Libero, 16.9.04
LA RIVINCITA DI SILVIO
dl MATTIAS MAINIERO
B erlusconi è come Sansone: più gli ricrescono i capelli più riacquista forza. T're punti e mezzo, forse quattro. Un. vero trapianto di gradimento. E non è una battuta. E l'ultimo dato, segretissimo fino a poche ore fa, che non trova conferme ufficiali ma neppure smentite e che continua a circolare. E questa è la storia di una ripresa o una riscossa. Se preferite, per rimanere nella metafora, di una ricrescita che parte da lontano.
Tutto cominciò con una bandana, una camicia bianca e sbottonata, un'abbronzatura da quinto moro della Sardegna. Sicuramente ricorderete. Parlarono di eccessi, forzature. Era qualcosa dì diverso, spiegano oggi i sondaggisti.
Mese di luglio. Il governo, logorato dalle liti interne, sommerso da un mare di distinguo e da mille richieste contrapposte, sembra sull'orlo della crisi. L'Udc attacca, Follini minaccia, An non indietreggia. A complicare le cose, la paura degli attentati terroristici, soprattutto il timore che non si stia facendo di tutto per evitarli. Le opposizioni incalzano, i cortei pacifisti si moltiplicano. Un gran brutto momento. E ci sono anche le tasse da abbassare e le promesse da mantenere. Immagine appannata. Nasce così quella che gli esperti definirebbero la "rottura mediatica", l'invenzione della bandana che serve anche a chiudere con il passato, a voltare pagina, a costringere i giornalisti a cambiare argomento. Il resto è storia recente, storia degli ultimi giorni.
Nicola Piepoli conferma: «E vero, per la prima volta nei cosiddetti indici di gradimento la popolarità del governo registra un notevole balzo in avanti».
I sondaggi sarebbero due (tre, secondo altre fonti). Non fanno raffronti fra centrodestra e centrosinistra, non parlano di sorpasso. Tutti, però, riportano il balzo in avanti. «Notevole, consistente», dice Paolo Bonaiuti, portavoce del Premier. E il merito, spiega Piepoli, autore di uno dei sondaggi, è da attribuirsi soprattutto a due fatti: il nuovo atteggiamento del governo sull'Iraq e le dichiarazioni del Premier alla Fiera del Levante. Insomma: sicurezza ed economia, tranquillità e soldi. «Il resto è acqua fresca. Il federalismo, per esempio. Le assicuro che -
alla gente non gliene frega niente. Il federalismo, il maxi -emendamento, il vertice sui testi da varare sono zero assoluto dal punto di vista dello spostamento dei voti. Gli italiani vogliono cose concrete, tangibili, come il viaggio di Frattini in Iraq, una missione che ha lanciato un messaggio chiaro: il governo si interessa degli italiani, non li abbandona».
Eccolo qui, il Berlusconi 2, riscossa o ricrescita che sia, il Berlusconi che mette da parte gli sfoghi polemici, le battute, i colpi di fioretto o di sciabola e ai suoi impartisce un ordine preciso: da oggi in poi puntiamo sulle cose fatte e da fare, sull'unità ritrovata, «altrimenti la gente non ci vede compatti, ci punisce e non ci vota». Ed ecco, anche, Paolo Bonaiuti che convoca il suo staffe impartisce lo stesso ordine: «Battete sull'unità della maggioranza, sulla sintonia all interno della Casa delle Libertà». Ecco, anche, il discorso del Premier alla Fiera del Levante.
pSettembre, giorno 11. Berlusconi chiude il capitolo dubbi e annuncia: «Abbasserò le tasse senza stangate o aumenti del deficit e agendo sulla spesa er un totale di 6 milioni i euro». Perla prima volta, cifre precise, chiare. E ancora: «Mente due volte chi sostiene che la riduzione fiscale sarà solo a vantaggio dei più ricchi, togliendo ai poveri. Ci saranno invece meno tasse per tutti, con tre nuove aliquote (23, 33 e 39percento), riducendo gli sprechi e mantenendo tutti i servizi sociali». Poi l'accenno al Mezzogiorno, agli interventi a favore delle imprese, agli stanziamenti per le grandi opere pubbliche. E la Finanziaria, che sarà approvata a fine settembre e che sarà una manovra «basata sulla fiducia e sull'ottimismo».
Bentornato, Cavaliere: era ora di rimettersi in sella, rilanciando il partito («d'ora in poi gli dedicherò almeno due ore al giorno», promessa mantenuta già ieri con l'incontro a Palazzo Grazioli con il coordinatore nazionale Sandro Bondi), accelerando sulle riforme («bisogna farle e farle in fretta»), stringendo sul taglio de le tasse (ieri il Premier ha avuto un colloquio a via del Plebiscito con il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco).
«La gente - spiega Nicola Piepoli - vuol essere più ricca, sentirsi più sicura. Non vuole liti all'interno della maggioranza». E il nuovo Berlusconi, con un occhio alle prossime elezioni regionali e. uno alle politiche, abbassa i toni polemici, tranquillizza Casini preoccupato perché il futuro Senato federale potrebbe penalizzare la Camera dei deputati, sale sul Colle e tranquillizza pure Ciampi in ansia per una riforma federale forse troppo macchinosa («c'è perfetta sintonia con il Quirinale», ha fatto sapere Palazzo Chigi), loda Roberto Calderoli, getta un ponte alle opposizioni. É un Berlusconi pompiere che guadagna punti (sui capelli non sappiamo). Il resto lo fa il centrosinistra. Lo fanno Romano Prodi che chiama Rutelli «un bravo guaglione», il Correntone ds che parla di un «partito paralizzato», Epifani che dà lezioni di politica a Fassino, Fassino che incassa, Bertinotti che. si ricrede sull'Iraq, Cossutta che non si ricrederà mai. Uno, nessuno e centomila centrosinistra. E Berlusconi che può parlare al passato: «Due mesi fa su ogni virgola sembrava dovesse esserci il Giudizio Universale».
Due mesi fa. Poi vennero la bandana e il resto che vi abbiamo raccontato. E i sondaggi oggi parlano di un notevole balzo in avanti. Forse non saranno i tre punti e mezzo o addirittura quattro di cui si vocifera. Forse solo due punti. Difficile dire: in fin dei conti, si tratta di indici di gradimento più che di veri e propri sondaggi, di indicazioni di tendenza, di umori dell'elettorato. Nessun confronto, ripetiamo, fra centrodestra e centrosinistra (anche se Calderoli parla di Cdl in crescita e Ulivo giù). E si tratta anche di rilevazioni comunque commissionate da Palazzo Chili. Da oggi, ognuno gonfierà e sgonfierà i numeri a roprio piacimento. Ma fosse pure un mezzo punto, vuol dire che qualcosa sta cambiando. Buon lavoro. Cavaliere.