Inizio con una breve nota biografica: ho ricominciato a interessarmi di politica “attiva”, senza ancora aderire ad alcuna formazione, da poco più di un mese. Ho dovuto, quindi, dare un’occhiata in giro per cercare di capire un po’ di più cosa stesse succedendo e da questo è derivato il tono di alcuni miei interventi.
Detto questo e nell’imminenza di un Congresso importante per il MSFT, vorrei sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni.
Nessuna forza politica nasce dal nulla. Dopo la seconda G.M. i sopravvissuti al Fascismo scelsero, fondamentalmente, quattro opzioni diverse con comportamenti conseguenti.
Il gruppo più consistente fondò il MSI; questo gruppo sposò un’ottica di anti-comunismo viscerale e, conseguentemente, si riposizionò culturalmente verso posizioni conservatrici. Sulla scena politica ha traccheggiato per anni, con infamie e nobiltà, fino alla fondazione di AN, dopo la caduta del Muro.
Un gruppo più culturalmente attrezzato, ma minoritario, si pose il problema di formare quadri politici e direttivi, disinteressandosi fondamentalmente dell’agone politico. Questo gruppo ha gravitato attorno all’esperienza del CSON, ha scritto pagine importanti e riposizionato il “Fascismo di Sinistra” nel contesto culturale della Destra Tradizionalista Europea. Quando si è messo a far politica ha combinato disastri. Moltissimi dei suoi esponenti erano e sono di indiscutibile valore personale tant’è che, anche quando hanno smesso di far politica, sono diventati figure di spicco.
Un terzo gruppo ammise di essere stato sconfitto, ha rinunciato a qualsiasi manifestazione politica e si è dedicato unicamente a coltivare la memoria della RSI e dei suoi Caduti.
Molti non rinunciarono a tentar la strada della lotta al “demopluto”. Interessante fu l’avventura dei sindacalisti fascisti che costituirono la prima ossatura organizzata della CGiL.
Questa lunga premessa (di cui chiedo venia) serve a motivare le mie perplessità nei confronti di alcune manifestazioni della destra radicale di oggi, che vedo disancorate, ma posso sbagliare, da qualsiasi continuità culturale ed ideale.
A mio modo di vedere, opinabilissimo, la cosiddetta “unione dell’area” non può prescindere dai personaggi coinvolti, ma neanche da un minimo comune multiplo culturale, storico ed ideale. L’assenza o l’ambiguità dei riferimenti potrebbe solo ed unicamente favorire il successo personale di alcuni, senza controllo da parte di chi li sostiene. In altre parole: milioni di italiani dabbene hanno, per 50 anni, sostenuto la battaglia politica del MSI, delegando a Capi e Capetti. Oggi le opportunità della politica fanno si che ci sia un’altra chance per chi non ha condiviso il percorso politico di AN. Non vorrei che alcune migliaia di italiani dabbene continuassero, per dabbenaggine, a credere e far sacrifici per poi ritrovarsi fra qualche anno a dover rifondare un’altra volta il glorioso Movimento Sociale Italiano, in esito all’ennesimo “tradimento” …