Foibe: oggi la prima Giornata nazionale del Ricordo
L'hanno chiamata Giornata del Ricordo, per riportare alla luce una pagina di storia troppo a lungo dimenticata. Quella delle foibe: l'eccidio degli italiani d'Istria e Venezia Giulia, consumato fra il '43 e il '45. Quasi diecimila tra morti e scomparsi, fucilati dai partigiani jugoslavi, anche dopo la fine della guerra: un migliaio di loro fu gettato - a volte ancora vivo, corpi legati l'un l'altro con il filo spinato - nelle foibe, le profonde spaccature del terreno carsico. Che per decenni inghiottirono anche la memoria di quel crimine.
Da quest'anno, anche per legge, il 10 febbraio è divenuto la Giornata del Ricordo. Ci saranno cerimonie in tutta Italia e nel mondo, nei paesi in cui scapparono i trecentomila esuli di Fiume, di Pola, di Zara, di Rovigno e Capodistria, per sottrarsi alle vendette e all'occupazione jugoslava. Se ne parlerà nelle scuole, si osserverà un minuto di silenzio in Parlamento e nelle assemblee regionali.
Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini sarà a Trieste, il capo dello Stato e i presidenti delle Camere all'Altare della Patria, a Roma. Tutti insieme, mettendo da parte divisioni e pregiudizi di parte. "E’ il momento che i ricordi ragionati prendano il posto dei rancori esasperati" scrive Ciampi nel suo messaggio. Perché quegli avvenimenti fanno parte della nostra vicenda nazionale, devono essere radicati nella nostra memoria e spiegati alle nuove generazioni. Nessuna pagina della nostra storia può essere cancellata - ricorda anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - anche se il ricordo provoca turbamento, dolore, vergogna. Non dovremo mai più dare la possibilità di prevalere a un odio etnico e ideologico.
Un minuto di silenzio e di preghiera per le vittime delle foibe