Ora che è morto il terrorista

[Luca_liberale]

Per quelli che dicevano che le cose sarebbero peggiorate:

Ora Abu Mazen può condannare l’intifada armata
Di Danny Rubinstein
Oggi Mahmoud Abbas (Abu Mazen) è un uomo sicuro di sè che confida nella propria vittoria alle elezioni presidenziali palestinesi del 9 gennaio. Questa è la conclusione che si può trarre dalla dichiarazione che ha fatto, in un’intervista a Ash-Sharq Al-Awsat, contro l’uso delle armi nell’intifada. L’opinione di Abu Mazen al riguardo era nota da tempo ed era già stata espressa in più occasioni. Ma questa è la prima volta che la esprime in modo così pubblico e chiaro, non a caso dopo la morte di Yasser Arafat.
La sua posizione contro ciò che egli chiama “l’intifada militare” aveva procurato ad Abu Mazen non pochi problemi nel recente passato, quando l’opinione pubblica palestinese era largamente favorevole agli attentati contro Israele e per questo era stato censurato. Ultimamente, invece, sembra che stia emergendo un mutamento nell’opinione pubblica palestinese sia in Cisgiordania che a Gaza. Ecco perché ora Abu Mazen può permettersi di fare tali dichiarazioni senza causare tumulti, né provocare la piazza palestinese.
La sua fiducia nella propria vittoria è frutto di diversi fattori, in primo luogo il ritiro della candidatura di Marwan Barghouti che ha prodotto la completa unità di Fatah a sostegno di Abu Mazen. Anche il professore dell’università di Nablus Abdul Satar Qassam si è ritirato martedì, per cui adesso vi sono solo sette candidati dei quali l’unico che ha qualche possibilità di prendere un po’ di voti dalla sinistra è Mustafa Barghouti.
Questi [dello stesso clan, ma non parente del capo terrorista detenuto in Israele] è stato a Damasco all’inizio della settimana e ha incontrato il ministro degli esteri siriano Farouk Shara: una visita avvenuta a ridosso del riuscito viaggio di Abu Mazen in Siria e Libano. Sono incontri che hanno fruttato importanti risultati nel campo dei rapporti tra Autorità Palestinese e regine siriano, dopo anni di gelo fra Damasco e Olp.
Abu Mazen si sente anche sempre più sicuro di poter arrivare con Hamas a un accordo che comporterebbe un meccanismo di cooperazione fra Hamas, Olp e Autorità Palestinese. Secondo le varie proposte in discussione, Hamas prenderebbe parte ai processi decisionali dell’Autorità Palestinese, comprese eventuali decisioni su un cessate il fuoco; in cambio, i miliziani di Hamas verrebbero cooptati nelle ricostituite forze di sicurezza palestinesi. Inoltre Hamas intenderebbe partecipare alle elezioni amministrative palestinesi che dovranno svolgersi fra pochi mesi, e forse anche alle elezioni per il Consiglio Legislativo, il parlamento dell’Autorità Palestinese, fissate per il maggio 2005.
Abu Mazen ha in mano alcune buone carte rispetto a Hamas, grazie alle relazioni che ha sviluppato con i siriani. Khaled Mashal, il capo del politburo di Hamas che vive a Damasco, ha sì ripetuto, martedì, che la sua organizzazione rifiuta il cessate il fuoco con Israele. Ma ha poi aggiunto che non è escluso che tutte le fazioni palestinesi possano raggiungere un intesa al riguardo. Abu Mazen e i suoi colleghi sanno bene che Hamas deve stare al gioco dei siriani, anche perché nessun altro paese arabo sarebbe disposto a offrirle l’ospitalità e la copertura garantite oggi da Damasco.

(Da: Ha’aretz, 15.12.04)

[yurj]

Chi sarebbe il terrorista morto? Mi risulta che Sharon & C. siano ancora in piedi...

[italoconservatore]

yuri, siete rimasti in 4 a difendere Arafat; nemmeno i capi palestinesi, ora che e' morto, ne parlano piu' come un personaggio positivo. Eppure di solito succede il contrario. Una autocritica dovreste farla, no?

[WANDA]

In Origine Postato da Italosloveno
yuri, siete rimasti in 4 a difendere Arafat; nemmeno i capi palestinesi, ora che e' morto, ne parlano piu' come un personaggio positivo. Eppure di solito succede il contrario. Una autocritica dovreste farla, no?

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se non sbaglio yuri ha parlato del macellaio sharon non di arafat

[Francesco81]

In Origine Postato da Italosloveno
yuri, siete rimasti in 4 a difendere Arafat; nemmeno i capi palestinesi, ora che e' morto, ne parlano piu' come un personaggio positivo. Eppure di solito succede il contrario. Una autocritica dovreste farla, no?

Personalmente sono stato sempre contrario all'equazione Arafat-terrorista.
Semplicemente, il leader palestinese recentemente scomparso, faceva gli interessi del proprio popolo, nè più nè meno di quelli che facevano i nostri avi nell'Ottocento per regalarci questo meraviglioso Paese, in cui sono fiero di essere nato e di viverci, e della cui cultura sono orgoglioso di essere impregnato.
Solo che mentre noi italiani cercavamo di costruire il nostro Paese a colpi di insurrezioni ma anche con il dolce sapore di un'arte amata in tutto il mondo, al contrario Arafat fa parte di una cultura che con l'11 settembre è diventata, per molti, una minaccia.

[FLenzi]

In Origine Postato da yurj
Chi sarebbe il terrorista morto? Mi risulta che Sharon & C. siano ancora in piedi...

Ero entrato nel post per dire la stessa cosa..... ma mi hai preceduto

[yurj]

In Origine Postato da Italosloveno
yuri, siete rimasti in 4 a difendere Arafat;

4 miliardi di persone

Non si tratta di difendere o meno arafat, ma mi risulta ridicolo chi lo chiama terrorista che sono 30 anni che sta dietro a una scrivani, di cui gli ultimi 3 sotto chiave.

Mentre altri tirano missili e uccidono bambini.

Che poi continuate a inventarvi le storie su patrimoni che nessuno ha mai visto, amen... tanto siete dei boccaloni.

[yurj]

In Origine Postato da Francesco81

Solo che mentre noi italiani cercavamo di costruire il nostro Paese a colpi di insurrezioni ma anche con il dolce sapore di un'arte amata in tutto il mondo, al contrario Arafat fa parte di una cultura che con l'11 settembre è diventata, per molti, una minaccia.

I palestinesi erano i più laici e occidentali dell'Islam.

Forse dovremo imparare un'altra lezione...

[Luca_liberale]

NON PERDETEVI SU QUESTA DISCUSSIONE FUTILE...ERA TERRORISTA...NON LO ERA....LO SONO PIU' GLI ALTRI...

LA DOMANDA VERA E':

ERA UN PROBLEMA PER LA PACE (UN OSTACOLO) O NO???

[LIBERAL_]

In Origine Postato da Luca_liberale
NON PERDETEVI SU QUESTA DISCUSSIONE FUTILE...ERA TERRORISTA...NON LO ERA....LO SONO PIU' GLI ALTRI...

LA DOMANDA VERA E':

ERA UN PROBLEMA PER LA PACE (UN OSTACOLO) O NO???

Infatti la domanda corretta è questa, le etichette lasciano il tempo che trovano.

Arafat non permetteva ai propri negoziatori-premier di disporre delle forze di sicurezza, finanziava le brigate dei martiri di al aqsa e finanziava i loro atti terroristici in territorio israeliano. Era della vecchia guardia, non faceva nessuna rinuncia, nemmeno quella di buon senso sul ritorno di profughi palestinesi (da una parte si dice che israele è razzista e dall'altra si vogliono far tornare dei palestinesi in quel paese, contraddizione assurda, non è meglio un risarcimento?). In più non permetteva il dissenso all'interno dell'anp e della palestina, gambizzava i giornalisti che denunciavano la corruzione e metteva a capo della sicurezza tutta la sua famigliola per un controllo rigido degli apparati di sicurezza.

A riprova di ciò il messaggio che hanno lasciato intendere tutti è che "ora può ricominciare il processo di pace interrotto". Messaggio arrivato da più parti, anche da parte di chi era meno tenero con israele.

Se ora vincerà (come credo) abu mazen e potrà lui stesso disporre delle forze di sicurezza oppure delegarle al premier (probabilmente abu ala) vedremo se riuscirà insieme a sharon a riprendere un percorso di pace e arrivare ad un accorto per la nascita di uno stato palestinese vicino a quello israeliano.

Se ciò avverrà vorrà dire che tutti quelli che vedevano arafat come un ostacolo alla pace avranno avuto ragione.

Ai posteri l'ardua sentenza...