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  1. #1
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    Thumbs up I veri tradizionalisti Cattolici fedeli alla Chiesa di Roma

    FRATERNITA SACERDOTALE SAN PIETRO

    Origini della Fraternità
    a Fraternità Sacerdotale S. Pietro è una società Clericale di Vita Apostolica di Rito Pontificio, è una comunità di sacerdoti Cattolici Romani che non prendono i voti ma che lavorano insieme per una comune missione nel mondo. La missione della Fraternità ha due obiettivi: la formazione e santificazione dei sacerdoti sulla liturgia tradizionale del rito Romano; assegnazione dei sacerdoti al servizio della Chiesa.

    La Fraternità fu fondata il 18 luglio 1988 presso l'Abbazia di Hauterive (Svizzera) da una dozzina di sacerdoti e una ventina di seminaristi. Poco tempo dopo la fondazione della Fraternità e su richiesta del Cardinale Ratzinger, il Vescovo Joseph Stimpfle di Augsburg, Germania, concesse alla Fraternità una casa in Wigratzbad, un santuario di Maria in Bavaria dove tutt'oggi risiede il Seminario Europeo della Fraternità e la sede internazionale. Nello stesso mese di ottobre arrivarono lì un gruppo di preti e una trentina di seminaristi pronti a cominciare da zero. Nella Fraternità ci sono correntemente oltre 140 sacerdoti e 120 seminaristi.

    La formazione dei sacerdoti nella Fraternità
    a Fraternità S. Pietro opera attualmente in due Case internazionali di formazione: la Casa di formazione originaria di Wigratzbad, Germania (diocesi di Augsburg) e l'altra in Denton, Nebraska, USA (diocesi di Lincoln). La Fraternità ha organizzato il suo corso di seminario in accordo con le linee guida della Chiesa sulla formazione dei sacerdoti, che include un anno di preparazione spirituale più intensa prima di entrare nei cicli di filosofia e teologia. Per favorire una vita bilanciata di preghiera, studio, vita di comunità e disciplina personale si incoraggia la maturità umana e l'acquisizione dello spirito del Vangelo insieme a Cristo. La vita spirituale delle Case è incentrata sul sacrificio della Messa. Speciale attenzione è riservata alla fedele osservanza delle "tradizioni spirituali e liturgiche" in funzione delle disposizioni del Motu proprio Ecclesia Dei adflicta del 2 luglio 1988 che è all'origine della fondazione della Fraternità. (Costituzione, art.8)

    Missione Pastorale dei Sacerdoti della Fraternità
    uando il programma di formazione è stato completato, i sacerdoti della Fraternità servono i fedeli sotto la direzione del loro vescovo e nei termini della costituzione della Fraternità nei suoi diversi apostolati in Francia, Germania, Svizzera, Austria, Italia, USA, Canada, Australia, Gran Bretagna e recentemente anche in Nigeria. Nel mondo i sacerdoti della Fraternità vivono in piccole comunità e lavorano per diffondere il Vangelo come mezzo di preghiera, catechesi, educazione giovanile (scout, scuole) e organizzando pellegrinaggi, ritiri, etc. Con la piena approvazione del Vaticano e il permesso del vescovo locale, i sacerdoti si occupano dell'intera vita sacramentale dei fedeli, amministrandoli, in funzione dei libri liturgici del 1962.







    http://www.fssp.org/it/presentation.htm

  2. #2
    Ospite

    Predefinito

    MOTU PROPRIO "ECCLESIA DEI"
    di S.S. IL PAPA GIOVANNI PAOLO II
    2 de luglio 1988


    . Con grande afflizione la Chiesa ha preso atto dell'illegittima ordinazione episcopale conferita lo scorso 30 giugno dall'Arcivescovo Marcel Lefebvre, cha ha vanificato tutti gli sforzi da anni compiuti per assicurare la piena comunione con la Chiesa alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X, fondata dallo stesso Mons. Lefebvre. A nulla infatti sono serviti tali sforzi, specialmente intensi negli ultimi mesi, nei quali la Sede Apostolica ha usato comprensione fino al limite del possibile (1).

    2. Questa afflizione è particolarmente sentita dal Successore di Pietro, al quale spetta per primo la custodia dell'unità della Chiesa (2), anche se fosse piccolo il numero delle persone direttamente coinvolte in questi eventi, poiché ogni persona è amata da Dio per se stessa ed è stata riscattata dal sangue di Cristo, versato sulla Croce per la salvezza di tutti.

    Le particolari circostanze, oggettive e soggettive, nelle quali l'atto dell'Arcivescovo Lefebvre è stato compiuto, offrono a tutti l'occasione per una profonda riflessione e per un rinnovato impegno di fedeltà a Cristo e alla Sua Chiesa.

    3. In se stesso, tale atto è stato una disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l'unità della Chiesa, quale è l'ordinazione dei vescovi mediante la quale si attua sacramentalmente la successione apostolica. Perciò, tale disobbedienza - che porta con sé un rifiuto pratico del Primato romano - costituisce un atto scismatico (3). Compiendo tale atto, nonostante il formale monitum inviato loro dal Cardinale Prefetto della Congregazione per i Vescovi lo scorso 17 giugno, Mons. Lefebvre ed i sacerdoti Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta, sono incorsi nella grave pena della scomunica prevista dalla disciplina ecclesiastica (4).

    4. La radice di questo atto scismatico è individuabile in una incompleta e contraddittoria nozione di Traditione. Incompleta, perché non tiene sufficientemente conto del carattere vivo della Tradizione, «che - come ha insegnato chiaramente il Concilio Vaticano II - trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto l'assistenza dello Spirito Santo: infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con la profonda intelligenza che essi provano delle cose spirituali, sia con la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità» (5).

    Ma è soprattutto contraddittoria una nozione di Tradizione che si oppone al Magistero universale della Chiesa, di cui è detentore il Vescovo di Roma e il Corpo dei Vescovi. Non si può rimanere fedeli alla Tradizione rompendo il legame ecclesiale con colui al quale Cristo stesso, nella persona dell'apostolo Pietro, ha affidato il ministero dell'unità nella sua Chiesa (6).

    5. Dinanzi alla situazione verificatasi, sento il dovere di rendere consapevoli tutti i fedeli cattolici di alcuni aspetti che questa triste circostanza pone in particolare evidenza.

    a) L'esito a cui è approdato il movimento promosso da Mons. Lefebvre può e deve essere motivo per tutti i fedeli cattolici, di una sincera riflessione circa la propria fedeltà alla Tradizione della Chiesa autenticamente interpretata dal Magistero ecclesiastico, ordinario e straordinario, specialmente nei Concili ecumenici da Nicea al Vaticano II. Da questa riflessione, tutti devono trarre un rinnovato ed efficace convincimento della necessità di migliorare ancora tale fedeltà, rifiutando interpretazioni erronee ed applicationi arbitrarie ed abusive, in materia dottrinale, liturgica e disciplinare.

    Soprattutto ai Vescovi spetta, per propria missione pastorale, il grave dovere di esercitare una chiaroveggente vigilanza piena di carità e di fortezza, affinché tale fedeltà sia salvaguardata ovunque (7).

    b) Vorrei, inoltre, richiamare l'attenzione dei teologi e degli altri esperti nelle scienze ecclesiastiche, affinché anch'essi si sentano interpellati dalle presenti circostanze. Infatti, l'ampiezza e la profondità degli insegnamenti del Concilio Vaticano II richiedono un rinnovato impegno di approfondimento, nel quale si metta in luce la continuità del Concilio con la Tradizione, specialmente nei punti di dottrina che, forse per la loro novità, non sono stati ancora ben compresi da alcuni settori della Chiesa.

    c) Nelle presenti circostanze, desidero soprattutto rivolgere un appella allo stesso tempo solenne e commosso, paterno e fraterno, a tutti coloro che finora sono stati in diversi modi legati al movimento dell'Arcivescovo Lefebvre, affinché compiano il grave dovere di rimanere uniti al Vicario di Cristo nell'unità della Chiesa Cattolica, e di non continuare a sostenere in alcun modo quel movimento. Nessuno deve ignorare che l'adesione formale allo scisma costituisce una grave offesa a Dio e comporta la scomunica stabilita dal diritto della Chiesa (8).

    A tutti questi fedeli cattolici, che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche e disciplinari della traditione latina, desidero manifestare anche la mia volontà - alla quale chiedo che si associno quelle dei Vescovi e di tutti coloro che svolgono nella Chiesa il ministero pastorale - di facilitare la loro comunione ecclesiale, mediante le misure necessarie per garantire il rispetto delle loro giuste aspirazioni.

    6. Tenuto conto dell'importanza e complessità dei problemi accennati in questo documento, in virtù della mia Autorità Apostolica, stabilisco quanto seque:

    a) viene istituita una Commissione, con il compito di collaborare con i Vescovi, con i Dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche, alla luce del Protocollo firmato lo scorso 5 maggio dal Cardinale Ratzinger e da Mons. Lefebvre;

    b) questa Commissione è composta da un Cardinale Presidente e da altri membri della Curia Romana, nel numero che si riterrà opportuno secondo le circostanze;

    c) inoltre, dovrà essere ovunque rispettato l'animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un'ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l'uso del Messale Romano secondo l'edizione tipica del 1962 (9).

    7. Mentre si avvicina ormai la fine di questo anno specialmente dedicato alla Santissima Vergine, desidero esortare tutti a unirsi alla preghiera incessante che il Vicario di Cristo, per l'intercessione della Madre della Chiesa, rivolge al Padre con le stesse parole del Figlio: Ut omnes unum sint!

    Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 2 del mese di luglio dell'anno 1988, decimo di pontificato.



    Joannes Paulus PP. II

    _________________________________

    (1) Cfr. Nota informativa del 16 giugno 1988: L'Osservatore Romano, 17-VI-1988, pp. 1-2.
    (2) Cfr. CONC. VATICANO I. Cost. Pastor æternus, ca. 3: DS 3060.
    (3) Cfr. Codex Iuris Canonici, can 751.
    (4) Cfr. Codex Iuris Canonici, can 1382.
    (5) CONC. VATICANO II, Cost. Dei Verbum, n. 8, Cfr. CONC. VATICANO I, Cost. Dei Filius, cap. 4: DS 3020.
    (6) Cfr. Mt 16, 18: Lc 10, 16; CONC. VATICANO I, Cost. Pastor æternus, cap. 3: DS 3060.
    (7) Cfr. Codex Iuris Canonici, can. 386; PAOLO VI, Es. Ap. Quinque iam anni, 8-XII.1970: AAS 63 (1971) pp. 97-106.
    (8) Cfr. Codex Iuris Coninici, can. 1364.
    (9) Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINE, ep. Quattuor abhinc annos, 3-X-1984: AAS 76 (1984) pp. 1088-1089.


  3. #3
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    Non sapevo che tu, laico e sedevacantista, apprezzassi le glorie delle Tradizione Cattolica. Vine proprio da dire ... "da che pulpito viene la predica ...". Non è che, forse forse, ti starai convertendo al cattolicesimo, non certo quello mellifuo e vagamente pagano dei ... preti ... cattocomunisti, aderendo all'autentica fede, fedele a Dio ed a (tutto) Magistero del Papa?

  4. #4
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    Originally posted by Augustinus
    Non sapevo che tu, laico e sedevacantista, apprezzassi le glorie delle Tradizione Cattolica. Vine proprio da dire ... "da che pulpito viene la predica ...". Non è che, forse forse, ti starai convertendo al cattolicesimo, non certo quello mellifuo e vagamente pagano dei ... preti ... cattocomunisti, aderendo all'autentica fede, fedele a Dio ed a (tutto) Magistero del Papa?
    E tu che ne pensi di questa di fraternità ? Piuttosto non chiamarmi sedevacantista che è una brutta parola, da scomunica, se vuoi "miscredente" o "peccatore"è più appropiato nei miei confronti


    Un conto è il tradizionalismo un altro è il cattointegralismo dei sedevacantisti che è contro l'unità della Chiesa ed ha finalità squisitamente politiche e non certamente solo dottrinali per me inaccettabili . Come i fatti dimostrano la dottrina tradizionalista non è affatto osteggiata dall'attuale pontificato

  5. #5
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    Predefinito Le stupende foto delle ordinazioni sacerdotali del 2002

    da sito della Fraternità Sacerdotale di San Pietro.



    Gli ordinandi



    L'imposizione delle mani



    I sarcerdoti novelli col Cardinale.



  6. #6
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    Originally posted by Manuel
    E tu che ne pensi di questa di fraternità ? Piuttosto non chiamarmi sedevacantista che è una brutta parola, da scomunica, se vuoi "miscredente" o "peccatore"è più appropiato nei miei confronti


    Un conto è il tradizionalismo un altro è il cattointegralismo dei sedevacantisti che è contro l'unità della Chiesa ed ha finalità squisitamente politiche e non certamente solo dottrinali per me inaccettabili . Come i fatti dimostrano la dottrina tradizionalista non è affatto osteggiata dall'attuale pontificato
    Io ne ho un giudizio positivo. Tu, piuttosto, che non riconosci (del tutto) l'autorità del Papa, pensavo che la Santa Tradizione ti irritasse ... Un tempo, mi pare, che non parlavi bene della Messa di S. Pio V, preferendo le casciare ...
    E poi scusa: anche tu mini l'unità della Chiesa, perchè non credi al Magistero pontificio. Anzi, a mente del can. 751 del Codice di diritto canonico saresti scismatico, in quanto rifiuti la sottomissione al Romano Pontefice (non accettando il Suo Magistero autentico, in ambito morale e di costumi) o, a voler tutto concedere, sei eretico, dal momento che, con tale rinnegamento della dottrina, neghi la verità che il Papa sia Vicario di Cristo e ciò che Egli insegna, in materia di morale e costumi (procreazione, omosessualità, ecc.), sia Magistero autentico ed infallibile (verità di fede divina e cattolica). Ergo, anche tu mini l'unità della Chiesa. E' il Codex che lo stabilisce. Non io.
    Non a caso, il delitto di eresia, apostasia e scisma sono considerati e disciplinati nel Codice di diritto canonico, nel Titolo riguardante i "Delitti contro la religione e l'unità della Chiesa"; delitti per i quali è prevista la scomunica latae sententiae, cioè automatica, senza alcuna dichiarazione da parte dell'autorità ecclesiastica (can. 1364 § 1).
    Ancora, il mancato tuo riconoscimento dell'autorità papale in materia morale ti espone anche al delitto contemplato dal can. 1371 § 1 che stabilisce, quale delitto contro l'autorità ecclesiastica, che, fuori dei casi di cui al can. 1364 § 1, chiunque insegna una dottrina condannta dal Romano Pontefice o dal Concilio Ecumenico ovvero respinge pertinacemente la dottrina di cui al can. 752 (proprio il caso tuo), ed ammonito dalla Sede Apostolica o dall'Ordinario non ritratta, sia punito con giusta pena.
    Il can. 752 statuisce che "Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia Il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda".
    A questo punto, caro Manuel, come ti metti? Non sei anche tu sedevacantista? E dunque anche tu non sei scomunicato in quanto scismatico ed eretico?

  8. #8
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Originally posted by Augustinus
    Io ne ho un giudizio positivo. Tu, piuttosto, che non riconosci (del tutto) l'autorità del Papa, pensavo che la Santa Tradizione ti irritasse ... Un tempo, mi pare, che non parlavi bene della Messa di S. Pio V, preferendo le casciare ...
    E poi scusa: anche tu mini l'unità della Chiesa, perchè non credi al Magistero pontificio. Anzi, a mente del can. 751 del Codice di diritto canonico saresti scismatico, in quanto rifiuti la sottomissione al Romano Pontefice (non accettando il Suo Magistero autentico, in ambito morale e di costumi) o, a voler tutto concedere, sei eretico, dal momento che, con tale rinnegamento della dottrina, neghi la verità che il Papa sia Vicario di Cristo e ciò che Egli insegna, in materia di morale e costumi (procreazione, omosessualità, ecc.), sia Magistero autentico ed infallibile (verità di fede divina e cattolica). Ergo, anche tu mini l'unità della Chiesa.E' il Codex che lo stabilisce. Non io.

  9. #9
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Predefinito Tradizionalisti non significa nulla

    Questo pullulare di società come la FSP o la FSGMV a Campos testimoniano solo una palese incapacità di andare oltre i decori dei paramenti per afferrare il valore del Concilio Vaticano II e delle riforme liturgiche.

    Dare spago a queste situazioni, ancorchè permesse dalla Chiesa, è negare il Vaticano II o sminuirlo.

    Dopo il Concilio di Trento non furono permesse Messe coi messali aboliti, e così si dovrebbe fare ora.

    Altrimenti si contribuisce solamente all'idea che il Vaticano II è in contrapposizione con la Tradizione, mentre in realtà ne è la continuazione.

    Troppa attenzione all'esteriorità, poca alla sostanza...senza contare che nel do ut des di Roma la Messa di San Pio V è comunque celebrata a voce alta (escluso il canone)...

  10. #10
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    Predefinito Re: Tradizionalisti non significa nulla

    Originally posted by Dreyer
    Questo pullulare di società come la FSP o la FSGMV a Campos testimoniano solo una palese incapacità di andare oltre i decori dei paramenti per afferrare il valore del Concilio Vaticano II e delle riforme liturgiche.

    Dare spago a queste situazioni, ancorchè permesse dalla Chiesa, è negare il Vaticano II o sminuirlo.

    Dopo il Concilio di Trento non furono permesse Messe coi messali aboliti, e così si dovrebbe fare ora.

    Altrimenti si contribuisce solamente all'idea che il Vaticano II è in contrapposizione con la Tradizione, mentre in realtà ne è la continuazione.

    Troppa attenzione all'esteriorità, poca alla sostanza...senza contare che nel do ut des di Roma la Messa di San Pio V è comunque celebrata a voce alta (escluso il canone)...
    Perfettamente d'accordo, anche se con un'ottica agli antipodi.

 

 
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