Anche l'Italia tra i Paesi a rischio, tra skinheads e neofascisti
Razzismo e jihad, quando l'odio corre sulla Rete
Neonazisti e terroristi islamici sul web. Il centro «Simon Wiesenthal» ha schedato in un cd-rom i siti dell'intolleranza
TORONTO - Non solo campi di addestramento in Afghanistan,
Al Qaeda recluta e addestra terroristi anche su Internet fornendo loro istruzioni sul come procurarsi e fabbricarsi bombe e armi chimiche. Il «Simon Wiesenthal centre», un'associazione non governativa ebraica con uffici negli Stati Uniti, Canada, Sud America, Europa e Israele, ha lanciato l'allarme con un cd-rom appena pubblicato: si chiama «Digital terrorism and hate 2003» e raccoglie oltre 200 siti di gruppi terroristici, razzisti e alimentatori della cultura dell'odio.
INTERNET PERICOLOSO - Su numerose pagine web ritenute collegate all'organizzazione di Bin Laden, ma anche ad Hamas e alla Jihad, appaiono i «manuali del veleno». «Rimangono in rete periodi brevissimi - dice Leo Adler, avvocato ebreo canadese direttore generale del centro - per poi scomparire e riapparire tempo in pagine diverse». In questi testi si insegna a fabbricare sostanze tossiche utilizzando materie d'uso comune, oppure autobombe improvvisate. Il sito «Al Qaeda Azzam», ritenuto collegato direttamente a Bin Laden, spiega nelle proprie pagine «come ci si allena per la Jihad nella propria nazione».
«Dopo l'11 settembre continua Adler - abbiamo deciso di scandagliare il più possibile l'attività on-line delle organizzazioni, soprattutto quelle islamiche. Crediamo che i governi debbano preoccuparsi di più di questo tipo di minaccia.
ITALIA - Gli esperti informatici del Simon Wiesenthal da anni analizzano 25.000 siti al mese. Trovano negatori dell'Olocausto, neonazisti, razzisti di ogni genere. Anche l'Italia è presente in questa raccolta: «kommando fascista», «Veneto fronte skinheads», la rock band razzista «Block 11», «White italian», la pagina skinhead «Misteri d'Italia», «Forza nuova» e quello celebrativo della «Legione Tagliamento». Il centro Wiesenthal localizza il server e il proprietario. In qualche caso non ci riesce perché è nascosto, a conferma dell'importanza che le organizzazioni danno a questa attività.
PARADOSSI - Secondo Adler le nazioni hanno in materia di legislazione sul web devono ancora fare molto. Don Black, un americano ex capo del Ku Klux Klan e proprietario del sito razzista «Stormfront.org», il primo in assoluto censito dal centro, ha acquistato il dominio www.simonwiesenthal.com. «Noi non possiamo farci niente - spiega Adler - e siamo stati costretti ad aprire un portale diverso. Un altro paese molto usato per la mancanza di controlli è l'Argentina. Il Canada invece, come anche l'Europa, ha un buon sistema di controllo, tanto che molti proprietari canadesi utilizzano server americani».
EFFETTI NEGATIVI - E' dimostrato che queste letture hanno effetti importanti anche sui giovani occidentali. «Sia nel caso della strage della "Columbine high school" che dell'attentato di Oklhaoma city - racconta Adler - analizzando i computer dei responsabili si è scoperto che frequentavano queste comunità virtuali dell'odio».
Una delle ultime scoperte fatte dal centro è l'utilizzo della steganografia, il linguaggio che permette di nascondere un messaggio all'interno di un'immagine apparentemente innocua.
Damiano Vezzosi
http://www.wiesenthal.com