Risultati da 1 a 6 di 6

Discussione: Lukashenko

  1. #1
    Alvise
    Ospite

    Question Lukashenko

    Non vi piace Lukashenko?

  2. #2
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    Non avevo assolutamente postato qui il link del sito di solidarietà a Lukashenko con intenzione provocatoria.
    Essendo Lukashenko il leader del Partito Comunista Bielorusso (80% dei voti nel suo paese!) e ad est uno dei piu' grandi sostenitori della ricostituzione dell'URSS, pensavo che la cosa interessasse....
    <p><center>Europa Dei Popoli!
    http://www.slowplayers.org/SBSP/images/Animated_Scots_Flag.gif<p><center>

  3. #3
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    Lukashenko è amico e si è incontrato molte volte con Fidel Castro e recentemente anche con Chavez
    <p><center>Europa Dei Popoli!
    http://www.slowplayers.org/SBSP/images/Animated_Scots_Flag.gif<p><center>

  4. #4
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    Il testo integrale dell'intervento di Aleksandr Lukashenko al vertice ONU
    15 settembre 2005

    Signor Presidente,
    Volgere onestamente lo sguardo al mondo di oggi è la ragione per cui i capi di stato sono convenuti qui alle Nazioni Unite. Insieme dobbiamo affrontare la questione principale: stiamo conducendo i nostri paesi e l'umanità lungo la strada giusta? A questa domanda noi dobbiamo rispondere per noi stessi e per i nostri popoli. Senza fare questo non avremo alcuna possibilità di uscire da un vicolo cieco.
    Sono passati 15 anni dal momento del collasso del mio paese, l'URSS. Quell'avvenimento ha cambiato completamente l'ordine mondiale. L'Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale.

    Oggi il mondo è unipolare, con tutte le conseguenze che ne derivano.
    La Jugoslavia prima prosperosa è stata devastata ed è scomparsa dalla carta dell'Europa.
    L'Afghanistan da lungo tempo sofferente è diventato un focolaio di conflitti e narcotraffico.
    La sanguinosa guerra in Iraq è tuttora in corso. Il paese è diventato una fonte di instabilità per un'enorme regione.
    Sono tenuti a vista con le armi Iran e Nord Corea, Colombia, Cuba e altri stati.

    Belarus è un paese simile alla maggioranza di quelli che sono rappresentati in questa sala. Emersa dalle macerie della "guerra fredda", Belarus ha operato per diventare uno stato scientificamente e tecnologicamente avanzato, con una popolazione di dieci milioni di cittadini altamente istruiti e inclini alla tolleranza. L'ONU ci ha inserito tra i paesi avanzati con un alto livello di sviluppo umano.
    Come voi, dal pianeta non esigiamo nulla di più che pace e stabilità. Il resto lo creeremo da soli con i nostri sforzi.
    Nel mio paese non ci sono conflitti. Differenti nazionalità e etnie coesistono pacificamente in Belarus, praticando ognuna la propria religione e il proprio stile di vita.
    Non creiamo alcun problema ai nostri vicini, non avanziamo alcuna rivendicazione territoriale, non cerchiamo di influenzare la loro scelta della via di sviluppo.
    Abbiamo consegnato le nostre armi nucleari e volontariamente abbiamo rinunciato al diritto di successore nucleare dell'URSS.
    Oggi firmeremo la Convenzione Internazionale per la lotta agli atti di terrorismo nucleare. Dichiariamo anche di avere deciso di firmare il Protocollo Aggiuntivo all'Accordo tra la Repubblica di Belarus e l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica per l'Applicazione delle Garanzie collegate al Trattato di Non Proliferazione degli Armamenti Nucleari.
    Abbiamo creato una solida e soddisfacente unione con la Russia nostra vicina.
    Noi costruiamo il nostro paese con le nostre intelligenze, basandoci sulle nostre tradizioni.

    Ma dobbiamo constatare che proprio questa scelta del nostro popolo non piace a tutti. Non piace a coloro che aspirano a governare un mondo unipolare.
    E come lo governeranno?

    Se non ci sono conflitti, li creeranno.
    Se non ci sono pretesti per l'ingerenza, ne creeranno di immaginari.
    Per ottenere ciò, è stata trovata una bandiera molto conveniente: democrazia e diritti dell'uomo. E non nel loro significato originale di potere popolare e dignità personale, ma solamente ed esclusivamente nell'interpretazione dell'amministrazione USA.

    Forse che il mondo è veramente diventato così bianco e nero, privato delle sue diversità di civiltà, di tradizioni multicolori e di stili di vita che rispondono alle aspirazioni dei popoli?
    Naturalmente no! Molto più semplicemente questo è un conveniente pretesto e uno strumento di controllo su altri paesi.
    Purtroppo, l'ONU, che appartiene a tutti noi, permette che la si utilizzi come strumento di tale politica. Dico questo con particolare amarezza e pena come Presidente di uno stato-fondatore dell'ONU, di uno stato che nella Seconda guerra mondiale ha visto sacrificare la vita di un terzo del suo popolo per la libertà propria, dell'Europa e del mondo.
    La Commissione per i diritti dell'uomo emette continuamente risoluzioni su Belarus, Cuba e altri paesi. Vengono fatti tentativi per imporre tali risoluzioni anche all'Assemblea Generale dell'ONU.
    Ma come possono le Nazioni Unite concentrarsi su "problemi" immaginari, quando sono incapaci di vedere i veri disastri e catastrofi? Quelli che nessun altro oltre l'ONU in quanto comunità delle nazioni civili potrà risolvere?

    Tempo fa, nella sala vicina alla nostra sono state mostrati grafici e mappe per dimostrare la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Ma dove sono quelle armi?
    Esse non esistono. Allo stesso tempo, l'Iraq è sommerso dal sangue, devastato, mentre il suo popolo è piombato nella più profonda disperazione. E i terroristi minacciano l'utilizzo di armi di distruzione di massa contro le città d'Europa e d'America.
    Si sta forse svolgendo un processo aperto e indipendente dei prigionieri di Guantanamo sotto la supervisione dell'ONU? Quanti sono questi prigionieri e chi sono?
    Chi difenderà i diritti delle vittime di Abu Graib e punirà tutti i loro torturatori senza eccezione?
    L'Afghanistan è stato distrutto con missili e bombe con il pretesto di trovare Bin Laden. E' stato forse catturato il "terrorista numero uno" del mondo? Dove si trova ora?
    Come prima è in libertà, mentre i territori di Afghanistan e Iraq hanno cominciato a generare terroristi internazionali a centinaia e migliaia.
    Truppe straniere hanno occupato l'Afghanistan indipendente, ma la produzione di droghe è cresciuta di dieci volte. Non era questo lo scopo dell'ingresso nel paese delle truppe?
    Oggi, Belarus, Tagikistan, Russia ed altri stati ex sovietici sono letteralmente sommersi dall'ondata di narcotici "tradizionali" provenienti dall'Afghanistan, che incontra anche l'ondata di droghe sintetiche precedentemente sconosciute provenienti dall'Europa.

    I capi degli stati sovrani di Jugoslavia e Iraq sono stati imprigionati con accuse non provate, assurde e artificiose. E'stato il modo più conveniente per nascondere la verità sull'annientamento dei loro paesi.
    Il processo a Milosevic si è trasformato da tempo in una farsa. Saddam Hussein è stato abbandonato alla mercé del vincitore, come in epoca barbarica. Non c'è nessuno in grado di difendere i loro diritti, eccetto l'ONU, poiché i loro stati non esistono più, sono stati annientati.
    Dovrebbero essere liberati e liberamente difendere i loro diritti, il loro onore e la loro dignità umana.

    L'AIDS e altre malattie stanno devastando l'Africa e l'Asia.
    La povertà e l'indigenza sono diventate una reale e non virtuale arma di distruzione di massa, per di più selettiva dal punto di vista razziale.
    Chi potrà porre fine a tutto ciò?
    Chi esigerà che gli USA pongano termine alle loro minacce a Cuba e Venezuela? Questi paesi devono determinare in modo indipendente il loro modo di vita.

    Il traffico delle persone è diventato un affare fiorente. La schiavitù sessuale delle donne e dei bambini è considerata un fatto ordinario, quasi una norma di vita. Chi li difenderà e porterà davanti alla giustizia i consumatori di "merce viva"?
    Come farla finita con questa vergogna della nostra civiltà?
    Questo è il sintetico e sconfortante bilancio della transizione a un ordine mondiale unipolare.
    E' per questo che è stata creata l'ONU?
    Non è venuto il momento per l'ONU di porre fine agli scandali interni dovuti alla corruzione e di occuparsi effettivamente dei dolori e delle miserie del mondo? La risposta a questa domanda, a nostro avviso, è chiarissima.
    Non dobbiamo nascondere la nostra testa nella sabbia.
    L'ONU siamo noi.
    Insieme dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino del pianeta.
    Insieme dobbiamo capire che il mondo unipolare è un mondo unidirezionale, un mondo a una sola dimensione.
    Insieme dobbiamo avere consapevolezza che la diversità delle strade verso il progresso è un valore durevole della nostra civiltà, il solo che possa assicurare la stabilità nel mondo.
    Il diritto alla scelta della strada di sviluppo è la condizione essenziale per garantire un ordine mondiale democratico. E' per questo che è stata creata la nostra Organizzazione.
    Spero che anche i potenti del mondo lo comprendano. Altrimenti, il mondo unipolare alla fine gli si rivolterà contro. Lo compresero anche i grandi presidenti USA Woodrow Wilson e Franklin Roosevelt, che piantarono le radici della Lega delle Nazioni e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
    Se troveremo un accordo sulla questione essenziale, allora realizzeremo i principi del multipolarismo, della diversità e della libertà di scelta anche nella vita concreta e nei documenti dell'ONU, a cui ci dovremo conformare. Noi difenderemo il mondo dal terrorismo, e i deboli, le donne e i bambini dalla schiavitù. Assicureremo una difesa a tutti gli indifesi.
    Allora l'ONU sarà veramente l'organizzazione delle nazioni unite. In ciò è riposta l'essenza della riforma dell'ONU, non nell'incremento aritmetico dei membri del Consiglio di Sicurezza.

    Vi ringrazio
    http://www.uruknet.info/?p=m16019&da...%2021:15%20ECT
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  5. #5
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    Interessante articolo su Lukashenko

    Il dibattito tra i marxisti russi sull’esperienza della Bielorussia

    di Aleksey Prigarin*


    Il 30 settembre i più forti partiti liberali della Russia – Unione delle forze di destra (SPS) e “Mela” – hanno indirizzato una dichiarazione congiunta ai loro colleghi bielorussi, partecipanti al “congresso dell’opposizione democratica bielorussa”. Il senso di questo documento è abbastanza semplice: la salvezza della Bielorussia è possibile solo con la vittoria del candidato dell’opposizione democratica, che afferma di essere l’unica a difendere e a rappresentare gli interessi del popolo bielorusso.


    Tale semplicistica rappresentazione della situazione, che propone come modello di difensori del popolo i liberali, che potrebbero liberare il paese dal “feroce dittatore”, è utile esclusivamente ai liberali stessi. Solo propagandando un simile punto di vista, essi possono apparire espressione di interessi popolari, con cui non hanno nulla da spartire. E’ per questa ragione che i liberali non solo desiderano affermare tale rappresentazione delle cose nella società bielorussa, ma intendono diffonderla anche in Russia. In tal caso essi avrebbero qualche possibilità di coinvolgere nelle loro manipolazioni della realtà anche le sinistre russe.


    Per questa ragione la questione di come rapportarsi ad Aleksandr Lukashenko assume per le sinistre russe un significato pratico e al fine di risolverla noi abbiamo il dovere non di operare su modelli propagandistici opposti a quelli dei liberali, ma di prendere in considerazione la realtà economico-sociale.


    Con Aleksandr Lukashenko in Bielorussia si è affermato il capitalismo di stato, che, indubbiamente, è meglio del capitalismo oligarchico, che ha prevalso nella maggioranza delle ex repubbliche sovietiche, in particolare in Ucraina, vicina della Bielorussia. Perciò, sono senza fondamento tutti i tentativi di istituire un parallelo tra Aleksandr Lukashenko e Leonid Kuchma, che non ha mai avuto ragioni per ottenere il sostegno delle sinistre. Lukashenko non è Kuchma e la sinistra deve rapportarsi in modo completamente diverso con lui o con il suo eventuale successore.


    Nonostante tutte le insufficienze del capitalismo di stato come sistema sociale, è comunque indispensabile considerare che esso permette di assicurare ai cittadini solide garanzie sociali e livelli di occupazione stabile. La Bielorussia, unica tra le ex repubbliche sovietiche, si inserisce tra gli stati altamente sviluppati secondo le valutazioni delle commissioni dell’ONU che si occupano degli indici dello sviluppo umano. La Russia, stando ai risultati dello scorso anno, segue la Bielorussia di otto posizioni, pur trovandosi in testa al gruppo dei paesi mediamente sviluppati. Tale qualità della vita rappresenta un’indubbia conquista della dirigenza bielorussa, che, come è noto, non può contare su significative riserve di minerali utili, ma solo sullo sviluppo dell’agricoltura e della produzione industriale.


    I liberali russi, che considerano la costruzione del capitalismo di stato come una minaccia concreta per l’attuale sistema economico-sociale, sono vecchi nemici di Aleksandr Lukashenko, e cercano in continuazione di distruggere il sistema da lui creato. Oggi, al fine di raggiungere questo obiettivo, i liberali cercano di utilizzare l’idea dell’unione tra Russia e Bielorussia, che anche Lukashenko stesso, evidentemente, non potrà mai abbandonare sia per motivi personali che per ragioni politiche (ricordiamo che Lukashenko fu l’unico deputato sovietico a votare contro lo scioglimento dell’URSS decretato da Eltsin, nota del traduttore). Quale condizione per l’unione, come è noto, i liberali pongono la privatizzazione della grande proprietà statale in Bielorussia, che, in tal caso, cadrebbe inevitabilmente sotto il controllo delle strutture oligarchiche russe. Ecco perché i liberali si sono così accaniti contro l’unione tra Russia e Bielorussia, proprio nel momento in cui da noi in Russia veniva intrapreso un tentativo di costruzione del capitalismo di stato, mentre parlano di “un destino comune dei popoli russo e bielorusso” ora che le concezioni liberali determinano in pieno la concreta politica economica del nostro paese.


    Naturalmente, la politica condotta da Lukashenko, talvolta provoca critiche non prive di fondamento da parte delle sinistre. Tali critiche sono collegate sia ai principi medesimi del capitalismo di stato, realizzato da Aleksandr Lukashenko, che ai tentativi da lui operati di prenderne le distanze, quando se ne presenti la convenienza. In Bielorussia effettivamente si è formata una società, in cui i principali strumenti di informazione e le istituzioni politiche sono controllate dalla burocrazia dominante. Tale sistema è caratteristico del capitalismo di stato. Ma, allo stesso tempo, non bisogna mai dimenticare che un indebolimento del controllo burocratico, nelle attuali condizioni, può solo provocare la trasformazione del capitalismo di stato in capitalismo oligarchico (…)


    In ultima analisi nello spazio post-sovietico, il capitalismo di stato rappresenta oggi l’unica alternativa concretamente esistente al sistema oligarchico. Per questo è interesse delle sinistre difendere il capitalismo di stato dagli attacchi dei sostenitori dell’oligarchia, nello stesso tempo in cui operano per preparare la coscienza sociale all’accettazione di un’alternativa socialista.


    * del Partito Russo dei Comunisti- PCUS


    Traduzione dal russo di Mauro Gemma
    <p><center>Europa Dei Popoli!
    http://www.slowplayers.org/SBSP/images/Animated_Scots_Flag.gif<p><center>

  6. #6
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    Una precisazione: Lukashenko non è il segretario del Partito Comunista Bielorusso anzi non è nemmeno propriamente comunista. Giuda una coalizione coi comunisti e gli agrari (espressione delle cooperative agricole). Uno dei due Partiti comunisti è all'opposizione, anzi è l'unica forza di opposizione che siede in parlamento.
    Lukashenko ha sostanzialmente adottato il modello cinese del socialismo di mercato, che poi questo si identifichi con il "capitalismo di stato" è una annosa questione.

 

 

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