Da recenti stime, occorreranno circa venti anni.
Questo il tempo calcolato dagli esperti, necessario per realizzare la marea d'interventi, provvedimenti, iniziative annunciati in Parlamento dal nuovissimo Silvio Berlusconi bis.
Siamo, in effetti, proprio di fronte ad un Bis.
Perché quelle questioni tanto care a milioni d'italiani erano state annunciate all'inizio della legislatura, quasi cinque anni or sono.
Ora bisognerà pensare anche ad un Bruno Vespa Bis,
con un tavolo di ciliegio Bis
e annesso contratto con gli italiani Bis.
La canzone è quella nota:
le buste paga che pesano di meno e i prezzi che aumentano,
il lavoro che non c'è,
il Mezzogiorno che langue,
le famiglie che deperiscono,
i contratti che non si rinnovano.
Tutti problemi irrisolti malgrado l'incredibile mole di "riforme" ricordate da "mister Bis" e che evidentemente hanno suscitato consenso, interesse e attenzione nei popoli delle tante Regioni chiamate al voto poco tempo fa.
Quello che ha però creato stupore e sgomento è il silenzio operato dal cosiddetto Premier, nei confronti dell'unica proposta concreta lanciata dal suo medesimo Vice-Premier Giulio Tremonti.
Vendiamo le spiagge, aveva detto.
E così mettiamo insieme un po' di soldi.
E' vero: in un primo tempo il caro Giulio aveva pensato solo alle spiagge meridionali.
Roba da poco come:
Capri,
Posillipo,
Tropea,
Taormina,
Cefalù,
Lampedusa.
Per quelle più a Nord, tipo Rimini, Portofino o Rapallo magari ci si poteva pensare più tardi.
Fatto sta che dal Circeo in giù si è diffuso lo scoramento.
Ma perché una tale autorevole proposta propagandata dalle onde televisive estremiste di canale Cinque è stata ignorata nel discorso Bis del presidente Bis?
Forse sarà il prossimo asso della manica.
Anche per questo qualcuno ha notato, negli ultimi tempi, fiumi di cittadini improvvisamente diretti verso l'Adriatico e il Tirreno.
Tutti al mare, come diceva la canzone.
Non a caso più che di governo Bis si parla di governo balneare.
Come ai bei tempi.
Greetings from Mars...