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  1. #1
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    Arrow Il Papa non è sempre infallibile

    Visto che in questi fora si stanno diffondendo falsi contenuti riguardo l'infallibilità papale, è bene specificare come stanno le cose.

    Parecchi pensano che il Papa sia sempre infallibile: questa è una ipotesi arbitraria, mai ovviamente dogmatizzata, e del tutto improbabile: gli errori infatti ci sono stati.

    Questi si appellano al Concilio Vaticano I per "dimostrare" l'infallibilità continua del e Papa.

    Leggiamo cosa dice il Concilio nella Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus:

    Noi, quindi, aderendo fedelmente ad una tradizione accolta fin dall’inizio della fede cristiana, a gloria di Dio, nostro salvatore, per l’esaltazione della religione cattolica e la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del santo concilio, insegniamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica definisce che una dottrina riguardante la fede o i costumi dev’essere ritenuta da tutta la chiesa, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua chiesa, allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi. Quindi queste definizioni sono irreformabili per virtù propria, e non per il consenso della chiesa.

    Emergono quindi delle precise condizioni dell'Infallibilità, il Papa deve parlare:

    -ex cathedra

    cioè


    -come dottore di tutti i cristiani
    -in virtù della sua suprema autorità apostolica
    -deve avere l'intenzione di definire
    -l'oggetto dell'infallibilità: fede e costumi
    -Il Papa deve specificare che la definizione deve essere tenuta per vera da tutta la Chiesa.
    .


    Il Concilio Vaticano I non dà ragione ai massimalisti, i quali credevano che il Papa fosse infallibile sempre; dà ragione invece ai più moderati (e più fedeli alla Tradizione della Chiesa).

    I massimalisti provarono a far passare il loro finto dogma, ma non si ebbe nemmeno il tempo per discutere di questo. Se si fosse discusso lo si sarebbe sicuramente rifiutato, già era stata definita la questione.

    Affermare che il Papa è infallibile in questi casi, significa specificare che negli altri casi non è infallibile, o almeno l'infallibilità negli altri casi non è dogma, non ha supporto nè nella Tradizione, nè nella Rivelazione, ed è smentita dalla storia stessa.

    Chi quindi afferma che l'infallibilità pontificia in tutto è dogma di fede dice una menzogna.
    Chi dice che è verità prossima alla fede afferma l'inutilità del Concilio Vaticano I, contraddice la Rivelazione, la Tradizione e la storia.

    Thomas

  2. #2
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    Perché la tradizione, che attribuisce l'infallibilità al Papa dovrebbe essere infallibile?
    Come dire che le mutilazioni genitali femminili siano giuste solo perché tradizionali.

  3. #3
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    si pregano i gentili forumisti di ignorare questo provocatore.
    Ogni passato tentativo di dialogo è stato inutile.


  4. #4
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    si pregano i gentili forumisti di ignorare questo provocatore.
    Ogni passato tentativo di dialogo è stato inutile.

    Guarda che è un "fratello" protestante ed i suoi ragionamenti sono di chiara matrice protestante. Se anche tu te ne lamenti ... qualocsa significherà

  5. #5
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    Condizione per il dialogo è l'apertura all'altro, c'è poco da ridere.
    Il protestante che è pronto, a partire dalla sua identità, a capire come stanno le cose, è il protestante che dialoga, e così il cattolico, altrimenti ci sono solo invettive da una parte e dall'altra.

    A dire il vero aguas non mi pare protestante, i fratelli protestanti sono cristiani infatti.

  6. #6
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    A dire il vero aguas non mi pare protestante, i fratelli protestanti sono cristiani infatti.
    Non sei informato. Una volta non ricordo se lui o il suo alter ego (fuego) lo disse chiaramente.

  7. #7
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    Originally posted by Augustinus
    Guarda che è un "fratello" protestante ed i suoi ragionamenti sono di chiara matrice protestante. Se anche tu te ne lamenti ... qualocsa significherà
    Ohh quante storie è uno che protesta quindi è un protestante

  8. #8
    Ospite

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    Da un sito evangelico http://evangelici.altervista.org/infallib.html


    Il Papa è infallibile?

    Nel corso dei secoli si sono succeduti centinaia di papi nella chiesa cattolica romana. I papi si definiscono infallibili quando si pronunciano in materia di fede e di costume, e insegnano che la chiesa cattolica è la "vera" chiesa e che al di fuori di essa non c'è salvezza.
    Purtroppo, in nome della loro presunta infallibilità i papi inducono folle immense di persone a seguire insegnamenti e cerimonie che non provengono dalla Parola di Dio.

    Nel seguente studio tratto da internet, l'autore dimostra con alcuni esempi (basati su dichiarazioni ufficiali) come molti papi, lungi dall'essere infallibili, nel corso dei secoli hanno sottoscritto eresie e si sono contraddetti a vicenda. Vogliamo quindi ricordare ancora una volta di attenerci solo al Signore come nostra guida.


    * Liberio (352-366) aderì formalmente all'eresia ariana (che negava la divinità di Gesù Cristo), sottoscrivendo la professione di fede eretica del concilio di Sermio e giungendo perfino a scomunicare Atanasio che difendeva la divinità di Cristo. Sia i suoi predecessori che lui stesso avevano di già condannato l'eresia di Ario; in seguito, i suoi successori condannarono l'eresia ariana.

    * Innocenzo I (401-417) scrisse al concilio di Milevis che i neonati erano obbligati a ricevere la comunione e che se fossero morti battezzati ma non comunicati, sarebbero andati all'inferno. In seguito, questa dottrina è stata annullata dal concilio di Trento nel 1562 (Sess. XXI, cap. IV), e sempre il concilio tridentino ha anatemizzato chi la sosterrà (Sess. XXI, can. 4).

    * Ormisda (514-523) nel 514 dichiarò eretici certi monaci della Scizia, perché sostenevano che uno della Trinità aveva sofferto la morte della croce; ma Giovanni II nel 532 dichiarò che quei monaci erano ortodossi (cioè che sostenevano una dottrina retta).

    * Vigilio (537-555) nel 553 con una dichiarazione ufficiale definì conformi alla dottrina cattolica alcuni scritti denominati 'Tre capitoli' (che lui stesso aveva condannato nel 548). Ma il quinto concilio ecumenico (Costantinopolitano II) tenutosi a Costantinopoli nel maggio-giugno 553 dichiarò solennemente che quegli stessi scritti dovevano essere considerati eretici. Ma Vigilio si risolse ad accettare il concilio e le sue conclusioni solo l'8 dicembre. Egli ritrattò le sue recenti posizioni contrarie alla condanna dei 'Tre capitoli', infatti scrisse al patriarca di Costantinopoli riconoscendo il proprio errore e concludeva dicendogli: 'Pertanto ciò che ho fatto in difesa dei 'Tre capitoli' viene annullato con la definizione del presente nostro scritto' (Epistola ad Eutichio, Patriarca di Costantinopoli, dell'8 dicembre 553).

    * Gregorio I detto Magno (590-604) disse che i bambini non battezzati vanno diritti all'inferno e laggiù soffrono per l'eternità. Ora, questa dottrina è condannata dalla chiesa romana perché essa dice che i bambini se muoiono non battezzati vanno in un luogo detto limbo (di cui la Bibbia non parla affatto) e non più all'inferno come invece affermò Gregorio I. Sempre Gregorio affermò che chi si prendeva il titolo di vescovo universale era precursore dell'anticristo; mentre Gregorio VII (1073-1085) affermò che il vescovo di Roma è e deve essere chiamato vescovo universale; ecco le sue parole: 'Solo il pontefice romano ha il diritto di essere chiamato universale' (Dictatus papae, punto 2).

    * Onorio I (625-638) approvò ed insegnò la eresia dei monoteliti. Per questa sua presa di posizione fu condannato come eretico dal sesto concilio ecumenico nel 681. I papi successivi, confermarono la condanna: tra questi Leone II che nel 682 scrisse all'imperatore Costantino dicendo 'di scomunicare tutti gli eretici, tra cui Onorio che non fece risplendere la dottrina apostolica in questa chiesa di Roma'.

    * Adriano II (867-872) dichiarò valido il matrimonio civile, mentre Pio VII (1800-1823) lo condannò.

    * Pasquale II (1099-1118) ed Eugenio III (1145-1153) autorizzarono il duello, mentre Giulio II (1503-1513) e Pio IV (1559-1565) lo proibirono.

    * Giovanni XXII (1316-1334) nel 1331 insegnò che le anime dei santi non avevano la vista di Dio prima della risurrezione della carne. Questa eresia fu condannata dal suo successore Benedetto XII (1334-1342). E sempre Giovanni XXII nella Bolla Cum inter nonnullos del 1323 affermò: 'Dire che Cristo e gli apostoli non possedevano nulla significa travisare le Scritture'; secondo lui quindi Cristo e gli apostoli non erano vissuti poveri. Questo innanzi tutto contrasta la Parola di Dio, e in secondo luogo è in piena contraddizione con quello che avevano affermato i suoi predecessori Onorio III, Innocenzo IV, Alessandro IV, Bonifacio VIII.

    * Sisto V (1585-1590) nel 1590 fece pubblicare una edizione della Vulgata (che lui personalmente aveva riscritto per correggerne gli errori che esistevano nelle edizioni pubblicate fino a quel tempo) e con una bolla dichiarò: 'Nella pienezza del potere apostolico, decretiamo e dichiariamo che questa edizione... approvata per l'autorità concessaCi dal Signore, dev'essere accolta e considerata come vera, legittima, autentica e incontestata in tutte le discussioni pubbliche e private, nelle letture, nelle prediche e nelle spiegazioni'. Poco tempo dopo la pubblicazione della 'sua' Vulgata Sisto V morì. Ma la Vulgata da lui pubblicata fu trovata piena di errori. Il cardinale Bellarmino allora per salvare l'onore di Sisto V suggerì al suo successore Gregorio XIV (1590-1591) di correggerla e di presentarla al pubblico con il nome di Sisto adducendo delle scuse. Ecco cosa ebbe a dichiarare nella sua autobiografia il Bellarmino: 'Alcune, persone, la cui opinione aveva grande peso, ritenevano che dovesse essere proibita pubblicamente; io non ero dello stesso avviso e dimostrai al Santo Padre che, invece di proibire la versione della Bibbia in questione, sarebbe stato meglio correggerla in modo tale da poterla pubblicare senza danni all'onore di papa Sisto. Ciò si poteva fare eliminando il più presto possibile le modifiche sconsigliabili e pubblicando poi il volume con il nome di Sisto e una prefazione in cui si spiegava che nella prima edizione si erano verificati alcuni errori dovuti alla fretta dei tipografi e di altre persone' (in sostanza il cardinale gli suggerì di mentire). La Vulgata di Sisto dopo essere stata corretta fu pubblicata nel 1592 da Clemente VIII (1592-1605) che fu costretto a ritirare le copie della precedente Vulgata che erano state messe in commercio.

    * Paolo V (1605-1621) nel 1616 fece ammonire Galileo Galilei il quale sosteneva che la terra oltre a muoversi su se stessa gira attorno al sole. In un documento del Santo Uffizio datato 25 Febbraio 1616 si legge: 'L'Illustrissimo S(ignor) Cardinal Millino notificò all'Assessore e al Commissario del Santo Officio, che riferita la censura dei Padri Teologi sulla proposizione del matematico Galileo, che il sole sia il centro del mondo e immobile di moto locale, e che la terra si muove anche di moto diurno, il Santissimo (Paolo V) ha ordinato all'Ill.mo S(ignor) Cardinal Bellarmino, di chiamare dinanzi a sé il predetto Galilei, e di ammonirlo ad abbandonare la detta opinione; e se rifiuterà di obbedire, il P(adre) Commissario, di fronte ad un notaio e ai testimoni, lo precetti perché si astenga totalmente dall'insegnare, difendere o comunque trattare quella dottrina od opinione; se non acconsentirà sia carcerato'. E così fece il Bellarmino, e il Galileo diede le garanzie richieste. Ma nel 1632 (sotto Urbano VIII) il Galileo fece stampare il libro Dialogo di Galileo Galilei delli due Massimi Sistemi del Mondo, Tolemaico e Copernicano in cui sotto la forma di un dialogo sosteneva quelle convinzioni che non avrebbe dovuto diffondere. E così l'Inquisizione lo chiamò a Roma e lo processò condannandolo di eresia. Nel verdetto emanato contro di lui nel 1633 si legge: '... Diciamo, pronuntiamo, sententiamo e dichiariamo che tu, Galileo suddetto, per le cose dedotte in processo e da te confessate come sopra, ti sei reso a questo S Off.o vehementemente sospetto d'heresia, cioè d'haver tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, ch'il sole sia centro della terra e che non si muova da oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo, e che si possa tenere e difendere per probabile un'opinione dopo essere stata dichiarata e diffinita per contraria alla Sacra Scrittura...'. E Galileo fu costretto ad abiurare le sue convinzioni e difatti affermò giurando sul Vangelo: '... abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie, e generalmente ogni et qualunque altro errore, heresia e setta contraria alla S.ta Chiesa...'. Nel 1822 Pio VII ratificò un decreto dell'Inquisizione autorizzando tutti i trattati copernicani sull'astronomia, mentre nel 1835 le opere di Copernico, Keplero e Galileo furono tolti dall'Indice dei libri proibiti. Questo equivalse a dire che Paolo V e Urbano VIII, nell'insegnare che la terra era immobile e che il sole gli girava attorno e nel condannare come eretica la tesi di Galileo secondo la quale la terra ruota attorno a se stessa e attorno al sole, errarono.

    * Pio IX (1846-1878) nel 1854 decretò l'immacolata concezione di Maria, dottrina questa che va apertamente contro la Scrittura che insegna che solo Gesù è stato concepito senza peccato. Ma quello che vogliamo fare notare è che essa fu condannata da diversi predecessori di Pio IX (come Gelasio I, Gregorio detto Magno, Innocenzo III e Leone Magno) ed è contraria all'unanime consenso dei cosiddetti padri.

    Questi non sono che alcuni degli esempi di eresie e di contraddizioni che annullano la dottrina dell'infallibilità del papa. Come può quindi affermare Giuseppe Perardi nel suo Manuale del Catechista che 'non ci fu mai Papa che abbia insegnato una dottrina la quale abbia meritato censura; il Papa insegnò sempre la verità, riprovò l'errore negli altri richiamandoli alla verità' (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 209) e che egli non può errare quando definisce dottrine circa la fede?
    Come ha potuto questo teologo cattolico fare tali affermazioni, quando papa Adriano VI nel 1523 disse: 'Se per Chiesa romana si intende il suo capo o pontefice, è indiscutibile che egli possa errare anche su argomenti concernenti la fede. Lo fa quando predica l'eresia nei propri giudizi o nelle proprie decretali. In verità molti pontefici romani furono eretici, e l'ultimo di essi fu papa Giovanni XXII (1316-1334)' (citato da Peter de Rosa in op. cit., pag. 217)?
    E come ha potuto Pio IX, davanti a tanti esempi di papi che hanno insegnato cose false, dichiarare errata la seguente affermazione: 'I Romani Pontefici (...) in definire cose di fede e di costumi errarono' (Sillabo degli Errori, XXIII)?
    I teologi cattolici dicono addirittura che le decisioni dei papi sono parte della tradizione che deve essere venerata al pari della Scrittura! Come fanno a dire ciò quando gli stessi papi si sono contraddetti tra di loro e scomunicati? Come possono fidarsi di questa loro tradizione che si contraddice da sé e si annulla da sé e contraddice ed annulla la Parola di Dio?

    (da uno scritto di G. Butindaro)


    "Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini ...
    Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra!" (Marco 7:7,8)

    "Ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata. Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all'opera e la loro rovina non si farà aspettare." (2 Pietro 2:1-3)



    Nota sull'infallibilità papale:

    Del dogma dell'infallibilità papale non vi è alcuna traccia nella Bibbia, come pure non vi è in essa il benchè minimo riferimento ai papi, e non è affatto scritto che Cristo affidò la sua Chiesa a Pietro o lo costituì "primo papa" (il titolo di papa fu rifiutato da molti santi vescovi agli albori del Cristianesimo; fu poi accettato dal vescovo di Roma, che lo ricevette dall'imperatore Foca - un omicida - per ragioni politiche, nell'anno 607). L'infallibilità papale fu introdotta dal papa Pio IX (1870), a distanza di quasi duemila anni da Cristo.

    Si noti che anteriormente al concilio Vaticano I molti Cattolici negavano l'infallibilità papale. Per esempio, negli Stati Uniti prima del Vaticano I era stato pubblicato il libro "Controversial Catechism" che recava l'Imprimatur dell'arcivescovo Hughes, in cui c'era la seguente domanda con la relativa risposta: "Domanda: i cattolici non devono credere che il papa è infallibile? Risposta: è un invenzione dei protestanti, e non un dogma della fede cattolica; nessuna sua decisione può essere vincolante sotto pena di eresia, a meno che non sia accolta ed applicata dal corpo dottrinale, cioè dai vescovi della Chiesa". Invece questa domanda fu soppressa dal Catechism nell'edizione successiva. La ragione è evidente: dopo il concilio, l'infallibilità papale si rivelo essere non un invenzione dei protestanti, ma un dogma cattolico da accettare per forza, sotto pena di scomunica.


    Note storiche sulle decretali:

    Nel corso dei secoli, la chiesa cattolica romana ha introdotto dottrine di ogni genere (il primato del vescovo di Roma, la sua infallibilità, l'immacolata concezione di Maria, il purgatorio, per citare solo alcune delle tante), ha introdotto dei libri apocrifi nel proprio canone della Scrittura, ha falsificato i dieci comandamenti nel suo catechismo, ha inventato reliquie di ogni genere, ha inventato ogni sorta di leggende e di rivelazioni mistiche. Tutto ciò per potere sostenere il suo potere temporale e il suo primato universale. Vediamo brevemente due di queste imposture.

    LE FALSE DECRETALI (O DECRETALI PSEUDO-ISIDORIANE)
    Le false decretali sono formate da una collezione di decreti di un certo numero di papi (da Clemente I a Gregorio II) e di concili su punti dottrinali e di disciplina che avevano come scopo quello di ingrandire e sostenere l'autorità papale. Furono fatte da un certo Isidoro Mercatore ma furono attribuite a Isidoro vescovo di Siviglia. Introdotte nel nono secolo, di esse fece uso per la prima volta l'ambizioso Nicola I (858-867) per provare la sua autorità pontificia. Da queste decretali risultava che il papa ha la supremazia su tutti i vescovi, che i vescovi posti sotto accusa hanno il diritto di appellarsi al papa, che il papa ha la 'piena potestà' sulla Chiesa, che la chiesa di Roma, in base ad un unico privilegio, ha il diritto di aprire e chiudere le porte del cielo a chi essa vuole. Queste decretali furono riconosciute false dalla chiesa cattolica nel 1789 per mezzo di Pio VI, ma rimane il fatto che fino a quando non vennero riconosciute false furono dichiarate autentiche e che nel medioevo contribuirono ad accrescere l'autorità papale. Il papato che noi oggi vediamo si è dunque formato anche con l'aiuto di questi documenti.

    LA DONAZIONE DI COSTANTINO
    La cosiddetta donazione di Costantino servì ai papi per rivendicare l'aumento di territori, l'autonomia politica e il predominio sull'Occidente. Questo documento (che costituisce una parte delle decretali prima citate), redatto secondo alcuni sotto il pontificato di Stefano II (752-757), comparve verso la metà del secolo nono e per tutto il medioevo fu ritenuto genuino. Fu dimostrato falso dall'umanista Lorenzo Valla, un assistente del papa, nel 1440. Vediamo in breve il contenuto di questo documento che, lo ripetiamo, è un falso. Nel 314 un prete di nome Silvestro fu consacrato vescovo di Roma. In quel tempo l'imperatore Costantino aveva bandito la persecuzione contro i Cristiani e lo stesso Silvestro era dovuto fuggire e rifugiarsi in una grotta nei pressi del monte Soratto. Qui lo raggiunse la notizia che l'imperatore era stato colpito dalla lebbra. In quella stessa notte l'imperatore, credendo che Silvestro fosse un medico, lo mandò a chiamare, e questi arrivato presso di lui lo battezzò nel palazzo Lateranense. L'imperatore si trovò subito completamente guarito. La persecuzione allora fu da lui fatta cessare e il cattolicesimo fu reso religione ufficiale dell'impero. Quando poi Costantino abbandonò Roma per recarsi a Bisanzio, lasciò la giurisdizione civile dell'Occidente a Silvestro e successivamente riconobbe la supremazia del vescovo di Roma sui patriarcati di Alessandria e Antiochia, Gerusalemme e Costantinopoli. Il pontefice ottenne pure il manto purpureo, lo scettro e la scorta a cavallo. Ciò gli conferiva l'autorità temporale sull'impero d'Occidente e lo rendeva indipendente da quello d'Oriente

  9. #9
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    Gli evangelici non mi paiono il massimo come fonte: avevo già letto questo testo, a parte le imprecisioni e le falsità, quindi tralasciando il contenuto, quello che emerge è il livore anticattolico, lo stile dell'attacco, come nei nostri apologeti.

  10. #10
    Ospite

    Predefinito

    Originally posted by Thomas Aquinas
    Gli evangelici non mi paiono il massimo come fonte: avevo già letto questo testo, a parte le imprecisioni e le falsità, quindi tralasciando il contenuto, quello che emerge è il livore anticattolico, lo stile dell'attacco, come nei nostri apologeti.
    Comunque ci sono riportati documenti storici che dimostrano le molte contradizioni della Chiesa del passato poi uno si chiede se quella dell'infallibilità del Papa e della Chiesa sia valida solo per la realtà che uno vive e non per l'eternità e lo scorrere dei tempi.

 

 
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