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    Dalla parte del torto!
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    Predefinito Articolo di Massimo Fini

    Capisco l'ansia di Gianfranco Fini di voler essere il "primo della classe" nelle proteste contro le dichiarazioni del presidente iraniano, gravi ed inaccettabili, ma non più gravi ed inaccettabili di quelle del presidente americano che non una , ma più volte, ha detto di voler cancellare dalle
    mappe del mondo gli "Stati canaglia" fra cui comprende l'Iran, e che in un paio di casi - Afghanistan e Iraq - non si è limitato ad affermare, ma ha reso concrete quelle minacce. Capisco quest'ansia, perché il presidente di An ha una lunghissima coda di paglia avendo militato per anni in un partito, l'Msi, che si richiamava al fascismo su cui pesa la vergogna, e la criminalità, di aver emanato leggi antisemite.
    Ma Fini è un ministro degli Esteri e ha il dovere di far prevalere, sui suoi interessi personali, quelli nazionali. Un ministro degli Esteri, dunque, non può partecipare ad una manifestazione indetta da un giornale di parte contro
    uno Stato con cui intratteniamo relazioni diplomatiche; non ha la libertà di Giuliano Ferrara o di qualsiasi altro privato cittadino che voglia manifestare la propria solidarietà con lo Stato d'Israele. Questo per la forma. Per la sostanza il ministro degli Esteri non può non sapere (come lo
    sa il ministro della Difesa Antonio Martino che infatti è stato molto più cauto astenendosi da manifestazioni plateali) che, dopo Nassiriya, la sostanziale incolumità dei nostri soldati è stata garantita dai servizi segreti iraniani che, nella parte sciita del territorio iracheno, hanno un'influenza determinante.Né può ignorare che, con l'Iran , l'Italia
    intrattiene importanti scambi commerciali. Né può pensare di poter trattare l'Iran allo stesso modo dell'Iraq come vorrebbero americani ed israeliani. L'Iran non è l'Iraq; è un grande e popoloso Paese di antichissima cultura
    (la Persia) e i suoi dirigenti non possono essere trattati da criminali. Perché non sono criminali. Eccessi verbali a parte, la Repubblica islamica d'Iran , nel suo quarto secolo di vita, non ha mai aggredito alcun Paese ma è stata al contrario aggredita (da Saddam Hussein cui gli occidentali,quando si profilava la vittoria iraniana, fornirono le famose armi
    chimiche).Saddam era un dittatore, l'Iran è una teocrazia che non è la democrazia di tipo occidentale ma non può essere nemmeno confusa col potere di uno solo. Ecco perché le dichiarazioni di ini, dopo l'incontro con Sharon("un Iran in possesso di un'arma nucleare sarebbe un grave pericolo non solo per Israele ma per tutta la comunità internazionale") sono irrealistiche esolo un favore reso alle leads americane. Innanzitutto l'Iran sta perseguendo un programma di nucleare ad usi civili e da tempo in trattative con Gran Bretagna, Germania e Francia per avere aiuti in questo senso,
    disposta in cambio, ad accettare ispezioni. Inoltre un Iran armato nuclearmente non sarebbe un pericolo per nessuno. Ho già scritto su questo, ma preferisco far svolgere il ragionamento all'insospettabile e autorevole commentatore americano William Pfaff che ne ha scritto sull'Herald Tribune
    il 13/8. Nessuna media potenza nucleare , dice in sostanza Pfaff, può osare di usare l'atomica perché ciò "avrebbe per l'aggressore risultati catastrofici". Inoltre, Pfaff fa notare che è stata proprio la politica aggressiva degli americani "a rendere le armi nucleari ancora più attraenti per i Paesi che non le hanno: sono una risorsa politica e un deterrente
    contro attacchi stranieri" (e infatti l'Iraq è stato attaccato, la Corea no). E un altro osservatore insospettabile, Sergio Romano, fa osservare come l'Iran sia "circondato da potenze che possono raggiungere il suo territorio con le loro armi nucleari: la Russia, l'India, il Pakistan, la Cina, Israele
    e, di là dalle frontiere irachene, gli Stati Uniti... perché dovrebbe sottostare al possibile ricatto di uno Stato nemico?". In realtà, dice un altro insospettabile studioso americano, John Mearsheimer, lo scopo della politica di non proliferazione non è affatto quello di prevenire possibili
    pericoli nucleari, "ma di prevenire tutto ciò che può limitare la libertà d'azione degli Stati Uniti nei loro rapporti con gli altri Paesi: perché uno Stato dotato di armi nucleari diventa inattaccabile".

    IL GAZZETTINO 6-11-05
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  2. #2
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    Predefinito

    ( Massimo Fini, per sua asserzione, è nato da madre ebrea e da padre non ebreo.Quindi per la legge religiosa ebraica , in cui vige il matriarcato, è un ebreo a tutti gli effetti. Non lo sarebbe stato se la madre fosse stata una non ebrea e il padre invece, ebreo.Condividiamo, in generale, molte delle cose che Massimo Fini va scrivendo, ma ,a questo punto ,gli va fatto notare che le leggi razziali del 1938 non erano state approvate solamente nei riguardi degli ebrei ma anche degli ebrei.Vadasi a leggere il testo che forse nemmeno conosce.E le leggi razziali furono concordate con il Vaticano, cosa che tutti i carognoni di casa nostra sottacciono.Vedere l'articolo allegato.

    Merimar)
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  3. #3
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    Predefinito articolo allegato

    Dal Bollettino della Federazione Nazionale Combattenti della RSI dicembre 2000.

    LE LEGGI RAZZIALI

    "Il problema razziale... è in relazione con la conquista dell'Impero.Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà".
    Mussolini
    "Razzismo" è un termine analogico cui nel tempo sono stati attribuiti tanti significati affini quante erano le convinzioni antropologiche, etiche, politiche e religiose di coloro che lo usavano.
    Negli ultimi cinquantanni, attraverso l'arbitraria commistione dei concetti religiosi di colpa e peccato, ha subito uno stravolgimento semantico che ha prodotto l'aberrante equazione: razzismo= delitto contro l'umanità.
    Ne è sorto un mostruoso dogma laico che esige ostracismo, persecuzione e carcere.Basta sostenere, ad esempio, che è compito dello Stato la difessa della razza mediante la promozione dello sviluppo psichico, fisico e spirituale dei cittadini, perchè possano scattare pesanti misure giudiziarie.Il peggiore delitto imputato al Fascismo consiste infatti nell'aver promulgato le leggi razziali.
    Orbene, la ricerca storica cui fa riferimento il comunicato stampa qui riportato, dimostra che, nell'ideare, teorizzare e formulare le leggi medesime fu coinvolto in prima persona il Vaticano.
    Comunicato Stampa (1.10.2000)
    A seguito dei fatti di Verona, ampiamente enfatizzati dai media e connotati dall'assurdo atteggiamento della Diocesi di quella città, la quale, dopo aver ingiustamente avallato inesistenti titoli accademici del millantatore Marsiglia, si è sentita in dovere di stigmatizzare il "razzismo" di improbabili naziskin, questa Federazione ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni tese a porre nella giusta luce le circostanze che videro lo Stato italiano e quello del Vaticano formulare ed approvare concordemente le Leggi razziali.
    Le prove di quanto asseriamo sono esposte nella rigorosa ricerca storica:" La segregazione amichevole" (R. Taradel-B.Baggi, editori Riuniti- Roma, 2000).
    Nel 1850,ancora esule a Napoli, Pio IX diede vita alla rivista "La Civiltà Cattolica", di cui istituì il Collegio degli scrittori" ( tutti Gesuiti) e ne controllò l'opera.Con l'avvento di Leone XIII e grazie alla sua supervisione,sull'onda dell'Affaire Dreyfus , nel 1880 la rivista riscoprì la "questione ebraica" e incitò i governi ad emanare "... leggi specifiche che facessero tornare gli ebrei nella loro condizione originaria di subordinati" (ibidem XI).
    Si concretizza così il proseguimento di quella invero singolare segregazione da sempre attuata dal Vaticano, al fine di convertire al cristianesimo le disperse genti ebraiche attraverso provvedimenti costrittivo-cautelativi: in questa ottica vanno intesi i rapporti fra il Vaticano e i fondatori del sionismo,nato e sviluppatosi proprio in quegli anni, in relazione alla richiesta di questi ultimi di potersi insediare in Palestina.
    Significativo a tal proposito l'incontro fra Teodor Herzl e Papa Pio X,nel 1904 poco prima della morte di Herzl.Costui , vero creatore del mito sionista e primo leader del movimento, già nel 1893 aveva pensato di chiedere udienza al papa al quale intendeva dire:" Aiutateci contro l'antisemitismo ed io guiderò un grande movimento per la libera e onorevole conversione degli ebrei al cristianesimo".
    Da questo incontro,comunque, non era emerso nulla di concreto in quanto il papa aveva ribadito il suo diniego al disegno sionista di ritorno alla Palestina, se prima gli ebrei non si fossero convertiti al cattolicesimo.Sull'autenticità e onestà del disegno herzliano di conversione in massa al cattolicesimo degli ebrei sionisti fa fede la clamorosa conversione al cattolicesimo del figlio di Herzl nel 1924, conversione avvenuta pur in assenza del permesso di accedere in Palestina.
    Seguendo siffatta linea, "la Civiltà Cattolica" giunse a diffondere proposizioni tristemente premonitrici:" ..perocchè la strapotenza alla quale il diritto rivoluzionario li ha ( gli ebrei n.d.r.) oggi innalzati, viene scavando loro sotto i piedi un abisso pari nella profondità all'altezza alla quale sono assurti. E se scoppia il turbine che in Francia, in Germania, nell'Austria, nella Romania e nell'Italia con questa loro strapotenza vengono provocando, traboccheranno in un precipizio che sarà per avventura senza esempio..."( cf.1898, serie XVII,vol.I, pag. 287).
    La parola " razzismo" venne pronunciata per la prima volta da un pontefice nel corso dell'allocuzione in data 28.7.1938: " Ecco la risposta della Chiesa, ecco che cosa è per la Chiesa il vero,il proprio, il sano razzismo, degno degli uomini singoli nella loro grande collettività.Tutti ad un modo; tutti oggetto dello stesso materno affetto, tutti chiamati..ad essere tutti, nel proprio paese, nelle particolari nazionalità di ognuno, nella particolare razza, i propagatori di questa idea così grande e magnificamente materna, umana, anche prima che cristiana ( cfr."Osservatore Romano" del 29.7.1938).
    Atteso che nella Dottrina del Fascismo è previsto che:" Lo Stato fascista non rimane indifferente di fronte al fatto religioso e quella particolare religione positiva che è il cattolicesimo...", le Leggi Razziali, vennero concordate in sintonia col Vaticano.La citata ricerca chiarisce fra l'altro che gli esponenti di "La Civiltà Cattolica" convennero con Giacomo Acerbo e Nicola Pende, estensori della Legge in questione, nell'adottare la discutibile assimilazione dei concetti di razza e nazione.Questo è il commento degli Autori:"..il concetto di razza elaborato dagli ideologi del P.N.F.,... coincide perfettamente con il concetto di nazione elaborato da "La Civiltà Cattolica" tra il 1938 e il 1939.Inoltre, padre Messineo, incaricato da Pio XII per le controversie razziali, nella prefazione al libro "I problemi della razza", di Giacomo Acerbo, scrisse:" Siamo così di fronte ad un concetto di razza che anche il più meticoloso assertore dei valori spirituali e trascendenti potrà accettare senza riserva (cfr. "la Civiltà Cattolica",1940, vol.III, pag, 218).
    Quindi, il libro in esame reca le prove inoppugnabili
    atte a smantellare il persistente equivoco cui ha dato origine la falsificazione storica posta in atto dal Vaticano e dai vincitori della II Guerra Mondiale al fine di occultare le respettive responsabilità e far ricadere colpe e biasimo soltanto sul governo fascista.
    Le responsabilità degli angloamericani nella persecuzione degli ebrei e quelle degli ebrei stessi( specialmente degli ambienti sionisti filonazisti), sono state ampiamente dimostrate in ricerche storiche di grande diffusione.
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  4. #4
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    Thumbs up Re: Articolo di Massimo Fini

    Testo originale scritto da Rodolfo
    Capisco l'ansia di Gianfranco Fini di voler essere il "primo della classe" nelle proteste contro le dichiarazioni del presidente iraniano, gravi ed inaccettabili, ma non più gravi ed inaccettabili di quelle del presidente americano che non una , ma più volte, ha detto di voler cancellare dalle
    mappe del mondo gli "Stati canaglia" fra cui comprende l'Iran, e che in un paio di casi - Afghanistan e Iraq - non si è limitato ad affermare, ma ha reso concrete quelle minacce. Capisco quest'ansia, perché il presidente di An ha una lunghissima coda di paglia avendo militato per anni in un partito, l'Msi, che si richiamava al fascismo su cui pesa la vergogna, e la criminalità, di aver emanato leggi antisemite.
    Ma Fini è un ministro degli Esteri e ha il dovere di far prevalere, sui suoi interessi personali, quelli nazionali. Un ministro degli Esteri, dunque, non può partecipare ad una manifestazione indetta da un giornale di parte contro
    uno Stato con cui intratteniamo relazioni diplomatiche; non ha la libertà di Giuliano Ferrara o di qualsiasi altro privato cittadino che voglia manifestare la propria solidarietà con lo Stato d'Israele. Questo per la forma. Per la sostanza il ministro degli Esteri non può non sapere (come lo
    sa il ministro della Difesa Antonio Martino che infatti è stato molto più cauto astenendosi da manifestazioni plateali) che, dopo Nassiriya, la sostanziale incolumità dei nostri soldati è stata garantita dai servizi segreti iraniani che, nella parte sciita del territorio iracheno, hanno un'influenza determinante.Né può ignorare che, con l'Iran , l'Italia
    intrattiene importanti scambi commerciali. Né può pensare di poter trattare l'Iran allo stesso modo dell'Iraq come vorrebbero americani ed israeliani. L'Iran non è l'Iraq; è un grande e popoloso Paese di antichissima cultura
    (la Persia) e i suoi dirigenti non possono essere trattati da criminali. Perché non sono criminali. Eccessi verbali a parte, la Repubblica islamica d'Iran , nel suo quarto secolo di vita, non ha mai aggredito alcun Paese ma è stata al contrario aggredita (da Saddam Hussein cui gli occidentali,quando si profilava la vittoria iraniana, fornirono le famose armi
    chimiche).Saddam era un dittatore, l'Iran è una teocrazia che non è la democrazia di tipo occidentale ma non può essere nemmeno confusa col potere di uno solo. Ecco perché le dichiarazioni di ini, dopo l'incontro con Sharon("un Iran in possesso di un'arma nucleare sarebbe un grave pericolo non solo per Israele ma per tutta la comunità internazionale") sono irrealistiche esolo un favore reso alle leads americane. Innanzitutto l'Iran sta perseguendo un programma di nucleare ad usi civili e da tempo in trattative con Gran Bretagna, Germania e Francia per avere aiuti in questo senso,
    disposta in cambio, ad accettare ispezioni. Inoltre un Iran armato nuclearmente non sarebbe un pericolo per nessuno. Ho già scritto su questo, ma preferisco far svolgere il ragionamento all'insospettabile e autorevole commentatore americano William Pfaff che ne ha scritto sull'Herald Tribune
    il 13/8. Nessuna media potenza nucleare , dice in sostanza Pfaff, può osare di usare l'atomica perché ciò "avrebbe per l'aggressore risultati catastrofici". Inoltre, Pfaff fa notare che è stata proprio la politica aggressiva degli americani "a rendere le armi nucleari ancora più attraenti per i Paesi che non le hanno: sono una risorsa politica e un deterrente
    contro attacchi stranieri" (e infatti l'Iraq è stato attaccato, la Corea no). E un altro osservatore insospettabile, Sergio Romano, fa osservare come l'Iran sia "circondato da potenze che possono raggiungere il suo territorio con le loro armi nucleari: la Russia, l'India, il Pakistan, la Cina, Israele
    e, di là dalle frontiere irachene, gli Stati Uniti... perché dovrebbe sottostare al possibile ricatto di uno Stato nemico?". In realtà, dice un altro insospettabile studioso americano, John Mearsheimer, lo scopo della politica di non proliferazione non è affatto quello di prevenire possibili
    pericoli nucleari, "ma di prevenire tutto ciò che può limitare la libertà d'azione degli Stati Uniti nei loro rapporti con gli altri Paesi: perché uno Stato dotato di armi nucleari diventa inattaccabile".

    IL GAZZETTINO 6-11-05
    “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”

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  5. #5
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    Testo originale scritto da STAMPO ITALIANO
    ( Massimo Fini, per sua asserzione, è nato da madre ebrea e da padre non ebreo.Quindi per la legge religiosa ebraica , in cui vige il matriarcato, è un ebreo a tutti gli effetti. Non lo sarebbe stato se la madre fosse stata una non ebrea e il padre invece, ebreo.Condividiamo, in generale, molte delle cose che Massimo Fini va scrivendo, ma ,a questo punto ,gli va fatto notare che le leggi razziali del 1938 non erano state approvate solamente nei riguardi degli ebrei ma anche degli ebrei.Vadasi a leggere il testo che forse nemmeno conosce.E le leggi razziali furono concordate con il Vaticano, cosa che tutti i carognoni di casa nostra sottacciono.Vedere l'articolo allegato.

    Merimar)
    non capisco cosa possa intrarci qua una polemica sulle leggi razziali del 1938...
    mi sembra che il succo del discorso fosse ben altro...
    (a volte ho la netta sensazione che godiamo come pazzi a tirarci le martellate sui "gioielli di famiglia")

  6. #6
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    Testo originale scritto da Wandervogel
    non capisco cosa possa intrarci qua una polemica sulle leggi razziali del 1938...
    mi sembra che il succo del discorso fosse ben altro...
    (a volte ho la netta sensazione che godiamo come pazzi a tirarci le martellate sui "gioielli di famiglia")
    è vera una cosa,gli unici a poter parlar male degli ebrei sono gli ebrei.
    diciamo che massimo fini si vuole accreditare come il Noam Chomsky nostrano.
    Niente di male,posso anche condividere i suoi argomenti ma intimamente diffido del personaggio.E' più forte di me.

  7. #7
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    Testo originale scritto da VoX NOiR
    è vera una cosa,gli unici a poter parlar male degli ebrei sono gli ebrei.
    diciamo che massimo fini si vuole accreditare come il Noam Chomsky nostrano.
    Niente di male,posso anche condividere i suoi argomenti ma intimamente diffido del personaggio.E' più forte di me.
    Diffido
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  8. #8
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    Si può diffidare sul fatto che Organi di Stampa, legati alle lobby e Partiti, dedichino spazio a intellettuali scomodi e politicamente scorretti. Non si può diffidare sull'ebraicità o presunta di una delle poche voci controcorrente. E' un limite.

  9. #9
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    Testo originale scritto da Meridius
    Si può diffidare sul fatto che Organi di Stampa, legati alle lobby e Partiti, dedichino spazio a intellettuali scomodi e politicamente scorretti. Non si può diffidare sull'ebraicità o presunta di una delle poche voci controcorrente. E' un limite.

    guarda,la cosa bizzarra è che ti do pienamente ragione.
    cerco di ascoltare solo ciò che dice e 99 volte su cento mi trovo ad essere in pieno accordo con M.Fini.
    Ma poi di colpo mi entra dentro un tarlo che mi dice : "ma questo dove vuole andare a parare".
    ripeto.E' più forte di me.

  10. #10
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    Testo originale scritto da STAMPO ITALIANO
    ( Massimo Fini, per sua asserzione, è nato da madre ebrea e da padre non ebreo.Quindi per la legge religiosa ebraica , in cui vige il matriarcato, è un ebreo a tutti gli effetti. Non lo sarebbe stato se la madre fosse stata una non ebrea e il padre invece, ebreo.Condividiamo, in generale, molte delle cose che Massimo Fini va scrivendo, ma ,a questo punto ,gli va fatto notare che le leggi razziali del 1938 non erano state approvate solamente nei riguardi degli ebrei ma anche degli ebrei.Vadasi a leggere il testo che forse nemmeno conosce.E le leggi razziali furono concordate con il Vaticano, cosa che tutti i carognoni di casa nostra sottacciono.Vedere l'articolo allegato.

    Merimar)
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