Il giorno dell'orgoglio massonico
PESARO
Nel giorno dell'orgoglio massonico sono stati in pochi tra i circa 240 «fratelli» iscritti alle logge pesaresi a mancare l'appuntamento.
Il tema del convegno (società multietnica ed immigrazione) organizzato dal Grande Oriente era di quelli tosti.
Nonostante questo in pochi hanno mollato gli ormeggi, consci che al di là del confronto specifico era importante l'occasione in sè, il voler uscire allo scoperto dopo gli anni delle inchieste, delle polemiche e di un clima che i massoni italiani hanno spesso definito «da caccia alle streghe».
Eppure dopo gli interventi - a tema - di Ilaro Barbanti, Donatella Corvatta, Luigi Minardi, Paolo Camillini, Paolo Chiozzi, Marco Cangiotti, il gran maestro del Grande Oriente avvocato Gustavo Raffi ha spiegato che «questo appuntamento è importante soprattutto per i massoni che hanno capito che in democrazia è importante comunicare, avere un linguaggio, tornare a far parte della società». Per l'avvocato Raffi è un ritorno alle origini della massoneria: «Quella che nel settecento ha rappresentato un faro di civiltà, da cui è nato l'Illuminismo e le libere associazioni che sono alla base dei partiti moderni. Partendo da questo e dalla necessità di avere una comunicazione e di giocare un ruolo nella società tutto è stato facile, anche confrontarsi con chi la pensa in modo diverso, ha altri punti di riferimento sociale, culturale e religioso». E, guardando la sala piena, anche di esponenti della Compagnia delle Opere vicina a Comunione e Liberazione, ha aggiunto: «Se qualche anno fa qualcuno avesse proposto dentro la Massoneria o anche dentro Cielle, un confronto di questo tipo sarebbe stato un'eresia. Invece ora è qualcosa di diverso, come diceva Locke "l'eresia di oggi è l'ortodossia di domani"».
Raffi, da vecchio repubblicano mazziniano, ha fatto la difesa di una scuola «per tutti», «non confessionale», che può anche «non essere pubblica, ma deve avere precisi requisiti, standard, nei docenti e negli accessi». E' il passaggio fondamentale del discorso sulla società multietnica e non a caso passa per la scuola: «Noi mettiamo al centro l'uomo — dice il gran maestro — e così diventa più facile confrontarsi con tutti». Da segnalare in platea la presenza, tra gli altri, del senatore Giuseppe Mascioni e del consigliere regionale Gilberto Gasperi.