X i Repubblicani: meglio stare con la C.D.L. o con la G.A.D. ?

**Giò** · 07-02-05, 16:03

**Giò** · 07-02-05, 20:10

vedo che per ora preferite la C.d.L. (situazione ore 19.08 )

**svicolone** · 07-02-05, 20:53

Originally posted by Giò91
vedo che per ora preferite la C.d.L. (situazione ore 19.08 )

crdi che un repubblicano possa votare per cossutta o diliberto?
siamo seri, per favore.

**nuvolarossa** · 07-02-05, 21:34

I sondaggi on-line del nostro Forum Repubblicano non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti i forumisti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere agli amici di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.
[mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/DONTCRYMEARGENTINA.mid[/mid]

**Copperhead** · 07-02-05, 23:11

E' una domanda inutile.
Il PRI ha smesso di avere un senso dopo il referendum monarchia/repubblica del '46.

**kid** · 08-02-05, 13:48

pubblico l'intervento congressuale dell'amico riccardo bruno

Cari amici, onorando la ricorrenza del bicentenario della nascita di Mazzini mi sembra che a volte nella memoria del partito, del mondo repubblicano nel suo senso più ampio, si perda il senso e la misura dell'opera e del pensiero di una personalità che pure tanto peso ha avuto nella nostra storia. Il segretario ha fatto bene a ricordarne, anche nel motto scelto per il congresso, una lettera di Mazzini in cui si fa professione di ragione e di realismo. Ma noi sappiamo che Mazzini non era un figlio dell'epoca dei lumi, ma semmai del vuoto che era subentrato in Europa dopo il fallimento dell'epopea rivoluzionaria, e altresì Mazzini era figlio della crisi del razionalismo.
La formazione di Mazzini è religiosa, ginasenista per l'esattezza, si nutre di fascinazioni romantiche - la sua stressa figura potrebbe apparire romantica a tutti gli effetti, basta pensare al ricordo che resta impresso su Nietzsche - e tuttavia il suo un'analista empirico del pensiero si rivolge ai grandi temi del suo tempo, senza trascurare la tradizione illuminista. La sua critica della Rivoluzione Francese ne fa un fratello ideale di un altro grande pensatore di quell'epoca, quale Alexis de Tocqueville. Il pensiero democratico da loro rappresentato, all'indomani della soluzione bonapartista, imparerà a distinguere rapidamente gli elementi di progresso e di conservazione politica in Europa. E sceglie su quali attestarsi, per garantire un'evoluzione ad un continente rattrappito sotto il peso degli imperi centrali o delle nuove esperienze populiste e autocratiche della Francia. Ma rispetto a Tocqueville nell'elaborazione mazziniana, c'è un avversario immediato da colpire: il comunismo. Come la definiva Mazzini la società comunista? Un sistema buono per i "castori", mica per gli uomini. E prima del comunismo, Mazzini capisce che la minaccia, la deviazione da un processo di costituzione democratica dell'Europa è il socialismo. In tutte le sue forme. Fosse quello utopico di Fourier ed Owen, o quello scientifico di Marx ed Engels, o quello pasticciato di Proudomne. Il socialismo è per Mazzini il rovescio dell'oppressione autoritaria, la distruzione dell'idea di progresso, la tara da eliminare in ogni sistema democratico. Mazzini è il principale campione dell'antisocialismo dell'Europa 800esca..
Il movimento repubblicano, le sezioni ed i circoli della Toscana e della Romagna, non devo certo spiegarvelo io, sorgono in contrasto immediato e a volte violento contro il movimento socialista. La Malfa nel suo intervento parlava di "odio" nei nostri confronti da parte degli eredi del socialismo. In effetti hanno qualche ragione antica a riguardo. Ma la contrapposizione di Mazzini al socialismo, per quanto fornita di un modello sociale e di una vocazione spirituale, non è mai sistematica. Mazzini resta un pensatore pragmatico, soprattutto politicamente. Antifederalista, una volta in Parlamento non si opporrà ad ipotesi regionaliste, antimonarchico, contrae un compromesso con la casa Savoia. Indipendentista, apprezza l'espansione italiana in Libia. La complessità di Mazzini si presta inevitabilmente ad una certa manipolazione, tant'è che un uomo dello spessore di pensiero di Gentile, lo ricordava stamane Scioscioli, cerca subito di piegarlo al nazionalismo fascista e la strumentalizzazione del fascismo di Mazzini, sarà importante per il regime. Ma il nostro problema sull'eredità di Mazzini, cari amici non è solo la contesa con il fascismo, ma è anche soprattutto con l'antifascismo. Con Croce innanzitutto, che da discepolo della scuola hegeliana riteneva molto "più moderno" di lui Karl Marx. Con Gobetti, che peggio di Croce nello scontro con il fascismo riteneva di dover appoggiarsi a Marx e "abbandonare" Mazzini negli scaffali della storia.
Il peso che avranno nella cultura del nostro Paese questi giudizi, sono il peso che una tradizione politica come la nostra deve ancora rimontare a distanza di anni e che ancora non ha rimontato. Essi hanno segnato un luogo comune doveil repubblicanesimo mazziniano veniva ridotto ad una formula passata, inadeguata alla spiegazione del tempo futuro. Lo sa l'amico Del Pennino che ebbe Martelli come suo assistente, al quale il nostro appartito apparve negli anni '60 un partito di vecchi babbioni. Poi io vorrei capire come si può pensare più moderno chi sostiene la soppressione della proprietà privata, confida nella dittatura del proletariato, teorizza la soppressione dello Stato, contro chi comprende esattamente l'orrore e la miseria che questi concetti produrranno nella storia. E sono stato molto grato a Ciampi quando ha voluto ricordare l'opera di Mazzini spezzando il conformismo culturale che si è respirato a lungo e placidamente dalla liberazione ad oggi. E quando sento i repubblicani che mi dicono di rileggere Mazzini, mi chiedo se vogliano mai bocciare tutti gli anni di collaborazione con i socialisti del dopoguerra.
Ma vedete, cari amici, la questione è che la nostra repubblica, l'unità d'Italia non sono avvenute nel segno di Mazzini. Lo dico ai radicali che festeggiano la breccia di Porta Pia, consumata dai generali francesi e qualche reparto di bersaglieri piemontesi, mentre Mazzini era chiuso nel carcere di Gaeta. Lo dico al professor Viroli da Princeton, secondo il cui alto parere la costituzione antifascista del '48 realizza il sogno mazziniano. Ma che sciocchezza! Come se il sogno mazziniano potesse esaudirsi in un'Italia dove cattolici e comunisti da soli raccoglievano il 70% dei voti e scrivevano le leggi dello Stato.
Ma è chiaro che quell'Unità prima, quella repubblica, poi, nulla avevano a che fare con il desiderio politico di Mazzini e che se un partito repubblicano è esistito da allora ad oggi e vedete bene che esiste, ed esisterà ancora molto a lungo è proprio perché quel sentimento patriottico, quei valori e quelle aspirazioni, non sono state soddisfatte. L'Italia quale noi la conosciamo, non è quella che noi avremmo voluto che fosse. Pensate alla miseria di un movimento repubblicano che si divide su Prodi e Berlusconi, o su Fini o Fassino. E' chiaro a tutti noi, che questi movimenti, questo sistema politico sono inadeguati, impropri, insufficienti sotto ogni punto di vista. Voglio dirlo agli amici della minoranza che dicono, un po'pedissequamente per la verità, che se non Mazzini, era di sinistra Ugo La Malfa, perché discuteva con Ingrao, costruì il centrosinistra. Bene. Ci fosse stato un aspetto politico su cui Ingrao e La Malfa si fossero mai trovati d'accordo, La Malfa non sarebbe stato al governo o in maggioranza con la dc tutta la sua vita ed il centrosinistra, forse era dettato dall'esigenza di limitare lo strapotere democristiano, che noi pure concorrevamo con il nostro sostegno ad alimentare. Ma in questo cercare equilibri politici nuovi, in questo affannoso tentativo di realizzare un progetto democratico dell'Italia, vi è stata tutta la missione del partito repubblicano, non nel cercare un etichetta fra destra e sinistra, se possiamo discutere con Di liberto o se possiamo discutere con Storace. Il mazzinianesimo e la sua eredità, è dunque pragmatismo certo, ma anche visione. Prefigurare l'evoluzione di un sistema, cercare gli equilibri più avanzati per conseguire successi di governo, cosa è altro? Essere le vestali di una lettera morta e della sua morale indefessa? Allora possiamo stare in casa a suonare la chitarra: si fa prima. Quello che la minoranza deve chiedersi è se la segreteria ha una proposta politica o no, ovvero non se va a sinistra o se va a destra, ma se vede una possibilità oltre la sinistra e la destra. E mi dispiace che l'amico Savoldi ha pensato che la nostra proposta era una riedizione della solidarietà nazionale. Noi non vogliamo unire i diversi, son fin troppo uniti e per i motivi peggiori, ma unire i simili, pragmaticamente. E verrà da se che il paese si troverà di fronte a scelte per cui chi pensa che i nostri soldati debbono restare in Iraq per compiere un'opera di assestamento democratico, o che la Turchia deve entrare in Europa, o che il welfare deve essere ridotto, sarà costretto a trovare un'intesa politica. Questo mi appare inevitabile, nonostante si appartenga al partito si che voglia.

**nuvolarossa** · 09-02-05, 12:48

al 44° Congresso del Pri di Fiuggi (4,5 e 6 febbraio 2005) hanno risposto cosi':

"Il Congresso Nazionale del PRI riunitosi a Fiuggi il 4-5-6- febbraio 2005 udite la relazione del Segretario, on. Francesco Nucara e la replica le approva ed affida alla nuova dirigenza che uscirà dalla assise congressuale il compito di aprire un’ampia ed approfondita discussione con tutte le forze politiche che compongono l’attuale maggioranza di governo al fine di definire, in vista delle prossime consultazioni politiche, il titolo della partecipazione repubblicana all’alleanza e i nuovi obiettivi che l’alleanza stessa intende proporsi in relazione ai problemi che il Paese oggi deve affrontare.

Il Congresso del PRI giudica che l’esperienza di questi dieci anni del modello italiano del bipolarismo ha messo in luce le contraddizioni che derivano dalla necessità di costituire coalizioni programmatiche e politiche non omogenee: i Repubblicani considerano quindi necessario un confronto con le altre forze politiche volto a fare emergere una più ampia consapevolezza della necessità di nuove condizioni politiche e programmatiche in grado di sostenere l’azione di governo capace di arrestare il declino economico del Paese e di affrontare così le grande sfide poste dalla globalizzazione".

**nuvolarossa** · 09-02-05, 12:54

Questa mozione, presentata dal presidente del Pri Giorgio La Malfa, ha ottenuto 26.951 voti congressuali, 77,32% e 116 seggi. Le mozioni presentate dagli amici Guidazzi e Ravaglia e quella presentata da Sergio Savoldi e Valbonesi, che pubblicheremo nei prossimi giorni, hanno ottenuto rispettivamente voti 2.409, 6,91% e 10 seggi e quella di Riscossa repubblicana 5.497 voti, 15,77% e 24 seggi.

**nuvolarossa** · 04-03-05, 12:48

.... il quesito va riformulato .... la G.A.D. e' stata fatta fuori dagli stessi che l'hanno creata .... ora hanno messo in piedi un'altra cosa ... sembra che si chiami Unione ... almeno cosi' dicono loro .... sara' vero ? ... e per quanto tempo durera' ... ?

http://www.nuvolarossa.org/

**kid** · 04-03-05, 18:10

dopo un mese già non stavamo più.

L'Unione un cinquantennio lo farà. Imbalsamano Prodi e si va avanti.

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Discussione: X i Repubblicani: meglio stare con la C.D.L. o con la G.A.D. ?

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X i Repubblicani: meglio stare con la C.D.L. o con la G.A.D.?

a proposito del senso del pri

tratto da www.pri.it

... la G.A.D. cos'e, roba che si mangia ?

se stavamo con la gad

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