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    Predefinito La Santa Messa Cattolica (secondo Il Messale Di San Pio V)

    CARI AMICI,

    IN QUESTO FORUM PARLIAMO SPESSO DELLA "MESSA IN LATINO" ED ANCHE IN POL.COM LE DISCUSSIONI ERANO STATE ACCANITE.
    FUORI D'OGNI IPOCRISIA, SONO SICURO CHE ALCUNI AMICI DEL FORUM NE SANNO POCO O NULLA PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE NON HANNO MAI AVUTO OCCASIONE O DESIDERIO DI FREQUENTARLA O DI CONOSCERLA. ORA MI SEMBRA GIUSTO CHE IN UN FORUM CHE SI DENOMINA "LA TRADIZIONE CATTOLICA" DEBBA ESSERE INSERITA IN PERMANENZA UNA TRASCRIZIONE COMPLETA DI TUTTE LE PARTI DELLA MESSA ROMANA, ANCHE SOLO PER CAPIRE DI COSA MAI SI STIA PARLANDO.
    I PIù IGNARI LA TROVERANNO MOLTO PIù LUNGA DELLA COSIDDETTA "MESSA IN ITALIANO" (LA "MESSA DI PAOLO VI"): è VERO, ANZI INVITO I PIù ACCORTI A CONTARE QUANTI SEGNI DI CROCE, QUANTE GENUFLESSIONI, QUANTI INCHINI, QUANTE INVOCAZIONI, QUANTE PARTI SONO STATE ELIMINATE NEL PASSAGGIO DAL VECCHIO AL "nuovo messale".
    è UN NUMERO MOLTO ELEVATO.
    IL TUTTO è AVVENUTO IN NOME DI UNA SEMPLIFICAZIONE PARTECIPATIVA CHE HA DIMINUITO CONSIDEREVOLEMENTE IL NUMERO DEI FEDELI MA HA CREATO UNA SPECIE UMANA "ABOMINEVOLE": I LITURGISTI DA BAR SPORT (CIOè QUELLI CHE HANNO LETTO UN PO' DI LIBRI DI LITURGIA POSTCONCILIARE), MOLTO "DOTTI" E "PREPARATI" E CON UNA INNATA VOCAZIONE ALLA "SPERIMENTAZIONE", ALLA "nOVITà", AL "RITORNO ALLE ORIGINI".
    QUESTA TERRIBILE GENIA FLAGELLA MOLTE PARROCCHIE, RIUSCENDO A VOLTE IN UNO SPAVENTOSO PRODIGIO: RENDERE PIù BRUTTA E SQUALLIDA DI QUANTO GIà SIA LA "mESSA" MONTINIANA.
    ECCOVI L'OGGETTO MISTERIOSO: LA SANTA MESSA ROMANA.
    PER ALCUNI UNA CURIOSA NOVITà, PER ALTRI NULLA DI NUOVO.
    I PIù PREPARATI NOTERANNO CHE HO TRATTO QUESTO TESTO DAL SITO DEGLI INDULTISTI ITALIANI (UNA VOX): è VERO, MA HO DOVUTO MODIFICARE TUTTE LE NOTE PROPRIE DEL MESSALE DEL 1962 (IL MESSALE GIà MODIFICATO DA GIOVANNI XXIII) E TUTTI GLI STROMBAZZAMENTI A FAVORE DELLA MESSA DIALOGATA (DI CUI GIà SI PARLò NEL THREAD "SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE")
    IN QUESTI PRIMO POST C'è LA MESSA DALL'INGRESSO ALLA PREDICA:
    SONO ALTERNATI IL TESTO LITURGICO IN LATINO E LA TRADUZIONE IN ITALIANO.
    QUESTO POST RIMARRà IN RILIEVO PER TUTTA LA PERMANENZA IN VITA DI QUESTO FORUM.

    UN SALUTO CORDIALE A TUTTI GLI AMICI

    DA GUELFO NERO


    ORDINARIO DELLA SANTA MESSA (SECONDO IL MISSALE ROMANUM PROMULGATO DA SAN PIO V)

    PRIMA PARTE: PREGHIERE AI PIEDI DELL'ALTARE, CONFITEOR, INCENSAMENTO DELL'ALTARE
    KYRIE, GLORIA, EPISTOLA, VANGELO, OMELIA)

    Ii Fedeli entrano in chiesa per tempo, per prepararsi spiritualmente ad assistere ai Santi Misteri.
    Si entra in chiesa abbigliati decorosamente, in rispetto del luogo sacro.
    Le donne si còprano il capo (I Corinti, 11, 1-16)
    Le núbili usano un velo bianco o chiaro, le maritate un velo nero o scuro.

    Entrando in chiesa ci si inginocchia e ci si segna + con l'acqua benedetta.
    È un sacramentale che cancella i peccati veniali, mediante la contrizione che súscita in noi.



    Il ministro, cioè colui che deve servire la S. Messa, aiuta il Sacerdote a vestirsi in sacrestia, poi prende il Messale e precede il sacerdote all'Altare; qui fa la genuflessione insieme a lui, poi va a deporre il Messale sul leggío, al lato dell'Epístola, quindi va al lato del Vangelo, genuflettendo mentre passa in mezzo all'Altare, e si inginocchia in piano.

    Rivolto all'Altare, in piedi, congiunge le mani, le allarga, le ricongiunge, si inchina profondamente o si inginocchia se nell'Altare è presente il tabernacolo col SS. Sacramento, si rialza e incomincia, ad alta voce, col Segno della Croce.

    I MINISTRI E I FEDELI si inginocchiano, si segnano + col Sacerdote I ministri (e se vi è il permesso dell’Ordinario, i fedeli, rispondono al sacerdote).

    Orationes sub infimum gradum altaris


    SACERDOTE - In nómine Patris + et Filii et Spíritus Sancti.
    MINISTRO O CHIERICO - Amen.

    S - Introíbo ad altáre Dei.
    M - Ad Deum qui laetíficat iuventútem meam.
    S - Iúdica me, Deus, et discérne causam meam de gente non sancta: ab hómine iniquo, et dolóso érue me.
    M - Quia tu es, Deus, fortitúdo mea: quare me repulísti, et quare tristis incédo, dum afflígit me inimícus?

    S - Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt et adduxérunt in montem sanctum tuum, et in tabernácula tua.
    M - Et introíbo ad altáre Dei: ad Deum qui laetíficat iuventútem meam.
    S - Confitébor tibi in cíthara, Deus, Deus meus; quare tristis es, ánima mea, et quare contúrbas me?
    M - Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi: salutare vúltus mei, et Deus meus.
    S - Glória Patri et Fílio et Spirítui Sancto.
    M - Sicut erat in princípio et nunc et semper, et in saécula sæculórum. Amen.

    Antiphona
    S - Introíbo ad altáre Dei.
    M - Ad Deum qui laetíficat iuventútem meam.

    (Sacerdos signat se, dicens:)
    S - Adiutórium nostrum + in nómine Dómini.
    M - Qui fécit cœlum et terram.

    (Sacerdos, iunctis manibus, profunde inclinatus facit confessionem)

    S - Confíteor Deo omnipoténti, Beátae Maríae …

    (Ministri respondent)
    M - Misereátur tui omnípotens Deus, et dimíssis peccátis tuis, perdúcat te ad vitam aetérnam.

    (Sacerdos erigit se, dicens:)
    S - Amen.


    (Ministri repetunt confessionem)
    M - Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Joánni Baptístae, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sánctis et tibi, pater: quia peccávi nimis cogitatíone, verbo et ópere:
    (percutit sibi pectus ter, dicens)
    mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Joánnem Baptistám, Sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, ómnes Sanctos, et te, pater, oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum.

    (Sacerdos, iunctis manibus, facit absolutionem, dicens:)

    S - Misereátur vestri omnípotens Deus, et dimíssis peccátis vestris perdúcat vos ad vitam aetérnam.
    M - Amen.

    (Sacerdos signat se signo crucis, dicens:)
    S - Indulgéntiam, + absolutiónem, et remissiónem peccatórum nostrórum, tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.

    M. - Amen.

    (Sacerdos, inclinatus, prosequitur)
    S - Deus, tu convérsus vivificábis nos.
    M - Et plebs tua laetábitur in te.
    S - Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
    M - Et salutáre tuum da nobis.
    S - Dómine, exáudi oratiónem meam.
    M - Et clámor meus ad te véniat.
    S - Dóminus vobiscum.
    M - Et cum spíritu tuo.

    (Sacerdos, extendens ac iungens manus, clara voce dicit:)
    S - Orémus.

    (I fedeli si alzano e rimangono in piedi)

    (Sacerdos, ascendens ad altare et dicit secreto:)

    Aufer a nobis, quaésumus, Dómine, iniquitátes nostras: ut ad sancta sanctórum puris mereámur méntibus introíre. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.

    (Sacerdos, manibus iunctis super altare, inclinatus dicit:)
    Orámus te, Dómine, per mérita Sanctórum tuórum
    (osculatur altare in medio)
    quórum relíquiae hic sunt, et omnium Sanctórum: ut indulgére dignéris ómnia peccata mea. Amen.


    INIZIO DELLA SANTA MESSA

    Traduzione: Preghiere ai piedi dell'Altare

    SACERDOTE - Nel nome del Padre + e del Figlio e dello Spirito Santo.
    MINISTRO O CHIERICO - Cosí sia.
    S - Mi accosterò all'altare di Dio.
    M - Al Dio che allieta la mia giovinezza.

    S - Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa da gente malvagia: liberami dall'uomo iniquo e fraudolento.
    M - Tu sei la mia forza, o Dio; perché mi respingi? e perché devo andare cosí triste sotto l'oppressione del nemico?
    S - Degnami del tuo favore e della tua grazia, onde mi guídino e mi conducano al tuo santo monte, e ai tuoi tabernacoli.
    M - Mi accosterò all'altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza.
    S - Te loderò sulla mia cetra, o Dio, Dio mio; perché sei tu triste, o anima mia? perché mi turbi?
    M - Spera in Dio, perché ancora potrò lodarlo, Lui che è la salvezza mia e il mio Dio.
    S - Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
    M - Come era in principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli. Cosí sia.

    Antifona
    S - Mi accosterò all'altare di Dio.
    M - Al Dio che allieta la mia giovinezza.

    (Il sacerdote si segna, e anche i fedeli)
    S - Il nostro aiuto + è nel nome del Signore.
    M - Che ha fatto il cielo e la terra.

    (Il sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente e récita il Confíteor, invocando la testimonianza di tutta la Chiesa)
    S - Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria …

    (Il ministro e, se vi è il permesso dell’Ordinario, i fedeli invocano sul sacerdote la misericordia di Dio)
    M - Dio onnipotente, abbia pietà di te, e, perdonati i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna.

    (Il sacerdote si alza e dice:)
    S - Cosí sia.
    .
    (I ministri e, se c’è il permesso dell’Ordinario, i fedeli profondamente inchinati, ripetono la confessione)
    M - Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere:
    (ci si batte il petto per tre volte)
    per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e te, o padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.

    (Il sacerdote, congiunte le mani, domanda a Dio di perdonare i nostri peccati)
    S - Dio onnipotente abbia pietà di voi e, rimessi i vostri peccati, vi conduca alla vita eterna.
    M - Cosí sia.

    (Il sacerdote si segna e chiede a Dio, per sé e per tutti, l'assoluzione)
    S - Il Signore onnipotente e misericordioso + (ci si segna) ci accordi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati.
    M - Cosí sia.

    (Il sacerdote, inchinato, prosegue)
    S - Volgendoti a noi, o Dio, ci farai vivere.
    M - E il tuo popolo si rallegrerà in Te.
    S - Mostraci, o Signore, la tua misericordia.
    M - E da' a noi la tua salvezza.
    S - O Signore, esaudisci la mia preghiera.
    M - E il mio grido giunga fino a Te.
    S - Il Signore sia con voi.
    M - E con lo spirito tuo.

    (Allargando e congiungendo mani, il sacerdote dice a voce alta)
    S - Preghiamo.

    (I fedeli si alzano e rimangono in piedi)

    (Il sacerdote salendo all'Altare, a voce bassa, domanda ancora la purificazione dei peccati)
    Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con ànimo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia.

    (Quindi, congiunte le mani sopra l'Altare, inchinato, dice:)
    Ti preghiamo, o Signore, per i mériti dei tuoi Santi
    (bacia l'Altare nel mezzo)
    dei quali son qui le relíquie, e di tutti i tuoi Santi: affinché ti degni di perdonare tutti i miei peccati. Cosí sia.

    NOTA: L’Introito fa parte del Proprio della S. Messa (che qui non è riportato)
    Il Kyrie, fin dai primi tempi della Chiesa, ha mantenuto la sua forma greca a perenne ricordo della lingua greca, seconda lingua della chiesa, la più importante delle lingue liturgiche locali.



    Litanie
    (dal Kyrie alle Collette)


    SACERDOTE - Kyrie, eléison.
    MINISTRO - Kyrie, eléison.
    S - Kyrie, eléison.
    M - Christe, eléison.
    S - Christe, eléison.
    M - Christe, eléison.
    S - Kyrie, eléison.
    M - Kyrie, eléison.
    S - Kyrie, eléison.

    (Sacerdos, in medio altaris extendens et iungens manus, caputque aliquantulum inclinatus, dicit:)

    Gloria
    (Non dicitur Gloria in Missis de Tempore ab Dominica prima Adventus usque ad vigiliam Nativitatis Domini inclusive, et ab Dominica in Septuagesima usque ad feriam IV Hebdomadae sanctae inclusive, et in Missis defunctorum)


    Glória in excélsis Deo
    Et in terra pax homínibus bonae voluntátis.
    Laudámus te.
    Benedícimus te.
    (caput inclínat) Adorámus te.
    Glorificámus te.
    (caput inclínat) Grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam.
    Dómine Deus, Rex coeléstis, Deus Pater omnípotens.
    Dómine, Fili unigénite (caput inclínat) Iesu Christe.
    Dómine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.
    Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis.
    Qui tollis peccáta mundi, (caput inclínat) súscipe deprecatiónem nostram.
    Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.
    Quóniam tu solus Sanctus.
    Tu solus Dóminus.
    Tu solus Altíssimus,(caput inclínat)Iesu Christe.
    Cum sancto Spiritu + (seípsum signat) in glória Dei Patris.
    Amen.

    (Sacerdos, osculatur altare in medio, et versus ad populum dicit:)
    S - Dóminus vobíscum.
    M - Et cum spíritu tuo.

    S - Oremus.


    Collectae

    (Sacerdos orationes, unam aut plures, ut Ordo Officii postulat, dicit)

    S - Per ómnia saécula saeculórum.
    M - Amen.

    TRADUZIONE ITALIANA

    Litanie

    (Dal Kyrie alle Collette)

    .
    S - Signore, abbi pietà.
    M - Signore, abbi pietà.
    S - Signore, abbi pietà.
    M - Cristo, abbi pietà.
    S - Cristo, abbi pietà.
    M - Cristo, abbi pietà.
    S - Signore, abbi pietà.
    M - Signore, abbi pietà.
    S - Signore, abbi pietà.

    (Il sacerdote, in mezzo all'Altare, allargando e congiungendo le mani, col capo un po' inchinato, dice:)


    Gloria
    (Non si dice il Gloria: nelle SS. Messe del Tempo, dalla I Domenica di Avvento fino alla Vigilia di Natale inclusa, dalla Domenica di Settuagesima fino al mercoledí della Settimana Santa incluso, e nelle SS. Messe dei defunti)

    Gloria a Dio nell'alto dei cieli.
    E pace in terra agli uomini di buona volontà.
    Noi Ti lodiamo.
    Ti benediciamo.
    (si china il capo) Ti adoriamo.
    Ti glorifichiamo.
    (si china il capo)i Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.
    Signore Iddio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
    Signore, Figlio unigenito, (si china il capo) Gesú Cristo.
    Signore Iddio, Agnello di Dio, Figlio del Padre.
    Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
    Tu che togli i peccati del mondo, (si china il capo) accogli la nostra supplica.
    Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
    Poiché Tu solo il Santo.
    Tu solo il Signore.
    Tu solo l'Altissimo, (si china il capo) GESù Cristo.
    Con lo Spirito Santo + (ci si segna) nella gloria di Dio Padre.
    Cosí sia.

    (Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo, si volge ai fedeli e dice:)
    S - Il Signore sia con voi.
    M - E con il tuo spirito.

    S - Preghiamo.


    Collette
    (Il sacerdote recita le orazioni, una o piú come richiesto dall'Ordine dell'Ufficio; e poi conclude:)


    S - Per tutti i secoli dei secoli.
    M - Cosí sia.

    La Colletta (composta da una o piú orazioni) fa parte del Proprio della S. Messa (che qui non è riportato)

    I fedeli si siedono per ascoltare la lettura dell'Epistola.



    Epistola
    (Sacerdos, positis super librum vel super altare manibus, ita ut palmae librum tangant, vel (ut placuerit) librum tenens, legit Epistolam intellegibili voce)

    .
    Lectio Epistolae Beati…
    ………
    M - Deo grátias.
    Epistola
    (Il sacerdote, poste le mani sul Messale, o sull'Altare, ma in modo che le palme tòcchino il Messale, oppure (se ritiene) tenendo il Messale, legge l'Epistola a voce alta)

    .
    Lettura della Lettera del beato…
    ………
    M - Rendiamo grazie a Dio.

    Dopo l'Epistola il sacerdotei recita il Graduale (sostituito nel Tempo Pasquale dall'Alleluia), seguito dall'Alleluia (sostituito dopo la Settuagesima dal Tratto), si recita anche la Sequenza ove previsto dall'Ordo Officii.
    Ultimata la recita o il canto del Graduale e dell'Alleluia, il Sacerdote si accinge alla lettura o al canto del Vangelo.
    Se la S. Messa viene celebrata con l'assistenza del Diacono, è quest'ultimo che canta il Vangelo.

    Il Graduale, l'Alleluia, il Tratto, la Sequenza e il Vangelo fanno parte del Proprio della S. Messa (che qui non è riportato).

    I ministri e i fedeli ascoltano la lettura del Vangelo in piedi.
    ----------

    Evangelium
    (sine diacono)


    (Sacerdos in medio altaris exspectat donec minister missale in latere Evangelii collocaverit, ibique stans iunctis manibus ante pectum, levatisque ad Deum oculis, et statim demissis, tum profunde inclinatus, dicit secreto:)
    S - Munda cor meum, ac lábia mea, omnípotens Deus, qui lábia Isaiae prophétae cálculo mundásti igníto; ita me tua grata miseratióne dignáre mundáre, ut sanctum Evangélium tuum digne váleam nuntiáre. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.


    S - Iube, Dómne, benedícere.

    S - Dóminus sit in corde meo et in lábiis meis: ut dígne et competénter annúntiem Evangélium suum. Amen.

    (Sacerdos, quibus dicit, vadit ad librum missalis, ubi stans versus illum, iunctis manibus ante pectus, dicit intellegibili voce:)
    S - Dóminus vobiscum.

    (Ministri et Fideles dicunt:)
    M - Et cum spíritu tuo.

    (Deinde pollice dexterae manus signo crucis signat primo librum super principio Evangelii, quod est lecturus, postea seipsum in fronte, ore, et pectore, dicens:)
    S - + Sequéntia (vel inítium) sancti Evangélii secúndum…

    (Fideles pariter se signant, et dicunt:)

    M - + Glória tibi, Dómine.

    (Fideles, finito Evangelio, dicunt:)
    M - Laus tibi Christe.

    (Finito Evangelio sacerdos, osculatur principium Evangelii, dicens:)

    S - Per evangélica dicta deleántur nostra delícta.


    --------
    Vangelo
    (senza diacono)


    (Il sacerdote, posto in mezzo all'Altare, aspetta che il ministro ponga il Messale dal lato del Vangelo, rimanendo lí, congiunge le mani sul petto, alza gli occhi a Dio e, riabbassandoli, profondamente inchinato, a voce bassa dice:)
    S - Mondami il cuore e le labbra, o Dio onnipotente, che mondasti con acceso carbone le labbra del profeta Isaia; con la tua benigna misericordia degnati di mondarmi in modo che io possa annunziare degnamente il tuo santo Vangelo. Per il Cristo nostro Signore. Cosí sia.

    S - Degnati, o Signore, di benedirmi.

    S - Il Signore mi sia nel cuore e sulle labbra: affinché in un modo degno e conveniente io annunzii il suo Vangelo. Cosí sia.

    (Detto questo, il sacerdote va al Messale e, rimanendovi rivolto, dice a voce alta:)
    S - Il Signore sia con voi.

    (I ministri e i fedeli rispondono:
    M - E con il tuo spirito.

    (Quindi il sacerdote, col pollice della mano destra, traccia un segno di croce, prima sul Messale, all'inizio del Vangelo che si deve leggere, poi su sé stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, dicendo:)
    SACERDOTE + Séguito (o Inizio) del santo Vangelo secondo …

    (I ministri e i fedeli si segnano anch'essi, sulla fronte, sulle labbra e sul petto, e rispondono:)
    M - + Gloria a Te, o Signore.

    (Finita la lettura o il canto del Vangelo, i ministri e i fedeli dicono:)
    M - Lode a Te, o Cristo.

    (Finita la lettura o il canto del Vangelo, il sacerdote bacia il Messale all'inizio del Vangelo e dice:)
    S - Per questi evangelici detti siano perdonati i nostri peccati.

    Omelia

    Ultimata la lettura o il canto del Vangelo, il Sacerdote si reca sul pulpito o all'ambone per effettuare l'Omelia, la quale verterà sui passi della sacra Scrittura appena letti.
    I fedeli si siedono per ascoltare l'Omelia del sacerdote.

    Prima di offrire sulla Croce il suo Sacrificio per la Redenzione degli uomini,
    Gesú insegnò loro, durante la sua vita pubblica, la dottrina del Padre.
    Prima di essere santificatore e sacrificatore in persona Christi, il Sacerdote nella S. Messa è dottore e si fa eco della parola del Maestro.
    Il pane della dottrina evangelica e il Pane dell'Eucarestia sono il duplice nutrimento che la Chiesa dà ai suoi figli riuniti intorno
    all'Altare del Sacrificio.

    NOTE

    Questa prima parte della S. Messa (compresa l'Omelia) è detta anche "Messa dei catecúmeni",
    poiché un tempo potevano assistere anche coloro che, aspirando a diventare cristiani, seguívano il catacumenato o l'insegnamento:
    per questo ancora oggi essa si chiama "Parte Istruttiva".
    L'istruzione, composta dalle Letture e dalla "Predica", serve, come un tempo, anche all'edificazione dei fedeli.
    I Catecúmeni, non essendo ancora battezzati, non erano dei veri discepoli di nostro Signore Gesú Cristo;
    quindi non potevano essere ammessi alla seconda parte della S. Messa: che è composta
    dalla récita o dal canto del Simbolo degli Apostoli: il Credo,
    e dalla celebrazione dei Santi Misteri: il Sacrificio.
    Non essendo ancora veri discepoli di Cristo, non potevano pronunciare la professione di Fede: il Credo,
    e non potevano assistere al rinnovamento del Sacrificio della Croce.
    Dopo la "Predica" essi si allontanavano e uscivano dalla Chiesa.
    I fedeli si disponevano col raccoglimento ad assistere degnamente al RINNOVAZIONE INCRUENTA DEL SANTO SacrifiZio della Croce
    e al mistero terribile della manifestazione del Figlio di Dio che si presenta in ogni S. Messa, con la Transustanziazione,
    in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, sotto le specie del Pane e del Vino consacrati per mezzo del sacerdote che agisce come "alter Christus" ("COME UN SECONDO CRISTO").
    Nella seconda parte della S. Messa ha termine la comprensione razionale dei fedeli, ed essi si accingono ad assistere in assoluto silenzio al Mistero imperscrutabile della Fede: reverenti, muti, intimoriti e sottomessi; mentre si schiudono le porte dei Cieli e la Chiesa Trionfante, con la Chiesa Purgante, partecipano alla Sacra Liturgia della Chiesa Militante e Orante insieme a tutte le Schiere dei nove Cori Angelici; poiché la Sacra Liturgia della S. Chiesa è tutt'uno con la Sacra Liturgia celeste perché si canti in eterno la Gloria dell'Altissimo.

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    Predefinito IMMAGINI DELLA MESSA CATTOLICA

    L'ELEVAZIONE DELL'OSTIA CONSACRATA









    ADORAZIONE DELL'OSTIA CONSACRATA





    GUELFO NERO

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    Predefinito GLI ANGELI SERVONO LA MESSA A SAN FILIPPO NERI

    LA MESSA CATTOLICA

    Paolo Domenico Finoglio, La Missa de Sant Felip Neri
    (Abbazia di Montserrat, Spagna)




  4. #4
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    Predefinito messa romana

    Ottima idea quella di riportare i testi del messale romano. Anch'io - da ortodosso - sono d'accordo che la liturgia post-conciliare - invece di correggere - il pochissimo - che poteva aver alterato l'antica messa romana - ha introdotto moltissime alterazioni che hanno allontanato questa, definitivamente, dalla tradizione, rendendola molto più simile ad un culto protestante.
    Credo però che si debba far sapere ai lettori meno provveduti che il testo riportato è la cosiddetta "messa piana" che rappresenta la riduziuone, dovuta all'impossibilità pratica, di celebrare la "messa conventuale", o "solenne" o "ritualmente completa", ovverosia quella celebrata con la presenza di tutti i ministri sacri, maggiori e minori, sacerdote,diacono, suddiacono, accoliti, lettori etc., celebrazione che nel rito pontificale ha la sua espressione massima come ben si evidenzia dal "cerimoniale episcoporum" che fu pubblicato quasi insieme al messale.
    Ci tengo a sottolineare questo perchè - sempre da ortodosso - devo far notare che un cattolico romano che partecipa ad una messa solenne tridentina non avverte grande differenza tra questa e la Liturgia Ortodossa, a parte la lingua ed il canto dal momento che la chiesa ortodossa non ha mai introdotto una "messa piana" che in occcidente si è introdotta nel tardo medioevop. Non mi interesano qui considerazioni teologiche, ma solo di storia della liturgia questo anche per far capire che il luogo comune che il vaticano II ha avvicinato cattolicesimo romano e tradizione ortodossa è totalmente falso. Direi al contrario che ha eliminato anche quello che c'era rendendo estranei i credenti.
    Oggi un ortodosso difficilmente distingue una Liturgia, nella messa post-conciliare. Al contrario, quando una domenica con molti nostri fedeli, anche romeni e russi, abbiamo assistito ad una Liturgia cantata in Gregoriano e secondo il rito antico nell'abbazia di Sant'Antimo (celebravano i padri canonici premostatensi) mi hanno domandato che cosa aveva in comune quel rito, così simile al nostro, con la messa che si fa comunemente nelle chiese, fino al punto da domandarmi: "ma, padre, sono davvero tutti e due cattolici?".

  5. #5
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    Predefinito messa romana

    Ho trovato una vera "chicca":
    http://www.ecclesiacatholica.org/index.htm

    per chi non ha mai assistito alla Liturgia preconciliare romana darà almeno una idea

  6. #6
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    Predefinito GRAZIE

    BENTORNATO, EGREGIO PADRE SILVANO,

    GRAZIE PER IL SUO INTERVENTO, UTILE, MIRATO, PRECISO: TANTO DI CAPPELLO!
    CERCHERò DI COMPLETARE PRESTO QUESTO THREAD CON LA PARTE CONSACRATORIA E LA PARTI CONCLUSIVE DELLA SANTA MESSA ROMANA.

    INTANTO LA RINGRAZIO DI TUTTO CUORE: ANCHE SE LEI è, TEOLOGICAMENTE PARLANDO, UN NEMICO, CONSIDERO UN PRIVILEGIO AVERE DEI "NEMICI" COME LEI.

    CON STIMA

    GUELFO NERO



  7. #7
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    Predefinito BELLE IMMAGINI DI ALTARI CATTOLICI

    CARI AMICI,

    SPESSO DOPO LA RIFORMA LITURGICA, L'ALTARE CATTOLICO è STATO SOSTITUITO NELLE CHIESE DA UN ALTARE-CUBO IN PIETRA O DAI TRABALLANTI TAVOLI D'OCCASIONE.
    ECCO QUALCHE IMMAGINE DI ALTARI CATTOLICI.

    UN CARO SALUTO


    GUELFO NERO

















  8. #8
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    Predefinito ALTARI CATTOLICI














  9. #9
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    Predefinito

    In una bella ed antica chiesetta di una piccola frazione della mia parrocchia (chiesa intitolata alla SS Trinità, ora chiamata anche santuario della famiglia), oltre ad aver sistemato un quadretto davanti al Tabernacolo, probabilmente per ribadire che lì non c'è nulla, è stato sistemato un bel bancone da falegname sul quale viene celebrata l'Eucaristia. Sotto hanno posizionato anche una pialla.

    Ciao Guelfo Nero e grazie

    Theophilus

  10. #10
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    Predefinito

    CARO THEOPHILUS,

    GRAZIE A TE PER LA SEGNALAZIONE CHE MI ADDOLORA MA NON MI STUPISCE.
    QUALCHE TEMPO FA SONO ENTRATO NELLA CHIESA DI SAN BERNARDINO ALLE MONACHE A MILANO (OVVIAMENTE LE MONACHE NON CI SONO PIù).
    NELLA CHIESA SI TROVANO PER FARE LE LORO "VEGLIE" QUEI LOSCHI FIGURI DELLA "COMUNITà DI SANT'EGIDIO.
    Lì L'ALTARE è STATO STRAPPATO DAL VECCHIO BLOCCO DEL TABERNACOLO E PORTATO IN AVANTI. IL TABERNACOLO è COPERTO DALLA SOLITA ICONA, PERALTRO ANCHE MOLTO BRUTTA.
    SULL'"ALTARE" UN ORRIBILE PORTALUMI (O PORTAROMI) DI TIPO ETNO-AFRICANO.
    LA NICCHIA SOPRA IL TABERNACOLO ERA VUOTA. DIO MIO, DOVE SARà MAI FINITA LA STATUA DI SAN BERNARDINO DA SIENA? MI SONO DOMANDATO.
    ERA DIETRO ALL'ALTARE VECCHIO TRA STRACCI, CANZONIERI USATI E SCOPE.
    UN SANTO IN CASTIGO, DIREI QUASI UN SANTO IN OSTAGGIO.
    GUARDANDO QUELLA CHIESA, HO CAPITO PER L'ENNESIMA VOLTA CHE COSA è STATO EFFETTIVAMENTE IL POST-CONCILIO (PRIMO FRUTTO DEL CONCILIO)


    GUELFO NERO

 

 
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