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    Predefinito Consegna di reliquie al Patriarca di Costantinopoli

    COMUNICATO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI: VISITA DEL PATRIARCA ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI BARTOLOMEO I E CONSEGNA DELLE RELIQUIE DEI SANTI GREGORIO NAZIANZENO E GIOVANNI CRISOSTOMO, VESCOVI E DOTTORI DELLA CHIESA
    24.11.2004


    I. Precedenti

    In occasione del recente e precedente incontro di Giovanni Paolo II e di Bartolomeo I (29 giugno 2004), il Patriarca aveva invitato il Santo Padre ad Istanbul. Nella stessa circostanza egli aveva ufficiosamente chiesto di ottenere per la Sede di Costantinopoli il dono delle reliquie dei Santi Patriarchi Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzo, Dottori della Chiesa, conservate nella Patriarcale Basilica Vaticana. Con una lettera in data del 21 luglio 2004, il Patriarca, rinnovando l’invito al Vescovo di Roma di visitare il Patriarcato ecumenico, proponeva che fosse il Santo Padre stesso a consegnargli le reliquie dei due Santi, il 30 novembre 2004 ad Istanbul, se egli avesse aderito alla sua richiesta di ottenere tali reliquie.

    Nella sua risposta al Patriarca, formulata in greco, in data dell’8 settembre 2004, il Santo Padre estendeva al Patriarca il suo rincrescimento di non poter accogliere l’invito di fargli visita, lo assicurava della sua intenzione di offrirgli le reliquie dei santi Patriarchi Giovanni Cristostomo e Gregorio il Teologo. «Negli insegnamenti dei due Dottori della Chiesa – aggiungeva il Santo Padre nella sua Lettera – che con tanta sapienza hanno parlato dalla Cattedra sulla quale Ella oggi siede, risplende il comune patrimonio di fede che, anche se in maniera non ancora perfetta, ci unisce».

    Il Patriarca Bartolomeo, apprendendo che il Santo Padre volentieri disponeva per la consegna al Patriarcato ecumenico delle reliquie, gli rispondeva, con un messaggio del 13 ottobre 2004, «di essere disposto prima della festa patronale di Sant’Andrea a recarsi personalmente a Roma per la consegna ufficiale delle reliquie, dato l’immenso significato che ha il ritorno dei Santi Gerarchi nella Chiesa di Costantinopoli».

    II. San Gregorio di Nazianzo e San Giovanni Crisostomo

    San Gregorio di Nazianzo, Arcivescovo di Costantinopoli, Dottore della Chiesa per i Latini e chiamato «il Teologo» dagli orientali, muore intorno all’anno 390. Egli è sepolto nel suo villaggio natale nei pressi di Nazianzo (Cappadocia, odierna Turchia). Le sue spoglie mortali sono successivamente traslate a Costantinopoli. La tradizione vuole che le venerate reliquie siano state portate a Roma da alcune monache bizantine di Santa Anastasia costrette a lasciare Costantinopoli per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste dell’VIII secolo. Conservate e venerate durante tutto il medioevo nella chiesa di Santa Maria in Campo Marzio, le reliquie di San Gregorio sono successivamente traslate nella nuova Basilica Vaticana l’11 giugno del 1580 e murate nell’altare della cappella Gregoriana. San Gregorio di Nazianzo fu dunque il primo Santo ad essere deposto e venerato ufficialmente nella nuova Basilica Vaticana, accanto a San Pietro.

    San Giovanni Crisostomo muore in esilio nel 407. Il 27 gennaio 438 le sue spoglie mortali sono collocate nella chiesa bizantina dei Santi Apostoli a Costantinopoli, luogo tradizionale di sepoltura degli Arcivescovi e degli imperatori. In seguito, probabilmente al tempo dell’impero latino di Costantinopoli (1204 – 1258), le reliquie sono trasferite a Roma e trovano collocazione nell’antica Basilica Vaticana. Successivamente, nel Seicento, Papa Urbano VIII ne dispone la collocazione nella Cappella del Coro dei Canonici, nella nuova Basilica Vaticana.

    III. Svolgimento della visita del Patriarca a Roma

    Sua Santità Bartolomeo giungerà a Roma il 26 novembre per ricevere dalle mani di Papa Giovanni Paolo II le reliquie dei Santi Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzo. Egli sarà accompagnato da una delegazione così composta:

    1. L’Arcivescovo di Thyateira e Gran Bretagna, S.E. Gregorios

    2. Il Metropolita di Myra, S.E. Chrysostomos

    3. Il Metropolita di Alexandroupolis, S.E. Anthimos

    4. Il Rev. P. Alex Karloutsos

    5. Il Rev. Diacono Andrew

    6. Il Prof. Dr. Gregory Skalkeas, dell’Accademia Teologica di Atene

    7. Il Sig. Nicholas Manginas

    8. Il Sig. Peter Kile

    Insieme al Patriarca giungeranno con lo stesso aereo, oltre al Cardinale Roger Etchegaray il 25 ottobre presente a Istanbul, ed il Nunzio Apostolico in Turchia, S.E. Mons. Edmond Farhat.

    Il Patriarca sarà ricevuto dal Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, S.E. il Cardinale Walter Kasper, dal Segretario e dal Sotto Segretario del Dicastero, S.E. Mons. Brian Farrell e da Mons. Eleuterio F. Fortino; da S.E. il Cardinale Francesco Marchisano, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana; da S.E. Mons. Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice; da S.E. Mons. Renato Boccardo, Segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. Saranno anche presenti in aeroporto a ricevere il Patriarca il Primo Consigliere dell’Ambasciata di Turchia presso la Santa Sede, il Sig. Ali Riza Özcoskun, l’Ambasciatore di Grecia presso la Santa Sede, S.E. Christos Botzios, e l’Ambasciatore di Cipro presso la Santa Sede, S.E. Georgios F. Poulides. L’illustre ospite sarà accompagnato alla sua residenza in Vaticano, la Domus Sanctae Marthae.

    Il programma della visita avrà inizio con una cena di benvenuto offerta dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, lo stesso 26 novembre, alla quale prenderanno parte vari esponenti della Santa Sede.

    Sabato 27 novembre alle 11 ore nella Patriarcale Basilica Vaticana si svolgerà la consegna delle reliquie dei Santi Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzo nel corso di una celebrazione di preghiera, La consegna delle reliquie costituisce un profondo incoraggiamento a percorrere la via dell’unità: le spoglie mortali dei due Santi Patriarchi di Costantinopoli, che si adoperarono a salvaguardare l’unità tra Oriente ed Occidente, venerate nella loro terra d’origine, accolte con grande onore nella Chiesa di Roma, che per lunghi secoli le ha conservate con cura e venerate, si incamminano di nuovo verso Oriente, grazie ad un gesto di condivisione spirituale, che nutre e fortifica la comunione tra le Sedi di Roma e di Costantinopoli.

    In Basilica sarà anche presente il Metropolita d’Italia ed Esarca per l’Europa orientale, S.E. Gennadios, il nuovo Rettore della Comunità greca ortodossa di Roma, il Rev.mo Archimandrita Epifanios Dimitríou, oltre all’Arcivescovo greco ortodosso d’America , S.E. Demetrios, che giungerà a Roma per l’occasione.

    La ripresa in diretta della celebrazione in San Pietro sarà trasmessa tra l’altro anche negli Stati Uniti e in Grecia.

    Il Santo Padre ha disposto che le reliquie dei Santi siano composte in due teche di cristallo, racchiuse in due preziosi reliquiari di alabastro. L’Ufficio delle Cerimonie Pontificie ha preparato per la celebrazione un ricco Sussidio, da distribuire ai fedeli presenti in Basilica, che comprende, oltre alla struttura della celebrazione, la biografia dei due Santi, la cronaca della traslazione delle loro reliquie a Roma, e la collocazione delle reliquie nella Patriarcale Basilica Vaticana.

    Il Patriarca ed il suo seguito lasceranno Roma nel pomeriggio dello stesso 27 novembre, dopo aver incontrato privatamente il Santo Padre.

    IV. La Delegazione della Santa Sede al Patriarcato ecumenico per la festa di Sant’Andrea 2004

    Nell’aereo che ricondurrà il Patriarca ad Istanbul, viaggerà anche la Delegazione della Santa Sede presente ogni anno a Costantipoli per la Festa del Patrono del Patriarca ecumenico, Sant’Andrea (30 novembre). La Delegazione sarà composta da :

    1. S.E. il Cardinale Walter Kasper

    2. S.E. Mons. Brian Farrell

    3. S.E. Mons. Edmond Farhat

    4. Rev.mo Mons. Johan J. Bonny.

    Durante il suo soggiorno ad Istanbul la Delegazione della Santa Sede avrà come di consueto delle conversazioni con la Commissione Sinodale per le Relazioni con la Chiesa cattolica. S.E. il Cardinale Kasper incontrerà inoltre la Comunità cattolica di Istanbul e celebrerà la Santa Messa per la Prima Domenica d’Avvento nella Cattedrale dello Spirito Santo.

    V. Le reliquie ad Istanbul

    All’arrivo all’aeroporto si formerà un corteo che scorterà i reliquiari fino al Fanar. All’arrivo, le reliquie saranno deposte in una cappella del Patriarcato dove sarà celebrata una dossologia, in attesa che esse siano trasferite, nel giorno della Festa di Sant’Andrea, nella chiesa patriarcale di San Giorgio dove sarà celebrata la Sacra Liturgia presieduta dal Patriarca. Saranno presenti ad Istanbul per la circostanza varie delegazioni delle Chiese ortodosse. Assisteranno anche alla celebrazione i partecipanti al raduno dei «Vescovi Amici dei Focolari», in corso di svolgimento ad Istanbul in quei giorni (rappresentanti dell’episcopato delle Chiese ortodosse, delle Chiese ortodosse orientali, oltre che vescovi anglicani e luterani).

  2. #2
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    San Gregorio Nazianzeno Vescovo e dottore della Chiesa

    2 gennaio - Memoria


    Nazianzo, attuale Nemisi in Turchia, 330 – 25 gennaio 389/390

    Condivise con l’amico Basilio la formazione culturale e il fervore mistico. Fu eletto patriarca di Costantinopoli nel 381. Temperamento di teologo e uomo di governo, rivelò nelle sue opere oratorie e poetiche l’intelligenza e l’esperienza del Cristo vivente e operante nei santi misteri. (Mess. Rom.)

    Patronato:Poeti


    Etimologia: Gregorio = colui che risveglia, dal greco


    Emblema: Bastone pastorale

    Nato come S. Basilio - che gli è unito nel ricordo liturgico - nel 330, S. Gregorio Nazianzeno sopravvisse una decina d'anni all'amico, morto nel 379. Uomo di studio e poeta, per la sua eccellente dottrina ed eloquenza ricevette l'appellativo di "teologo". Celebre è il suo appassionato "Discorso d'addio", pronunciato quando dovette abbandonare Costantinopoli per le mene dei suoi avversari. "Tutto è instabile", egli scrisse nei suoi Poemi morali, "affinché portiamo amore alle cose stabili".


    Autore: Piero Bargellini

    fonte: santiebeati.it

  3. #3
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    San Giovanni Crisostomo Vescovo e dottore della Chiesa

    13 settembre - Memoria


    Antiochia, 350? - 14 settembre 407

    Portato all'ascetismo, dopo la morte della madre vedova che lo aveva educato cristianamente, si ritirò per sei anni nel deserto. Divenuto sacerdote, si dedicò soprattutto alla predicazione, suscitando entusiasmi per il suo fervore e per le capacità oratorie. Eletto vescovo di Costantinopoli, si preoccupò di porre fine allo scisma di Antiochia e intraprese una riforma del clero, rianimando la fede dei fedeli e occupandosi con sollecitudine dei bisognosi. Guardato con ostilità dai potenti e dal clero per la sua integrità e per il rigore morale che richiedeva, fu esiliato in Armenia, morendo durante un trasferimento verso le rive del Mar Nero. Tra i Padri greci, è colui, che ha lasciato l'eredità di più vaste proporzioni e le sue Omelie sono ancora oggi il grande insegnamento.

    Patronato:Preghiere


    Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico


    Emblema: Api, Bastone pastorale

    Educato dalla madre, S. Antusa, Giovanni (nato ad Antiochia, probabilmente nel 349) negli anni giovanili condusse vita monastica in casa propria. Poi, mortagli la madre, si recò nel deserto e vi rimase per sei anni, dei quali gli ultimi due li trascorse in solitario ritiro dentro una caverna, a scapito della salute fisica. Chiamato in città e ordinato diacono, dedicò cinque anni alla preparazione al sacerdozio e al ministero della predicazione. Ordinato sacerdote dal vescovo Fabiano, ne diventò zelante collaboratore nel governo della chiesa antiochena. La specializzazione pastorale di Giovanni era la predicazione, in cui eccelleva per doti oratorie e per la sua profonda cultura. Pastore e moralista, si mostrava ansioso di trasformare il comportamento pratico dei suoi uditori, più che soffermarsi sulla esposizione ragionata del messaggio cristiano.
    Nel 398 Giovanni di Antiochia - il soprannome di Crisostomo, cioè, Bocca d'oro, gli venne dato tre secoli dopo dai bizantini - fu chiamato a succedere al patriarca Nettario sulla prestigiosa cattedra di Costantinopoli. Nella capitale dell'impero d'Oriente Giovanni esplicò subito un'attività pastorale e organizzativa che suscita ammirazione e perplessità: evangelizzazione delle campagne, creazione di ospedali, processioni anti-ariane sotto la protezione della polizia imperiale, sermoni di fuoco con cui fustigava vizi e tiepidezze, severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili al richiamo della ricchezza. I sermoni di Giovanni duravano oltre un paio d'ore, ma il dotto patriarca sapeva usare con consumata perizia tutti i registri della retorica, non certo per vellicare l'udito dei suoi ascoltatori, ma per ammaestrare, correggere, redarguire. Predicatore insuperabile, Giovanni mancava di diplomazia per cautelarsi contro gli intrighi della corte bizantina. Deposto illegalmente da un gruppo di vescovi capeggiati da quello di Alessandria, Teofilo, ed esiliato con la complicità dell'imperatrice Eudossia, venne richiamato quasi subito dall'imperatore Arcadio, colpito da varie disgrazie avvenute a palazzo. Ma due mesi dopo Giovanni era di nuovo esiliato, dapprima sulla frontiera dell'Armenia, poi più lontano, sulle rive del Mar Nero.
    Durante quest'ultimo trasferimento, il 14 settembre 407, Giovanni morì. Dal sepolcro di Comana, il figlio di Arcadio, Teodosio il Giovane, fece trasferire i resti mortali del santo a Costantinopoli, dove giunsero la notte del 27 gennaio 438, tra una folla osannante. Dei numerosi scritti del santo ricordiamo il volumetto “Sul sacerdozio”, un classico della spiritualità sacerdotale.


    Autore: Piero Bargellini

    fonte: santiebeati.it

  4. #4
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    E che ci fate delle reliquie?
    Sono materia inanimata.
    Volete sacramentare le ossa?
    Per farmne che?
    Il messaggio di Cristo prescinde da queste ossa conservate ed esposte con tanto zelo.

  5. #5
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    Originally posted by aguas
    E che ci fate delle reliquie?
    Sono materia inanimata.
    Volete sacramentare le ossa?
    Per farmne che?
    Il messaggio di Cristo prescinde da queste ossa conservate ed esposte con tanto zelo.
    Questa non è una discussione sulla reliquie.

    Interessanti tuttavia i tuoi riferimenti all'"anima" e al "sacramentare".

  6. #6
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    Il Sacro Concilio Ecumenico riunito a Nicea nel 324 per convocazione del Santo ed Isapostolo Costantino il Grande, Imperatore Romano promulgò tra l'altro un canome che - recipiendo una prassi ormai universalmente diffusa - interdiceva a chiunque di celebrare la Divina Liturgia Euycaristica se non sulle Reliquie dei Santi Martiri. Questo Canone - che ha valore universale - è tuttora rigorosamente osservato da tutti: in Oriente le relique sono deposte nell'altare e comunque nell'antimensio che il sacerdote dispiega per acciogliere i Preziosi Doni; in Occidente nella mensa dell'altare oppure, ove questo non sia consacrato, nella cosiddetta "pietra sacra".
    Esiste infatti uno strettissimo collegamento tra le Reliquie dei Santi e l'Eucarestia che rinnova l'offerta eterna del Cristo al Padre. La vita di un martire e - in senso più lato - di ogni santo, è una offerta che compie con la sofferenza e l'ascesi "quello che manca alla passione di Cristo a vantaggio del suo corpo che è la Chiesa" (S. Paolo ai Colossesi)

    Il Nostro Padre nei Santi Cirillo, Papa e Patriarca della santa città di Alessandria, scrive,m a proposito delle reliquie sacre: "Come lo Spirito Santo non si separa mai dalle loro anime (dei santi) così non abbandona mai nemmeno l'ultimo granello di questa polvere sorda". Pertanto le Reliquie dei Santi non sono "ossa aride" ma viventi della vita delle Energie Increate che Dio riversa sui suoi santi. Attraverso il contatto con questi "frammenti di eternità" noi partecipiamo a queste energie. Per questo presso le reliquie dei santi si compiono spesso miracoli che possono roiguardare le reliquie stesse (essudazione di myro o di acqua limpida, come per San Nicola Taumaturgo, o esalazione di profumo (evodia) come avviene per le reliquie del Martire San Alessandro di Centocelle che si conservano nel nostro Monastero di San Serafino di Sarov: http://ortodossi.firenze.net/monastero/alessandro.htm


    oppure miracoli all'esterno: guarigioni ad esempio.

    Le testimonianze patristiche ed anche dallo stesso Vangelo sono numerose.
    Il culto delle reliquie e la loro azione pneumatofora è una dottrina dommatica nel Cristianesimo e si basa sull'antropologia psicosomatica dell'unità umana. Anche Cristo, mentre con l'anima era nell'Ade, col corpo nel sepolcro, non era, quanto alla Divinità separato nè dall'una nè dall'altra. Per analogia il corpo dei santi che resta sulla terra resta deificato, non dalla natura, come quello del Dio-Uomo ma dall'energia divinizzaqnte dello Spirito.

  7. #7
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    Quella del Concilio di Nicea era una legge ecclesiastica, come è stata messa, così è stata tolta, nulla di intoccabile.


  8. #8
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    Siccome da noi non è stata tolta e nemmeno dalla Chiesa Cattolica finchè io c'ero vorrei sapere se è il Vaticano II che la ha tolta. Perchè un canone di un Concilio ecumenico ha bisogno di un altro Concilio Ecumenico per essere tolto. Ora per i cattolici romani il Vaticano II lo è e quindi sarebbe per loro legittimo. Ma io non trovo questa abolizione.
    Certo che una legge ecclesiastica è modificabile. Ma ove si tratti di un canone conciliare credo che concorderà che occorre un serio motivo.

    Scusate la curiosità.

  9. #9
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    Mi risulta che questa legge ecclesiastica sia stata tolta con la Riforma Liturgica di Paolo VI, e penso anche che, essendo legge ecclesiastica, possa essere tranquillamente tolta senza problemi di fede.

    A dire il vero i motivi precisi che portarono a questa decisione non li so, non mi sono mai informato a riguardo, tuttavia ritenere indispensabile le reliquie mi pare troppo...mi pare fare di un accidente, di qualcosa non indispensabile, quasi una sostanza. Io penso che si tratti di accidente, un buon accidente, che arricchisce il simbolismo...l'obbligo mi pare troppo...

    Chiediamo ai più informati!

  10. #10
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    La norma non è mai stata abrogata, anzi è espressamente confermata dal canone 1237 del Codice di Diritto Canononico

    Can. 1237 - § 1. Altaria fixa dedicanda sunt, mobilia vero dedicanda aut benedicenda, iuxta ritus in liturgicis libris praescriptos.
    § 2. Antiqua traditio Martyrum aliorumve Sanctorum reliquias sub altari fixo condendi servetur, iuxta normas in libris liturgicis traditas.

    Tale prescrizione di ordine generale è stata confermata dalla Delibera n. 35, "Mensa dell'altare fisso", della Conf. Episcopale Italiana del 18 aprile 1985.

 

 
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