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    Predefinito 13 gennaio (Prima domenica dopo l'Epifania) - Battesimo di Gesù

    Dal sito SANTI E BEATI:

    Battesimo di Gesù

    1° domenica dopo l'Epifania (celebrazione mobile)

    Martirologio Romano: Festa del Battesimo di nostro Signore Gesù Cristo, in cui egli mirabilmente è dichiarato Figlio di Dio, l’amato, le acque sono santificate, l’uomo è purificato e tutto il creato esulta.

    Martirologio tradizionale (13 gennaio): Commemorazione del Battesimo di nostro Signore Gesù Cristo.

    Scrivere del Battesimo di Gesù, è compito di teologi ed esegeti, perché nell’atto battesimale cui si sottopose Gesù, c’è tutto il simbolismo della dottrina del cristianesimo, che allacciandosi alla Tradizione del Vecchio Testamento, apre la strada della nuova concezione di “figli di Dio” e quindi compartecipi con Cristo della gioia del Padre, attraverso lo Spirito Santo.
    Nell’anno XV del regno di Tiberio (cioè tra il 28 e il 29, oppure tra il 27 e il 28 d.C.), Giovanni Battista il Precursore, l’ultimo dei Profeti del Vecchio Testamento, giunse nel deserto meridionale di Giuda, nei pressi del Mar Morto, dove confluisce il fiume Giordano, a predicare l’avvento del Regno di Dio, esortando alla conversione e amministrando un battesimo di pentimento per il perdono dei peccati.
    Ciò avveniva con l’immersione nell’acqua del fiume, secondo quanto profetizzava Ezechiele: “Le nazioni sapranno che io sono il Signore, quando mostrerò la mia santità in voi davanti a loro. Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli”.
    Il profeta Ezechiele spiegava ad Israele che se dopo il peccato verso Dio, che gli ha meritato l’esilio, vuole rivivere in relazione di nuovo con il suo Dio e ricevere il suo Spirito, deve essere totalmente rifatto, purificato, pronunciando il simbolismo dell’acqua, “vi aspergerò con acqua e sarete purificati”.
    E con questo spirito di purificazione che Giovanni battezzava, quanti accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalle regioni intorno al Giordano.
    E duemila anni fa sulla sponda del fiume comparve anche il giovane Gesù, di circa 30 anni, cittadino della Galilea che era una provincia del vasto Impero Romano e osservava la folla dei penitenti che si avviavano al rito di purificazione e di perdono; mentre Giovanni diceva a tutti, perché si mormorava che fosse il Messia: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali; costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco…”.
    Anche Gesù, innocente da ogni colpa, volle avvicinarsi per ricevere il Battesimo, per solidarizzare con quei penitenti alla ricerca della salvezza dell’anima e santificare con la sua presenza l’atto, che non sarà più di sola purificazione, ma anche la venuta in ognuno dello Spirito di Dio e rappresenterà la riconciliazione divina con il genere umano, dopo il peccato originale.
    Giovanni riconosciutolo, si ritrasse dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù rispose: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni lo battezzò; appena uscito dall’acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed una voce dal cielo disse: “Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 13-17).
    Gesù pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e si ritirò nel deserto per quaranta giorni in meditazione, prima di iniziare la sua vita pubblica, in Galilea.
    Completiamo queste brevi note, che vanno comunque approfondite consultando le riflessioni dei competenti studiosi, con il descrivere l’importanza assunta quale Sacramento nella Chiesa Cattolica.
    Istituito da Gesù Cristo con il suo diretto Battesimo, il rito consiste in un’abluzione accompagnata dalla formula trinitaria: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”; la materia del Battesimo è l’acqua naturale e il suo uso come già detto è simbolo della purificazione dell’anima; può essere applicata in tre modi diversi “per immersione” in uso nelle Chiese Orientali e nella liturgia ambrosiana; per “infusione” cioè acqua versata sulla testa del battezzato (generalmente usata dal XV secolo nella Chiesa Occidentale); “per aspersione” (acqua gettata sulla persona del battezzato, in casi particolari).
    Il battesimo cancella il peccato originale e le colpe commesse fino al giorno in cui si riceve, rimette tutte le pene, rende il battezzato partecipe della grazia di Dio, capace della fede, membro della Chiesa; imprimendogli il carattere indelebile di cristiano.
    È il primo dei setti Sacramenti; viene amministrato ai bambini fino all’età della ragione, con il solo consenso dei genitori e alla presenza di almeno un padrino, con il quale il battezzato contrae una parentela spirituale; gli adulti lo ricevono dietro loro richiesta, dopo aver ricevuto un’opportuna istruzione religiosa.
    Il Sacramento è amministrato ordinariamente dai ministri del culto (vescovo, sacerdote, diacono), ma in caso di pericolo di morte, qualsiasi persona anche non cristiana, può battezzare, purché agisca secondo l’intendimento della Chiesa.
    Aggiungiamo che la teologia ufficiale riconosce anche il battesimo di desiderio, ossia la grazia battesimale ottenuta col voto di ricevere il battesimo, anche se le circostanze lo impedirono; poi il battesimo di sangue, cioè il martirio avvenuto prima che lo si ricevesse.
    Con la cerimonia del battesimo si impone al battezzato il nome, per lo più cristiano, scelto dai genitori se è minorenne.
    Il Battesimo costituì, per quanto riguarda l’Occidente, la registrazione ufficiale della nascita di un bambino, negli archivi parrocchiali; attiva nei primi secoli, questa pratica fu poi abbandonata per essere ripresa dal XV secolo, divenendo legge con il Concilio di Trento. In Italia la registrazione negli uffici parrocchiali, funzionò finché non venne istituito l’Ufficio dello ‘stato civile’ da parte del Regno d’Italia.
    Ritornando al Battesimo di Gesù, esso fu soggetto privilegiato degli artisti di tutti i secoli cristiani e la scena ruota normalmente intorno alle due figure di Gesù e di s. Giovanni, e si svolge all’aria aperta; inizialmente Gesù era raffigurato immerso nell’acqua e poi successivamente lo si è raffigurato seminudo, con il Battista che gli versa l’acqua sulla testa.
    In conclusione la festa del Battesimo di Gesù, è da sempre l’occasione più propizia per riflettere sul Battesimo dei cristiani; i Padri della Chiesa dicevano che Gesù scendendo nelle acque del Giordano, ha idealmente santificato le acque di tutti i Battisteri; dal più semplice e moderno, posto all’ingresso delle chiese, a quelli che si innalzano a gloria imperitura del Sacramento e dell’arte, vicino alle grandi cattedrali dei secoli scorsi.
    Gesù stesso nel Vangelo di s. Marco (16,16) dice: “Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”.

    Autore: Antonio Borrelli

    Bartolomeo di Giovanni, Battesimo di Cristo, 1488, Spedale degli Innocenti, Firenze

    Giovanni Bellini, Battesimo di Cristo, 1500-02, Santa Corona, Vicenza

    Annibale Carracci, Battesimo di Cristo, 1584, S. Gregorio, Bologna

    Cornelis van Haarlem, Battesimo di Cristo, Musée du Louvre, Parigi

    David Gerard, Battesimo di Cristo, particolare del Trittico di Jean Des Trompes, 1505, Groeninge Museum, Bruges

    Giotto di Bondone, Battesimo di Cristo, 1304-06, Cappella Scrovegni (Cappella Arena), Padova

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    Joachim Paternier, Battesimo di Cristo, Kunsthistorisches Museum, Vienna

    Juan De Flandes, Battesimo di Cristo, 1496-99, collezione privata

    Mariotto Di Nardo, Scene dalla vita di Gesù: Battesimo di Cristo, XIV sec., collezione privata

    Juan Fernández de
    Navarrete, Battesimo di Cristo, 1568 circa, Museo del Prado, Madrid

    Marco Palmezzano, Battesimo di Cristo, XVI sec., Pinacoteca Civica, Forlí


    Guido Reni, Battesimo di Cristo, 1623 circa, Kunsthistorisches Museum, Vienna

    Pietro Perugino, Battesimo di Cristo, 1482 circa, Cappella Sistina, Vaticano

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    Tintoretto, Battesimo di Cristo, 1579-81, Sala Grande, Scuola di San Rocco, Venezia

    Tintoretto, Battesimo di Cristo, 1585 circa, Museo del Prado, Madrid

    Paolo Veronese, Battesimo e tentazioni di Cristo, Pinacoteca di Brera, Milano

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    Predefinito Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo

    (Disc. 39 per il Battesimo del Signore, 14-16. 20, in PG 36, 350-351.354.358-359)

    Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
    Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell'acqua.
    Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.
    «Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (cfr. Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che percorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
    «Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
    Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
    E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità
    dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
    Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
    Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
    Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
    Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.

    Andrea del Verrocchio (ed aiuti: i volti dei due angeli sono di Leonardo da Vinci), Battesimo di Cristo, 1472-75, Galleria degli Uffizi, Firenze

    Rogier van der Weyden, Pala di S. Giovanni Battista con scene della Natività del Battista, del Battesimo di Cristo e del Martirio del Battista, 1455-60, Staatliche Museen, Berlino

    Pietro Perugino, Battesimo di Cristo, 1510

    Paolo Veronese, Battesimo di Cristo, 1550-60

    Bartolomé Esteban Murillo, Battesimo di Cristo, 1655 circa, Gemaldegalerie, Berlino

  5. #5
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    Predefinito Dai Discorsi di san Gregorio Nazianzeno

    Oratio XL, 5.6, in PG 36, 364.365

    Dio è la somma luce. Incomprensibile per il nostro intelletto, intraducibile nelle nostre parole, egli illumina ogni natura dotata di ragione; Dio è per l'intelletto ciò che il sole è per i sensi: quanto più noi siamo purificati, tanto più egli sì manifesta a noi; più ne abbiamo l'esperienza intuitiva, più l'amiamo, e più l'amiamo, meglio anche lo possiamo comprendere.
    Diventiamo allora come specchi che riflettono quella luce divina, che si diffonde pochissimo per coloro che si tengono fuori dal suo irradiamento. Questa luce è quella che si contempla nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.
    Ma era pure una luce la colonna di fuoco che guidava Israele nella marcia e mitigava i rigori del deserto: una luce il carro di fuoco che ghermì Elia senza bruciarlo; una luce la luminosità che avvolse i pastori quando l'increato si congiunse col tempo.
    Fu una luce quel bagliore della stella che precedeva i Magi verso Betlemme. Serviva loro da guida e faceva da scorta alla Luce che, pur restando superiore, è scesa fino a noi per vivere con noi e unirsi alla nostra natura.
    Sempre una luce fu la divinità che gli apostoli intravidero di sfuggita sul monte e il cui splendore fu troppo vivo per l'occhio umano. Luce infine, e più che mai luce, lo splendore del battesimo che contiene il grande e stupefacente mistero della nostra salvezza.

    Piero della Francesca, Battesimo di Cristo, 1448-50, National Gallery, Londra

    Willem van II Herp, Battesimo di Cristo, museo del Prado, Madrid


    Andrea Sansovino, Battesimo di Cristo, 1502-05, Battistero, Firenze

  6. #6
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    Predefinito Dai Capitoli teologici di san Massimo il Confessore

    Capita Theologica I, 8-10, in PG 90, 1181

    Il Verbo di Dio fu generato secondo la carne una volta per tutte. Ora, per la sua benignità verso l'uomo, desidera ardentemente di nascere secondo lo spirito in coloro che lo vogliono e diviene bambino che cresce con il crescere delle loro virtù. Si manifesta in quella misura di cui sa che è capace chi lo riceve.
    Non restringe la visuale immensa della sua grandezza per invidia e gelosia, ma saggia, quasi misurandola, la capacità di coloro che desiderano vederlo. Così il Verbo di Dio, pur manifestandosi nella misura di coloro che ne sono partecipi, rimane tuttavia sempre imperscrutabile a tutti, data l'elevatezza del mistero.
    Per questa ragione l'Apostolo di Dio, considerando con sapienza la portata del mistero, dice: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi è sempre (Eb 13,8), intendendo dire in tal modo che il mistero è sempre nuovo e non invecchia mai per la comprensione di qualsiasi mente umana.
    Cristo Dio nasce e si fa uomo, prendendo un corpo dotato di un'anima intelligente, lui, che aveva concesso alle cose di uscire dal nulla. Dall'oriente una stella che brilla in pieno giorno guida i Magi verso il luogo dove il Verbo ha preso carne, per dimostrare misticamente che il Verbo contenuto nella legge e nei profeti supera ogni conoscenza dei sensi e conduce le genti alla suprema luce della conoscenza.

  7. #7
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    Predefinito Dall'Omelia sull'Assunzione della B.V. Maria di Pascasio Radberto

    De Assumptione B.V. Mariae, XII, in PL 30, 135-136.

    L 'Emmanuele è uno, e in lui vi è l'una e l'altra natura, cioè Dio è l'uomo; perciò egli ha compiuto veramente ciò che è proprio dell'una e dell'altra natura, operando ora questo ora quello di ciò che ha compiuto.
    In quanto Dio ha compiuto ciò che è divino, in quanto uomo ciò che è umano, volendo mostrare se stesso Dio e uomo insieme. Siccome dunque compie tanto le opere divine quanto quelle umane, in lui non vi è uno che ha operato miracoli e un altro che abbia portato a termine imprese umane e abbia affrontato le passioni; ma uno e il medesimo è il Cristo che ha compiuto cose divine e umane, cioè il Figlio di Dio è il figlio dell'uomo, anche se Cristo ha avuto azioni comuni in modo inseparabile e indiviso.
    Ma occorre capire la qualità delle opere stesse, contemplare sempre a quali cose sia innalzata l'umiltà della carne e a quali sia abbassata l'altezza della divinità; allora, scorrendo il vangelo, apparirà che la carne non fa nulla senza il Verbo, né il Verbo porta a compimento qualcosa senza la nostra carne.
    Colui che la Vergine ha concepito è dato alla luce non può esistere senza la potenza del Verbo; ma nemmeno colui che nasce non può esistere senza la varietà della carne, sicché giace avvolto tra le fasce ed è deposto nella mangiatoia. È proprio della divinità quel che viene adorato dai magi mentre una stella fa da guida; ed è proprio dell'umanità il fatto che il bambino fuggendo venga condotto in Egitto per non essere preso.
    Fratelli, è necessario riflettere attentamente su ogni aspetto, fino a che ci sia dato di comprendere che in Cristo la pienezza della divinità è unita all'uomo e la pienezza dell'umanità è assunta in Dio.

  8. #8
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    Predefinito Dai Trattati teologici di Simeone il nuovo Teologo

    Traités théologiques, X, 777 ss., in SC 129, 314-320.

    Beati quelli che hanno accolto Cristo venuto come luce nelle tenebre, perché sono divenuti figli della luce e del giorno.
    Beati quelli che ogni giorno si nutrono di Cristo con la contemplazione e la conoscenza, perché saranno purificati da ogni macchia nell'anima e nel corpo, come il profeta Isaia lo fu con il carbone ardente.
    Beati quelli che ogni istante gustano questa luce ineffabile, spalancando la loro intelligenza, perché si comporteranno onestamente, come in pieno giorno (Rm 13, 13), e passeranno tutta la loro esistenza nella serenità.
    Beati quelli che vivono stabilmente nella luce di Cristo, perché fin d'ora sono suoi fratelli e coeredi e lo saranno per sempre.
    Beati quelli che hanno acceso la luce nel proprio cuore e non l'hanno lasciata spegnere, perché dopo questa vita andranno raggianti incontro allo sposo e, portando la lampada accesa, entreranno con lui nella camera nuziale.
    Beati quelli che si sono avvicinati alla luce divina, vi sono penetrati e sono divenuti interamente luce, penetrati e assorbiti da essa, perché si sono spogliati interamente del loro abito impuro e non piangeranno più lacrime amare.
    Beati quelli che vedono la loro veste brillare come se fosse Cristo, perché saranno colmati per sempre d'una gioia ineffabile e, sbalorditi, piangeranno di felicità davanti alla prova che sono già divenuti figli ed eredi della risurrezione.

  9. #9
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    Predefinito Dalla "Mistica Città di Dio" della Ven. Suor Maria di Gesù Agreda

    Libro V, Cap. 24, §§ 974-984

    CAPITOLO 24

    Gesù giunge alla riva del Giordano dove viene battezzato da san Giovanni, che a sua volta domanda al Signore di essere battezzato da lui.


    974. Il nostro Salvatore, lasciata Maria nella sua povera abitazione a Nazaret senza alcuna presenza umana e dedita soltanto ad esercizi di infiammato fervore, proseguì il viaggio verso il Giordano, dove il suo precursore Giovanni stava predicando e battezzando vicino a Betania, luogo situato dall'altra parte del fiume, detto anche Betabara. Fin dai primi passi del suo cammino, alzò gli occhi al Padre e con ardore gli offrì tutto ciò che di nuovo incominciava a compiere per gli uomini: le fatiche, le sofferenze, la passione e la morte di croce, che per loro voleva subire abbandonato al beneplacito divino. Gli offrì anche il dolore naturale che sentì come vero figlio obbediente nell'allontanarsi dalla Madre, e nel privarsi della sua dolce compagnia durata ventinove anni. Egli avanzava solo, senza sfarzo e senza seguito: il supremo Re dei re e Signore dei signori si muoveva come uno sconosciuto, non ossequiato dai suoi stessi vassalli, che pur dipendevano da lui per il fatto che solo la sua volontà li aveva chiamati all'esistenza e li faceva sussistere. L'estrema povertà unita ai disagi e alle scomodità era il suo solo bagaglio regale.

    975. Ora, gli evangelisti passarono sotto silenzio queste opere del Maestro e le relative circostanze tanto degne di attenzione, nonostante si fossero realmente verificate. Inoltre, la nostra rozza dimenticanza si è così male assuefatta che non gradisce neppure quelle che essi ci lasciarono scritte; pertanto, noi non consideriamo affatto l'immensità dei nostri doni, né di quell'amore senza misura che così copiosamente ci arricchì e che con tanti vincoli di squisito affetto ci volle attirare a sé. Oh, carità infinita dell'Unigenito! Quanto poco conosciuto e ancor meno gradito è questo vostro sentimento! Perché, mio dolce diletto, tante tenerezze e pene per chi non soltanto non sente il bisogno di voi, ma nemmeno sente di dover corrispondere o porre attenzione ai vostri favori, come se fossero inganni e burle? Oh, cuore umano, più villano e feroce d'una fiera! Chi ti rende così ostinato? Chi ti trattiene? Chi ti opprime e ti appesantisce a tal punto da impedirti di aprirti con totale gratitudine al tuo benefattore? Oh, incanto ed accecamento deplorabile degli intelletti dei mortali! Quale atroce letargo è questo che voi soffrite? Chi ha cancellato dalla vostra mente verità così infallibili e grazie così memorabili a danno della vostra autentica letizia? Se siamo di carne, e se questa è tanto sensibile, chi ci ha resi insensibili e duri più delle stesse pietre e rocce inanimate? Perché non ci risvegliamo e non recuperiamo i sensi per udire le voci che evocano i benefici del nostro riscatto? Alle parole del Profeta le ossa inaridite tornarono in vita e si mossero; noi invece resistiamo a quelle di colui che a tutto dà vita. Tanto può la nostra fragilità e la nostra negligenza!

    976. Accogliete almeno ora questo vile verme, che strisciando per terra viene incontro ai vostri passi leggiadri, mentre lo cercate. Con essi mi innalzate alla certezza di ritrovare in voi verità, via, amorevolezza e salvezza eterna. Non ho, tesoro mio, da darvi altro per contraccambio, se non la vostra bontà, il vostro amore e l'esistenza che ho ricevuto. Nessun'altra cosa che non sia voi stesso può essere il premio di quel bene illimitato che per me avete operato. Assetata del vostro affetto, esco sulla strada e vengo verso di voi: nella vostra benevolenza, vi prego di non distogliere e allontanare la vista da questa povera che voi, sovrano di clemenza, desiderate con premura e sollecitudine. Vita dell'anima mia e anima della mia vita, se non fui così fortunata da essere degna di vedervi di persona in quel secolo felicissimo, sono almeno figlia della vostra Chiesa, sono membro del corpo mistico e di questa congregazione di fedeli. Vivo in un mondo pericoloso, in una carne debole, in tempi di calamità e di tribolazioni, ma grido a voi dal profondo di me stessa e sospiro nell'intimo per i vostri meriti infiniti: che io ne avrò parte, me lo attesta la santa fede, me lo assicura la speranza e me ne dà diritto la carità. Guardate, dunque, questa vostra umile serva, rendetemi grata per tanta generosità, tenera e costante, e tutta conforme a quello che più è gradito alla vostra volontà.

    977. Gesù proseguì il suo cammino, moltiplicando in diverse regioni i mirabili prodigi delle sue antiche misericordie con ciò che compì nei corpi e nelle anime di molti bisognosi, ma sempre in modo nascosto; solo con il battesimo, infatti, ebbe inizio la pubblica dimostrazione della sua potenza divina. Prima di presentarsi al Battista, egli irradiò in lui una luce e un'esultanza nuove, tali da rinnovarne ed elevarne lo spirito. Giovanni, ravvisando in sé questi effetti, pieno di stupore affermò: «Che arcano è questo? Quali presagi racchiude del mio bene? A dire il vero, dal momento in cui mi fu manifesta la presenza del mio Signore nel grembo di mia madre, non ho mai più provato nulla di simile. È solo un caso o è forse vicino a me il Salvatore del mondo?». Questo suscitò in lui una visione intellettuale, nella quale gli fu rivelato con maggior chiarezza il mistero dell'unione ipostatica nel Verbo, insieme agli altri concernenti la redenzione umana. Ed in virtù di ciò rese le due testimonianze riportate dall'Evangelista: la prima mentre Cristo si trovava nel deserto e la seconda quando questi ritornò al Giordano; l'una alla domanda dei giudei e l'altra quando disse: «Ecco l'agnello di Dio». All'epoca in cui gli fu ordinato di iniziare il suo ministero, aveva penetrato già grandi segreti, ma fu proprio in questa occasione che intuì che l'Unigenito stava venendo per farsi battezzare.

    978. Ed ecco che tra la folla si fece avanti sua Maestà e gli si accostò per essere battezzato come uno qualunque tra gli astanti. Il precursore lo riconobbe e, prostrato ai suoi piedi, trattenendolo lo interrogò: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Come riferisce san Matteo, gli fu risposto: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Sia con questa resistenza sia col chiedergli il battesimo, egli diede ad intendere di aver compreso che costui era il vero Messia. Questo del resto non è smentito da quanto si legge nei testi sacri, cioè che annunciò: «Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio». La ragione per cui non vi è contraddizione tra queste parole e quelle del primo evangelista è che la voce dall'alto si udì allorché Giovanni ebbe la visione cognitiva di cui ho già riferito, mentre fino ad allora non aveva visto il Redentore di persona e perciò aveva detto che non lo conosceva; lo conobbe quando lo incontrò al fiume e, poiché non lo vide solo con gli occhi del corpo, ma anche con la luce della manifestazione interiore, gli si stese innanzi.

    979. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: si aprirono i cieli ed egli scorse lo Spirito Santo scendere in forma di colomba sul suo capo, e si sentì la voce dell'Eterno che proclamava: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». Ciò fu ascoltato da molti degli astanti, quelli che furono degni di avere una grazia così singolare. Anch'essi scorsero il Paràclito, e tale attestazione fu la più importante che potesse farsi della divinità del nostro Maestro, tanto come atto del Padre che lo riconosceva come figlio, quanto come testimonianza in se stessa, quale piena rivelazione di Cristo come vero Dio uguale a lui nella sostanza e nelle perfezioni infinite. E proprio il sommo sovrano volle essere il primo a rendere tale testimonianza per conferire con questa validità a tutte le altre che successivamente si sarebbero date sulla terra. Ciò fu segno anche di un altro mistero: con una simile dichiarazione egli quasi si disobbligava nei suoi confronti attribuendogli autorità davanti agli uomini, per compensarlo dell'umiliazione di ricevere il battesimo, che serviva per riscattare dalle colpe, da cui il Verbo incarnato essendo senza macchia era esente.

    980. L'Unigenito con la sua obbedienza offrì all'Altissimo questa esperienza vissuta insieme ai rei, sia per confessarsi inferiore a lui nella natura umana comune agli altri discendenti di Adamo, sia per istituire così tale sacramento, che in virtù dei suoi meriti avrebbe lavato i peccati del mondo. Accettando di abbassarsi per primo a ricevere il battesimo, domandò ed ottenne un perdono generale per tutti coloro ai quali esso sarebbe stato impartito, supplicandolo in loro favore affinché fossero liberati dalla schiavitù del demonio, e venissero rigenerati nello Spirito alla vita nuova di figli adottivi dell'Onnipotente e di suoi fratelli. Nella sua prescienza sapeva che le trasgressioni nel corso della storia passata, presente e futura avrebbero impedito questo rimedio così soave e sicuro per la nostra salvezza, ma egli ce lo guadagnò con giustizia, perché fosse gradito all'Eterno e la sua equità fosse adempiuta, anche se conosceva che un gran numero di mortali l'avrebbero reso infruttuoso e che a tantissimi altri non sarebbe stato impartito. Rimosse questi ostacoli, poiché con i suoi meriti soddisfò tutto ciò che gli altri si sarebbero resi indegni di acquisire, umiliandosi fino ad assumere la condizione di peccatore sebbene fosse innocente. Tali arcani erano racchiusi in quello che egli disse a Giovanni: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». La voce del Padre e lo Spirito Santo discesero per accreditarlo e ricompensarlo, approvando il battesimo e gli effetti da esso derivanti. Così il Redentore fu riconosciuto come vero Figlio di Dio, e furono rivelate insieme le tre Persone, nel cui nome doveva celebrarsi il nuovo rito.

    981. Il precursore fu colui che allora ebbe la parte migliore di tali meraviglie e delle loro conseguenze, perché non solamente lo battezzò e vide scendere su di lui il Paràclito con un fascio di luce celeste e una moltitudine immensa di angeli, ma anche perché udì e comprese le parole dell'Altissimo e gli furono svelati altri misteri nella visione intellettuale suddetta. Da ultimo, oltre a tutto ciò, ricevette il battesimo dallo stesso Gesù. A tale riguardo il Vangelo, pur riferendo solo che egli lo chiese, non nega che lo ottenne, perché senza dubbio il Maestro gli diede il medesimo che istituì fin d'allora, anche se ordinò successivamente il suo uso comune e lo impose agli apostoli dopo la risurrezione. Mi è stato inoltre manifestato che lo impartì pure a Maria prima della sua promulgazione, in cui ne dichiarò la formula, e che il Battista fu il primogenito del battesimo del Salvatore e della nuova Chiesa da lui fondata a partire da questo grande sacramento. Per mezzo di esso gli fu impresso il carattere di cristiano e fu ricolmo di ogni grazia, benché fosse immune dalla colpa originale, essendo già stato giustificato prima della nascita. E quello che sua Maestà gli rispose non fu un negarglielo, ma solo un rinviarlo ad un secondo momento affinché lo ricevesse per primo, così da adempiere la giustizia; subito dopo infatti lo battezzò e gli diede la sua benedizione, e poi si recò nel deserto.

    982. Ritorno ora al mio intento e alle opere della nostra Regina. Non appena il Verbo incarnato fu battezzato, ella, pur essendo illuminata su ciascuna delle sue azioni, ebbe notizia di quanto era accaduto al Giordano dai ministri superni che lo assistevano, i quali facevano parte del gruppo di quelli che portavano le insegne della sua passione. L'accortissima Madre, animata da incomparabile gratitudine, compose nuovi inni e cantici di lode e imitò le sue orazioni e i suoi atti di umiltà, facendone molti altri, e accompagnandolo e seguendolo in ognuno di essi. In particolare pregò con fervorosa carità per tutti i credenti, perché approfittassero di tale sacramento e perché questo fosse propagato nel mondo intero. Dopo aver elevato tali suppliche, si diede premura di invitare i messaggeri celesti, affinché l'aiutassero a magnificarlo per essersi così abbassato.

    Insegnamento della Regina del cielo

    983. Carissima, molte volte ti ho ripetuto e palesato quanto Cristo compì per la salvezza del genere umano e quanto io apprezzassi tutto questo e ne fossi riconoscente; dunque, puoi ben capire quanto il sommo sovrano gradisca la tua fedelissima sollecitudine e corrispondenza e quali beni siano nascosti in ciò. Sei povera nella casa del Signore, corrotta e abietta come la polvere, e tuttavia io esigo che tu renda grazie per l'affetto che egli ebbe per i mortali e per la legge santa, immacolata, clemente e perfetta che diede per il loro riscatto. In particolare sii grata per l'istituzione del battesimo, in virtù del quale essi sono liberati dal dominio di satana, rigenerati quali figli dell'Eterno e muniti della grazia che li rende giusti e dona loro la forza di non peccare più. Questo è davvero un obbligo che vale per ciascun essere vivente, ma, poiché viene dimenticato quasi del tutto, io sollecito te, affinché sul mio esempio a nome di tutti ti mostri debitrice come se tu sola lo fossi. Ed in effetti è così, almeno riguardo ad alcune speciali elargizioni dell'Onnipotente, poiché verso nessuno egli è stato generoso come con te. Quando fu fondata la nuova alleanza e furono istituiti i sacramenti, tu eri presente nella sua memoria e nell'amore con il quale ti chiamò ed elesse ad essere membro del corpo mistico, perché come tale tu fossi nutrita con il frutto del suo sangue.

    984. L'Autore della vita, come un saggio e prudente architetto, per fondare la sua santa Chiesa e per porre la prima pietra dell'edificio attraverso il battesimo, si umiliò, pregò, implorò e adempì ogni giustizia, riconoscendo la sua inferiorità al cospetto del Padre. Sebbene fosse vero Dio, non disdegnò in quanto uomo di piegarsi fino al nulla, quel nulla da cui fu creata la sua purissima anima e prese forma la sua umanità. Sino a che punto ti devi mortificare tu che hai commesso delle colpe e vali meno della cenere che si calpesta? Confessa, dunque, che meriti il castigo, lo sdegno e l'ira di tutti. Nessuno che offese sua Maestà potrebbe dire in verità che gli venga recato danno e fatta ingiustizia anche se gli sopravvenissero tutte le tribolazioni e le afflizioni dall'inizio sino alla fine del mondo. Dal momento che tutti peccarono in Adamo, quanto devono sottomettersi pazientemente fino a che non li tocchi la mano dell'Altissimo! E quand'anche tu sopportassi tutte le pene dei cristiani con cuore umile e mettessi in pratica perfettamente le mie ammonizioni e i miei insegnamenti, dovresti considerarti una serva inutile che ha fatto solo il suo dovere. Quanto più allora devi umiliarti dal profondo, ogni qual volta vieni meno al tuo impegno, e ti attardi nel contraccambiare e nel ringraziare? Io desidero che tu lo faccia per te e per tutti gli altri. Prepara dunque a ciò il tuo animo, abbassandoti sino alla polvere, senza opporre resistenza né mai darti per soddisfatta fino a che il Redentore non ti accolga come figlia e ti dichiari come tale alla sua presenza nella visione eterna della celeste e trionfante Gerusalemme.

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    Predefinito Dal "Discorso sull'Epifania" attribuito a sant'Ippolito

    Hom. In Epiph., in PG 10, 851-854.858-862

    Quale dono più necessario dell'acqua? Tutto è bagnato dalle acque, nutrito, purificato, irrigato. L'acqua porta i continenti, l'acqua produce la rugiada, fa fiorire la vite. L'acqua matura la spiga, indora il grappolo, intenerisce l'oliva, addolcisce il dattero; l'acqua accende la rosa e imbelletta la viola, costella del giglio i calici smaglianti. Perché prolungarmi? Senza l'acqua non può sussistere la vita. L'acqua è talmente necessaria all'esistenza, che gli altri elementi sussistono sotto la volta dei cieli. ma solo lei ha posto sopra i cieli, come ne rende testimonianza il profeta: Lodate il Signore, cieli dei cieli, voi acque al di sopra dei cieli (Sal 148, 4). Questo versetto esultando esprime l'eccellenza dell'acqua, eppure vi è ben altro ad ispirare il massimo rispetto: Cristo, il creatore di ogni realtà, è sceso dal cielo come pioggia, si è fatto conoscere come fonte, ha effuso sé stesso come fiume, e si è fatto battezzare nel Giordano. Come hai ascoltato, Gesù venne da Giovanni e ricevette da lui il battesimo. O fatto che riempie di stupore! Il fiume infinito, che rallegra la città di Dio, viene immerso in poche gocce di acqua. La sorgente incontenibile e perenne, da cui sgorga la vita per tutti gli uomini, si immerge in un filo d'acqua scarsa e fuggevole!
    Colui che è dappertutto e non è assente in nessun luogo, colui che gli stessi angeli non posson comprendere e gli uomini non possono vedere, si accosta a ricevere il battesimo di spontanea volontà.

    Ed ecco gli si aprono i cieli e risuona una voce che dice: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto (Mt 3, 17). L'amato genera amore e la luce immateriale fa nascere una luce inaccessibile. Questi è il Figlio mio prediletto che apparve in terra, senza separarsi dal Padre; però apparve e non apparve. Altra cosa infatti era ciò che si mostrava, dato che stando alle apparenze, chi battezzava era superiore al battezzato. Ecco perché il Padre mandò dal cielo lo Spirito Santo sul battezzato; come nell'arca di Noè l'amore di Dio per gli uomini si manifestò mediante una colomba, e anche oggi lo Spirito scendendo sotto la forma di una colomba, come se portasse il frutto dell'ulivo, si posa su colui che viene a testimoniare. Perché? Perché la parola del Padre sia ascoltata nella sicurezza e si presti fede all'antica predizione del profeta. Quale fu? Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il tuono, il Signore sull'immensità delle acque (Gc 4, 8). Quale era la parola di Dio? Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.

    Questi è colui che fu chiamato figlio di Giuseppe ed è il mio Unigenito nella natura divina.
    Questi è il mio Figlio prediletto: prova la fame, egli che nutre un numero infinito di creature; è affranto dalla stanchezza, egli che ristora gli affaticati; non ha dove posare il capo, egli che tutto sostiene nelle sue mani; soffre, egli che guarisce ogni sofferenza; è schiaffeggiato, egli che dona al mondo la libertà; è ferito al costato, egli che ripara il costato di Adamo.
    Ma voglio ritornare alla fonte della vita e contemplare la sorgente di ogni rimedio.
    Il Padre dell'immortalità inviò nel mondo il Figlio, Verbo Immortale, che venne tra gli uomini per lavarli nell'acqua e nello Spirito; e, per rigenerarci nell'anima e nel corpo alla vita eterna, insufflò in noi lo Spirito di vita e ci rivestì di un'armatura incorruttibile. Se dunque l'uomo è divenuto immortale, sarà anche dio. Se nell'acqua e nello Spirito Santo diviene dio attraverso la rigenerazione del battesimo, dopo la risurrezione dai morti viene a trovarsi anche coerede di Cristo.

    Perciò io proclamo come un araldo: Venite, tribù e popoli tutti, all'immortalità del battesimo. Vi annunzio la vita, o voi che giacete nelle tenebre dell'ignoranza. Venite alla libertà, uscendo dalla schiavitù; al regno, dopo la tirannide; all'incorruttibilità, dopo la distruzione. Ma come venire? Mi domanderete. Come? Mediante l'acqua e lo Spirito Santo. Questa è l'acqua assicurata dallo Spirito Santo, per cui mezzo è irrigato il paradiso, la terra diventa feconda, le piante crescono, ogni essere animato genera vita; e per esprimere tutto in poche parole, è l'acqua mediante la quale riceve vita l'uomo rigenerato, con la quale Cristo fu battezzato, nella quale discese lo Spirito Santo in forma di colomba.
    Chi scende con fede in questo lavacro di rigenerazione, rinunzia al diavolo e si schiera con Cristo; rinnega il nemico e riconosce che Cristo è Dio, si spoglia della schiavitù e si riveste dell'adozione filiale; ritorna dal battesimo, splendido come il sole, emettendo raggi di giustizia; ma, e ciò costituisce la realtà più grande, ritorna figlio di Dio e coerede di Cristo. A lui gloria e potenza, insieme con lo Spirito santissimo, benefico e vivificante, ora e sempre per tutti i secoli. Amen.

 

 
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