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    Arrow Dignitatis Humanae e Quanta Cura: un confronto sulla libertà religiosa

    Confrontiamo Dignitatis Humanae (magistero universale, quindi infallibile) con Quanta Cura di Pio IX (magistero ordinario, quindi fallibilissimo).Iniziamo con un passo tratto dalla prima:


    "QUESTO CONCILIO VATICANO DICHIARA CHE LA PERSONA UMANA HA IL DIRITTO ALLA LIBERTà RELIGIOSA. IL CONTENUTO DI UNA TALE LIBERTA' E' CHE GLI ESSERI UMANI DEVONO ESSERE IMMUNI DA COERCIZIONE DA PARTE DEI SINGOLI INDIVIDUI, DI GRUPPI SOCIALI E DI QUALSIVOGLIA POTESTà UMANA, COSì CHE IN MATERIA RELIGIOSA NESSUNO SIA FORZATO AD AGIRE CONTRO LA PROPRIA COSCIENZA, Nè SIA IMPEDITO, ENTRO DEBITI LIMITI, DI AGIRE IN CONFORMITà AD ESSA: PRIVATAMENTE O PUBBLICAMENTE, IN FORMA INDIVIDUALE O ASSOCIATA.
    INOLTRE DICHIARA CHE IL DIRITTO ALLA LIBERTà RELIGIOSA SI FONDA REALMENTE SULLA STESSA DIGNITà DELLA PERSONA UMANA (, QUALE SI CONOSCE SIA PER MEZZO DELLA PAROLA DI DIO RIVELATA CHE TRAMITE LA STESSA RAGIONE UMANA


    Passiamo ora all'enciclica "Quanta cura", testo gerarchicamente inferiore.

    AI TEMPI NOSTRI SI TROVANO NON POCHI, CHE APPLICANDO ALLO STATO L'EMPIO E ASSURDO PRINCIPIO DEL NATURALISMO, OSANO INSEGNARE CHE - LA MIGLIORE COSTITUZIONE DELLO STATO ED IL PROGRESSO CIVILE ESIGONO ASSOLUTAMENTE CHE LA SOCIETà UMANA SIA COSTITUITA E GOVERNATA SENZA ALCUN RIGUARDO DELLA RELIGIONE, COME SE NON ESISTESSE, OD ALMENO SENZA FARE NESSUNA DISTINZIONE TRA QUELLA VERA E QUELLE FALSE-.
    E CONTRO LA DOTTRINA DELLE SCRITTURE, DELLA CHIESA E DEI SS. PADRI NON TEMONO DI ASSERIRE: "LA MIGLIORE CONDIZIONE DELLA SOCIETà ESSERE QUELLA, IN CUI NON SI RICONOSCE NELLO STATO DOVERE DI REPRIMERE CON PENE STABILITE I VIOLATORI DELLA CATTOLICA RELIGIONE, SE NON IN QUANTO CIò RICHIEDE LA PUBBLICA QUIETE".
    DALLA QUALE IDEA DI GOVERNO DELLO STATO, NON TEMONO DI DEDURRE QUELL'ALTRA OPINIONE SOMMAMENTE DANNOSA ALLA CHIESA CATTOLICA E ALLA SALVEZZA DELLE ANIME, CHIAMATA "DELIRIO" DAL NOSTRO PREDECESSORE GREGORIO XVI DI RECENTE MEMORIA, CIOè "LA LIBERTà DI COSCIENZA E DEI CULTI DEVE ESSERE DIRITTO PROPRIO DI CIASCUN UOMO, CHE SI DEVE CON LEGGE PROCLAMARE E SOSTENERE IN OGNI SOCIETà BEN COSTITUITA, E ESSERE DIRITTO D'OGNI CITTADINO UNA TOTALE LIBERTà, CHE NON PUò ESSERE LIMITATA DA ALCUNA AUTORITà VUOI CIVILE VUOI ECCLESIASTICA, DI MANIFESTARE E DICHIARARE I PROPRI PENSIERI, QUALI CHE SIANO, SIA A VIVA VOCE, SIA PER ISCRITTO, SIA IN ALTRO MODO PALESEMENTE E IN PUBBLICO"
    E MENTRE AFFERMANO QUESTE COSE TEMERARIAMENTE, NON PENSANO E CONSIDERANO CHE PREDICANO LA "LIBERTà DELLA PERDIZIONE" (SANT'AGOSTINO, EPISTULA 105, AL. 166).

    Bilancio:

    Dignitatis Humanae non afferma il diritto all'errore, ma il diritto del singolo uomo (e quindi anche della comunità umana) ad esssere esente da coercizioni esterne. Conviene all'uomo cercare la verità senza coercizioni, esse sono inutili, irrispettose e dannose.

    Pio IX e gli altri pontefici non si sono mai sognati di negare la libertà religiosa "in foro interno"...per un semplice motivo: è innegabile, visto che nessuno può entrare nella coscienza dell'uomo che è libera, libera strutturalmente, esistenzialmente.
    Affermavano però la negazione pratica della libertà religiosa "in foro interno".
    Questa seconda affermazione è dovuta alla concezione passata della religione come fattore di controllo della società, con lo stato e la Chiesa uniti ed alleati: in tale contesto, se essere cittadino equivale ad essere cristiano è chiaro che gli eretici debbano essere puniti.
    La Chiesa si è alleata al potere temporale per sopravvivere, in passato l'unica modalità storica per sopravvivere era quella: ora non è più così, ora il cristianesimo può esistere anche senza essere strumentalizzato da uno stato, ora un cittadino può non essere necessariamente cristiano, e giustamente:
    il cristianesimo è una libera scelta, non è un fatto di tradizioni, come qualcuno vorrebbe.
    Se è libera scelta...perchè ci dovrebbero essere coercizioni?
    Contraddizione insanabile, se non affermando la religione come elemento di controllo della società, cosa che ora non è più.

    Conclusione.

    I presupposti di Pio IX sono condivisibili, le conclusioni sono frutto della situazione storica nella quale la Chiesa stava necessariamente.
    Quando i tempi sono cambiati, son cambiate anche le conclusioni.
    Chi nega questa conclusione è incapace di vedere nella dottrina cattolica elementi di contigenza, legati all'uomo, e legati strutturalmente, accanto ad elementi necessari.
    Il necessario si è tenuto; il contingente si è buttato.


    Quanta Cura non contraddice nei suoi aspetti necessari Dignitatis Humanae.

    Q.E.D.

  2. #2
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    Una piccola annotazione. Tu distingui il Magistero universale da quello ordinario, attribuendo l'infallibilità al primo e negandolo nel secondo.
    Va chiarito che la Chiesa non costruisce la sua vita solo sul suo magistero infallibile, ma anche sul l'insegnamento del suo magistero autentico ordinario.
    Leone XIII attesta che "Se il vivente magistero potesse essere in qualsiasi modo falso, ne seguirebbe una evidente contraddizione, perché allora Dio sarebbe l’autore dell’errore" (Satis cognitum).
    La questione è assai complessa. Per maggiore chiarezza ti rinvio ad una Nota della Congregazione della Dottrina della Fede (ed in special modo i punti da 1 a 4) ed uno scritto.
    Datti un'occhiata, con attenzione, anche QUI.

  3. #3
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    Qui le contingenze storiche non c'entrano molto. Tra i due documenti, in verità, non vi è un'insanabile contraddizione, poichè essi vanno guardati nella loro interezza, senza estrapolare delle frasi. La differenza sta solo nel linguaggio. Per esempio, dunque, le libertà moderne, che Leone XIII condannò nell'Enciclica Libertas praestantissimum, non sono salutate con elogio da Giovanni Paolo II. Se a prima vista sembra che la difesa, per esempio, della libertà di coscienza e della libertà religiosa, fatta da Giovanni Paolo II, cozzi contro la condanna della libertà dei culti e della libertà di coscienza, fatta da Leone XIII, non vi è invece contraddizione. Ciò che Leone XIII condanna, è la tesi che ciascuno può, a suo arbitrio, "professare la religione che gli piace, ed anche non professarne alcuna" (Leone XIII, Libertas praestantissimum) - tesi non difesa da Giovanni Paolo II -; inoltre insegna che "l'uomo abbia nel civile consorzio diritto di compiere tutti i suoi doveri verso Dio senza impedimento alcuno. Questa libertà vera e degna dei figli di Dio, che mantiene alta la dignità dell'uomo, è più forte di qualunque violenza e ingiuria, e la Chiesa la reclamò e l'ebbe carissima ognora" (Ibidem), cosa su cui concorda con Giovanni Paolo II.
    Il discorso è fatto per Leone XIII e Giovanni Paolo II, ma, mutatis mutandis, ciò vale anche per Pio IX e con il Concilio Vaticano II (v. QUI).
    Quindi, le "contraddizioni" sono solo apparenti.

  4. #4
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    Originally posted by antonio
    beh...chiaro che vi e' una differente impostazione...
    e la differenza e' radicale..non occorre sottacerlo..o minimizzare..

    nella I vi e' un rispetto della dignita' dell'uomo che nella seconda manca..in quanto l'uomo viene visto come soggetto passivo sia rispetto al potere religioso che a quello dello Stato.

    una visione della religione come instrumentum regni che sembra la negazione stessa dei Principi Evangelici.

    Dio ama la liberta' dell'uomo, la liberta' della sua ricerca interiore, e Gesu' Cristo non ha mai tirato per i capelli nessuno..men che mai appoggiandosi all'autorita' del potere temporale...

    queste fesserie le hanno fatte, purtroppo, molti cristiani..pretendendo di agire a suo nome...
    Queste sono schiocchezze da un punto di vista teologico. Così ammetteresti - errando - una rottura tra precedente ed attuale magistero. Il che non può verificarsi, per il noto metro che presiede nella fede, già formulato da S. Vincenzo da Lerino.
    In realtà, nel Magistero vi è una decisa continuità, ciò che cambia è il linguaggio, la dottrina è nova et vetera, poichè "ogni scriba istruito nella dottrina del Regno dei Cieli è come il padrone di casa che dal suo tesoro trae il nuovo e l'antico" (Mt, 13, 52).
    La dottrina - vetera - con linguaggio moderno - nova . Si tratta "di versare "il vino nuovo", di cui ci parla il Vangelo, in "otri nuovi" (Mt, 9, 17): annunziare la Buona Notizia con un linguaggio che tutti possano comprendere" (Giovanni Paolo II, Omelia durante la Messa celebrata nel "Parque Mattos Neto" a Salto, del 9 maggio 1988).

  5. #5
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    Originally posted by Augustinus
    Qui le contingenze storiche non c'entrano molto. Tra i due documenti, in verità, non vi è un'insanabile contraddizione, poichè essi vanno guardati nella loro interezza, senza estrapolare delle frasi. La differenza sta solo nel linguaggio. Per esempio, dunque, le libertà moderne, che Leone XIII condannò nell'Enciclica Libertas praestantissimum, non sono salutate con elogio da Giovanni Paolo II. Se a prima vista sembra che la difesa, per esempio, della libertà di coscienza e della libertà religiosa, fatta da Giovanni Paolo II, cozzi contro la condanna della libertà dei culti e della libertà di coscienza, fatta da Leone XIII, non vi è invece contraddizione. Ciò che Leone XIII condanna, è la tesi che ciascuno può, a suo arbitrio, "professare la religione che gli piace, ed anche non professarne alcuna" (Leone XIII, Libertas praestantissimum) - tesi non difesa da Giovanni Paolo II -; inoltre insegna che "l'uomo abbia nel civile consorzio diritto di compiere tutti i suoi doveri verso Dio senza impedimento alcuno. Questa libertà vera e degna dei figli di Dio, che mantiene alta la dignità dell'uomo, è più forte di qualunque violenza e ingiuria, e la Chiesa la reclamò e l'ebbe carissima ognora" (Ibidem), cosa su cui concorda con Giovanni Paolo II.
    Il discorso è fatto per Leone XIII e Giovanni Paolo II, ma, mutatis mutandis, ciò vale anche per Pio IX e con il Concilio Vaticano II (v. QUI).
    Quindi, le "contraddizioni" sono solo apparenti.

    La differenza sta anche nel linguaggio.
    Il linguaggio, lo ricordiamo, non è mai neutrale rispetto al contenuto che vuole esprimore.
    Ma il tutto non si risolve in differenze linguistiche, vi sono aspetti che si sono giustamente persi, altri che si sono guadagnati.
    I presupposti sono i medesimi.

    L'enciclica Libertas anticipa magnificamente Dignitatis Humanae, ma non si sappia in giro...

  6. #6
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    Riporto un passo della Relazione di S. Em.za il Card. Raffaele Martino del 15.11.2003 sul tema "Papa Leone XIII nel passaggio tra due secoli":

    ... Mi sia consentito prendere spunto, per proseguire nel nostro ragionamento, dalla recente Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sull'impegno dei cattolici nella vita politica. In essa si parla della libertà di coscienza che, come sappiamo, è la tematica che meglio compendia le tensioni tra Chiesa e modernità, quelle stesse che anche Leone XIII visse.

    Ebbene, in quella Nota si chiarisce che il motivo per cui la Chiesa, con la Dignitatis humanae del Vaticano II, ha riconosciuto il diritto alla libertà di coscienza è dato dal riconoscimento oggettivo della dignità della persona e non da una generica e vuota libertà soggettivistica. Sulla verità della persona e della sua intangibile dignità si fonda il riconoscimento e quindi la tutela della sua libertà.
    In questo modo la Nota stabilisce una continuità del magistero più recente con quello cosiddetto intransigente dell'Ottocento, sostenendo che la libertà di coscienza non significa indifferentismo e citando in nota l'enciclica Quanta Cura di Pio IX, cui era allegato il Sillabo.

    In altri termini l'idea che la libertà abbia significato solo dentro la verità è la linea costante del magistero, ribadita sia dall'enciclica Libertas di Leone XIII sia dall'ultima enciclica sociale, la Centesimus annus di Giovanni Paolo II. Come dire che la Chiesa cattolica, spinta dagli stessi avvenimenti storici che la interpellavano intensamente su questo punto e perfino dalle provocazioni dei "novatori", come li chiamava anche Leone XIII, dapprima ebbe timore che i diritti dell'uomo venissero sganciati dal diritto oggettivo, e la libertà quindi separata dalla verità.

    Per questo diede anche l'impressione talvolta di condannare i diritti in quanto tali, mentre ne condannava la separazione dai doveri, ossia, ancora una volta, della libertà dalla verità. ... .

  7. #7
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    La differenza sta anche nel linguaggio.
    Il linguaggio, lo ricordiamo, non è mai neutrale rispetto al contenuto che vuole esprimore.
    Ma il tutto non si risolve in differenze linguistiche, vi sono aspetti che si sono giustamente persi, altri che si sono guadagnati.
    I presupposti sono i medesimi.

    L'enciclica Libertas anticipa magnificamente Dignitatis Humanae, ma non si sappia in giro...
    Si può perdere qualche dettaglio, ma la sostanza deve rimanere quella, altrimenti sarebbe una "nuova" dottrina, come sostengono gli amici di TC. E ciò - sappiamo - non può essere.
    Come si chiarisce nella Nota dottrinale sull'impegno dei cattolici nella vita politica: "L'affermazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa non contraddice quindi affatto la condanna dell'indifferentismo e del relativismo religioso da parte della dottrina cattolica, anzi con essa è pienamente coerente". E guarda caso si cita qui giusto in una notarella il Beato Pio IX e la sua Quanta cura!!!!

  8. #8
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    La differenza sta anche nel linguaggio.
    Il linguaggio, lo ricordiamo, non è mai neutrale rispetto al contenuto che vuole esprimore.
    Ma il tutto non si risolve in differenze linguistiche, vi sono aspetti che si sono giustamente persi, altri che si sono guadagnati.
    I presupposti sono i medesimi.

    L'enciclica Libertas anticipa magnificamente Dignitatis Humanae, ma non si sappia in giro...
    Si può perdere qualche dettaglio, ma la sostanza deve rimanere quella, altrimenti sarebbe una "nuova" dottrina, come sostengono gli amici di TC. E ciò - sappiamo - non può essere.
    Come si chiarisce nella Nota dottrinale sull'impegno dei cattolici nella vita politica: "L'affermazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa non contraddice quindi affatto la condanna dell'indifferentismo e del relativismo religioso da parte della dottrina cattolica, anzi con essa è pienamente coerente". E guarda caso si cita qui giusto in una notarella il Beato Pio IX e la sua Quanta cura!!!!

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    Il linguaggio, lo ricordiamo, non è mai neutrale rispetto al contenuto che vuole esprimore.
    Ma il tutto non si risolve in differenze linguistiche, vi sono aspetti che si sono giustamente persi, altri che si sono guadagnati.
    I presupposti sono i medesimi.

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    Si può perdere qualche dettaglio, ma la sostanza deve rimanere quella, altrimenti sarebbe una "nuova" dottrina, come sostengono gli amici di TC. E ciò - sappiamo - non può essere.
    Come si chiarisce nella Nota dottrinale sull'impegno dei cattolici nella vita politica: "L'affermazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa non contraddice quindi affatto la condanna dell'indifferentismo e del relativismo religioso da parte della dottrina cattolica, anzi con essa è pienamente coerente". E guarda caso si cita qui giusto in una notarella il Beato Pio IX e la sua Quanta cura!!!!

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    Il linguaggio, lo ricordiamo, non è mai neutrale rispetto al contenuto che vuole esprimore.
    Ma il tutto non si risolve in differenze linguistiche, vi sono aspetti che si sono giustamente persi, altri che si sono guadagnati.
    I presupposti sono i medesimi.

    L'enciclica Libertas anticipa magnificamente Dignitatis Humanae, ma non si sappia in giro...
    Si può perdere qualche dettaglio, ma la sostanza deve rimanere quella, altrimenti sarebbe una "nuova" dottrina, come sostengono gli amici di TC. E ciò - sappiamo - non può essere.
    Come si chiarisce nella Nota dottrinale sull'impegno dei cattolici nella vita politica: "L'affermazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa non contraddice quindi affatto la condanna dell'indifferentismo e del relativismo religioso da parte della dottrina cattolica, anzi con essa è pienamente coerente". E guarda caso si cita qui giusto in una notarella il Beato Pio IX e la sua Quanta cura!!!!

 

 
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