Da"http://mailgate.supereva.it/it/it.politica.destra/msg24726.html"Questa e` la riproposizione del seguente articolo:
[ From: ben_adar@go.com (mauro) ]
[ Newsgroups: it.cultura.cattolica ]
[ Subject: omaggio ad Alfredo Cattabiani ]
[ Date: Tue, 20 May 2003 138:45 GMT ]
[ Message-ID: <213Z140Z9Z230Y1053439123X27073@usenet.libero.it > ]
RITRATTO
È morto domenica l'editore anticonformista che aveva portato in Italia
Tolkien e tenuto a battesimo autori come Guido Ceronetti e Cristina Campo.
Negli anni Settanta l'«intellighenzia» lo aveva emarginato ma lui aveva
saputo imporsi come studioso appassionato delle tradizioni popolari
Cattabiani fra libri e simboli
Si era formato a Torino, alla scuola del filosofo Augusto del Noce Da tempo,
però, aveva scelto di vivere nella provincia laziale
Di Alessandro Zaccuri
Dev'essere stato all'inizio degli anni Settanta, quando Alfredo Cattabiani
aveva da poco assunto la direzione editoriale di Rusconi. Su un giornale di
sinistra si parlò di lui come di un intellettuale «prezzolato» dai padroni e
su quel «prezzolato» il musicologo Quirino Principe riuscì a tessere una
formidabile canzonatura del «politicamente corretto» dell'epoca. E certo,
sfotteva Principe, quelli di destra lavorano per lo stipendio, mentre quelli
di sinistra no, hanno gli ideali, loro, e del salario fanno a meno
volentieri. Roba che oggi la senti ogni sera in tv, ma che allora (eravamo
tra piazza Fontana e l'alba delle Br) richiedeva una certa dose di coraggio
per essere messa nero su bianco.
Gli anni Settanta sono una stagione che ha segnato profondamente
l'esperienza umana e culturale di Cattabiani. In un certo senso era come se
lui - nato a Torino nel 1937, e come tutti i torinesi incline a un rispetto
delle forme tutt'altro che superficiale - avesse sì affrontato con coraggio
la brutalità degli attacchi di cui il suo lavoro era stato bersaglio,
restandone però ferito in modo insanabile. Non era un risentito, Cattabiani,
eppure non riusciva a dimenticare quando attorno ai libri editi dalla «sua»
Rusconi vigeva un'assoluta (e assolutamente rispettata) consegna del
silenzio. Gli avevano detto che alla «Stampa» il pacco delle novità Rusconi
finiva direttamente nel cestino, neppure scartato, e per un torinese questo
è decisamente il massimo affronto.
Si era formato nella sua città, nel piccolo circolo di giovani intellettuali
che si davano appuntamento a casa del filosofo Augusto del Noce. E proprio
Del Noce gli aveva fatto conoscere l'arciconservatore Joseph de Maistre, che
sarebbe diventato uno dei suoi autori prediletti. Torinesi anche le prime
esperienze editoriali: le piccole e combattive Edizioni dell'Albero (in
catalogo, fra l'altro, il Bernanos scomodo de La grande paura dei
benpensanti), poi la direzione di Borla, che pubblicò Simone Weil e Mircea
Eliade. A Milano si era trasferito nel 1969, per partecipare all'avventura
editoriale voluta da Edilio Rusconi. Lì, da «prezzolato», aveva portato
nelle librerie italiane Il Signore degli Anelli di Tolkien e aveva
patrocinato l'esordio di Cristina Campo e Guido Ceronetti, si era battuto
per tradurre il beneamato De Maistre e per diffondere gli scritti di Elémire
Zolla. Senza dimenticare l'exploit de Il quinto evangelio di Mario Pomilio.
Un decennio esatto, poi - come lo stesso Cattabiani ricordava
nell'intervista in parte riprodotta qui a fianco - l'ostilità
dell'intellighenzia si era involontariamente alleata con le ragioni di
un'editoria sempre più disinibita e sempre più tentata dalla deriva
televisiva.
Dopo il '79, l'anno della sua uscita da Rusconi, non aveva più lavorato
nell'editoria. Un paio d'anni nel giornalismo gli erano bastati per capire
che la sua vera dimensione era un'altra, quella dello scrittore
indipendente. Molte collaborazioni a radio e giornali (ad «Avvenire» era
approdato nel 2000), ma più che altro un incessante lavoro di scavo nella
tradizione simbolica e popolare. Erano nati così libri come Bestiario ed
Erbario, la «trilogia italiana» composta da Calendario, Santi d'Italia e
Lunario. Era nato così, più che altro, l'ambizioso progetto di una rilettura
sistematica dell'immaginario tradizionale, avviata nel 1997 con Florario e
proseguito negli anni successivi con Planetario, Volario e Acquario (tutti
editi da Mondadori).
Abbandonata Torino, dimenticata Milano, lasciata perfino la Roma simbolica a
cui aveva dedicato più di uno studio, viveva con la moglie Marina Cepeda
Fuentes nella provincia laziale, quasi a dare rappresentazione plastica al
ruolo appartato che si era ritagliato all'interno del nostro panorama
culturale. Perfino la malattia con cui ha a lungo lottato aveva contribuito
ad accentuare il suo profilo di erudito vagamente eccentrico, proprio come
«fuori centro» (fuori posto?) erano sembrati i suoi compagni di viaggio
negli anni della Rusconi. Personaggi straordinari come Rodolfo Quadrelli ed
Emanuele Samek Lodovici, morti giovani entrambi. O, meglio, andati avanti
prima, per preparargli un posto.
Avvenire - 20/5/03
Onore a lui.
"Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis; requiescant in paca. Amen."