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Discussione: Riformisti su Marte

  1. #1101
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    Predefinito Mister Bis

    Da recenti stime, occorreranno circa venti anni.
    Questo il tempo calcolato dagli esperti, necessario per realizzare la marea d'interventi, provvedimenti, iniziative annunciati in Parlamento dal nuovissimo Silvio Berlusconi bis.

    Siamo, in effetti, proprio di fronte ad un Bis.
    Perché quelle questioni tanto care a milioni d'italiani erano state annunciate all'inizio della legislatura, quasi cinque anni or sono.
    Ora bisognerà pensare anche ad un Bruno Vespa Bis,
    con un tavolo di ciliegio Bis
    e annesso contratto con gli italiani Bis.


    La canzone è quella nota:
    le buste paga che pesano di meno e i prezzi che aumentano,
    il lavoro che non c'è,
    il Mezzogiorno che langue,
    le famiglie che deperiscono,
    i contratti che non si rinnovano.

    Tutti problemi irrisolti malgrado l'incredibile mole di "riforme" ricordate da "mister Bis" e che evidentemente hanno suscitato consenso, interesse e attenzione nei popoli delle tante Regioni chiamate al voto poco tempo fa.

    Quello che ha però creato stupore e sgomento è il silenzio operato dal cosiddetto Premier, nei confronti dell'unica proposta concreta lanciata dal suo medesimo Vice-Premier Giulio Tremonti.
    Vendiamo le spiagge, aveva detto.
    E così mettiamo insieme un po' di soldi.

    E' vero: in un primo tempo il caro Giulio aveva pensato solo alle spiagge meridionali.
    Roba da poco come:
    Capri,
    Posillipo,
    Tropea,
    Taormina,
    Cefalù,
    Lampedusa.

    Per quelle più a Nord, tipo Rimini, Portofino o Rapallo magari ci si poteva pensare più tardi.
    Fatto sta che dal Circeo in giù si è diffuso lo scoramento.

    Ma perché una tale autorevole proposta propagandata dalle onde televisive estremiste di canale Cinque è stata ignorata nel discorso Bis del presidente Bis?

    Forse sarà il prossimo asso della manica.
    Anche per questo qualcuno ha notato, negli ultimi tempi, fiumi di cittadini improvvisamente diretti verso l'Adriatico e il Tirreno.
    Tutti al mare, come diceva la canzone.
    Non a caso più che di governo Bis si parla di governo balneare.
    Come ai bei tempi.


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  2. #1102
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    Predefinito

    Ogni volta che Previti viene condannato a pene inferiori all' ergastolo, si registrano intorno a lui urla di giubilo e scene di esultanza.

    Sulle cause dell'inspiegabile fenomeno si fronteggiano varie scuole di pensiero.
    Compresa quella che gli amici di Previti abbiano sul suo conto notizie molto riservate, e si sentano sollevati all'idea che sia stato condannato «soltanto» a 7 anni in appello per aver corrotto i giudici Squillante e Metta
    (Imi-Sir)
    e a 5 anni in primo grado per aver corrotto il giudice Squillante
    (Sme-Ariosto)

    Se a ciò si aggiunge che: il processo Imi-Sir riguarda un risarcimento indebito di 1000 miliardi che lo Stato, nel '94, dovette versare tramite l'Imi alla Sir di Rovelli in virtù di sentenze comprate;
    per comprare quelle sentenze Previti incassò una mazzetta che lui chiama «parcella» di 21 miliardi di lire;
    (in aggiunta ai 33 per l'amico Pacifico e ai 13 per l'amico Acampora)
    Previti, Pacifico e Acampora lavoravano tutti per la Fininvest di Berlusconi;
    Previti siede in Parlamento da 11 anni ed è stato addirittura ministro
    ;
    ecco, se si aggiunge tutto questo vien da domandarsi che cos'abbiano lorsignori da esultare.

    Immaginiamo un processo per due rapine in banca.
    Gli imputati vengono condannati a 7 anni per la prima, mentre per la seconda vengono assolti in base all'articolo 530 comma 2 del Cpp, equivalente alla vecchia insufficienza di prove.
    Nessuno, sano di mente, si sognerebbe di cantar vittoria nè di dire che «l'ipotesi accusatoria è stata sconfessata e totalmente cancellata»
    (Sandro Sammarco, legale di Previti)
    Nè tantomeno di candidare i neocondannati al Parlamento.
    Anche perchè non occorrono due rapine per fare un rapinatore.
    Ne basta una.


    Ora la Corte d'appello di Milano ci dice che l'on. Previti è un corruttore di giudici per aver comprato la sentenza Imi-Sir, mentre il tribunale di Milano ci ha detto mesi fa che l'on. Previti è un corruttore di giudici per aver tenuto stabilmente a libro paga Squillante
    (500 milioni di lire bonificati in Svizzera nel '91 e provenienti dai fondi neri di Berlusconi, uscito sia dal caso Sme-Ariosto, sia dal caso Mondadori non perché fosse innocente, ma perchè il reato accertato a suo carico s'è prescritto per le attenuanti generiche)
    Eppure si festeggia.
    Chissà che cosa temevano, i festaioli, per l'amico Previti, se 7 anni in appello più 5 anni in primo grado gli sembran pochi.
    Temevano l'ergastolo?
    Sanno qualcosa che noi non sappiamo?


    Le reazioni dei Cicchitto, Bondi e Bartolini
    (la Guardia Repubblicana di Arcore)
    hanno questo di bello: prendono per buona la sentenza nella parte Mondadori, mentre per la parte Imi-Sir dicono che non conta perchè verrà messa a posto dalla Cassazione.
    Non fanno neppure il discorso del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: hanno un bicchiere pieno per i tre quarti, e lo vedono vuoto.
    Ma il caso più commovente è quello di Maurizio Gasparri, il Marty Feldman di An, che da quando ha perso il ministero non sa più come rendersi utile alla ditta.
    E si arrangia come può, sostenendo che è stato assolto Berlusconi
    (peraltro non imputato):
    «Sentenza importante perchè elimina la questione del Lodo Mondadori e non è poco.
    Tutta la vicenda che aveva dei riflessi anche sul presidente Berlusconi è stata cancellata dicendo che non sussiste il fatto.
    Chi ha imbastito speculazioni su quella vicenda deve fare profonde riflessioni su una sentenza che sgombra il campo da tanti attacchi senza fondamento».


    Il noto giureconsulto ignora che la formula «il fatto non sussiste» è quella rituale prevista dal codice nel caso in cui le prove non siano sufficienti.
    Non vuol dire che non è successo nulla
    (come, per dire, nel caso Telekom Serbia)
    Di fatti, nel processo ce n'erano eccome:
    il giudice della Mondadori, Vittorio Metta, aveva un conto in Svizzera;
    nel 1991 depositò le motivazioni dell'annullamento del Lodo in 24 ore;

    (168 pagine dattiloscritte, roba che neanche Balzac)
    ha detto di conoscere Previti solo dal '94, mentre risultano telefonate fra i due già nel '92;
    subito dopo la sentenza ricevette 400 milioni in contanti poco dopo un analogo prelievo di Pacifico dai conti Fininvest;
    due mesi prima della sentenza, Metta ha emesso quella dell'Imi-Sir, che anche in appello è risultata comprata da Previti & C.;
    dopo la sentenza Mondadori, Metta lascia la toga per lavorare nello studio Previti.


    Questi sono i fatti, anche se la Corte non li ha ritenuti sufficienti per una condanna.
    In questa storia, l'unico che non sussiste è Gasparri.


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  3. #1103
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    Predefinito La riforma della cabala...

    Nel vedere in tutti i Tg unici le facce soddisfatte e i sorrisi di gioia dei berluscones alla notizia che Previti è stato condannato a 7 anni di carcere, il minimo che si possa pensare è che lo odiano dal più profondo del cuore.

    I casi sono due:
    o per loro la legalità non conta niente, o non conta niente l’amicizia.
    Di sicuro, noi la si pensa in maniera diversa: già una multa per divieto di sosta ci pesa un po’ sulla coscienza, ma una condanna al carcere, anche solo di 7 giorni, ci sembra una sciagura, per noi stessi, per un amico
    (e perfino per un nemico).

    Comunque il numero 7 è ricorso in questi giorni anche in altri campi:
    per 7 voti, Bolzano ha un sindaco di centrodestra.
    E anche di questo i berluscones si sono molto compiaciuti in tv, mentre hanno taciuto del tutto sul fatto che, in Sardegna, 7 province su 8 sono state conquistate dal centrosinistra.

    Certo, saranno fatti del tutto scollegati tra loro, però, pur senza sapere niente di cabala e in particolare del numero 7, cominciamo a dubitare che il governo possa sopravvivere a settembre.

    Greetings from Mars...

  4. #1104
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    Predefinito "EGO me absolvo..."

    (...grazie ANCHE ai "mezzi")

    Libero, pag.1:
    «Mondadori, il premier assolto definitivamente».
    Pag. 5:
    «Ma il centrosinistra non si toglie la toga. Da Di Pietro a Travaglio, nessuno si scusa per le accuse al premier assolto».
    Il Giornale, pag. 3:
    «Si chiude un'epoca: Berlusconi è innocente».

    Piccolo particolare:
    il Cavalier Prescritto non è stato assolto, per la semplice ragione che non era più imputato.
    Lo erano i suoi tre avvocati:
    Previti, Pacifico e Acampora; più il giudice Metta.
    Tutti assolti
    (insufficienza di prove)
    per Mondadori.
    Tutti condannati per Imi-Sir.

    Il Cavalier AdPersonam l'aveva fatta franca nel 2001, ma solo grazie alle attenuanti generiche che avevano fatto scattare la prescrizione.
    Verdetto della Corte d'appello di Milano, la stessa che l'altroieri ha assolto Previti & C.
    Verdetto curiosamente dimenticato: forse perchè non contempla mai il concetto di innocenza, anzi.
    Il 12 maggio 2001 la Corte rinvia a giudizio Previti, Pacifico, Acampora e Metta, mentre ritiene prescritto il reato per il Cavalier Mandante, definendolo «privato corruttore» nel caso Mondadori.
    E gli regala le attenuanti perchè:
    1) «l'intensità del dolo è diminuita dalla preesistente e pericolosa corruttibilità dell'ambiente giudiziario competente»
    2) «l'imputato ha favorito la composizione degli interessi patrimoniali derivanti dal lodo all'origine della lite giudiziaria addivenendo a un accordo con la parte offesa»
    De Benedetti, restituendo parte del maltolto
    (Espresso, Repubblica e giornali Finegil)
    3) «agì nell'ambito di un'attività economica e imprenditoriale di importanza nazionale, le cui zone d'ombra non possono condurre a una preconcetta valutazione ostativa alle attenuanti»
    4) «l'epoca del fatto impone di valutare le attuali condizioni di vita individuale e sociale il cui oggettivo rilievo
    (il Cavalier Patacca è appena tornato a Palazzo Chigi, ndMrB)
    giustifica di per sè» le attenuanti.
    Ergo:
    «il reato è estinto per prescrizione», ma solo per lui.

    Il Cavalier Prescritto ricorre in Cassazione per ottenere l'assoluzione piena.
    Ma il 16 novembre 2001 la Suprema Corte risponde picche:
    «il ricorso di Berlusconi va rigettato»
    perchè «correttamente la Corte d'appello... esprime il convincimento che gli elementi raccolti siano idonei a sostenere l'accusa in giudizio..., attraverso un apprezzamento complessivo del materiale indiziario che rendeva prospettabile, ad avviso della Corte, il successo delle ragioni dell'accusa».

    Qual è il materiale indiziario ritenuto valido dalla Corte, pur in «un percorso probatorio difficile»?
    «I passaggi di denaro tra i conti esteri riguardanti Berlusconi, Previti, Acampora e Pacifico, uno dei quali, quello relativo al conto estero di Acampora, di poco successivo alla sentenza di appello sul Lodo Mondadori
    (scritta da Metta, ndMrB)
    i rapporti personali, antecedenti o successivi rispetto ai fatti di causa, del giudice Metta con i presunti intermediari, e in particolare l'antico rapporto confidenziale tra Metta e Acampora, che sminuiva la valenza indiziaria di segno contrario rappresentata dal considerevole lasso di tempo intercorrente tra la sentenza incriminata e la somma utilizzata da Metta per il versamento della caparra per l'acquisto dell'appartamento in favore della figlia; il tutto valorizzato dal contesto ambientale di corruttibilità di uffici giudiziari romani».

    Tutte «valutazioni di merito» che la Cassazione conferma: dunque la prescrizione per Berlusconi è definitiva e non può certo essere cancellata dall'assoluzione
    (provvisoria)
    di Previti, Pacifico, Acampora e Metta.
    Tutti peraltro condannati per la sentenza Imi-Sir, emessa dal giudice corrotto Metta tre mesi prima della sentenza Mondadori.

    Ma, torniamo ai "coriferi a gettone":
    Il Giornale, pag. 1:
    «Crollano 10 anni di accuse a Berlusconi».
    Pag. 3:
    «Decine di processi, centinaia di perquisizioni, un solo esito: non colpevole».
    Traduzione:
    non solo la sentenza dell’altro ieri, che non assolve il Cavalier Proprietario per la Mondadori, secondo il Giornale assolve Berlusconi per la Mondadori, ma lo assolve anche per gli altri processi in cui non è stato assolto.

    Purtroppo però il titolista del Giornale non s'è coordinato con lo specchietto sottostante, che recita:
    «Guardia di Finanza: prescrizione.
    All Iberian1: prescrizione.
    All Iberian2: in corso.
    Medusa: assoluzione.
    Macherio: assoluzione
    .
    (invece il reato è in parte amnistiato, ndMrB)
    Mondadori: prescrizione.
    Sme-Ariosto: assoluzione e prescrizione.
    Lentini: prescrizione.
    Telecinco: sospeso.
    Fininvest: prescrizione.
    Mediaset: richiesta rinvio a giudizio».


    Strano: ma non l'avevano sempre assolto?

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  5. #1105
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    L'1111 me lo tengo per me.
    (vana vanità)

    Mi scuso con tutti i lettori "silenti".

  6. #1106
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    In Origine Postato da MrBojangles
    L'1111 me lo tengo per me.
    (vana vanità)

    Mi scuso con tutti i lettori "silenti".
    Diritti d'autore.....

  7. #1107
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    Ancora fumate nere per l'elezione alla Corte costituzionale.

    La rinuncia di Luciano Violante alla Corte costituzionale,
    (imposta dal solito diktat del Cavalier Imputato)
    è un gesto nobile e riapre il discorso su quel che resta della divisione dei poteri nel paese di San Conflitto d'Interessi.
    E non solo perché, di rimbalzo, ha messo fuori gioco anche l'on. prof. avv. ind. Gaetano Pecorella,
    (già ora titolare di plurimi conflitti d'interessi,essendo pure presidente della Commissione Giustizia e difensore del Cavalier Prescritto)
    ma anche perché la Corte è il giudice delle leggi e non è bene che chi le leggi le approva vada poi a giudicarle alla Consulta.

    Passata la sbornia dell'antipolitica che vedeva nei partiti la sentina di tutti i mali, oggi siamo tornati all'ubriacatura opposta: quella per cui i partiti e solo i partiti sono autorizzati a occupare tutti i posti, da quelli riservati ai controllori a quelli riservati ai controllati, quasi che si trattasse di una casta di unti del Signore baciati dalla grazia divina.

    Prendiamo la Rai.
    Nel nuovo Cda appena nominato dalla commissione parlamentare di Vigilanza, cioè dai partiti
    (in attesa del presidente e dell'amministratore delegato che spettano al governo, cioè ai partiti)
    siedono 4 parlamentari:
    3 della Cdl

    (il forzista Urbani, la leghista Bianchi Clerici e Malgieri di An)
    uno dell'opposizione
    (il Ds Rognoni)
    oltre agli ex direttori di due giornali di partito.
    (Nino Rizzo Nervo della Margherita e Sandro Curzi di Rifondazione)
    E manca ancora il Presidente.

    Già si sa che i 4 deputati non verranno sostituiti, perché
    (mancando meno di un anno alle elezioni politiche)
    non si possono più tenere le suppletive.
    E si sa pure che, sebbene la carica parlamentare sia incompatibile con quella di consigliere Rai, i 4 o 5 non lascerebbero il Parlamento se non dopo molti mesi, visti i tempi morti fra l'entrata in carica, la domanda di dimissioni e l'accoglimento della medesima.
    Ci sono sindaci e governatori che, in barba all'incompatibilità, hanno cumulato le due cariche anche per un anno o due.
    Ora, si dà il caso che spetti al Parlamento il compito di controllare la Rai;
    (cosa già di per sé singolare, visto che nelle democrazie serie è la tv che controlla il Parlamento, e non viceversa)
    ma come può il Parlamento controllare la Rai se la Rai è gestita da un Cda, e magari pure da un presidente, di provenienza parlamentare?

    Gli altri controllori del sistema tv sono le Authority
    (Antitrust e Comunicazioni)
    ma anche quelle sono un refugium peccatorum per parlamentari in carica e politici trombati o scaduti o amici.
    I casi dell'ex governatore calabrese Chiaravalloti, dell'ex sindaco di Bologna Guazzaloca o del prodiano Pizzetti nominati in quelle Authority
    (a prescindere dal valore dei singoli)
    parlano da sé.
    Dulcis in fundo, il neoministro delle Comunicazioni Mario Landolfi è stato presidente della Vigilanza,
    (quando passava bigliettini a Gad Lerner)
    affiancato dal sottosegretario forzista Paolo Romani, che prima presiedeva un altro organismo di
    (presunto)
    controllo: la commissione Comunicazioni della Camera.

    Visto che al peggio non c'è mai fine, il Cavalier Monopolio candida alla direzione generale della Rai Alfredo Meocci, che è l'apoteosi del conflitto d'interessi:
    mezzobusto del Tg1 in aspettativa,
    ex deputato Ccd,
    ex membro della Vigilanza,
    ex membro dell' Authority delle Comunicazioni.

    (carica, in teoria, incompatibile con altre per 4 anni)
    Risultato:
    controllori che diventano controllati, controllati che diventano controllori, controllori che fanno contemporaneamente i controllati.

    Piccolo problema:
    la Rai
    (si dice)
    è un «servizio pubblico», mentre i partiti sono associazioni private.
    Eppure la Rai diventa anche ufficialmente,
    (senza nemmeno la foglia di fico dei «tecnici di area»)
    un servizio privato.
    Chi ne invoca la privatizzazione non vede, o finge di non vedere, che è già stata privatizzata.

    Resta da capire perché un servizio privato debba seguitare a essere finanziato dal pubblico, con il canone.
    Se lo finanzino i partiti, che essendo associazioni private godono del finanziamento pubblico.

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  8. #1108
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    Predefinito

    È l'ora dei polli.

    I volatili sono comparsi, improvvisamente, ad un certo punto dell'alato, applaudito,
    (spesso condivisibile)
    discorso di Luca Cordero Di Montezemolo, all'assemblea confindustriale.

    Il breve passaggio, tra Irap da portare a casa e rendite da denunciare, era riservato ai sindacati.
    Non intesi come polli da spennare.
    Trattavasi di una nobile citazione letteraria dai "Promessi sposi" d'Alessandro Manzoni.
    Ha detto Luca:
    "Dobbiamo evitare di fare, noi e voi sindacati dei lavoratori, la fine dei polli di Renzo, che si beccavano ferocemente mentre erano portati al macello".
    Citazione elegante, ma con qualche imprecisione.
    Non trattavasi, nel testo manzoniano, di polli, bensì di capponi e non erano destinati al macello bensì alla pentola dell'Avvocato Azzeccagarbugli dove si era recato il povero Renzo Tramaglino.

    C'è poi un altro problema più complicato.
    Nell'immaginario montezemoliano tali volatili sarebbero tutti eguali e destinati ad eguale sorte.
    Ma le cose oggi stanno proprio così?
    Possiamo davvero dire che Cipputi, o l'operaio metalmeccanico della Fiat o della Zanussi o d'altra piccola media azienda abbia le stesse paure e melanconie di Pininfarina o di Della Valle?
    E come prenderà Cipputi l'invito di Luca affinché capitale e lavoro guardino insieme al futuro, accantonando però le piattaforme rivendicative poco compatibili con la disastrosa situazione del Paese?
    Trattasi di polli
    (o capponi)
    con la stessa vista sul futuro, con gli stessi contratti in scadenza, con la stessa ansia da fine mese?

    C'è poi da rilevare che in quelle citate pagine dei "Promessi sposi" ad un certo punto compare un potente personaggio.
    E' quando Renzo Tramaglino alla fine riesce a confidare le sue pene all'avvocato Azzeccagarbugli e a spiegargli chi è il tiranno che insidia Lucia.
    Il giovane pronuncia un nome e l'Avvocato s'irrigidisce, lo congeda, non vuole nemmeno più i capponi.
    Quel nome è quello di Don Rodrigo.

    Un sosia di quest'ultimo era seduto proprio davanti a Luca Cordero di Montezemolo, all'assemblea della Confindustria, e sorrideva.
    Malgrado stesse ascoltando una requisitoria che parlava anche molto di lui e delle sue colpe.
    Sorrideva, come aveva fatto l'altra sera allo stadio d'Istanbul, sia pure assistendo alla sconfitta del Milan e malgrado Ocse, Istat e chi più ne ha più ne metta.

    Perché sorrideva?
    Forse pensava ai suoi polli.
    O presunti tali.


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  9. #1109
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    Predefinito Metafore...

    Ormai, viviamo circondati da metafore.
    Che siano simboli e marchi, che siano prolusioni o allusioni: è il trionfo, in tutti i campi, del linguaggio della pubblicità.

    In politica imperversano i vegetali, ma anche il gergo bellico e quello calcistico, con continui scambi reciproci.
    Mercoledì è stata una temperie continua su tutti i fronti, particolarmente quello del centrosinistra, su cui si sono avventati, con la consueta signorilità
    (e purtroppo con qualche argomento)
    i signori avversari, maestri nell’occultare i problemi reali del Paese, aggravandoli.

    Il professor Sartori, ospite da Giuliano Ferrara, ha parlato con la consueta pungente dottrina, domandandosi tra l’altro se Prodi, diventato così duro, non sia per caso sardo, anziché bolognese.
    Che ce l’avesse con Parisi?
    Mah!

    Comunque lo scontro, anche simbolico, più clamoroso della giornata era quello tra Milan e Liverpool.
    Il Cavalier Crescina,
    (visto che nel Paese tutto va bene)
    è volato a Istanbul per il reality del trionfo che doveva compensare le tante sconfitte subite in Italia.

    La prossima volta provi con un trapianto di cicoria.

    Greetings from Mars...

  10. #1110
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    Predefinito Re: Metafore...

    In Origine Postato da MrBojangles
    [...]

    Comunque lo scontro, anche simbolico, più clamoroso della giornata era quello tra Milan e Liverpool.
    Il Cavalier Crescina,
    (visto che nel Paese tutto va bene)
    è volato a Istanbul per il reality del trionfo che doveva compensare le tante sconfitte subite in Italia.

    La prossima volta provi con un trapianto di cicoria.

    Greetings from Mars...
    C.V.D.

    Berlusconi, italiani pieni di gioia:
    «Tanti telefonini, siamo playboy»

    di red

    Altro che crisi, altro che povertà.
    «L’Economist sbaglia», sentenzia Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa con Tony Blair.
    Non è affatto vero che l’Italia sia «the real sick man of Europe», il vero malato d’Europa.
    Secondo il presidente del consiglio, «viviamo una situazione di benessere e di gioia, perché siamo nati in un Paese che è il più bello e fra i più ricchi del mondo».
    E poi abbiamo tanti telefonini:
    «Siamo playboy ed i nostri ragazzi mandano almeno 10 messaggi al giorno alle loro ragazze».



    Greetings from Mars...

 

 
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