Con questa discussione vorrei ci ricordassimo tutti che è esistito un tempo lontano , una settantina d'anni fa in media , in cui la nostra nazionale era maestra di calcio a livello internazionale e in cui i calciatori erano calciatori con la C maiuscola e non personaggi da spettacolo intenti più che a giocare , a farsi le treccine , a tatuarsi e a fare i pagliacci in televisione.
Il decennio d'oro , gli anni '30 appunto , inizia qualche settimana prima del 1930 , esattamente il 1° dicembre 1929 quando esordisce come Commissario Unico della Nazionale azzurra Vittorio Pozzo , che sostituisce Carlo Carcano ; è una gara amichevole contro il Portogallo che si disputa allo Stadio Calcistico San Siro , talmente amichevole che i lusitani si prendono una valanga di reti , 6-1 il punteggio finale per i nostri!
ecco in dettaglio la partita:
ITALIA
Combi , RosettaV , Caligaris , Castellazzi , Colombari , Bertolini , Costantino , Baloncieri , Sallustro , Mihalic , Orsi.
PORTOGALLO
SilvaC. , Pinho , Temudo , Rodriguez , SilvaA. , Oliveira , Jorge , Mota , SilvaV. , PepeSoares , Luis.
Reti=6° MIhalic , 29° Pepe Soares , 36° e 37° Orsi , 51° Baloncieri , 77° Sallustro , 88° Mihalic.
Sallustro , autore della 5a rete azzurra e allora idolo del Napoli , fece ottenere 2 terzi posti al club partenopeo.
Adolfo Baloncieri , autore del 4-1
Non c'è che dire , un bell'esordio promessa di vittorie future.
Ma chi era Vittorio Pozzo?
Vittorio Pozzo era nato a Torino il 2 marzo 1886 da una famiglia di origini biellesi profeticamente fedele al detto latino “nomen omen” (il destino nel nome). Giocò a calcio nelle file del Football Club Torinese, antesignano del Torino, e poi nel Grasshoppers, in Svizzera, e ancora in Francia e Inghilterra, dove l’aveva condotto lo studio delle lingue. Assunto dalla Pirelli, era entrato tra i soci fondatori del Torino e poi della Figc. Nel 1912, segretario della Federcalcio, venne chiamato a fungere da commissario tecnico della Nazionale di calcio per le Olimpiadi di Stoccolma, dopo le dimissioni in blocco della commissione selezionatrice. Dopo aver partecipato al conflitto mondiale, fu ancora commissario unico alle Olimpiadi, nel 1924, per poi dimettersi. Di lì a poco perse la moglie, gravemente ammalata. Trasferitosi a Milano, al lavoro nell’Ufficio Propaganda della Pirelli accoppiava quello di inviato de “La Stampa”. Qui lo scovò Leandro Arpinati, presidente della Figc, per faticosamente convincerlo ad assumere la guida della Nazionale.
fine prima parte