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Discussione: Ballisti!!!!

  1. #411
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    In Origine Postato da MrBojangles


    "Le regole si fanno con un ampio margine di consenso e devono essere neutre, non come vuole qualcuno della maggioranza, per favorire questo o quello schieramento"
    (Enrico La Loggia, Forza Italia, 26 agosto 2000)

    "Quella della maggioranza è una sopraffazione. Si accomodino pure, ma ne risponderanno al Paese e si troveranno contro un'opposizione agguerrita"
    (Renato Schifani, Forza Italia, Ansa, 26 agosto 2000)

    "E' un segnale di degrado istituzionale pensare di cambiare la legge elettorale in piena campagna elettorale e in più senza il consenso dell'opposizione"
    (Adolfo Urso, An, Ansa, 26 agosto 2000)

    "Siamo fuori tempo massimo: in campagna elettorale non si cambiano le regole"
    (Silvio Berlusconi, Ansa, 26 agosto 2000)

    "Il centrosinistra non si azzardi a tentare di approvare da solo una legge elettorale. Mobiliteremo i nostri gruppi parlamentari e gli faremo vedere i sorci verdi. Del resto alla ripresa dei lavori parlamentari inizieremo a Montecitorio una battaglia politica contro l'attuale maggioranza su ogni tema in discussione"
    (Gustavo Selva, An, Ansa, 27 agosto 2000)

    "Si provino a fare le riforme da soli... Non mancherà la nostra risposta. Pensare di fare la riforma elettorale da soli significa calpestare le regole della democrazia che vanno invece sempre condivise"
    (Gianfranco Fini, An, Ansa, 3 ottobre 2000)
    Mai da soli/2

    "Se su quella proposta elettorale vogliono andare avanti, facciano pure, ma sia chiaro fin d'ora che il tentativo di imporci una legge elettorale di parte aprirebbe uno scontro parlamentare senza precedenti e la responsabilità ricadrebbe interamente su di loro... Straparlano. Naturalmente possono dire ciò che vogliono, ma resta il fatto che fino ad oggi hanno cercato di far passare per buona e accettata una proposta di legge concepita esclusivamente a loro uso e consumo. Un atteggiamento inaudito e intimidatorio".
    (Beppe Pisanu, Forza Italia, Ansa, 3 ottobre 2000).

    "Una legge elettorale fatta a colpi di maggioranza, per di più votata in piena campagna elettorale, rappresenterebbe uno strappo istituzionale che allontanerebbe l'Italia dall'Europa, danneggiandone seriamente la sua credibilità. Per una nuova legge elettorale siamo fuori tempo massimo. Se dovessimo procedere su quella strada in piena campagna avremmo il caos senza il cancelliere".
    (Giulio Tremonti, Forza Italia, Ansa, 3 ottobre 2000).

    "Non esistono più le condizioni tecniche e politiche che consentano di proseguire nel confronto. Sarebbe quindi inaccettabile se in questa situazione la sinistra pensasse di potersi fare da sola la sua legge elettorale".
    (comunicato congiunto di Berlusconi, Fini, Casini e Bossi, Ansa, 4 ottobre 2000).

    "Se il centrosinistra decidesse di andare avanti da solo, sarebbe un altro imbroglio: ho sempre sostenuto che hanno la mentalità nazista. Adesso hanno la possibilità di dimostrarlo. Vediamo se avranno il coraggio di approvarsi da soli la legge elettorale. Li aspettiamo, in Parlamento e nelle piazze".
    (Umberto Bossi, Lega Nord, Ansa, 5 ottobre 2000).

    "Nemmeno Milosevic provò a cambiare le regole elettorali a campagna elettorale in corso".
    (Giuliano Urbani, Forza Italia, Ansa, 15 novembre 2000).

  2. #412
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    Mr. Bojangles sei un mito!!!

  3. #413
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    12:28
    Berlusconi: "Nessuno slittamento delle elezioni"
    "Non credo che ci sarà uno slittamento a maggio del voto".
    Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi, rispondendo a una domanda dei giornalisti.

    E dunque, il voto slitterà a maggio...

  4. #414
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    Pil: Berlusconi, in 2006 possibile crescita mezzo punto
    Intervento al Cnel, nel 2005 possibile crescita media 0,2%
    (ANSA)-ROMA,12 OTT
    - Per Silvio Berlusconi nel 2006 la crescita del Pil 'potrebbe risultare nell'ordine del mezzo punto percentuale'. Questo sulla base della considerazione del miglioramento in atto nel 2/o semestre, afferma il premier nel discorso consegnato e non letto al CNEL.
    'Nel complesso -scrive Berlusconi- si puo' ritenere che la variazione del Pil nella media 2005 risultera' positiva (correggendo per il numero di giornate di lavoro, si potrebbe avere un incremento dello 0,2%)'.

  5. #415
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    GianfrancoFini:
    “L’avviso di garanzia a Craxi non è solo la fine di un leader, ma anche la fine ingloriosa di un regime in cui i segretari dei partiti di governo hanno accumulato negli anni più potere di qualsiasi dittatore. La scelta dei pm di Milano di emettere l’avviso di garanzia all’indomani delle elezioni amministrative dimostra che la magistratura milanese non fa politica, contrariamente a quanto sostenuto proprio dal segretario socialista”

    (Ansa, 15-12-92).
    “L’avviso di garanzia ad Andreotti per concorso esterno in associazione mafiosa è la fine del regime: lo dimostra l'autentico boato che ha salutato la notizia da me data alle migliaia di veronesi che affollavano il mio comizio… Pare proprio che il sistema si reggesse sulle tangenti e sulle organizzazioni criminali”
    (27-3-93).
    “Ormai mi sento a disagio nel frequentare questo Parlamento: chiederò ai gruppi parlamentari missini di valutare l'opportunità di non partecipare più ai lavori della Camera e del Senato”
    (Ansa, 28-3-93).
    “La gente i tangentisti li vuole in galera”
    (5-6-94).
    “Sono lieto che Di Pietro abbia detto di aver indagato in tutte le direzioni, io non ne avevo mai dubitato”
    (La Repubblica, 30-10-94).

    Umberto Bossi:
    “Sulle tangenti auguriamo al giudice Di Pietro di andare avanti a tutta manetta. Senza la Lega, ora Di Pietro sarebbe in un pilastro di cemento armato”

    (Ansa, 20-12-92).
    “Berlusconi sbaglia ad accusare i giudici di averlo colpito in base al principio della responsabilità oggettiva. Se così fosse, avrebbero dovuto avvisarlo già molti mesi fa, quando sono stati inquisiti i primi uomini Fininvest”
    (il Giornale, 23-11-94).

    Rocco Buttiglione:
    “La classe dirigente del partito (la Dc, nda) è da tempo sotto accusa a causa della corruzione dell’intero sistema politico. In un altro paese un politico onesto lancerebbe il suo guanto di sfida ai dirigenti e farebbe appello alla base democristiana, conducendo una battaglia interna al partito. In Italia, però, questo non è possibile perché i capi, saggiamente, hanno usato il denaro delle tangenti per comprarsi la base. Buona parte delle tessere sono fasulle”

    (Ansa, 25-10-92).
    “Se dietro le inchieste sulla corruzione c’è una manovra politica, non solo non è un’attenuante, ma un’aggravante per la politica. Se fosse giusta la convinzione che in Italia è del tutto impossibile che uno dei potenti sia chiamato a rispondere dei suoi misfatti da un giudice che fa semplicemente il suo mestiere, allora vorrebbe dire che la corruzione del sistema è giunta al limite estremo”
    (La Stampa, 27-8-92).

    Roberto Castelli:
    “A Craxi avrei voluto gridare: ‘Bettino, dov’è finita la fontana sparita a Milano?’”

    (Corriere della Sera, 4-8-93).
    “Non posso credere alla malattia di Craxi. Piuttosto condivido l’opinione di chi propone che Craxi sia posto sotto tutela coatta”
    (Ansa, 22-10-’97).

    Maurizio Gasparri:
    “Per noi Di Pietro è un mito”

    (23-7-94).
    “Di Pietro è meglio di Mussolini”
    (7-5-94).

    Ignazio La Russa.
    “Calcoli politici di Di Pietro? Mai. Chi lo pensa è in malafede. Starei per dire che è un farabutto”

    (6-12-94).

    Carlo Giovanardi:
    “Caro Di Pietro, sento il dovere di ringraziarLa per la professionalità ed il senso della misura con il quale conduce la difficile inchiesta a Lei affidata. Voglio esprimerLe la piena solidarietà per la coraggiosa azione Sua e dei Suoi colleghi, perché sappia che all’interno del cosiddetto Palazzo, ai piani alti come ai piani bassi, c’è chi fa il tifo per Lei. Perché, come giustamente Lei ha affermato in una intervista, il problema non è quello di criminalizzare entità astratte come i partiti: qui si tratta di aiutare gli onesti e le persone per bene, che sono in tutti i partiti, a difendersi dall’aggressione dei disonesti che con il malaffare lucrano ingenti risorse, parti delle quali vengono investite per comprare consenso politico e via così in una spirale perversa. E… la moneta cattiva scaccia quella buona. Finchè qualcuno, provvidenzialmente, non toglie dalla circolazione i falsari. Grazie dunque per il Suo impegno da un deputato Dc che … crede sia ancora possibile dimostrare che non è da ingenui avere fiducia nelle istituzioni”

    (lettera aperta diffusa in migliaia di copie tramite l’agenzia “Centralità – Area Forlani”, 20-5-1992).

    C’era un bel pezzo dell’attuale governo Berlusconi, tra il 1992 e il 1995, ai piedi di Antonio Di Pietro e del pool Mani Pulite. Nessuno si era ancora accorto che in Italia, dal 17 febbraio ’92, si combatteva una guerra civile, si consumava un colpo di Stato, si perpetrava una persecuzione ai danni dei partiti e dei leader anticomunisti da parte di un pool di marionette del Comintern. Ma soprattutto non se n’era accorto l’agnello sacrificale di quell’operazione sanguinaria: il cavalier Silvio Berlusconi. In quegli anni, nessuno osava attaccare Mani Pulite.
    Francesco Cossiga faceva un tifo sfegatato:
    “Ringrazio Dio tutte le mattine perché a Milano c’è una magistratura seria. Penso a cosa sarebbe successo se l’inchiesta su Tangentopoli non fosse finita in mano a un giudice come Di Pietro”
    (13-5-92).
    E il cardinale Camillo Ruini quasi:
    “Tangentopoli è anche frutto della radice del peccato.
    E come tale va condannata”

    (12-7-93).
    Elogi persino da Giuliano Ferrara:
    “Di Pietro non l’ho mai attaccato. Anzi, riconosco che la sua azione è stata provvidenziale per il passaggio a un altro sistema… Io ero più ‘dipietrista’ di quei malandrini che dicevano: ‘Lo scandalo riguarda solo Craxi’, perché in realtà riguardava tutti”

    (La Stampa, 8-2-95).

    E financo da alcuni inquisiti, figli di inquisiti e avvocati di inquisiti, magnificavano il pool e il suo leader.
    Bobo Craxi:
    “Di Pietro è una persona gentile”

    (19-12-93).
    Giulio Di Donato:
    “Di Pietro è un uomo equilibrato, serio e incisivo”

    (28-6-92).
    Paolo Pillitteri:
    “Di Pietro è una persona positiva, buona, cordiale, per quanto può esserlo uno che fa arrestare le persone”

    (L’Espresso, 28-6-92).
    “I pm sono l’accusa e devono battersi per la verità.
    Se Arnaldo (Forlani) nega l’evidenza, il pm si arrabbia. Il processo Cusani è diventato il processo al sistema, l’ho visto tutto in tv, è stato un grande momento di cinema verità”

    (La Stampa, 19-12-93).
    Cesare Previti:
    “Di Pietro dimostra ancora una volta d’essere un grande personaggio, la cui coerenza merita rispetto e ammirazione”

    (7-12-94).
    Gaetano Pecorella:
    “Le amicizie di un giudice (Di Pietro, nda), la sua vita privata, non possono essere usate per invocare irregolarità processuali. Gli unici rilievi che si possono legittimamente sollevare riguardano il rispetto delle regole alle quali gli inquirenti si devono attenere. E su questo fronte, finora, non mi sembra sia emerso nulla di rilevante”

    (11-9-92).
    Carlo Taormina:
    “Squillante manovrava la giustizia a favore dei potenti. In quanto a Previti, la sua posizione è indifendibile sul piano politico: non c’è avvocato al mondo che ha visto mai nella sua vita una parcella di quelle dimensioni (i 21 miliardi per la causa Imi-Sir, nda). Dovrebbe dimettersi da parlamentare per affrontare come qualsiasi altro cittadino la vicenda che lo riguarda. Quella che sta venendo alla luce è solo una minima parte del marcio che si è sedimentato oltre ogni limite a Roma”

    (La Stampa, 7-6-96);
    “Berlusconi deve fare non uno, ma dieci passi indietro, perché il suo conflitto permanente di interessi tra politica e magistratura da una parte, e la ricerca di una personale libertà dai processi dall’altra, impedisce la soluzione della questione giustizia… Il comportamento di Berlusconi è concussivo: strumentalizza milioni di voti, condizionando lo sblocco dei lavori della Bicamerale all’assoluzione in uno sterminato numero di processi o pretendendo spedizioni punitive contro i magistrati che si azzardano a intraprendere azioni penali per gravissime corruzioni giudiziarie…Ora la misura è colma”
    (Ansa, 11-5-98).

    (to be continued....forse)

  6. #416
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    Predefinito GRAZIE DI ESISTERE

    CONTINUA SII BUONO,
    grazie per quello che fai, la memoria non ha padroni

  7. #417
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    Predefinito Re: GRAZIE DI ESISTERE

    In Origine Postato da grilloparlante
    CONTINUA SII BUONO,
    grazie per quello che fai, la memoria non ha padroni
    Ma i padroni hanno tanti servi...

  8. #418
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    Predefinito Re: Re: GRAZIE DI ESISTERE

    In Origine Postato da MrBojangles
    Ma i padroni hanno tanti servi...
    giusto verissimo, anch'io lo sono stato mio malgrado, ho creduto in un movimento che ha tradito, deluso e deriso. Ma mi sono ricomprato la mia libertà...credo e spero per sempre
    amen

  9. #419
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    In Origine Postato da MrBojangles


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    [...]
    Forza Italia, Forza Di Pietro.
    Nessuna traccia, nelle esternazioni berlusconiane di allora, del mefistofelico complotto ordito da Mani Pulite e Botteghe Oscure per “eliminare i partiti liberaldemocratici e portare al potere i comunisti”.
    Anche perché di comunisti in circolazione, a Milano, il pool ne aveva lasciati pochini.
    “Sono molto orgoglioso - confessava il Cavalier Fra'Inteso il 5 febbraio ’93 - di essere uscito dal settore delle opere pubbliche da vent’anni.
    Se avevo fiutato le tangenti?
    Me le hanno chieste! Ne sono uscito perchè era un sistema che giudicavo inaccettabile”.

    Replay ancora più esplicito nel discorso della “discesa in campo”, con calza di nylon e finta libreria:
    “La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi. L’autoaffondamento dei vecchi governanti, schiacciati dal peso del debito pubblico e al sistema del finanziamento illegale dei partiti, lascia il Paese impreparato e incerto nel momento difficile del rinnovamento e del passaggio a una nuova Repubblica”
    (26-1-94).
    Niente golpe: autoaffondamento e finanziamento illegale.

    Vinte le elezioni, il Cavalier Complotto tenta di ingaggiare Di Pietro “nella mia squadra”, come ministro dell’Interno.
    Il pm rifiuta, ma lui gli promette, per il futuro, il posto di capo della Polizia o dei servizi segreti.
    Cariche, queste, che difficilmente si offrono a un golpista.
    “Questo governo
    - annuncia presentando la “squadra” al Senato - è schierato dalla parte dell’opera di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistrati.
    No ai colpi di spugna.
    Da questo governo non verrà mai messa in discussione l’indipendenza dei magistrati”

    (16-5-94).
    Poi lo scandalo della Guardia di Finanza, il decreto Biondi, l’arresto del fratello Paolo e il famoso invito a comparire.
    Primo firmatario: Di Pietro.
    La prova decisiva del complotto e dell’accanimento persecutorio?
    Nemmeno per sogno
    , anche perché il primo che si dimette non è Berlusconi: è Di Pietro.
    “Un magistrato
    – lo piange il Cavalier Coccodrillo - che si è conquistato con il suo lavoro il rispetto degli italiani… Le sue inchieste esprimevano una grande ansia di verità. Le sue dimissioni lasciano l’amaro in bocca”
    (6-12-94).
    “Di Pietro in politica potrebbe essere un’ottima cosa... La sua spinta alla moralizzazione sarebbe un patrimonio prezioso per il Paese… Ho sempre riconosciuto il ruolo svolto dai magistrati nella lotta al sistema perverso della Prima Repubblica. E le tv e i giornali della Fininvest sono sempre stati in prima linea nel difendere i magistrati e in particolare Antonio Di Pietro. Dal Tg5 al Tg4 a Panorama a Epoca al Giornale.
    Anche quando le inchieste si sono indirizzate contro dirigenti del gruppo, le ho criticate… ma sempre ricordando il merito complessivo della magistratura, e di Di Pietro soprattutto… Le intemperanze di Sgarbi non possono far dimenticare tutto l’appoggio dato dalle reti e dai giornali Fininvest ai magistrati”

    (la Repubblica e Il Messaggero, 8-12-94).

    Lo stesso Sgarbi fu sorpreso un anno dopo in atteggiamenti inequivoci, sottobraccio a Borrelli, alla buvette del palazzo di giustizia: era il 16 gennaio ’96, giorno della prima udienza del processo Berlusconi-Guardia di Finanza.
    “Borrelli – strisciò Sgarbi - lo ammiro, è caustico, con l’occhio fine, non è certo un Di Pietro”.
    Fu allora che il Cavalier Imputato scoprì che i processi erano una cosa seria: allora, dolorosamente, rivide il suo giudizio sul pool e si avvide dell’orrendo golpe che per anni gli era passato sotto il naso.
    In simultanea, anche i giornali e le tv Fininvest scoprirono di aver sbagliato tutto.
    E si emendarono.

    Il tradimento dei chierici.
    Anche gli intellettuali, nella migliore tradizione italiana, iniziarono la guerra da una parte e la finirono dall’altra.
    All’inizio, nel 1992, erano quasi tutti con Mani pulite.
    E non prudentemente, con i piedi di piombo: sfrenatamente.
    Poi, appena il potere riprese un po’ di fiato, annusarono l’aria che cambiava e si misero “a vento”.
    Oggi sono quasi tutti contro Mani pulite.
    Senza neppure aver chiesto scusa per l’errore.
    Anche perché non è la prima volta che cambiano cavallo; hanno passato una vita a praticare il più antico mestiere d’Italia.

    Il reverendo Gianni Badget Bozzo, già cappellano di Tambroni e poi di Craxi, nel ’92 si smarca subito dal Garofano che l’ha persino mandato a Strasburgo:
    “Se Craxi fosse andato a Milano e avesse chiesto perdono, sarebbe stato fischiato ma anche assolto.
    Via del Corso adesso è il luogo del silenzio. La discussione va fatta fuori, per riprendere il rapporto con la gente. C’è un problema morale, prima che politico. Nel centenario del Psi, un atto collettivo di presenza per chiedere scusa per le tangenti incassate sarebbe stato un atto comprensibile, che la gente avrebbe capito… Persino il Pci, che era il partito-verità, ha dovuto dire ‘ho sbagliato’…”

    (La Stampa, 12-9-92).
    E quando il pool presenta la sua soluzione per Tangentopoli, eccolo pronto con l’aspersorio a benedire le truppe in partenza per il fronte:
    “I parlamentari debbono accettare la mano aperta del pool. Nemmeno questo Parlamento ha mostrato di avere l’autorità di regolare con legge i reati di concussione, di corruzione, di violazione del finanziamento pubblico… Borrelli, Di Pietro, gli altri giudici hanno inteso che solo loro potevano spegnere il mito del capro espiatorio e garantire la laicità della giustizia occidentale, che ha coscienza del proprio limite… Di Pietro ha impressionato per la sua dignità, il suo riserbo, la sua schietta popolarità. E’ una persona in cui gli italiani credono, ma in lui come pubblico ministero, come uomo del dovere quotidiano, di cui il Paese vive”
    (Panorama, 16-9-94).

    Un altro esemplare tipico di intellettuale all’italiana è Ferdinando Adornato, ex Pci, ex Pds, già direttore della sfortunata rivista Liberal, poi editorialista del Giornale e infine deputato di Forza Italia.
    Indovinate con chi stava negli anni ruggenti di Mani Pulite:
    “La parola d’ordine – scriveva sarcastico - è: abbasso il protagonismo dei giudici.
    Se la si sussurra, o meglio, se la scandisci con tono ostile nei confronti del pool Mani Pulite la porta si apre. E, di colpo, entri in uno dei nuovi, più selezionati club della nazione: il comitato nazionale per il superamento di Montesquieu.
    Del club, nato dopo Tangentopoli, fanno parte politici, giornalisti, intellettuali.
    Ex di Lotta continua, ex Psi, socialisti, dirigenti miglioristi del Pds e antimiglioristi del manifesto.
    Tutti stufi della tripartizione dei poteri sancita nel pensiero giuridico da oltre due secoli.
    Legislativo, giuridico ed esecutivo sono poteri ‘normali’.
    Gli aderenti al club ne hanno a cuore un quarto, superiore a tutti: il potere partitico.
    E, in suo nome, sono pronti a etichettare ogni mossa, giusta o sbagliata, del pool Mani pulite come prova di un tentativo di golpe.
    Tutto fa brodo.
    I giudici non possono processare i politici.
    Non perché essi non abbiano rubato, ma perché … i politici ladri sono ‘compagni che sbagliano’.
    E chi li attacca è un nemico della democrazia.
    Perciò nel club non ci sono solo socialisti, ma anche tanti altri che da tanto tempo sostengono il primato della ‘politica’.
    Paolo Liguori, Napoleone Colajanni, Emanuele Macaluso, Giuliano Ferrara
    .
    Il cerchio si chiude...”

    (L’Espresso, 14-2-93).

  10. #420
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    Predefinito Re: Re: Re: GRAZIE DI ESISTERE

    In Origine Postato da grilloparlante
    giusto verissimo, anch'io lo sono stato mio malgrado, ho creduto in un movimento che ha tradito, deluso e deriso. Ma mi sono ricomprato la mia libertà...credo e spero per sempre
    amen
    Amico Grillo,
    fa' un altro passetto (sempre che non l'hai già fatto); leggiti i testi che ho già mandato a parecchi forumisti di POL ("L'odore dei soldi" e "Inchiesta sul sig. TV").
    Sono letture "leggere" e illuminanti; decongestionanti, quasi.
    Meglio di un ActiGrip.
    Basta un e-mail.

 

 
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