NOM, incentrata
    sullʼasse franco-tedesco propugna invece
    un mondo multipolare, suddiviso in un
    certo numero di grandi entità geoeconomiche
    (Panamerica, Paneuropa, ecc.), sotto
    la guida dellʼONU o di altre istituzioni
    soprannazionali. Lʼeuro è il suo simbolo.
    È scettica sullo scontro delle civiltà per
    via della sua anima laicista mutuata dalla
    rivoluzione francese.
    Vede unʼEuropa simbioticamente
    unita alla Russia e tesa alla supremazia
    mondiale.
    Entrambe le vie, - si badi!- non necessariamente
    ben distinguibili per via delle
    alleanze tattiche più o meno temporanee, si
    misurano su scala planetaria ai fini essenzialmente
    di:
    - controllare i mercati, insidiando le
    reciproche aree economiche (ad es. in Asia
    è in via di affermazione lʼeuro a scapito
    del dollaro)
    - controllare le fonti energetiche (in
    particolare del c.d. “arco di instabilità
    dallʼAdriatico al Sinkiang”, senza perdere
    di vista la Siberia e le zone petrolifere
    africane)
    - controllare le reti (informative, elettroniche,
    delle telecomunicazioni, idriche,
    elettriche, di distribuzione commerciale,
    ecc.)
    - controllare il flusso degli alimenti,
    le immigrazioni, ecc.
    - ma soprattutto controllare le
    coscienze, attraverso un sofisticato uso
    dei mass-media concentrati in pochissime
    mani.
    In sintesi potremmo affermare che la
    gara è per la globalizzazione, ma: “la globalizzazione
    del mondo non può funzionare
    se - osserva il Bʼnai Bʼrith Jacques Attali -
    non si avanza verso una crescente capacità
    di governo planetaria”(7).
    Queste indicazioni di massima sul
    Potere hanno una loro giusta collocazione
    La Tour Eiffel (Losanna, Museo dellʼElysée, 1947).
    - Un omaggio al Cavaliere Kadosh (30° gr. della
    massoneria scozzese) Gustave Eiffel (ps. di Bönickhausen)
    e alla prometeica spiritualità massonica
    - È riproposto il significato simbolico della piramide
    del dollaro americano: al vertice illuminato sede
    dellʼAutorità da dove emana la vivida luce della
    Gnosi e verso cui tutti dovranno volgere il capo,
    corrisponde in basso unʼorizzontalità immersa nel
    buio dellʼignoranza e della superstizione religiosa.
    Solo i lumi della dottrina massonica riescono a
    squarciare le tenebre imperanti tracciando nel
    cielo i noti simboli della setta.
    8 La Tradizione
    Cattolica solo se inserite allʼinterno di unʼarea assai
    poco visibile, quella dellʼAutorità, che
    sovrasta e orienta quella del Potere. Essa
    ha natura essenzialmente teologica. La sua
    teologia, come si è detto e ripetuto nei Convegni
    passati, è la gnosi, ed è appunto nella
    gnosi che va ricercata la spiegazione della
    brama di dominio universale degli iniziati
    sulle folle e sulle singole coscienze, e del
    loro inestinguibile odio per lʼuomo, immagine
    di Dio, che si spinge fino a desiderarne
    lʼannichilimento nel fuoco nucleare.
    Il quadro abbozzato genera scenari
    diversificati a seconda dellʼalternarsi dei
    vari attori geopolitici e che nel corso di quest
    ʼanno sono andati vieppiù chiarendosi.
    Dopo Beslàn in questa realtà complessa
    e articolata appare emergere in
    forme sempre più chiare il ritorno della
    contrapposizione russo-americana, che,
    dietro il paravento indispensabile della
    lotta al terrorismo, agisce in modo sordo e
    devastante a compimento delle determinazioni
    geopolitiche mackinderiane.
    WOLFOWITZ, CONTINUATORE DI
    MACKINDER
    LO SCONTRO DELLE CIVILTÀ
    COME MEZZO PER LA
    “DISTRUZIONE CREATIVA”
    “La nazionalità, così come noi la
    conosciamo sarà obsoleta. Tutti gli Stati
    riconosceranno una singola autorità globale…
    Una frase concisamente elegante
    della metà del XX secolo – cittadino del
    mondo – assumerà reale significato alla
    fine del XX secolo”.
    (Strobe Talbott(8), Time, 20.7.1992)
    Lʼ8 marzo 1992 il New York Times,
    in un articolo contenente ampi stralci di un
    documento programmatico di 46 pagine,
    che allʼepoca girava nei circoli governativi
    col nome di Defense Planning Guidance,
    annunciava le linee di azione per gli anni
    successivi della politica estera americana.
    Riconosciuto il ruolo di unica potenza
    superglobale degli Stati Uniti, vi si diceva
    che parte della missione americana sarà
    quella di “convincere potenziali competitori
    che non hanno bisogno di aspirare a
    un ruolo maggiore o ricorrere ad atteggiamenti
    più aggressivi per proteggere i loro
    legittimi interessi”. Il documento era corredato
    da alcuni scenari di possibili futuri
    conflitti. Essi postulavano guerre regionali
    contro lʼIraq e la Corea del Nord, come
    pure un attacco della Russia alla Lituania.
    Il Novus Ordo americano per sostenersi
    doveva quindi puntare a sottrarre programmaticamente
    le armi nucleari ai potenziali
    avversari, includendo anche lʼattacco preventivo
    agli impianti in grado di produrle e
    mantenendo nel contempo puntati i propri
    missili balistici su selezionati obiettivi
    russi mentre era in corso lo sviluppo di
    uno scudo antimissile a protezione del
    proprio territorio.
    Il documento passava quindi ad esaminare
    i vari teatri regionali, avvertendo
    che:
    “Il nostro primo obiettivo è di prevenire
    il riemergere di un nuovo rivale, o
    sul territorio dellʼex Unione Sovietica o
    altrove in grado di porre una minaccia
    dellʼordine di quella posta dallʼUnione
    Sovietica.
    È questa una considerazione essenziale
    della nuova strategia di difesa
    regionale e richiede che ci sforziamo
    di prevenire lʼavvento di ogni potenza
    dominante ostile che possa consolidare il
    controllo delle risorse di una regione, da
    renderle sufficienti a generare una potenza
    globale. Queste regioni includono lʼEuropa
    Occidentale, lʼAsia Orientale, il territorio
    dellʼex Unione Sovietica e lʼAsia Sudoccidentale”.
    Per lʼEuropa, nel mentre si deve
    9 La Tradizione
    Cattolica
    favorirne con ogni mezzo lʼunione in senso
    favorevole agli USA, “dobbiamo cercare
    di prevenire lʼemergere di accordi sulla
    sicurezza unicamente europei in grado
    di indebolire la NATO, particolarmente
    la struttura di comando integrato dellʼAlleanza”.
    In altre regioni altamente strategiche
    invece, come il Medio Oriente e lʼAsia
    Sudoccidentale:
    “il nostro obiettivo primario è di
    rimanere la potenza esterna egemone
    della regione e preservare lʼaccesso
    americano e occidentale al petrolio della
    regione”(9).
    Il documento attualizzava il pensiero
    di Mackinder con affermazioni che di lì a
    qualche anno sarebbero state riprese e sviluppate
    da Brzezinski nel suo profetico libro
    di geopolitica La grande scacchiera.
    Anima di quel documento programmatico
    fu lʼex-professore di Relazioni
    Internazionali della Johns Hopkins University
    Paul D. Wolfowitz (CFR, Aspen,
    membro del think-tank ebraico JINSA,
    il Jewish Institute for National Security
    Affairs) teorico dei neoconservatori americani
    e sostenitore delle teorie del filosofo
    della politica Leo Strauss (1899-1973) sulla
    superiorità morale americana da imporre al
    mondo con la forza(10).
    La prima considerazione che si
    impone dopo la lettura di quel documento
    è che la dottrina dellʼegemonia americana
    su ogni continente non sarebbe stata una
    reazione allʼ11 settembre, bensì un obiettivo
    individuato e pianificato da tempo.
    Questo ripropone la questione dei mandanti
    dellʼattentato non solo dellʼ11 settembre,
    ma anche di quelli di Bali, di Madrid, e
    di Beslàn.
    LʼATTENTATO DI MADRID
    Trenta mesi esatti dopo lʼ11 settembre
    2001, il mattino dellʼ11 marzo 2004 Madrid
    è sconvolta da un attentato eseguito in
    pieno stile militare. Dieci esplosioni in tre
    minuti su tre treni diversi affollati da gente
    comune che si recava al lavoro: 191 morti
    e 1297 feriti il tristissimo bilancio.
    Comincia la girandola delle rivendicazioni.
    Prima lʼETA, infine un comunicato
    di al-Qaida che rivendica lʼattentato e che,
    assunto come veritiero, mette a posto tutto.
    Il terrorismo islamico avrebbe dunque colpito
    ancora.
    Sullʼonda emozionale della tragedia
    gli spagnoli, chiamati alle urne in quei
    giorni sconvolgono ogni pronostico a
    favore del presidente in carica Aznar e
    optano per il socialista Zapatero. Riecheggia
    il pensiero del mago Papus sullʼazione
    dei centri occulti in grado di “favorire” lo
    svolgersi degli avvenimenti(11), ma qui cʼè
    ben più di un mero cambio di governo.
    Qualcuno studia professionalmente
    il comunicato di al-Qaida e conclude
    affermando che “la rivendicazione non
    10 La Tradizione
    Cattolica sembra essere un documento autentico di
    al-Qaida”(12).
    Chi giunge a tali conclusioni è gente
    che sa il suo mestiere. Si tratta del colonnello
    Yigal Carmon, per 22 anni nellʼintelligence
    militare israeliana, consigliere
    per lʼantiterrorismo di Shamir e Rabin, e
    ora presidente del MEMRI, Istituto per
    la Ricerca sui Media del Medio Oriente,
    con sede a Washington e filiali a Londra,
    Berlino e Gerusalemme. Il compito istituzionale
    dichiarato dellʼIstituto è di colmare
    il divario linguistico tra Occidente e
    Medio Oriente traducendo testi e giornali
    dallʼarabo e dallʼebraico. Cofondatrice del
    Memri è stata Meyrav Wurmser, direttrice
    del Center for Middle East Policy presso un
    think-tank conservatore, lʼHudson Institute,
    nel cui consiglio di amministrazione troviamo…
    il superfalco Richard Perle(13).
    A corroborare lʼopinione del Memri,
    sul numero del 21 settembre del Washington
    Times appariva unʼintervista di Bill Gertz -
    giornalista militare che vi tiene una rubrica
    settimanale (“Inside the Ring”) riguardante
    le attività del Pentagono - ad alcuni responsabili
    della sicurezza americani, preoccupati
    per la prospettiva di un nuovo grande
    attentato, in quanto - argomentavano - i
    membri di al-Qaida “pensano che la loro
    credibilità sia minacciata perché non vi è
    più stato alcun attentato maggiore dopo
    lʼ11 settembre”.
    Come dire che i grandiosi attentati
    al night club di Bali, coi suoi 187 morti e
    310 feriti, e quello di Madrid non sarebbero
    opera dellʼorganizzazione di Ben Laden.
    Ma allora dove ragionevolmente
    cercare i mandanti di Madrid?
    Qualcuno ha osservato che in seguito
    allʼattentato la Spagna ha ritirato dallʼIraq
    il proprio contingente avvicinandosi alla
    sinarchia europea. Se ne inferirebbe pertanto
    che lʼattentato potrebbe essere stato
    organizzato da questʼultima, interessatissima
    a boicottare lʼavventura americana
    in Iraq, e a recuperare a sé la Spagna. E
    un avvicinamento a Francia e Germania
    col nuovo governo si è effettivamente
    verificato(14).
    “DISTRUZIONE CREATIVA”
    ALLʼOPERA SULLA GRANDE
    SCACCHIERA
    Il termine “distruzione creativa”
    venne coniato da un celebre economista
    austriaco, Joseph A. Schumpeter (1883-
    1950), professore universitario emigrato
    negli USA nel 1932, per descrivere lʼincessante
    distruzione che si sussegue nelle
    attività umane di metodi di lavoro e dei
    mezzi superati (“dalla carrozza postale
    allʼaereo”) non più idonei e congeniali ai
    nuovi processi produttivi(15).
    Lo stesso termine, in bocca alle teste
    pensanti dellʼestablishment neoconservatore
    americano, assume invece un signifi-
    cato leggermente diverso.
    Michael Ledeen, grande ammiratore
    del fascismo italiano, co-fondatore del
    centro studi israeliano JINSA e collaboratore
    del SISMI contro il terrorismo
    negli anni ʼ70, scriveva infatti sul giornale
    ufficiale dellʼAmerican Enterprise,
    una delle roccaforti del conservatorismo
    americano:
    “Distruzione creativa è il nostro
    secondo nome, dentro e fuori la nostra
    società. Noi demoliamo il vecchio ordine
    ogni giorno, dagli affari alla scienza,
    letteratura, arte, architettura e cinema,
    alla politica e alla legge. I nostri nemici
    hanno sempre detestato questo turbine di
    energia e creatività, che minaccia le loro
    tradizioni (quando ci sono) e li accusa per
    la loro incapacità di tenere il passo. Guardando
    lʼAmerica che distrugge le società
    tradizionali, essi ci temono perché non
    vogliono essere distrutti. Non possono
    11 La Tradizione
    Cattolica
    sentirsi sicuri finché noi siamo là […] Per
    sopravvivere devono attaccarci, come noi
    dobbiamo distruggerli per far avanzare la
    nostra storica missione”(16).
    Questo circa il modus operandi.
    Se osserviamo con queste categorie
    le vicende di questʼanno da un lato appare
    lʼinasprirsi dei rapporti col mondo
    musulmano, scosso da crescenti sussulti
    che oscillano fra un senso di impotenza e
    un profondo senso di rivalsa nei confronti
    di un Occidente che ricerca in tutti i modi
    di umiliare e disgregare lʼIslam, e dallʼaltro
    vediamo contestualmente avanzare la
    marcia per la conquista dellʼHeartland,
    ultimo passaggio cruciale verso il mondo
    unico, da compiere quanto più possibile al
    riparo della foglia di fico della cosiddetta
    “guerra al terrorismo”.
    Suddividiamo i due aspetti.
    1. RAPPORTI COL
    MONDO ISLAMICO
    Ad un osservatore superficiale le
    azioni americane in Iraq dellʼanno in corso
    potrebbero apparire mosse di un elefante
    ottuso e innervosito in una vetreria dove
    si ferisce continuamente coi pezzi di vetro
    che egli stesso ha spezzato.
    Anzitutto non si capisce perché gli
    americani dovrebbero garantire, come
    continuano a proclamare, la ricostruzione
    dello stato iracheno, uno stato peraltro,
    giova ricordarlo, artificiosamente creato dai
    britannici nel 1921. Invero è evidente che
    tutti gli interventi “umanitari” degli ultimi
    anni - Jugoslavia docet - sono diretti al dissolvimento
    degli stati e quindi al sovvertimento
    di quelle istituzioni, fulcrate sugli
    stati sovrani, sulle quali fino a pochi anni
    fa lʼordine internazionale si reggeva.
    In realtà si ha lʼimpressione che qualcuno
    cerchi di guadagnare tempo in vista di
    un obiettivo maggiore da conseguire (le elezioni
    americane, lʼattacco allʼIran sciita?),
    anche se appare ragionevole ipotizzare in
    prospettiva una divisione dellʼIraq secondo
    criteri etnici, mettendo le etnie lʼuna contro
    lʼaltra e limitandosi a controllare il gioco.
    Ad es. il famoso “triangolo sunnita” non ha
    petrolio, né può sperare di ottenerlo - una
    volta attuata la partizione - dagli sciiti del
    sud, né dai curdi a nord. Con ciò verrebbe
    privato degli attuali proventi e ridotto in
    breve a mangiare sabbia.
    Ad una partizione dellʼIraq si
    potrebbe tuttavia opporre la componente
    sciita appoggiata dallʼIran e ciò potrebbe
    costituire per Washington un utilissimo
    casus belli contro questʼultimo.
    Le infamie di Abu-Ghraib lasciano
    ulteriormente perplessi: possibile che
    lʼintelligence con più mezzi a disposizione
    del mondo non sia stata in grado
    di controllare le fughe di notizie verso gli
    organi di informazione e non sia riuscita ad
    impedire la diffusione capillare - neppure
    sul suo territorio - di abominevoli imma-
    12 La Tradizione
    Cattolica gini che, con solare evidenza, avrebbero
    suscitato disgusto e sdegno in qualunque
    persona civile, facendo perdere ogni credibilità
    al neo-umanitarismo interventista
    americano(17)? Di più: Abu-Ghraib era una
    dimostrazione che portava acqua al mulino
    dellʼIslam, che da sempre aveva messo in
    guardia i musulmani circa i lidi cui conduce
    la libertà occidentale.
    Eppure il controllo del Potere sui
    mezzi di comunicazione, concentrati da
    tempo in pochissime mani, è ferreo e
    quando esso ritiene, non lascia filtrare
    nulla.
    E allora?
    Altrettanto maldestro è apparso
    lʼattacco alle città sante sciite dellʼIraq,
    emblematicamente rappresentato dalla
    battaglia di Najaf intorno alla tomba di
    Alì con grandi distruzioni civili collaterali
    per bombardamenti di ogni tipo. Il mondo
    musulmano, già infuriato per Abu-Ghraib,
    in quei giorni sussultava e bolliva.
    Paradigmatica è stata poi la repressione
    coloniale di Falluja di aprile, roccaforte
    sunnita devastata dalle truppe
    americane con bombardamenti e atrocità
    sulla popolazione che non saranno mai
    denunciate alla Corte dellʼAja - al pari di
    quelle di Grozny - e di intensità tale che il
    comandante dei marines poteva dichiarare:
    “Abbiamo portato in questa azione lʼesperienza
    della Seconda Guerra Mondiale,
    della Corea, del Vietnam… Lʼoperazione
    di Falluja sarà ricordata e studiata per
    molti anni a venire(18)”.
    In Iraq sta per essere impiegata
    anche lʼarma della fame. In un paese prevalentemente
    fondato sullʼagricoltura, gli
    americani hanno infatti imposto una nuova
    legge che vieta la prassi, generalizzata in
    quelle contrade dagli albori della civiltà,
    del riutilizzo delle sementi da parte degli
    agricoltori, in modo che il mercato passa
    in pratica alle grandi multinazionali sementiere
    USA(19).
    Per non parlare della vertiginosa
    risalita della pressione nel mondo musulmano
    a causa delle angherie alle quali sono
    sottoposti i palestinesi(20), segregati da un
    muro in cemento armato alto cinque metri,
    con reggimenti corazzati israeliani che,
    preceduti da bulldozer parimenti corazzati
    ed equipaggiati di aratri posteriori,
    sotto lʼombrello di elicotteri da attacco,
    entrano e escono dalla striscia di Gaza
    lasciando dietro di sé le rovine che hanno
    reso celebre nei secoli Attila, devastando
    ogni infrastruttura, sconvolgendo strade,
    acquedotti, fognature, linee elettriche. La
    novità di queste incursioni è lo spianamento
    sistematico coi bulldozer delle abitazioni
    dei sospetti e delle colture agricole palestinesi,
    azioni che dilatano in modo abnorme
    la folla dei disperati. Bambini, donne,
    vecchi, tutti sono nemici e tutti vanno
    sterminati.
    Ai solchi dei bulldozer fanno da pendant
    quelli dellʼodio, che percorrono avanti
    e indietro come onde di piena la fascia verde
    dal Marocco allʼIndonesia. Basta scorrere
    anche un giornale minore come The Frontier
    Post, il quotidiano di Peshawar in
    Pakistan, per constatare come ogni giorno
    non manchi lʼarticolo o la vignetta che
    riferisce o allude alle condizioni frustranti
    e tormentose dei palestinesi. A tutto questo
    si aggiunga la fibrillazione indotta nelle
    masse islamiche da notizie come quella
    dei 30 ebrei ultraortodossi che il 27 luglio
    scorso, giorno della commemorazione della
    distruzione dei due templi, hanno tentato
    di porre la prima pietra della ricostruzione
    del Tempio di Gerusalemme(21). È noto che
    nelle loro intenzioni esso dovrebbe sostituirsi
    alla moschea di Omar, uno dei luoghi
    sacri dellʼIslam.
    Questi pochi accenni sono sufficienti
    a giustificare i seguenti brillanti risultati
    13 La Tradizione
    Cattolica
    finora conseguiti:
    - una jihâd in continua ascesa dopo il
    declino che era seguito allʼattentato dellʼ11
    settembre;
    - lʼIraq, scagionato dallo stesso Rumsfeld
    dal sospetto di collegamenti Saddam
    Hussein - al-Qaida(22), e da Blair dal possesso
    di armi di distruzione di massa(23),
    per la prima volta sta diventando un covo
    di quei terroristi che gli USA identificano
    come membri di al-Qaida;
    - gli attacchi suicidi, tipici di chi
    non dispone di altri mezzi per colpire,
    hanno raggiunto vertici mai visti, mentre
    si registra un solo attentato pianificato ed
    eseguito in stile militare: quello di Madrid
    dellʼ11 marzo, sempre che sia imputabile
    ad al-Qaida;
    - chi può si dota di armi nucleari per
    non fare la fine dellʼIraq, vedi Pakistan, Iran
    o Corea del Nord;
    - Ben Laden, conosciuto solo dalla
    CIA fino a quando i bombardamenti coi
    missili da crociera di Clinton sullʼAfghanistan
    e sul Sudan non lo elevano a simbolo
    fra i musulmani, diventa in breve il personaggio
    islamico più noto e carismatico
    dellʼultimo secolo, guida e riferimento per
    la jihâd di difesa al quale tutto lʼIslam è
    chiamato contro gli infedeli;
    - gli USA forniscono ad Israele più
    di un centinaio di nuovi cacciabombardieri
    F16 con elettronica dellʼultima
    generazione, serbatoi supplementari e una
    dotazione di 5000 bombe da 900kg a guida
    satellitare. Viene divulgata la notizia che
    è in preparazione un attacco congiunto
    israelo-americano per distruggere le installazioni
    nucleari iraniane. Teheran fa sapere
    che in caso di attacco israeliano potrebbe
    passare direttamente alla risposta missilistica.
    I russi, dal canto loro, annunciano
    il loro impegno al completamento delle
    centrali nucleari a suo tempo abbandonate
    in corso dʼopera da tedeschi e francesi,
    precisando che “la collaborazione nucleare
    fra Mosca e Teheran obbedisce alle regolamentazioni
    internazionali”. I prossimi due
    mesi si annunciano critici per lʼattacco ai
    4 reattori nucleari iraniani.
    Per mandare la tensione alle stelle e
    completare uno scenario di caos manche-
    “Prendi questo!”, esclama Bush versando benzina sul fuoco del demone del terrorismo, che da
    parte sua ringrazia per la cortesia.
    14 La Tradizione
    Cattolica rebbe solo la cattura di Ben Laden, o di Zarqawi,
    e la sua condanna a morte. Si avrebbe
    ipso facto il martire di riferimento per le
    sempre più folte schiere di mujaheddin.
    A questo punto ci si potrebbe chiedere
    dove stiano andando a parare gli americani,
    alla cui guida (quella vera) sono teste pensanti
    di primʼordine, giammai sciocchi o
    imprevidenti.
    Una possibile risposta ci proviene
    dallʼautore di un recentissimo libro americano
    dal titolo Imperial Hubris (= Tracotanza
    imperiale), che si firma Anonymous e
    si dichiara agente della CIA incaricato per
    il Medio Oriente. (Di passata: ritenere che
    un agente dei Servizi segreti dello stato più
    potente del mondo possa esprimere unʼopinione
    ʻindipendenteʼ, sviluppandola addirittura
    in un libro di 300 pagine (il secondo,
    peraltro, in tema di terrorismo!), con lʼaria
    di libertà che tira oggi in America, collide
    semplicemente col buon senso. Più credibile
    è certamente lʼipotesi che Anonymous
    sia uno dei tanti canali attraverso i quali
    sono veicolati dallʼalto i messaggi che
    contano verso chi deve e vuole capire).
    Il libro offre una visione negativa
    della strategia americana. La tesi di fondo
    sostenuta vede lʼattuale governo e le élites
    USA più o meno come dei pasticcioni
    incapaci che con azioni maldestre si
    sarebbero irrevocabilmente inimicati il
    mondo islamico, aprendo il vaso di Pandora
    dellʼodio e di cui ora non sarebbero
    più capaci di rintracciare il tappo. Questa
    politica insensata obbligherebbe presto
    gli USA a difendersi con la sola opzione
    possibile: quella militare.
    Il libro ventila poi la possibilità reale
    di un nuovo devastante attacco agli USA
    da parte di al-Qaida con lʼimpiego di armi
    di distruzione di massa.
    Ebbene, ascoltate come Anonymous
    inquadra questi sviluppi:
    Dopo avere constatato che “i soldati
    americani sono impreparati per la crudeltà
    assoluta di cui una guerra moderna
    è capace” e che “vengono scoraggiati o
    impediti da chi nella società civile li ha
    educati e dai loro stessi costumi dallʼassumere
    il tipo di misure efficaci contro i
    membri della classe guerriera (si intendono
    i mujaheddin, N.d.T.), Anonymous
    prosegue:
    “Per garantire il più a lungo possibile
    il nostro stile di vita (way of life) dovremo
    usare la forza come la usammo sui campi
    della Virginia e della Georgia, in Francia
    e nelle isole del Pacifico e dai cieli
    sopra Tokio e Dresda. I progressi ottenuti
    saranno misurati dal ritmo delle uccisioni
    e - proprio così - dalla conta dei morti […].
    I mucchi dei morti includeranno sia molti,
    i di più, civili, sia combattenti, perché i
    nostri nemici non indossano uniforme.
    Uccidere in gran numero non basta
    tuttavia a sconfiggere i nostri nemici
    musulmani. Le uccisioni devono essere
    accompagnate dalla distruzione totale
    delle infrastrutture, da radere al suolo
    come fece Sherman. Strade e sistemi di
    irrigazione, ponti, centrali elettriche e
    coltivazioni dei campi, impianti di produzione
    di fertilizzanti e mulini per i cereali
    – tutto questo ad altro ancora dovrà essere
    distrutto per sottrarre al nemico la sua base
    di supporto. Verranno inoltre reintrodotte
    massicciamente le mine terrestri per sigillare
    i confini e i passi di montagna troppo
    lontani, alti o numerosi per essere presidiati
    dalle truppe americane.
    Come già detto, tali azioni comporteranno
    moltissime vittime fra la
    popolazione civile, spostamenti di popolazioni
    e fiumi di rifugiati. Questo tipo di
    sanguinosa efferatezza, ripeto, non è né
    da ammirare né da auspicare, ma resterà
    lʼunica opzione rimasta allʼAmerica se
    essa proseguirà nella sua politica sba-
    15 La Tradizione
    Cattolica
    gliata verso il mondo islamico”(24).
    Il titolo dellʼultimo capitolo del libro
    è perfettamente in tono: “Epilogo: non ci
    sono basi per lʼottimismo”.
    Politica sbagliata? O piuttosto fredda
    esecuzione di un copione, predisposto e studiato
    passo dietro passo a partire dallʼ11
    settembre 2001 per conseguire lʼecpirosis
    finale dellʼIslam - e forse non solo
    dellʼIslam - vero obiettivo di coloro che
    hanno concepito lo scontro delle civiltà per
    suscitare lʼincendio? Non si dimentichi la
    non casuale copertina del libro programmatico
    di Huntington dove il mondo è avvolto
    dalle fi amme.
    I bombardamenti a tappeto tutto sommato
    costano troppo: portaerei, basi, fl otte
    aeree in movimento, rifornimenti, logistica,
    rischi di abbattimenti, incidenti. È uno
    stile da seconda guerra mondiale che può
    andar bene una tantum, magari per livellare
    Falluja, ma - lasciatemi argomentare
    - quanto descritto dal nostro ʻanonimoʼ si
    realizza in modo molto meno dispendioso
    con qualche missile da crociera dotato di
    testata nucleare, in buon accordo con le previsioni
    di Brzezinzki che ancora negli anni
    ʼ90 ventilava lʼimpiego dellʼarma nucleare
    nellʼovale di instabilità che va dallʼAdriatico
    al Sinkiang. E chi può permettersi
    di usare lʼarma nucleare, chi ne possiede
    qualcuna di rudimentale su vecchi missili
    russi (vi ricordate i famosi Scud A della
    guerra del Golfo? Non erano altro che le
    V2 tedesche), o chi invece, come Israele, ne
    ha 4 o 500 di altissimo livello tecnologico
    una parte dei quali a bordo di modernissimi
    sommergibili tedeschi che incrociano nel
    Golfo Persico(25)?
    Per avere le dimensioni del possibile
    scenario, pensate solo agli effetti di un
    ordigno nucleare, di potenza pari a dieci
    volte quello sganciato su Hiroshima, su
    agglomerati come Baghdad o Il Cairo.
    Amici: bastano queste considerazioni
    per avvalorare la radicalizzazione
    dello scontro delle civiltà. Il documento
    programmatico sulla politica estera americana
    di Wolfowitz del 1992, lʼ11 settembre
    2001 e gli eventi che si sono succeduti
    fi no ad oggi rivelano un fi lo continuo dove
    di casuale o maldestro cʼè ben poco. Tutto
    appare piuttosto corrispondere ad un disegno
    preciso, con una sua logica, attentamente
    studiato e messo a punto perché si
    attui in questo modo e non in un altro.
    Unʼultima, ovvia, considerazione:
    le insorgenze in Afghanistan e in Iraq,
    come era prevedibile, stanno diventando
    un potente magnete per i combattenti islamici.
    La politica e lʼoccupazione americane
    stanno completando la radicalizzazione del
    mondo islamico lungo lʼarco di instabilità
    teorizzato da Huntington molto meglio di
    quanto hanno fatto gli Osama bin Laden e gli
    Zarqawi di turno, dei quali gli USA restano,
    pertanto, lʼindispensabile alleato. In God we
    trust, ma anche in Osama bin Laden.
    Se gli Stati Uniti non muteranno -
    come non la muteranno - la loro politica,
    16 La Tradizione
    Cattolica è scontato che anche i musulmani più
    “tranquilli” passeranno con Bin Laden.
    Agli occhi dei musulmani, infatti, più che
    lʼIraq e lʼAfghanistan, è lʼIslam stesso che
    viene attaccato e quindi ad ogni credente
    incombe lʼobbligo della jihâd.
    A quel punto agli USA rimarrà solo
    lʼopzione militare pesante descritta.
    MA AL-QAIDA (= LA BASE)
    ESISTE?
    La sua esistenza richiama i noti versi
    del Metastasio sullʼAraba Fenice
    “che vi sia ciascun lo dice.
    Dove sia nessun lo sa”.
    In proposito vorrei proporvi la recente
    opinione dellʼautorevole Guardian britannico:
    (al-Qaida) “non è una rete internazionale
    organizzata. Non ha membri o
    un capo. Non ha “cellule in sonno”. Non
    possiede una strategia dʼinsieme. Nei fatti
    non esiste proprio, salvo come idea di
    purificazione di un mondo corrotto attraverso
    la violenza religiosa”. Essa “non ha
    avuto un nome fino ai primi mesi del 2001,
    quando il governo americano, decidendo
    di perseguire Bin Laden come latitante,
    doveva applicare le leggi antimafia che
    richiedevano di dare un nome allʼorganizzazione
    criminale”.
    “[…] le statistiche del Ministero
    dellʼInterno britannico sugli arresti e sulle
    accuse mosse a sospetti terroristi a partire
    dal settembre 2001 parlano di 664 detenuti
    alla fine del mese scorso (settembre 2004,
    N.d.T.) di cui solo 17 sono stati riconosciuti
    colpevoli. Di questi la maggioranza
    erano repubblicani irlandesi, militanti Sikh
    o membri di gruppi senza collegamento
    alcuno con il terrorismo islamico. Nessuno
    è stato accusato di essere un membro certo
    di al-Qaida”.
    Lʼarticolo fa risalire questo novello
    état dʼesprit indotto in Occidente dallʼincubo
    terrorismo, a Leo Strauss, “un filosofo
    della politica americano dellʼUniversità di
    Chicago degli anni ʼ50 che respingeva il
    liberalismo postbellico americano come
    amorale e che pensava che il paese potesse
    essere salvato da una rinnovata fede nel
    ruolo unico dellʼAmerica nella lotta contro
    il male nel mondo. Le certezze di Strauss e
    la sua enfasi circa lʼuso di grandi miti come
    forma più elevata di propaganda politica
    suscitarono un gruppo di influenti discepoli
    come Paul Wolfowitz, attuale Sottosegretario
    alla Difesa americano. Costoro emersero
    nel corso del dibattito sulla minaccia
    russa durante la Guerra Fredda e (oggi)
    hanno applicato una strategia similare alla
    guerra al terrore”.
    Dopo avere osservato che la Guerra
    Fredda si è sostenuta per almeno mezzo
    secolo senza che la Russia avesse intenzione
    di invadere lʼOccidente, come provano
    gli archivi messi a disposizione degli
    storici dopo la caduta del comunismo, e che
    “lʼinsicurezza è il concetto motore chiave
    dei nostri tempi”, il Guardian riferisce la
    concisa opinione di un funzionario dei
    servizi segreti britannici, scettico sulla
    cosiddetta guerra al terrorismo:
    “Tutto quello di cui costoro hanno
    bisogno è una grossa bomba ogni 18
    mesi per mantenere in moto il sistema”.
    In democrazia, infatti, “per galvanizzare
    il pubblico alla guerra, occorre rendere il
    nemico più grande, più pericoloso e più
    minaccioso”(26).
    Al-Qaida è indubbiamente provvidenziale
    per le operazioni in corso: essa permette
    infatti di stringere i paesi islamici fra un
    Occidente armato e aggressivo da un lato e
    dallʼaltro una schiera sempre più agguerrita
    di inafferrabili destabilizzatori che agiscono
    su scala globale sotto il suo marchio. LʼIraq
    e Beslàn rappresentano una buona prefigurazione
    dei tempi in gestazione.
    17 La Tradizione
    Cattolica
    E AL-ZARQAWI CHI È?
    “Dubbi sul ruolo di Zarqawi come
    principale leader”, titolava in un rapporto
    da Falluja il celebre The Age, da 150 anni
    quotidiano di Melbourne. “È più un mito
    che un uomo”, aggiungevano funzionari
    dellʼintelligence americana, lamentandosi
    come “i loro rapporti a Washington siano
    largamente ignorati”(27). E il pungente Pepe
    Escobar, i cui commenti spesso appaiono su
    LiMes, definisce Zarqawi “lʼuomo di Bush
    per tutte le stagioni”. Scrive lʼEscobar:
    “Non fanno difetto i documenti, stampati
    e online, che provano come gli agenti
    dello spionaggio americano allʼopera nel
    mondo dagli anni ʼ50 abbiano creato e sviluppato
    i loro gruppi terroristi, le messe
    in guardia da tali gruppi; e come inoltre
    abbiano impiegato tattiche antiterrorismo
    da miliardi di dollari – operazioni psicologiche
    coperte incluse – per neutralizzare i
    gruppi terroristi da essi stessi creati.
    Disinformazione e propaganda sono
    chiavi. Creare un “volto” al terrore è una
    chiave. Ne segue che queste operazioni
    psicologiche coperte comportano sempre
    la creazione di un codice. Un addetto alle
    operazioni psicologiche americano, recentemente
    intervistato dal quotidiano australiano
    The Age ha dichiarato: «Abbiamo
    in sostanza pagato 10.000$ alla volta ad
    opportunisti, criminali e gente occasionale
    che spacciavano finzioni e supposizioni su
    Zarqawi come fatti inconfutabili, facendone
    il cardine di quasi ogni attacco avvenuto
    in Iraq».
    […] Zarqawi, prosegue Escobar, è
    stato estremamente utile a stornare lʼattenzione
    dallo scandalo di Abu Ghraib:
    il video di Berg venne infatti mostrato in
    concomitanza con Abu Ghraib. Il “Zarqawi”
    del video non parla arabo con
    accento giordano (si accredita a Zarqawi
    unʼorigine giordana, N.d.T.). Le sue gambe
    sembrano del tutto normali (si dice avesse
    perso una gamba nel 2002 combattendo
    come mujaheddin in Afghanistan, N.d.T.).
    E, ecco il punto cruciale, indossa un
    anello dʼoro, cosa che per un autentico
    combattente della jihad suonerebbe come
    un insulto estremo.
    […] Se Bush sarà rieletto, avrà due
    mesi per lanciare e completare la totale
    sottomissione di Falluja già annunciata dai
    militari americani e da Allawi, logica conseguenza
    degli attuali, devastanti attacchi
    di precisione.
    Ciò pone però un problema. Zarqawi
    in questo modo sarebbe costretto ad uscire
    allo scoperto. Ma a che pro? I neoconservatori
    perderebbero una carta formidabile:
    dopotutto essi sostengono che Zarqawi è
    patrocinato da Teheran. […] Attendiamoci
    dunque ancora parecchio materiale “Zarqawi”,
    e-mail, minacce, comunicati, video
    macabri. “Zarqawi” vive. Che leggenda.
    Nessuno può fermarlo. E vota Bush”(28).
    Quante stranezze: dapprima con la
    vicenda dellʼ11 settembre dove emerge
    la figura del rabbino ortodosso Dov S.
    Zakheim, lobbista per conto del com-
    18 La Tradizione
    Cattolica plesso militare-industriale, allora responsabile
    finanziario del Pentagono (fino alle
    sue dimissioni del marzo 2004) e direttore
    della System Planning Corporation.
    Questʼultima, con sede ad Alexandria in
    Virginia, costruisce teleguide da terra per
    aerei bersaglio (fino ad otto, gestiti contemporaneamente),
    ma anche per aerei di linea
    come il Boeing 757, allo scopo dichiarato
    di sottrarli al controllo di potenziali dirottatori
    e condurli in salvo a terra(29).
    Zakheim era stato inoltre co-autore
    dello studio “Rebuilding Americaʼs
    Defenses: Strategy, Forces and Resources
    for a New Century”, documento pubblicato
    nel settembre 2000 a cura del Centro
    studi conservatore The Project for a
    New American Century (Progetto per
    un nuovo secolo americano, PNAC(30)).
    Questo Centro venne creato nel 1997
    “per promuovere la leadership globale
    americana” ad opera di William Kristol
    e Gary Schmitt, questʼultimo professore
    incaricato alla Johns Hopkins University
    nel periodo in cui Wolfowitz era rettore.
    Del PNAC fanno parte, oltre al suddetto
    Kristol in veste di presidente, Wolfowitz,
    Rumsfeld, Perle, Cheney, Libby, Armitage.
    Interessante la citazione che si trova a
    pagina 51 di quel documento:
    “È probabile che il processo di
    trasformazione (della strategia, N.d.T.),
    anche se introduce cambiamenti
    rivoluzionari, duri a lungo, salvo un
    evento catastrofico catalizzatore, quale
    (potrebbe essere, N.d.T.) una nuova Pearl
    Harbor”.
    Sono tante, troppe le cose che oggi
    microscopicamente non tornano nella
    vicenda delle Twin Towers(31), a cominciare
    dalla dichiarazione di Donald Rumsfeld,
    registrata il 12 ottobre 2001 durante
    unʼintervista che egli rilasciò al Pentagono
    a Parade Magazine, nel corso della quale
    si era lasciato sfuggire che il Pentagono era
    stato colpito da un missile(32), smentendo
    maldestramente la versione ufficiale del
    Boeing 757 che si sarebbe dissolto dopo
    avere attraversato per 16 metri le pareti
    del Pentagono con una “carotata” quasi
    perfettamente circolare.
    Una sequenza che vede invece verosimilmente
    aerei teleguidati da terra e missili
    da crociera, e proseguita con al-Qaida,
    Zarqawi…
    ATTACCHERANNO LʼIRAN?
    O prima lʼArabia Saudita, dove la
    preoccupazione delle multinazionali è
    massima per le concessioni petrolifere
    che scadranno nel 2005?
    Le ragioni per attaccare lʼIran per
    primo sono preponderanti: sta fabbricando
    armi di distruzione di massa e minaccia
    Israele, anche se comunemente è ammesso
    che la prima bomba nucleare iraniana non
    dovrebbe vedere la luce prima di due-tre
    anni. Fareed Zakaria, dopo avere premesso
    che una minaccia nucleare dellʼIran per gli
    Stati Uniti non esiste, scrive:
    “Se lʼIran diventasse (una potenza,
    N.d.T.) nucleare, ciò avrebbe un effetto
    sensazionale. Verrebbero posti materiali
    nucleari nelle mani di un regime radicale
    che mantiene legami con gruppi poco
    raccomandabili. Sarebbe il segnale ad
    altri paesi che è possibile rompere il tabù
    nucleare”(33). Senza per questo dimenticare
    unʼaltra colpa irremissibile dellʼIran: dal
    1999 esso predilige nelle sue transazioni
    petrolifere lʼimpiego dei petroeuro in luogo
    dei petrodollari.
    La prima settimana di ottobre 2004 il
    Committee on Present Danger, una lobby
    di punta dei conservatori americani, in collaborazione
    con la Foundation for Defense
    of Democracies (FDD), gruppo creato due
    giorni dopo lʼ11 settembre 2001 in cui
    spiccano Michael Ledeen, Richard Perle,
    James Woolsey - ex direttore della CIA che
    19 La Tradizione
    Cattolica
    presiede la Casa della Libertà (Freedom
    House) il cui amministratore è Samuel
    Huntington -, lʼeditore di Weekly Standard
    William (Bill) Kristol, ma anche il
    Pilgrims George Shultz, tenne un simposio
    con la partecipazione di Paul Wolfowitz, in
    rappresentanza del governo, sul tema “IV
    Guerra Mondiale: perché combattiamo,
    con chi stiamo combattendo, come stiamo
    combattendo”.
    Il padrino dei neoconservatori, lʼanziano
    Norman Podhoretz, il cui genero è
    quellʼElliott Abrams, direttore per il Medio
    Oriente del National Security Staff della
    Casa Bianca, dopo avere identificato nelle
    tattiche adottate da Israele nei Territori
    Occupati il “modello di come questo tipo
    di guerra va combattuta”, in quella occasione
    sottolineava che:
    “lʼIran è indiscutibilmente sull
    ʼagenda” del secondo mandato di Bush,
    aggiungendo: “non ho dubbi che dobbiamo
    farlo e farlo in fretta”(34). Nel frattempo il
    caos iracheno giova a riscaldare lʼambiente
    in attesa della prossima guerra.
    Che farà lʼOrso russo? Si lascerà
    circondare o avrà inizio un tragico effetto
    domino?
    E GLI ALTRI PAESI
    CHE FARANNO?
    Per contenere i limiti del presente
    lavoro ci limitiamo di considerarne brevemente
    solo due.
    GERMANIA.
    La Germania, classificata in gennaio
    da Newsweek seconda potenza economica
    e diplomatica mondiale dietro gli USA, è
    tuttʼaltro che in grado di esprimere una
    politica indipendente da questi ultimi. La
    cosa non deve stupire: basti pensare alle
    decine di migliaia di soldati (95.000 alla
    fine del 2003), alle divisioni corazzate e
    alle armi nucleari americane dispiegate dal
    1945 sul suo territorio che ne fanno uno
    stato in occupazione permanente o, se si
    vuole, alle sue cospicue riserve monetarie,
    il 55% delle quali costituito da oro, che non
    tutti sanno essere a tuttʼoggi custodito nei
    forzieri di Wall Street a New York(35).
    Aspetti che contribuiscono potentemente
    alla fedeltà atlantica tedesca, sempre
    contrastata dallo storico richiamo verso est
    dove lʼasse Parigi-Berlino-Mosca dopo lʼ11
    settembre è uno stato di fatto(36), che anzi si
    sta allungando verso Pechino nel tentativo
    di costruzione di unʼalleanza continentale
    da opporre alla coalizione anglosassone.
    Circa lʼalleanza con Pechino vale la pena
    rilevare che in tre anni questi Stati non
    solo hanno rinforzato i legami economici
    e culturali, ma hanno anche ripianato le
    questioni territoriali pendenti, e cominciato
    a sostenersi a vicenda al Consiglio
    di Sicurezza dellʼONU. Tutto questo per
    fronteggiare le manovre di destabilizzazione
    interiore, soprattutto nei riguardi
    della Russia, e un probabile conflitto energetico
    con implicazioni militari USA-Cina
    che si profila allʼorizzonte.
    Cʼè dunque unʼalternanza di allineamenti
    che vede Schröder stipulare il 27
    febbraio a Washington con Bush, a coronamento
    di un progetto Kissinger-Fischer,
    LʼAlleanza tedesco-americana per il XXI
    secolo per un condominium a due dei nuovi
    assetti progettati per il Medio Oriente(37) e
    allo stesso tempo si assiste ai caldi incontri
    del Cancelliere per festeggiare addirittura
    il compleanno di Putin.
    LʼAlleanza in realtà è un tentativo
    americano di coinvolgimento dellʼEuropa
    - di cui la Germania è pars maxima - nello
    scontro delle civiltà, assegnato ai tedeschi
    che dovrebbero operare verso lʼIslam per
    via seduttiva (soft), ossia puntando ad
    ottenere un cambio di mentalità, e quindi
    di strutture, satellizzando culturalmente i
    paesi islamici che si affacciano sul Medi-
    20 La Tradizione
    Cattolica terraneo e fino al Golfo Persico, attraverso
    uno sforzo in cui il punto di passaggio
    dovrebbe essere costituito da una Turchia
    laica. Un ruolo di primo piano per la Germania,
    offerto su un piatto di argento, che
    riproporrebbe la presenza tedesca in paesi
    dove essa assente dai tempi del Kaiser.
    Il disegno americano è evidente:
    controllare attraverso il vassallo tedesco
    gli Stati Uniti dʼEuropa, per transitare di
    là, con lʼingresso della Turchia, verso quelli
    del mondo.
    Un piano contro il quale è lecito avanzare
    dubbi più che fondati. Infatti:
    - inserita nel contesto europeista che
    la spoglia di ogni effettiva sovranità, fra
    poco la Germania vedrà svanire la sua
    autonomia, al pari delle altre nazioni europee,
    a favore di decisioni provenienti da
    poteri forti come quelli che hanno suscitato
    la costituzione europea negando le radici
    cristiane dellʼEuropa;
    – unʼUnione Europea invasa dallʼIslam
    non ha speranze di mantenere lʼattuale
    posizione economica e puntare quindi alla
    supremazia. Alleata della Russia, sì;
    – demograficamente lʼEuropa è in
    declino e ciò apre la via alle massicce
    immigrazioni;
    - lʼodio arabo per Israele ha raggiunto
    punti di non ritorno, culturalmente
    insuperabili, a garanzia di una instabilità
    permanente della regione e dellʼinanità
    di ogni sforzo di superare le divergenze
    trasponendole sul piano culturale.
    TURCHIA
    La Turchia oscilla oggi fra un criptoislamismo
    rampante che vorrebbe il pubblico
    rinnegamento dellʼalleanza con Israele e
    con lʼOccidente e lʼassunzione della guida
    della jihâd islamica per una Reconquista
    del califfato(38), rinnovando gli antichi fasti
    imperiali, e lʼeredità di Atatürk che la mantiene
    saldamente inserita nello schieramento
    occidentale in funzione antirussa.
    La Turchia è invero stretta nella morsa
    terribile della colonizzazione economica
    americana che la mantiene fra i paesi più
    indebitati del mondo, riservando al governo
    turco un margine dʼazione rigorosamente
    ristretto. Ciascun programma o investimento
    da finanziare è infatti subordinato
    alle decisioni del FMI che lo approva solo
    dopo avere controllato ogni dettaglio(39).
    Le continue pressioni americane sull
    ʼU.E. dopo il rifiuto del Parlamento europeo
    di riconoscere le “radici cristiane” dell
    ʼEuropa, e con esse la sua storia, favorendo
    in tal modo lʼistituzionalizzazione delle
    altre religioni, sembravano assicurare un
    facile accesso alla Turchia nellʼUnione(40).
    Anche la massoneria italiana non ha mancato
    di far udire la sua voce e pronunciarsi
    in nome della libertà di religione a favore
    della Turchia(41). Ma le resistenze sono state
    fortissime. Perfino Gheddafi è intervenuto
    a metter in guardia gli europei ricorrendo a
    termini allarmistici circa le conseguenze di
    un ingresso della Turchia in Europa.
    “Cavallo di Troia”, la definiva, uno
    Stato islamico che introdurrà le proprie
    nuove generazioni, che già oggi attingono
    massicciamente alle fonti della cultura islamica,
    ai cui occhi lʼEuropa è unicamente
    terra di conquista da islamizzare. “Dʼora
    in poi il futuro appartiene ai partiti islamici
    turchi e ai sostenitori di Ben Laden”,
    prosegue il capo libico. Questa volta “non
    si fermeranno alle porte di Vienna, come
    fecero gli Ottomani, ma intendono attraversare
    lʼAtlantico” […]. “Si tratta di
    questioni strategiche che avranno gravi
    riflessi anche sul mio Paese, la sua regione
    e infine scuoteranno il mondo intero”, concludeva(
    42).
    Singolare udire un musulmano, per
    di più di grande visibilità e statura politica,
    denunciare lʼespansionismo islamico.
    Non deve davvero essere cosa da poco una
    21 La Tradizione
    Cattolica
    presenza turca nellʼU.E..
    Gheddafi ha visto bene
    infatti: la Turchia, coi suoi 70
    milioni di abitanti e i 150 che
    potrà far giungere nellʼU.E.
    dalle steppe dellʼAsia Centrale
    dopo che avrà loro concesso la
    propria cittadinanza politica,
    potrebbe essere il Vaticano II
    dellʼEuropa. Unʼarma efficacissima
    di penetrazione, resa
    possibile appunto dallʼinterconfessionalismo
    vaticanosecondista,
    per il dissolvimento
    dallʼinterno di ciò che resta della identità
    europea, attraverso unʼislamizzazione
    forzata, grazie anche alle quinte colonne
    dei mujaheddin introdotte dagli americani
    in Bosnia, armate da Iran e Arabia Saudita
    con la benedizione di Clinton(43) al tempo
    della spartizione della Jugoslavia, e da dove
    oggi partono alla volta della Cecenia e del
    Medio Oriente per diffondere e combattere
    la jihâd.
    Rimane sempre plausibile e reale la
    possibilità di un ribaltamento della posizione
    filo-occidentale turca sullʼonda di
    incontenibili pressioni interne, e lʼascesa di
    quel paese alla guida del mondo islamico.
    Questo radicale cambiamento di scenario
    potrebbe conferire organicità ad un Islam
    sempre più antioccidentale favorendo
    grandemente il disegno huntingtoniano di
    scontro delle civiltà.
    2. CONQUISTA DELLʼHEARTLAND
    La via americana che puntava ad
    abbattere in prima istanza lʼIslam nellʼambito
    dello scontro delle civiltà, dopo avere
    risolto a suo favore la Guerra Fredda, si è
    imprevedibilmente trovata a fare i conti con
    una Russia che invece, nei suoi programmi,
    avrebbe dovuto letteralmente implodere
    nella babele eltsiniana e sparire dalla scena
    dei protagonisti, fagocitata e saccheggiata
    dalle multinazionali e ridotta a colonia dai
    poteri forti occidentali. Ciò che probabilmente
    gli americani avevano calcolato male
    era lo stato di salute della rete del KGB,
    insospettabilmente efficiente e compatta
    dopo la bufera degli anni ʼ90, al punto di
    riuscire a mandare al potere un suo colonnello
    grazie allʼabile mossa di sostenere - e
    quindi accreditarsi - i nuovi straricchi delle
    privatizzazioni dellʼera Eltsin, quelli stessi
    verso cui Putin si sarebbe successivamente
    rivoltato espropriandoli per conto dello
    stato delle loro razzie(44).
    Lʼavversione americana per Putin
    riposa su solide basi:
    - si è impadronito della stampa e delle
    TV sottraendole al controllo occidentale;
    - ha messo sotto tutela le ONG, Open
    Society di Soros inclusa;
    - ha centralizzato il potere indebolendo
    i governatori;
    - quando Khodorkovsky, uno dei saccheggiatori
    dellʼeconomia russa coi soldi
    dei Rothschild, ha tentato una scalata,
    spalleggiato dalla Exxon-Mobil e da Wall
    Street, pronte a rilevare una sostanziosa
    fetta della Yukos, Putin lʼha semplicemente
    fatto arrestare e sbattere in galera;
    - ha portato lʼeconomia russa fuori
    dalla stagnazione facendone il primo produttore
    di petrolio del mondo. Stabiliz-
    22 La Tradizione
    Cattolica zando il paese lo ha reso una meta ambita
    per i capitali da investire, da sempre alla
    ricerca di pace sociale;
    - altra colpa particolarmente grave:
    paga i debiti della precedente gestione
    e non ne fa di nuovi. Peggio, accumula
    riserve privilegiando lʼeuro a scapito del
    dollaro per superare unʼeventuale crisi
    monetaria;
    - ma soprattutto riscuote un vasto
    consenso popolare che gli consente una
    straordinaria libertà di azione.
    Possiamo dire che con Putin e la sua
    abile politica, i programmi mackinderiani
    sono stati deviati lungo un percorso più tortuoso:
    seppure con gli anglosassoni militarmente
    presenti nel cuore dellʼHeartland, e
    un Islam avverso sì, ma ancora strumentale
    per accerchiare, soffocare, destabilizzare
    e quindi abbattere la Russia(45), il pianeta
    Russia si è risvegliato coagulandosi dietro a
    Putin, deciso a resistere, dopo Beslàn anche
    con la forza delle armi nucleari. E, non lo
    si dimentichi, la Russia è lʼunico stato a
    tuttʼoggi in grado di distruggere gli Stati
    Uniti e i loro alleati.
    Si comprendono allora meglio i
    motivi dei 43 kg di esplosivo rinvenuti in
    una macchina parcheggiata sul tragitto che
    giornalmente il corteo di Putin compie fra il
    Cremino e la sua residenza(46), o le voci insistenti
    che uno dei Tupolev fatti esplodere in
    volo in agosto vicino a Rostov doveva in
    realtà essere diretto sulla residenza estiva
    di Putin, in quei giorni in vacanza a Soči
    sulla riva orientale del Mar Nero(47).
    La manovra di accerchiamento e
    soffocamento della Russia in vista di
    assumerne un giorno il controllo e con esso
    quello delle sue enormi risorse naturali è
    comunque proseguita anche nel 2004. Altri
    Paesi europei hanno fatto il loro ingresso
    nella NATO, braccio armato americano sul
    continente. Fra essi i più strategicamente
    importanti per isolare la Russia sono stati
    le tre repubbliche baltiche ex-sovietiche.
    Si progetta lo spostamento entro qualche
    anno 70.000 militari americani di stanza in
    Germania in nuove basi avanzate lituane,
    polacche, rumene e bulgare a ridosso dei
    confini russi. Si compirebbe così la chiusura
    degli ultimi anelli di quella catena sui con-
    fini occidentali della Russia, che la avvolge
    ormai dalla Norvegia alla Turchia. Caccia
    bombardieri NATO pattugliano di continuo
    a turno i cieli lituani lungo i confini con la
    Russia, nonostante le proteste ufficiali(48).
    Si cerca di rendere calda la questione dell
    ʼenclave russa di Kaliningrad, stretta dai
    nuovi assetti fra Lituania e Polonia per precludere
    alla Russia uno dei pochi sbocchi
    che le sono rimasti sul Baltico.
    Tentativi di destabilizzazione interna
    della Russia attraverso un terrorismo pilotato
    sono stati spettacolari per la loro
    efferatezza e per il numero di vittime.
    La Russia ha un interesse strategico a
    mantenere il controllo sul nord del Caucaso
    ed espandere la sua influenza nel sud per
    rompere lʼaccerchiamento americano
    attraverso la Georgia e lʼAzerbaigian e con
    Il ministro della Difesa russo Sergei Ivanov
    23 La Tradizione
    Cattolica
    ciò prevenire il monopolio americano delle
    ricchezze petrolifere del Caspio. De jure o
    de facto la separazione della Cecenia dalla
    Russia colpirebbe infatti uno dei nuclei
    stessi della geostrategia russa.
    Per tali motivi si cerca in tutti i modi
    di impantanare la Russia nel Caucaso e
    coinvolgerla nella logica dello scontro delle
    civiltà trasponendo il secolare antagonismo
    ceceno per i russi dal piano politico a quello
    della contrapposizione religioso-militare,
    internazionalizzando le rivendicazioni
    cecene con massicce importazioni di
    mujaheddin dalla Bosnia, dallʼAfghanistan,
    dal Pakistan, ma anche dalla Francia e dalla
    Gran Bretagna nel quadro di unʼinstabilità
    globale. Vengono sobillati contro Mosca i
    venti milioni di musulmani russi da lunghissimo
    tempo pacificamente conviventi
    con lʼetnia russa.
    La Russia, che ben conosce i mandanti
    del gioco, quest’anno ha risposto con
    precisi messaggi:
    - in febbraio si sono tenute le maggiori
    esercitazioni militari russe dai tempi
    di Breznev, direttamente sotto la supervisione
    di Putin, con la partecipazione
    di esercito, marina e aviazione in teatri
    allargati fino allʼAtlantico settentrionale e
    al Mare Artico. Viene simulata una guerra
    nucleare con aerei americani che lanciano
    missili contro il territorio russo. Lʼintero
    paese viene mobilitato. Vengono annunciati
    lanci di missili balistici e la messa a punto
    di nuove armi nucleari più perfezionate;
    - Sergei Ivanov, il Ministro della
    Difesa russo, denuncia la decisione degli
    Stati Uniti di “abbassare la soglia nucleare”
    minando la stabilità della regione. Ivanov
    allude alle nuove testate nucleari americane
    “bunker buster” in corso di sviluppo, reclamate
    dagli americani come indispensabili
    per raggiungere e distruggere le “tane di
    lupo” interrate a grande profondità dei vari
    dittatori che ancora affliggono il mondo,
    in realtà mirate alla distruzione in caso di
    conflitto dei comandi nucleari russi posti in
    bunker di cemento armato a molte decine
    di metri sotto terra(49);
    - missili balistici di nuova generazione
    a testate multiple Topol-M (SS-27),
    montati su rampe ad alta mobilità vengono
    lanciati, affinché qualcuno ne prenda diligentemente
    nota, dal Nord Europa in mezzo
    al Pacifico con un volo di 11.500 km. Viene
    schierato un significativo numero di missili
    SS-19 “Stiletto” a sei testate da un
    megaton ciascuna, in grado di cambiare
    indipendentemente la traiettoria di volo
    eludendo lo scudo antimissile americano.
    In ottobre un sottomarino nucleare lancia
    per la prima volta in immersione il missile
    balistico intercontinentale di nuova concezione
    Bulava (ʻtempestaʼ in russo), il cui
    equivalente è ancora in fase di sviluppo
    in Occidente. Il messaggio è chiarissimo:
    siamo in grado di colpire direttamente
    senza possibilità di essere individuati;
    - lʼagenzia di informazione russa
    Novosti in un prudente commento allʼannuncio
    americano di rispiegamento delle
    proprie forze armate riferisce che “nuovi
    Missile balistico Topol-M (SS-27)
    24 La Tradizione
    Cattolica obiettivi possono apparire alla vista dei
    missili strategici russi. Chi può garantire
    o sostenere apertamente che non saranno le
    nuove basi americane in Polonia, Lituania
    o Romania?”(50);
    - si apprende che i sottomarini dʼattacco
    russi sono stati dotati di siluri nucleari
    tattici in funzione anti-portaerei, accreditati
    per viaggiare sotto acqua a velocità dellʼordine
    dei 400 metri al secondo;
    - dopo Beslàn la Russia si riserva
    anchʼessa di procedere ad attacchi preventivi
    non dichiarati contro qualunque paese
    che essa ritenga possa porre minacce alla
    sua stabilità. E, seppure senza fornire dettagli,
    il presidente kirghiso Askar Akayev,
    al termine di unʼesercitazione “antiterrorista”
    condotta in agosto di concerto con
    russi e kazachi, dichiarò che era in corso di
    valutazione unʼoperazione preventiva congiunta
    contro lʼAfghanistan per bloccare
    lʼinfiltrazione di militanti lungo il confine
    afghano-tagico.
    BESLAN
    Il primo di settembre, il giorno dopo
    il vertice di Soči sul Mar Nero fra Putin,
    Schröder e Chirac, si inaugura come ogni
    anno il primo giorno di scuola a Beslàn
    in Ossezia - isola cristiana ortodossa del
    Caucaso del nord -, aprendo una settimana
    terrificante che si conclude con un eccidio
    di innocenti e di bambini condotto con
    studiata e insuperata efferatezza da parte
    di 33 terroristi di etnia Ingush o cecena.
    I morti sono centinaia, lo shock in
    Russia è enorme, il mondo rabbrividisce.
    La stampa dà notizia che il mandante
    sarebbe Shamil Basayev, un capo militare
    ceceno antagonista di Aslan Maskhadov,
    il quale, da parte sua, prende subito le
    distanze dallʼaccaduto. Mashkadov è il
    rappresentante dellʼala politico-nazionale
    cecena, attualmente in ostaggio dei
    terroristi wahabiti di Basayev.
    Ex dei servizi russi, Basayev nel 1991
    partecipava al putsch di Mosca a fianco di
    Eltsin come uomo della CIA, mentre dopo
    il 1995 si trasferisce in Afghanistan dove
    diventa uomo dei servizi segreti pakistani
    (dellʼISI, strettamente collegato alla CIA)
    specializzato in questo tipo di operazioni(51).
    Nel 1999, finanziato da neo-banchieri russi
    come Berezovskij, invade il Daghestan, si
    dice per portare Putin al potere in luogo
    dellʼetilista Eltsin. Braccato dai russi
    è attirato in una trappola dove sembra
    abbia perso un piede. È successivamente
    segnalato in Turchia per ricevere cure
    chirurgiche(52).
    Si tratta dello stesso personaggio
    che ha messo sulla testa di Putin una
    taglia di 20 milioni di dollari, somma che
    difficilmente Basayev dovrebbe possedere
    e di cui sarebbe interessante conoscerne la
    provenienza. Basayev dal suo sito Internet
    motiva Beslàn con lʼindipendenza della
    Cecenia, scaricando la responsabilità
    della strage sullʼintransigenza di Putin
    verso i ceceni, in ciò fiancheggiato da
    politici europei e da gran parte della
    stampa occidentale. E non si tratta qui
    di personaggi come il filosofo francese
    André Glucksmann, il cui filocecenismo è
    una costante, ma del Ministro degli Esteri
    olandese Bernard Bot che, a poche ore
    dalla tragedia, chiedeva pubblicamente
    conto a nome dellʼU.E dellʼaccaduto ad
    una Russia indignata, mentre Prodi, uomo
    di Soros, diligentemente echeggiava: “Su
    Beslàn dovremo richiedere spiegazioni alla
    Russia”(53).
    Si ostentava così, con sovrana
    sfrontatezza, un atteggiamento irrazionale
    che, facendo scempio della logica, si
    accaniva non contro terroristi di ferinità
    inusitata, ma contro lo Stato che ne è stato
    vittima.
    Putin, alla nazione stretta intorno
    a lui, in un discorso televisivo annuncia
    che il tempo della debolezza è finito, che
    25 La Tradizione
    Cattolica
    le responsabilità dellʼeccidio non devono
    essere ricercate solo a livello di criminalità
    terrorista, ma ben più in alto. Apertis verbis
    dichiara:
    “Qualcuno vorrebbe strapparci un
    gustoso “pezzo di torta” (espressione russa,
    allude alla Cecenia, N.d.T.). Altri li aiutano
    a farlo. Li aiutano argomentando che la
    Russia è a tuttʼoggi una delle maggiori
    potenze nucleari del mondo e come tale
    per essi rappresenta ancora una minaccia.
    Ritengono pertanto che questa minaccia
    vada rimossa.
    Il terrorismo, ovviamente, è solo
    uno strumento per raggiungere tale scopo
    […] è una sfida alla Russia intera, a tutto il
    nostro popolo”(54).
    E prosegue:
    “Siamo obbligati a creare un sistema
    di sicurezza più efficace ed esigere dagli enti
    di polizia iniziative adeguate per la portata
    e la profondità delle nuove minacce che
    dobbiamo affrontare. Nellʼimmediato futuro
    sarà approntato un complesso di misure
    volte a rafforzare lʼunità del paese […]”.
    I russi, seppelliti i loro bambini,
    hanno ora la prova di ciò che avevano
    intuito circa il messaggio loro destinato
    con lʼaggressione del 1999 alla Jugoslavia.
    La stessa cosa si sta oggi avverando per
    loro e a tutti Beslàn appare come lʼultimo
    atto sferrato dagli anglosassoni, una vera
    e propria dichiarazione di guerra, per far
    saltare la Russia.
    Allʼindomani, siamo allʼ8 settembre,
    il solito Guardian esce con un
    articolo dal significativo titolo “The
    ChechensʼAmerican friends” (Gli amici
    americani dei ceceni) cui fa eco la
    settimana successiva una pubblicazione di
    Lyndon LaRouche(55).
    Si apprende così che lʼorganizzazione
    dietro il separatismo ceceno che
    coltiva lʼostilità verso Putin, fa capo,
    negli Stati Uniti, ad un gruppo di potere
    neoconservatore chiamato Comitato per la
    Pace in Cecenia (ACPC).
    LʼACPC venne fondato nel 1999
    da Zbigniew Brzezinski, Alexander Haig
    e Stephen Solarz per conseguire la piena
    indipendenza della Cecenia dalla Russia
    “con mezzi pacifici” (sic!). Il gruppo ha
    sede a Freedom House (Casa della Libertà),
    roccaforte di conservatori dove, guarda
    caso, lʼamministratore è un certo Samuel
    Huntington.
    Anche lʼelenco dei membri
    dellʼACPC è del massimo interesse: fra gli
    altri troviamo Elliott Abrams col suocero
    Norman Podhoretz, Kenneth Adelman,
    Elliott Cohen, Irving Horowitz, Robert
    Kagan, William Kristol, Michael Ledeen,
    Seymour Martin Lipset, Richard Perle,
    Helmuth Sonnenfeldt, Caspar Weinberger,
    Richard Pipes(56), James Woolsey, tutte
    figure di primo piano della politica, della
    diplomazia e dei servizi segreti americani.
    Per inciso, Perle e Kagan questʼanno erano
    presenti a Stresa alla sessione annuale del
    Bilderberg.
    Le tesi promosse dallʼACPC
    sostengono che la ribellione cecena sia da
    imputare allʼatteggiamento antidemocratico
    della Russia di Putin(57) e alla sua sistematica
    violazione dei diritti umani nella repubblica
    caucasica. La situazione cecena, assicura
    lʼACPC, è simile a quella della Bosnia e del
    Kosovo, risolvibile quindi solo attraverso
    un intervento internazionale mirante a
    stabilizzare la regione.
    In sostanza: si chiede a Putin di
    capitolare di fronte a quel terrorismo
    che gli Stati Uniti affermano essere il
    nemico numero uno dellʼintera umanità.
    Si riscontra insomma la stessa logica che
    è alla base dellʼasilo offerto da Londra a
    capi militari della resistenza cecena come
    Ahmed Zakayev, inseguito da mandato di
    cattura russo per strage terroristica (un poʼ
    come se Mosca ospitasse lʼinafferrabile
    26 La Tradizione
    Cattolica Zarqawi), o come allo sceicco Omar Bakri
    Mohammad, che da Londra non perde
    occasione di proclamare la sua fedeltà a
    Ben Laden chiamando i musulmani alla
    jihâd.
    Parlare di democrazia in Cecenia è
    assolutamente improprio e dimostra l’uso
    tutto strumentale fatto di questo concetto.
    La Cecenia è una società fondata sul clan,
    dove il capo non può per definizione essere
    messo in discussione e dove vigono concetti
    come l’onore, la vergogna per l’onore
    violato, la faida, il sangue che lava l’onta,
    la separazione da chi non fa parte del clan.
    Una società a caratteri mafiosi, dunque,
    dove tutto è “Cosa nostra”(58). A partire
    dal 2000 la CIA mette a disposizione
    degli “uomini delle montagne”, come i
    ceceni amano definirsi, radar e batterie
    antiaeree sofisticate per resistere alle truppe
    federali(59).
    Il Grande Gioco prosegue allʼombra
    dello scontro delle civiltà che, dopo
    Beslàn, assume un respiro maggiore: il più
    importante giornale del mondo islamico,
    Al Ahram, portavoce del grande Egitto
    commentava amaramente:
    “Se tutti i nemici dellʼIslam si
    fossero uniti per farci del male, non ne
    avrebbero fatto allʼIslam tanto quanto ne
    sono riusciti a fare i figli dellʼIslam, con la
    loro stupidità e mancanza di giudizio”. Le
    immagini dei bambini russi morti e feriti
    “mostrano musulmani come mostri assetati
    del sangue dei bambini e del dolore delle
    loro famiglie”(60).
    Lʼequazione è di conseguenza alla
    portata di chiunque voglia seriamente
    cominciare a considerarla:
    Mackinder + Huntington =
    abbattere la Russia e schiacciare
    lʼIslam.
    MA DAVVERO TUTTO QUESTO HA
    A CHE FARE CON LA GNOSI
    E CON LA MASSONERIA?
    Porre una domanda simile in un Convegno
    come questo è a dir poco paradossale.
    Ma un certo Paul Sernine, per dimostrare
    la vacuità di questa ipotesi e la pochezza
    di coloro che per spiegare situazioni storicamente
    complesse ricorrono alla facile
    scappatoia dellʼazione di poteri occulti che
    si ispirerebbero alla gnosi antica, ha scritto
    un librino in argomento(61).
    Al giudizio di Paul Sernine vorremmo
    sottoporre il fatto seguente.
    Il 13 ottobre 2004 la Food and Drug
    Administration (FDA), corrispondente al
    nostro Ministero della Sanità, ha definitivamente
    autorizzato la commercializzazione
    del chip sottopelle, sospesa nel marzo 2002
    con motivazioni di tipo tecnico(62).
    Si tratta di un microprocessore delle
    dimensioni di un grano di riso, inseribile
    senza dolore mediante una siringa nell
    ʼavambraccio di una persona, che da quel
    momento assegna al portatore un numero
    dedicato (ID, Identification Number) che lo
    identifica definitivamente stabilendo anche
    il livello delle informazioni che potranno
    essergli trasmesse.
    Il VeriChip, questo il nome del
    dispositivo per lʼidentificazione, è privo
    di batterie ed è programmabile mediante
    impulsi a radio frequenza di origine esterna
    che provvedono allʼimmissione di dati che,
    a loro volta, vengono tradotti in un codice
    a barre simile a quello che marca tutti i
    prodotti commerciali. Il suo funzionamento
    è garantito almeno per ventʼanni.
    Esso è stato pensato per una miriade
    di applicazioni della vita quotidiana: non
    essendo più possibile la contraffazione
    dei dati personali esso potrà fungere da
    documento di identità, da patente o passaporto,
    banca dati sui trascorsi medici del
    portatore, carta di credito o polizza assicu-
    27 La Tradizione
    Cattolica
    Lʼimmagine è una variante del gran sigillo degli Stati Uniti, lʼemblema di un occhiuto Potere che orwellianamente
    scruta e indaga i suoi cittadini, il cui programma è dichiaratamente manifesto nel motto
    “Scientia est potentia” (La conoscenza è potere).
    Si tratta del logo dellʼInformation Awareness Office (Ufficio per la Conoscenza dellʼInformazione) dell
    ʼAgenzia del Pentagono per i Progetti di Ricerca Avanzata (DARPA). Lʼinsieme è programmatico: la
    piramide a 13 gradini degli Illuminati, la stessa che troneggia sul biglietto da un dollaro, è sovrastata
    dallʼocchio onniveggente supremo del Lucem ferens da cui, abbagliante e diretta, promana la luce che
    illumina le organizzazioni iniziatiche dei livelli sottostanti e la loro sede sul globo, ovvero lʼOccidente.
    Oriente e Africa ricevono solo luce diffusa indiretta. Il tutto collocato in un empireo a significare unʼAutorità
    e una ʻvirtùʼ che non sono di questo mondo.
    Come si vede gli iniziati hanno chiarissimo il rapporto verticale, teologico: è la negazione della democrazia,
    del potere conferito dal basso, additato alle masse indottrinate e istupidite dal tambureggiamento
    mediatico come somma panacea per la pacifica convivenza dellʼumanità.
    LʼInformation Awareness Office, sullʼonda dei provvedimenti liberticidi approvati in America dopo lʼ11
    settembre, giovandosi delle più moderne tecnologie, si propone di fronteggiare le cosiddette minacce asimmetriche
    - leggi terrorismo - mediante una raccolta preventiva di dati ottenuti individuando, catalogando
    ed esaminando, oltre ai dati raccolti dallo spionaggio classico, tutti i contenuti delle telecomunicazioni
    di ogni lingua e Paese, ma anche gli scambi commerciali, i dati “sensibili” dei singoli, ecc., concentrandoli
    “in un grande database virtuale”. Il programma di questa ciclopica impresa informatica - finanziato
    dalla DARPA per 200 milioni di dollari lʼanno - si ispira al progetto TIA, acronimo di Total Information
    Awareness (Conoscenza dellʼInformazione Totale).
    Il senatore Gary Hart, che nel corso di un incontro del CFR a Washington il 14.11.2001 aveva dichiarato
    che:“al Presidente degli Stati Uniti è offerta una possibilità di usare questo disastro per portare a termine
    lʼopera del padre… ossia un nuovo ordine mondiale”(63), giudicava, con sapiente gestione degli opposti,
    il progetto DARPA come “un concetto orwelliano inaudito” (64).
    William Safire, il celebre e sagace israelita, penna dʼoro dal 1973 del New York Times, il 14 novembre
    2002 in un articolo intitolato You Are a Suspect (Lei è un sospetto), tratteggiava con efficacia il disegno
    in corso:
    “Ogni acquisto fatto con carta di credito, ogni abbonamento sottoscritto a una rivista e ogni ricetta medica
    compilata, ogni sito Web visitato e ogni e-mail inviata o ricevuta, ogni titolo accademico conseguito, ogni
    deposito bancario eseguito, ogni viaggio prenotato e ogni evento che vi possa capitare, tutte queste operazioni
    e contatti andranno a finire in quello che il Dipartimento della Difesa descrive come “un grande
    database virtuale”.
    A questo dossier computerizzato sulla vostra vita privata - prosegue Safire - aggiungete ogni informazione
    che il governo possiede su di voi, richieste di passaporto, di patente, registrazioni di pedaggi di ponti,
    registrazioni giudiziarie e divorzi, denunce di vicini ficcanaso allʼF.B.I., schede sulla vostra vita cui si
    aggiunge lʼultimo rilievo della telecamera nascosta e avrete il sogno della superspia: “Lʼinformazione
    totale” su ogni cittadino americano”.
    28 La Tradizione
    Cattolica rativa, fedina penale, libretto di pensione,
    ma a breve anche da strumento per lʼesatta
    localizzazione in ogni istante del portatore,
    che potrà così essere rintracciato ovunque
    via GPS (rete satellitare)(65).
    I dati immessi possono essere
    consultabili allʼinsaputa dellʼinteressato
    mediante un opportuno scanner che nello
    stesso tempo fornisce lʼenergia necessaria
    al funzionamento del chip. Tutto questo
    naturalmente mentre si proclama, con
    logica ineccepibile dal punto di vista della
    massonica gestione degli opposti, lʼimportanza
    della severa tutela della privacy del
    singolo cittadino.
    Lʼadozione del VeriChip sarà preceduta
    - cʼè da esserne certi - da una
    pressante campagna di condizionamento e
    persuasione: le mamme potranno controllare
    che i loro figli non si allontanino troppo
    da casa, la macchina e il portone di casa si
    apriranno automaticamente quando si giungerà
    nel loro raggio di azione, gli ospedali
    avranno ogni tempestiva informazione in
    caso di incidente, si potrà procedere al
    riconoscimento di cadaveri o comprare e
    vendere senza il ricorso a contante o ad
    una pluralità di carte di credito. Particolarmente
    vantaggioso sarà il contrassegno
    dei militari in tempo di guerra. Anche gli
    animali saranno avvantaggiati, cani e gatti
    contrassegnati potranno essere identificati
    in caso di smarrimento, etc.(66).
    Ma la convenienza sarà soprattutto
    dei governi, per i quali lʼadozione del
    microprocessore si annuncerà decisiva per
    la soluzione del problema sicurezza nella
    lotta al terrorismo internazionale.
    Con simili tangibili, riconosciuti
    vantaggi i tempi sono maturi per la sua
    introduzione massiccia, a partire naturalmente
    dalle giovani generazioni occidentali.
    Impresa non difficile, almeno non più
    dello sforzo fatto per fare loro accettare di
    forarsi orecchie, naso, ombelico o sopracciglia
    con anelli di ferro - contrassegno degli
    antichi schiavi - o per mettere tutti in braghe
    di tela jeans e maglietta, con scritta rigorosamente
    inglese, o per indurre le ragazze (e
    non solo) ad esporre gli ombelichi al vento
    di tutte le stagioni.
    Si è anzi facili profeti ad immaginare
    la ressa che ci sarà per pagare il pedaggio
    dʼaccesso alla nuova moda, oggi quantifi-
    cato negli Stati Uniti in 150$, più altri 49 di
    noleggio allʼanno, magari facendosi inserire
    il chip sulla mano destra o sulla fronte.
    La Applied Digital Solutions, Inc.,
    la ditta della Florida che produce il dispositivo,
    per promuoverne la diffusione ha
    provveduto a coniare nomi-civetta, coperti
    da regolare brevetto, come “The Chipsons”
    (Figli del Chip), o“Get chipped” (procurati,
    fatti mettere il Chip), ricorrendo ai centri
    mobili di distribuzione del nuovo sistema sul
    territorio americano, “The Chipmobile”.
    Nel luglio 2004 il governo messicano
    ha contrassegnato con chip un migliaio di
    persone fra cui il Ministro della Giustizia
    Rafael Macedo de la Concha e 160 dei
    suoi stretti collaboratori, motivandolo con
    la protezione delle informazioni riservate
    trascritte nel loro chip. Ma il Messico ha
    fatto di più: ha elaborato un programma
    di chipping, e quindi di sorveglianza dall
    ʼesterno del singolo mediante marcatura,
    mirato a contrastare la piaga del rapimento
    di bambini a scopo di riscatto (un rapimento
    ogni sei ore(67)) o di predazione degli
    organi. E poiché la delinquenza in Messico
    è in continua ascesa il governo pensa bene
    di estendere la “marcatura” a buona parte
    degli strati poveri della popolazione.
    Negli USA si sta nel frattempo preparando
    il terreno facendo leva sulla minaccia
    del terrorismo. I movimenti di eventuali
    sospetti chipped potranno infatti essere
    limitati ad ambienti e ore prestabilite.
    Il sistema di controllo dellʼuomo
    sullʼuomo è tuttʼaltro che definitivo, e
    29 La Tradizione
    Cattolica
    la frontiera alla quale oggi i laboratori
    anglosassoni stanno lavorando contempla
    la possibilità di trasmettere impulsi esterni
    via chip direttamente al cervello della persona(
    68): una raffinata tecnologia che in
    nome della lotta al terrorismo, pass-partout
    di ogni legge e provvedimento liberticida,
    prospetta orizzonti di persecuzione al cui
    confronto la rete delle varie Gestapo e Ceka
    era un crivello.
    Il piano degli iniziati, (amici: gli iniziati
    sono i massimi nemici dellʼumanità,
    coloro che incarnano una volontà di male
    superumana) di inverare quel passo dell
    ʼApocalisse per cui nessuno potrà più comprare,
    né vendere senza il segno o il nome
    della Bestia, “o il numero del suo nome”
    (Ap, 16-18) delinea la futura “qualità della
    vita” New Age che dovrebbe sostanziarsi
    nella vagheggiata Repubblica Universale.
    Nihil sub sole novi: già Decio aveva
    emanato un editto analogo, nel quale si
    proibiva ai cristiani di vendere e di comprare,
    se prima non avessero sacrificato
    agli dei(69).
    Non possiamo quindi ragionevolmente
    escludere la prospettiva di una
    prossima pubblica scrematura del pusillus
    grex dalla massa intramondana, per la
    quale ormai lʼorizzonte spesso non supera
    il dorso della pecora che precede. Prima o
    poi, infatti, ciascuno dovrà rendere testimonianza
    col rifiuto di essere segnato, come
    comandano le Scritture.
    Caro Sernine, fole anche queste?
    Controllo tecnologico delle masse
    abbrutite dal divertimento e dal vizio, uccisioni
    e infamie di ogni sorta su innocenti,
    clonazione umana, aborto di massa con la
    pillola RU 486, eutanasia, in Olanda estesa
    a bambini sotto i 12 anni, fecondazione assistita,
    coppie omosessuali “di fatto”, minaccia
    di sterminio nel fuoco nucleare. Questo i pregevoli
    traguardi raggiunti dal nuovo dilagare
    planetario del male fondato sulla gnosi.
    Un concetto elementare che riconduce
    a Dio è quello della giustizia, per cui chi fa
    il bene sta bene e gode della grazia di Dio e
    chi fa il male, oltre a stare egli stesso male,
    contribuisce potentemente alla sua moltiplicazione.
    La Gnosi sostanzia questo moltiplicatore.
    Quellʼinsieme di dottrine che pretendono
    di elevare i pochissimi alla pienezza di
    altezze sedicenti vertiginose comportano che
    gli altri, la massa informe dei “trascurabili”
    - per dirla col Golden Dawn Arthur Machen
    - dovranno stazionare a livelli infimi, privi di
    significato. Di qui il disprezzo e lʼodio meta-
    fisico viscerale degli iniziati per lʼumanità,
    una massa di bruti da corrompere, abbassare
    fino alla feccia, da cancellare infine nel
    fuoco purificatore che Italo Svevo descrive
    così bene nella conclusione del suo romanzo
    La coscienza di Zeno.
    CHE ORA È DELLA NOTTE?
    Il futuro appartiene a Dio, ma Dio
    ci ha dotato di ragione e di logica ed Egli
    stesso si è preso la cura di insegnarci
    come riconoscere lʼalbero dai frutti. Gli
    avvenimenti indicherebbero che la notte è
    avanzata, e quanto sia oggi oggettivamente
    difficile opinare di intravvedere in lontananza
    i primi bagliori dellʼalba.
    Dalle elezioni americane non cʼè da
    aspettarsi gran che. Pensare che Kerry muti
    qualcosa di sostanziale nella politica estera
    americana richiama la varietà della pasta e
    fagioli che la sera successiva diventa fagioli
    e pasta. A parte il passaggio da un Bush,
    uomo del CFR e della Skull and Bones a
    un Kerry, uomo della Skull and Bones e
    dei Circoli Bilderberg, occorre avere ben
    chiaro che la continuità della politica estera
    USA è a tuttʼoggi assicurata da personaggi
    come Brzezinski, al di là di ogni categoria
    democratica o repubblicana, strumentali
    queste - come ovunque in Occidente - per
    dare alla gente lʼimpressione di sovranità
    e di cambiamento.
    30 La Tradizione
    Cattolica La priorità della politica estera americana
    è oggi lʼaccerchiamento della Russia,
    da attuare attraverso il mantenimento di una
    instabilità cronica e una continua pressione
    esercitata sulle sue frontiere(70).
    È interessante annotare che lʼéquipe
    di Kerry già allinea nei suoi quadri il figlio
    dʼarte di Brzezinski, Mark, nel ruolo di consigliere
    di politica estera.
    Qualche segnale di risalita tuttavia si
    scorge: il 2004 sarà ricordato come lʼanno
    del film Passion, che ha permesso di risvegliare
    nelle coscienze sopite di centinaia di
    milioni di persone, sotto tutte le latitudini,
    la storia e il prezzo dellʼumana salvezza.
    Un film affatto inatteso, per certi versi
    miracoloso in unʼepoca dominata dal conformismo
    generalizzato del pensiero nichilista
    gnostico, che proponendo alla grande
    il personaggio meno politically correct
    della nostra epoca, ha rotto la consegna
    del “non se ne parli”, suonando un campanone
    in un mondo cattolico ammalato di
    buonismo e dottrinalmente disorientato da
    anni di ebbrezza ecumenista.
    I moventi profondi della realtà,
    occorre ripeterlo incessantemente anche
    nei nostri ambienti, restano preclusi a chi
    si accontenti di avvalersi delle pure categorie
    umane, rinunciando ad una lettura
    teologica.
    La lotta individuale e dei gruppi
    umani è quella descritta da S. Paolo nell
    ʼEpistola agli Efesini di domenica scorsa:
    “La nostra battaglia non è contro creature
    fatte di sangue e di carne (ovvero contro
    uomini), ma contro i Principati e le Potestà,
    contro i dominatori di questo mondo
    di tenebra, contro gli spiriti del male che
    abitano nelle regioni celesti”.
    La ricetta di San Paolo - e non poteva
    essere altrimenti - è quella della preghiera:
    “Pregate incessantemente - conclude - con
    ogni sorta di preghiere e di suppliche
    nello Spirito, vigilando a questo scopo
    con ogni perseveranza e pregando per
    tutti i santi”, vale a dire per tutti coloro
    che sono impegnati nella via della santità
    (Ef 6, 13-18).
    Si dice che i carri russi abbiano
    abbandonato pacificamente lʼAustria nella
    primavera del 1955 - fatto senza precedenti
    in un paese occupato dai comunisti - in
    seguito ad unʼestesa e continua campagna
    di preghiera del rosario, irradiata da
    Mariazell e alla quale avevano preso parte
    almeno 500.000 persone, Cancelliere Figl
    in testa, per impetrare la liberazione del
    paese dal tallone sovietico.
    Abbiamo fiducia e conserviamo gelosamente
    la nostra serenità interiore: contro
    ogni logica e potere umano ben più forte è
    Colui in cui speriamo dei Brzezinski e dei
    Rockefeller di turno.
    Note
    (1) “As America becomes an increasingly multicultural
    society, it may find it more difficult to fashion
    a consensus on foreign policy issues, except in
    the circumstances of a truly massive and widely
    perceived direct external threat”. Per la versione
    italiana v. Z. Brzezinski, La grande scacchiera,
    Milano 1998, Ed. Longanesi, p. 279.
    (2) Michel Chossudovsky, War and Globalization
    – The Truth Behind September 11”,
    Oakland, 2002, Global Outlook Publishing, p.
    121. Chossudovsky è professore di economia
    allʼUniversità di Ottawa.
    (3) Ricordiamo che la Fabian Society è una delle
    società superiori dellʼarea del Potere che orchestrano
    oggi la politica internazionale attraverso
    Istituti Affari Internazionali come il RIIA o il
    CFR e circoli riservati come il Bilderberg o la
    Trilaterale.
    (4) Il Consiglio dʼEuropa con la risoluzione n.
    1399 adottata il 5.10.2004 a Strasburgo con 45
    voti favorevoli e 12 contrari annovera lʼaborto
    fra i “diritti fondamentali dellʼuomo” (Avvenire,
    7.10.2004).
    (5) “Maturità, sfondato il tetto del 99%”, titolava
    il quotidiano di Trento LʼAdige dellʼ8 luglio
    2004, riferendo di “totale assenza di selezione”.
    È la fine dello studio dʼélite, per cui solo i più
    dotati potevano degnamente salire la scala
    della conoscenza e della responsabilità, ma
    anche della curiosità gratuita, motore di ogni
    vera cultura. È il trionfo dellʼutilitarismo, dove
    31 La Tradizione
    Cattolica
    contano solo carriera, denaro e divertimento.
    (6) La Monsanto dispone della tecnologia
    “Terminator” in grado di fornire sementi
    geneticamente modificate di piante vitali
    come riso, mais, cotone, soia ai paesi poveri.
    Caratteristica di questa tecnologia è di far
    crescere piante geneticamente sterili, per cui il
    coltivatore per il raccolto dellʼanno successivo
    dovrà rifornirsi di nuovi semi e potrà farlo solo
    rivolgendosi alla Monsanto dal momento che la
    coltura adottata, e gli speciali erbicidi necessari
    per la sua crescita, non permettono più il ritorno
    a coltivazioni naturali. È evidente lʼuso ai fini
    di potere di simile tecnologia, una volta che il
    cavallo di Troia di tale soluzione è stato fatto
    accettare ai coltivatori (cfr. Zeit-Fragen, “Die
    Saat der Zerstörung. Geopolitik mit genetisch
    veränderten Nahrungsmittel” (La semina della
    distruzione. Geopolitica con alimenti geneticamente
    modificati), a cura di F. William Engdahl,
    n. 34, 6.9.2004.
    (7) Avvenire, 17.4.2004.
    (8) Già direttore del CFR e membro della Trilaterale.
    (9) New York Times, “U.S. Strategy Plan Calls
    for Insuring No Rival Develop” di Patrick E.
    Tyler, 8.3.1992.
    (10) Figlio di prosperi mercanti tedeschi, Strauss
    verso i ventʼanni divenne sionista ardente,
    seguace per un periodo dellʼestremista Vladimir
    Jabotinsky. Nel 1932 lasciò la Germania, grazie
    ad una borsa di studio della Fondazione Rockefeller,
    per studiare nelle università francesi e
    inglesi. Fu a contatto con i più famosi pensatori
    ebrei dellʼepoca, da Gershom Scholem a Martin
    Buber, da Franz Rosenzweig ad Hanna Arendt.
    Divenuto professore di filosofia politica allʼUniversità
    di Chicago nel 1949 conservò la cattedra
    fino alla morte. Sostenitore del ruolo esclusivo
    dellʼAmerica nella guida degli altri popoli fu
    riscoperto dai neoconservatori americani che
    ne fecero una bandiera. Bush nel febbraio
    2003 rese omaggio ad un gruppo di giornalisti,
    politici, filosofi e consiglieri politici noti come
    straussiani. “Siete i migliori cervelli del nostro
    paese - disse - e il mio governo impiega venti di
    voi” rivolgendosi in un discorso allʼAmerican
    Enterprise, eminente centro studi conservatore.
    Bush certamente alludeva, fra gli altri, a Paul
    Wolfowitz, a Richard Perle, a William Kristol,
    editore di Weekly Standard (cfr. “Leo Strauss at
    The University of Chicago”, articolo della rivista
    ebraica di studi storici di Chicago Chicago
    Jewish History, Vol. 28, n. 2, primavera 2004,
    pp. 4 e segg.). Possiamo aggiungere altri signi-
    ficativi nomi di straussiani: William F. Buckley
    Jr. (CFR, Fabian Society, Skull and Bones), John
    Ashcroft, Francis Fukuyama (CFR), ma anche
    di protetti di Strauss come Samuel Huntington
    (CFR), Norman Podhoretz (Bʼnai Bʼrith, CFR),
    Seymour Martin Lipset (Bʼnai Bʼrith, CFR).
    (11) Epiphanius, Massoneria e sette segrete.
    La faccia occulta della storia, Albano Laziale
    2002, ed. Ichthys, pp. 211-212.
    (12) Testo della rivendicazione e commento al
    sito: www.memri.org/bin/italian/opener.cgi?Pa
    ge=archives&ID=IA16604
    (13) The Guardian, articolo “Selective Memri”,
    12.8.2002.
    (14) Cʼè peraltro un aspetto assai curioso da
    rilevare: lʼattentato di Madrid è avvenuto
    esattamente trenta mesi dopo le Twin Towers.
    Se qualcuno volesse fare la conta dei giorni
    si imbatterebbe nel numero 913, che riproporrebbe
    ossessivamente il numero 11. Come
    facemmo notare in questa sede nel 2001, fu lʼ11
    settembre 1990 che Bush padre annunciò lʼavvento
    del Novus Ordo, esattamente 11 anni dopo
    ci furono le Twin Towers, seguite dallʼattentato
    di Madrid lʼ11 marzo 2004. 913 è il numero
    che la Gematria (la parte della Cabala ebraica
    che si fonda sul valore numerico delle parole
    ebraiche ottenuto sommando le lettere di cui
    sono composte. Essa mira ad estrarre corrispondenze
    e significati nascosti attraverso la ricerca
    di analogie numeriche fra parole e frasi. Cfr. G.
    Scholem, La Cabala, Roma 1992, Ed. Mediterranee,
    p. 343) considera collegato allʼ83. Infatti
    913 è multiplo di 11 (83 x 11) e, come viene
    specificato, le stesse cifre del numero 83 danno
    a loro volta, sommate, ancora 11.
    Giochetto numerologico governato da un singolarissimo
    caso o firma dʼautore?
    (15) J.A. Schumpeter, Capitalism, Socialism
    and Democracy, New York 1975, Ed. Harper,
    pp. 82-85.
    (16) American Enterprise, articolo “Weʼll win
    this war – War on terrorism” (Dovremo vincere
    questa Guerra – Guerra al terrorismo) a cura di
    M. Ledeen, dicembre 2001; v. anche The American
    Conservative, “Neocon theorist Michael
    Ledeen draws more from Italian fascism than
    from the American Right” (Il teorico dei neoconservatori
    M.L. attinge di più dal fascismo
    italiano che dalla destra americana), a cura di
    John Laughland, 30 giugno 2003.
    (17) Cfr. Avvenire, “Le foto dellʼumiliazione.
    Escalation di orrore: solo casualità?” di Giorgio
    Ferrari, 14.5.2004.
    (18) Haaretz, “Remember Falluja”, di Orit
    Shohat, 28.4.2004.
    (19) V. h t t p : / / w w w. g r e e n p l a n e t . n e t /
    Articolo5498.html
    (20) Per una quadro sulla tragica situazione
    dei palestinesi v. Terra santa, rivista di Gerusalemme
    dei francescani, luglio-agosto 2004.
    Il piano israeliano mira a spostare di trentʼanni
    il pareggio demografico fra ebrei e palestinesi
    mediante un articolato piano di distruzioni e
    impoverimento di una popolazione che nella
    striscia di Gaza mantiene il più alto tasso di
    fertilità del mondo musulmano (7,6% contro il
    32 La Tradizione
    Cattolica 2,4 della Tunisia e il 2,5 della Turchia, fonte: US
    Bureau of the Census). Cfr. The Globe and Mail
    - maggiore quotidiano canadese – articolo: “Is
    there method behind Israelʼs madness?” (Cʼè
    metodo dietro la follia di Israele?), 21.5.2004.
    (21) ANSA (www.ansa.it), 27.9.2004. Haaretz
    del 28.7.2004 riferisce che la guida del gruppo
    di estremisti Gershon Salomon ha dichiarato:
    “È un altro disonore (quello di essere stati fermati
    dalla polizia, N.d.T.) recato alla nazione
    ebraica da una leadership debole che non
    comprende il significato dellʼora”.
    (22) Cfr. Avvenire, “Bremer e Rumsfeld, due
    “autogol” sullʼIraq”, 6.10.2004, p. 6; Corriere
    della Sera, stessa data, “Bremer e Rumsfeld,
    autocritica sullʼIraq”.
    (23) “I have to accept that we have not found
    them and that we may not find them” (Devo
    accettare che non li abbiamo trovati (i depositi,
    N.d.T.) e che non possiamo trovarli), in The
    Guardian, articolo: “Blair says Iraq WMDs
    may never be found”, 7.7.2004.
    È interessante notare come nella logica della
    Nuova Era è vero solo ciò che viene ripetuto
    ovunque e sine intermissione. Risultato:
    Saddam aveva le armi nucleari e fomentava
    il terrorismo, il Pakistan invece, che le ha
    davvero, e non solo due, e che ha incubato
    lʼestremismo islamico, era, ed è, un fedele
    alleato da sostenere. “Saddam ha fatto due
    bombe atomiche” titolava il 29.1.2001il Sunday
    Telegraph puntando il dito sullʼIraq, mentre il
    9 settembre 2002 lʼautorevole Istituto Internazionale
    di Studi Strategici di Londra, (IISS)
    teneva una conferenza stampa sul programma
    di fabbricazione delle bombe, naturalmente
    falso. Di passata: nel direttivo dellʼIISS sono
    presenti Conrad Black (del circolo interno
    del Bilderberg e presidente della Hollinger
    International, gruppo che controlla nel mondo
    unʼottantina fra quotidiani e TV) e il direttore di
    Newsweek, il CFR Fareed Zakaria, lo stesso che
    nel 1996, ai critici della diplomazia americana
    in Medio Oriente che non sarebbe riuscita ad
    impedire la permanenza di Saddam Hussein al
    potere, obiettava:
    “Niente può essere più lontano dalla verità. Se
    Saddam Hussein non esistesse, dovremmo inventarlo.
    Egli è il pilastro della politica americana in
    Medio Oriente” (Newsweek, 16 settembre 1996).
    (24) Anonymous, Imperial Hubris: why the West
    is losing the war on terror (Tracotanza imperiale:
    perchè lʼOccidente sta perdendo la guerra
    al terrore), Washington 2004, ed. Brasseyʼs Inc.,
    pp. 241-242.
    (25) È a causa di 13 armi nucleari puntate da
    Israele su Damasco e sul Cairo lʼ8 ottobre 1973
    che Egitto e Siria arrestarono la loro vittoriosa
    marcia dopo avere gravemente falcidiato con i
    missili anticarro russi le unità corazzate israeliane.
    Martin Creveld, professore di Storia
    militare allʼUniversità di Gerusalemme, in
    unʼintervista rilasciata nel 2003 ad una rivista
    olandese dichiarava: “Abbiamo la possibilità
    di far crollare il mondo assieme a noi. E posso
    anche dirvi che ciò accadrà prima che Israele
    soccomba”. E aggiunse: “Abbiamo diverse centinaia
    di testate e missili e possiamo colpire
    obiettivi ovunque, forse anche Roma. Con gli
    aerei diventano obiettivi tutte le principali capitali
    europee” (cit. da Zeit-Fragen, “Israel rüstet
    mit ABC-Waffen auf” (Israele si equipaggia con
    armi NBC), n. 1, 16.8.2004).
    (26) The Guardian, “The making of the terror
    myth” (= La fabbricazione del mito del terrore),
    di Andy Beckett, 15.10.2004.
    (27) The Age, “Doubt over Zarqawiʼs role
    as ringleader”, a cura di Adrian Blomfield,
    2.10.2004. Alcune citazioni in seguito di P.
    Escobar fanno riferimento a questo articolo.
    (28) Asia Times, “Zarqawi - Bushʼs man for all
    seasons”, a cura di Pepe Escobar,15.10.2004.
    (29) V. il sito della System Planning Co. http:
    //www.sysplan.com/Radar/FTS
    (30) Il documento completo (77 pp.) è disponibile
    al sito www.newamericancentury.org/
    RebuildingAmericasDefenses.pdf
    (31) Sulla attendibilità della sempre più malferma
    versione ufficiale dellʼattentato si legga il libro
    rivelatore dellʼex-Ministro della Tecnologia
    tedesco Andreas von Bülow Die CIA und der 11.
    September. Internationaler Terror und die Rolle
    der Geheimdienste, (La CIA e lʼ11 settembre.
    Terrore internazionale e ruolo dei servizi segreti),
    Monaco di Baviera 2003, Piper Verlag.
    (32) “It is a truth that a terrorist can attack any
    time, any place, using any technique and itʼs
    physically impossible to defend at every time
    and every place against every conceivable technique.
    Here weʼre talking about plastic knives
    and using an American Airlines flight filed with
    our citizens, and the missile to damage this
    building…” (È un fatto che un terrorista può
    attaccare in ogni momento, ovunque, usando
    ogni tipo di tecnica ed è fisicamente impossibile
    difendere in ogni momento ciascun luogo contro
    ogni tipo di attacco immaginabile. Stiamo qui
    parlando di coltelli di plastica e dellʼuso di
    un volo dellʼAmerican Airlines pieno di nostri
    concittadini, e del missile per danneggiare
    questo edificio…). Riportato da News Transcript
    (Trascrizione notizie) del sito ufficiale
    della Difesa americana www.defenselink.mil/
    news/Nov2001/t11182001_t1012pm.html
    e da www.reseauvoltaire.net/image/pages/
    rumsfeld.htm
    (33) The Washington Post, “Iran: The Next
    Crisis” (Iran: la prossima crisi), p. A19,
    10.8.2004.
    (34) Asia Times, 8.10.2004, “Sidelined neo-cons
    stoke future fires” (I neoconservatori attizzano
    defilati i futuri fuochi), di Jim Lobe.
    33 La Tradizione
    Cattolica
    (35) Cfr. la rivista di Zurigo Zeit-Fragen, “Die
    letzten Jahre des Dollars” (Gli ultimi anni del
    dollaro), n. 26, 5.7.2004.
    (36) Putin nel discorso al Bundestag del 25 settembre
    2001 disse: “Nessuno pone in dubbio il
    grande valore dei legami dellʼEuropa con gli
    Stati Uniti. Tuttavia sono dellʼopinione che lʼEuropa
    può a lungo termine consolidare la sua fama
    di punto focale della politica mondiale, potente
    e indipendente, nel momento in cui essa unifica
    i suoi mezzi con le risorse umane, territoriali e
    naturali russe, così come con il potenziale economico,
    culturale e difensivo della Russia” (Niemand
    bezweifelt den großen Wert der Beziehungen
    Europas zu den Vereinigten Staaten. Aber
    ich bin der Meinung, dass Europa seinen Ruf
    als mächtiger und selbstständiger Mittelpunkt
    der Weltpolitik langfristig nur festigen wird,
    wenn es seine eigenen Möglichkeiten mit den
    russischen menschlichen, territorialen und
    Naturressourcen sowie mit den Wirtschafts-,
    Kultur- und Verteidigungspotenzialen Russlands
    vereinigen wird).
    Cfr. sito http://www.bundestag.de/parlament/
    geschichte/gastredner/putin/putin_wort.html
    V. anche Frankfurter Allgemeine Zeitung,
    30.9.2004.
    (37) Lʼargomento è sviluppato nello studio dell
    ʼaprile 2004 del geopolitico francese Pierre
    Hillard, specialista della Germania, al sito
    www.diploweb.com col titolo: “Le partenariat
    transatlantique germano-américain: une
    nouvelle naissance”.
    (38) È la nota opinione di mons. Bernardini,
    vescovo di Smirne per cui “gli ambienti islamici
    turchi perseguono un chiaro programma
    di espansione e riconquista” (cfr. la Padania,
    22.9.2004, p. 5).
    (39) Dopo la terribile crisi finanziaria del 2001,
    la Turchia ha sperimentato due anni successivi
    di forte crescita (il 7,8% nel 2002 e il 5% lʼanno
    scorso) grazie alle somme straordinariamente elevate
    immesse dal FMI che hanno comportato un
    sensibile innalzamento del PIL pro-capite annuo a
    7000$ allʼanno (26.000$ per la Germania).
    Il FMI sta tuttavia internazionalizzando il
    debito turco, che comporta un deficit finanziario
    annuale di circa il 10% del PIL, passando
    la mano dagli investitori interni agli esterni. Un
    debito che incide ormai sul bilancio per quasi un
    50% dei costi totali. Il debito pubblico invece si
    aggira intorno al 90% del PIL, con costi sugli
    interessi dei prestiti che condizionano pesantemente
    i conti pubblici.
    (40) Lʼultima dichiarazione di Bush in ordine di
    tempo fu quella al vertice della NATO di fine
    giugno a Istanbul: “LʼEuropa non deve essere
    il club esclusivo di una singola religione, la
    Turchia nellʼUE aiuterà le relazioni fra Islam e
    Occidente” aggiungendo, con perfetta coerenza
    massonica fra teoria e prassi: “Lʼentrata di
    Ankara […] farà apparire la teoria del conflitto
    delle civilizzazioni come un mito sorpassato
    della Storia” (cfr. La Stampa, 30.6.2004).
    (41) “Oggi la Turchia bussa alla porta dell
    ʼEuropa e lʼUnione non può continuare ad
    ignorarla”, ha dichiarato Gustavo Raffi, Gran
    Maestro del Grande Oriente dʼItalia in occasione
    dellʼequinozio di autunno, v. la Padania,
    22.9.2004.
    (42) Libero, 28.7.2004.
    (43) In Bosnia, unica repubblica laica a maggioranza
    musulmana dʼEuropa, gli USA disposero
    affinché fossero eliminati dapprima i leader
    musulmani laici e sostituiti con collaboratori di
    Alija Izetbegovic. Questi prese per consigliere
    un esperto al tempo poco conosciuto, Richard
    Perle, che successivamente sarebbe diventato
    consigliere di Netanyahu a Tel Aviv e quindi di
    Rumsfeld nel governo Bush. (cfr. Reseau Voltaire,
    Chronique de lʼEmpire, a cura di Thierry
    Meyssan, 3.11.2003).
    (44) È interessante rilevare come buona parte
    dei nuovi ricchi lo siano diventati dalla sera alla
    mattina partendo praticamente da zero, quale è
    stato il caso di Khodorkovski o del giovanissimo
    Roman Abramovitch. Successivamente è
    trapelato che i capitali necessari alle privatizzazioni
    selvagge erano stati messi a disposizione
    dai Rothschild (cfr. Avvenire, “Mercati, rischio
    caos”, di M. Blondet, 2.10.2004), discretissima
    anima e cassa della Sinarchia europea. Il St.
    Petersburg Times del 2.3.2004 scriveva che
    secondo la recente classifica dei ricchi di
    Forbes, la Russia ha ben 25 miliardari in dollari
    di cui 23 a Mosca. Si apprende inoltre che
    nel mondo 587 persone si giocano da sole 1900
    miliardi di dollari.
    (45) V. Atti dellʼ8° Convegno di Studi Cattolici,
    Rimini, 2001, pp. 131 e segg..
    (46) V. Panorama, “Contro zar Putin tramano
    nuovi boiardi” del 30.9.2004.
    (47) Lo afferma www.debka.org in un comunicato
    del 27 agosto scorso. Si tratta di un
    sito israeliano di investigazioni nel campo del
    terrorismo con sede a Gerusalemme. Debka è
    stato citato come migliore sito del settore sia da
    Forbes che dal quotidiano israeliano Haaretz.
    (48) Il Ministro della Difesa russo, S. Ivanov,
    commentando il fatto col collega americano
    D. Rumsfeld, dichiarava: “non riusciamo a
    capire come questi aerei possano intercettare
    al-Qaida, i Taliban o qualcosʼaltro. Lʼunica cosa
    che possono intercettare è una mitica minaccia
    sovietica” (Asia Times, “Russia unfazed by US
    plan” (La Russia non preoccupata per i piani
    americani) di Sergei Blagov, 20.8.2004).
    (49) Cfr. Noam Chomsky, “The resort to force” (Il
    ricorso alla forza), in Asia Times 22.9.2004.
    (50) Agenzia Novosti, “Moscow reacts calmly to
    US re-deployment” (Mosca reagisce con calma
    al nuovo spiegamento americano), a cura del-
    34 La Tradizione
    Cattolica lʼanalista militare Viktor Litovkin, 20.8.2004.
    (51) www.reseauvoltaire.org «Un agent de la
    CIA revendique la prise dʼotages de Beslan»,
    17.9.2004.
    (52) International Herald Tribune, “Pre-emptive
    strikes by Russia?”, 9.9.2004.
    (53) La Repubblica, 5.9.2004. Il Giornale del
    10.1.2004 riferiva di un incontro di Prodi, allora
    presidente della UE, col direttore del Congresso
    Mondiale Ebraico (WJC) Isaac Singer, in cui
    Singer, ignaro della presenza di una telecamera,
    affermava: “«Mio nonno diceva che non tutto
    quello che è importante deve essere detto, ancor
    meno deve essere scritto, e nulla deve essere
    stampato… Alla frase di Singer, Prodi, enfatizzando
    le ultime parole con lʼindice alzato, ripete
    scandendo: «Niente deve essere stampato»”.
    (54) V. Jerusalem Post, «Putinʼs address to the
    Russian nation» (Discorso di Putin alla nazione
    russa), 5.9.2004 e ANSA, 4.9.2004.
    (55) Washington Insider, “Neocon Organization
    Behind Chechen separatism” (Organizzazione
    neoconservatrice dietro il separatismo ceceno),
    Vol. 14, n. 38, 16 settembre 2004.
    (56) Padre di Daniel, uno dei teorici neoconservatori
    della lotta allʼIslam e dello schiacciamento
    dei palestinesi. Entrambi sono figli
    spirituali di Strausz-Hupé, geopolitico di gran
    levatura, ispiratore di Huntington, sostenitore
    della via americana come possibilità unica di
    unificazione del globo (cfr. Atti dellʼ11° Convegno
    di Studi Cattolici, Rimini, 2004).
    (57) Il sangue di quelle povere vittime innocenti
    poco interessa ai puri della democrazia che
    dalle due sponde dellʼAtlantico si affrettano
    a raccogliere 115 autorevoli firme per
    sottoscrivere un documento di diffida del
    Presidente Putin da presentare allʼONU e ai
    leader dei loro paesi, affinché in Russia non
    siano adottate misure limitative delle “conquiste
    democratiche” del postcomunismo. Fra i
    firmatari lʼex Primo ministro svedese Carl Bildt,
    membro del direttivo del Bilderberg Group e
    del consiglio direttivo di quellʼInternational
    Institute of Strategic Studies che nel 2002 si
    era pronunciato per lʼesistenza certa delle armi
    nucleari in Iraq; Madeleine Albright, William
    Kristol, Francis Fukuyama, alcuni senatori
    americani, lʼimmancabile André Glucksmann
    e, da parte italiana, Giuliano Amato e Massimo
    DʼAlema (cfr. www.swisspolitics.org “Russia:
    ONU, 115 politici Usa e Ue denunciano deriva
    Putin”, 29.9.2004).
    (58) Cfr. Giovanni Bensi, Oltre la Cecenia.
    Gli altri conflitti del Caucaso, CSSEO ottobre
    2004, ISBN 88-87667-34-9, pp. 12-13.
    (59) Cfr. www.reseauvoltaire.net , Focus, “Le
    «domino» tschétchène”, 11.5.2004.
    (60) Cfr. Il Manifesto, 5.9.2004.
    (61) P. Sernine, La Paille et le Sycomore, Paris
    2003, Éditions Servir.
    (62) Cfr. The Washington Post, “Implantable
    Medical ID Approved by FDA”, art. di Rob Stein,
    p. A1, 14.10.2004 e ANSA del 13.10.2004.
    (63) V. “The New American”, rivista conservatrice
    americana, vol. 17, n. 22, 22 ottobre 2001,
    articolo “The UN is NOT Your Friend” (LʼONU
    NON è vostro amico).
    (64) The Washington Post, “U.S. Hopes to Check
    Computers Globally”, 12.11.2002, p. A4.
    (65) Segnaliamo qui lʼintervento del professor
    Cianciarelli in questa sede nel 1995, che annunciava
    lʼavvento di quanto oggi si sta realizzando.
    Unʼulteriore prova dellʼaffidabilità delle chiavi
    di lettura adottate nei nostri Convegni.
    (66) Cfr. Avvenire, 8.5.2002, art. “Col guinzaglio,
    come cyborg”. Oggi tutto questo è realtà.
    In Trentino lʼanagrafe canina obbligatoria prevede
    con legge provinciale (Del. G.P. n. 773
    del 2.4.2004) una campagna di identificazione
    con microchip di tutti i cani della Provincia di
    Trento entro il 31 dicembre 2004.
    (67) Cfr. Christian Science Monitor, 17.9.2002.
    Il 27.6.2004 migliaia di dimostranti scesero nelle
    strade di Mexico City chiedendo al governo di
    porre fine allʼepidemia di rapimenti.
    (68) Il Corriere della Sera del 29.10.2004 riportava
    la notizia di un giovane tetraplegico che,
    grazie ad un chip impiantato nel cervello, in
    grado di captare i segnali dai neuroni, riusciva
    a spegnere la luce o ad accendere la televisione
    solo pensandolo. Il dispositivo, battezzato
    BrainGate (porta del cervello), è stato approvato
    dalla FDA, “ma il microchip ha risvegliato
    lʼinteresse non solo della scienza medica. La
    DARPA sta finanziando la ricerca nel settore
    (grassetto del riduttore)”.
    (69) Cfr. Lattanzio, De morte pers., XV:
    “Le carceri erano piene, venivano escogitati
    generi inauditi di torture, e affinché la giustizia
    non fosse amministrata alla cieca per nessuno,
    furono posti degli altari nei tribunali segreti
    e davanti alla tribuna, perché i contendenti
    prima sacrificassero e poi si difendessero;
    così dunque ci si sarebbe accostati ai giudici
    come se fossero dèi”.
    (70) È una priorità irrinunciabile che prescinde
    da ogni ostacolo, soprattutto di natura economica,
    si pensi solo allʼenorme pressione esercitata
    sul dollaro causata dallʼenorme disavanzo
    del debito americano (28% del PIL, a fine del
    2004), che mette in discussione unʼegemonia
    ormai pluridecennale. E se il 73% del commercio
    mondiale avviene ancora in dollari,
    “gli Stati Uniti vivono al di sopra delle proprie
    possibilità, consumando più di quanto essi
    producano, investendo più di quanto riescano
    ad economizzare sui prestiti esteri” (Wall Street
    Journal, 15.1.2004).
    35
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    Totila
    Ospite

    Predefinito

    Eccezionale saggio di Paolo Taufer.
    Ci sono un sacco di notizie prelibate. Inviterei gli amici etno-nazionalisti a leggerlo attentamente.

  3. #3
    Non sono d'esempio in nulla
    Data Registrazione
    25 May 2003
    Località
    Firenze
    Messaggi
    8,664
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

 

 

Discussioni Simili

  1. Invalidità del Novus Ordo Missae
    Di cesare (POL) nel forum Tradizione Cattolica
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 17-01-20, 01:34
  2. Novus Ordo Seclorum
    Di ordine nel forum Fondoscala
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 06-05-10, 21:20
  3. Novus Ordo Missæ
    Di TheDruid (POL) nel forum Cattolici
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 04-02-05, 13:35
  4. Rifan Concelebra Novus Ordo Missae !
    Di Vandeano (POL) nel forum Tradizione Cattolica
    Risposte: 8
    Ultimo Messaggio: 13-11-04, 18:47

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito