Da qualche anno ormai si va diffondendo una moda tanto frivola e superficiale quanto dispendiosa, bere!
Non bere una birra in compagnia di amici per il gusto di farlo, non bere una "consumazione" all'interno di una discoteca perchè la consumazione è obbligatoria, non sorseggiare uno spumante o un vinello durante o a fine di un pasto perchè tradizione.
L'ultima moda ormai imperante è bere in vineria, in un cocktail cafè o in un dehor debitamente riscaldato dalle solite stufe gas a forma di fungo che tutti possiamo vedere durante l'inverno sotto i portici delle nostre città. Attenzione, non solo bere per sballare, ne tantomeno perchè si è alcolizzati, ma bere per fare tendenza, bere per tirarsela, bere per darsi un tono di cultura, bere preferibilmente vino!
Vi siete accorti quanto sempre più spesso la bottiglia di vino sia prepotentemente associata al libro e alle librerie? Qui a Torino le vino-librerie spuntano come funghi, e persino all'Ikea il reparto dedicato alle biblioteche ospita "ignorantemente" nelle sedi preposte ai libri gustose e sfiziose bottiglie di rosso. Secondo le ultime statistiche sarebbero poi proprio le donne, le giovani donne a tendere nell'uniformarsi a quest'ennesima moda o vizio, ma si sà ormai vizio e moda fanno il paio con i tempi che corrono. Ma quanti soldi esattamente gli italiani spendono anzi dilapidano in spettacolarizzazioni forzate da someiller dell'ultima ora giusto per il gusto di farsi notare dagli altri? C'è da chiederselo visto e considerato che ormai le case vinicole hanno così tanti soldi da permettersi addirittura l'impiego per elaborare le loro cantine o le loro sedi amministrative di architetti di fama internazionale e dalle quotazioni stratosferiche; vedi gli ultimi capolavori di Massimiliano Fuksas per la Nardini e Mario Botta per la Moretti.
In un clima di Natale austero se non addirittura povero e proletario si erigono strutture avveniristiche e dispendiose, templi nominati al vizio e alla megalomania di chi li produce ed è una cosa che fa pensare.
La gente che ha perso di vista le priorità e si lamenta di non arrivare a fine mese molto spesso spende quei pochi soldi che ancora tiene in tasca per cose che alla fine non gli lasceranno niente: cene, pranzi, aperitivi e bevute o drink. Così mentre la nostra economia si deprime insieme al risparmio privato e al gusto collettivo per l'arte assistiamo all'ennesimo arricchimento di pochi alle spalle del per l'ennesima volta popolo bue.
Alla salute.
Sarebbe interessante sapere alla fine di queste feste quanti soldi gli italiani avranno speso per spumanti e vini da tavola.
Auguro un Natale di riflessione e pace a tutti.
Vedi anche thread connesso su archietti e case vinicole: http://www.politicaonline.net/forum/...hreadid=136677