costruttiva sarebbe molto antica, del primo medioevo: qui noi propendiamo a credere si trovasse invece il quartiere longobardo, diviso, come nelle altre città italiane, da quelli abitati dalla popolazione gallo-romana, che si sarebbe in seguito consolidato nel quartiere teutonico medievale; significativo il nome della contrada S. Martino o «Burgus Sancti Martini», che, assieme al «Burgus Crucis» facevano capo alla Torre Verde, il contrassegno più vistoso della germanicità medievale della città, assieme alla torre del Wanga ed alla torre della Tromba, superstiti di altre abbattute.
La colonia tedesca medievale, frutto in parte dell'immigrazione secondaria e terziaria di alcune corporazioni di arti e mestieri, aveva la sua parrocchia nella chiesa gotica di S. Pietro, riedificata dal vescovo Hinderbach, all'interno della quale una cappella ottagonale è dedicata al martire trentino Simone Unferdorben, di cui merita raccontare brevemente la storia. Il vescovo si era legato alla colonia ebraica che gli pagava 1000 ducati annui per la di lui protezione e benevolenza ed in più, essendo colti, amanti della musica e delle arti, si vedevano spesso invitati a palazzo, sollevando lo scandalo dei Trentini che si vedevano surclassati da quei «can de zudei». Inoltre imperversavano a quell'epoca le prediche infuocate di un frate francescano, Bernardino da Feltre, che accusava gli Ebrei di portare alla rovina la città con la loro usura. In questo clima, nell'anno 1475, quando un bimbo di circa due anni scomparve e fu trovato morto in una roggia, il popolo scatenò un pogrom di inaudita violenza contro gli Ebrei, assediando pure il castello vescovíle e chiedendo a gran voce la morte degli Israeliti e la confisca dei loro beni; il principe-vescovo Hinderbach, impaurito, fece condannare nove di loro allo squartamento, tutta la comunità venne bandita e i,loro beni confiscati. Nella cappella di S. Pietro un ignoto scultore teutonico ha raffigurato la scena del presunto assassinio rituale di Simone, con gli Ebrei torturatori che stanno seviziando il bambino: su una panca si vede un vaso per la raccolta del sangue; il gruppo è oggi conservato nel Museo Diocesano. E' interessante riferire che l'episodio di Simone fu concomitante con l'uscita del primo libro a stampa della città di Trento: il pavido Hinderbach, per giustificarsi di fronte alla nobiltà trentina, fece stampare in tedesco da un incisore un racconto illustrato del martirio del piccolo Símone, dal titolo: «Geschichte des zu Trient ermordeten Christenkindes» (:Storia del bambino cristiano assassinato a Trento).
Quali furono le cause del declino del germanesímo in questa ultima marca germanica, che pure coinvolgeva una zona assai vasta? Dapprima il processo fu lento, pur soggiacendo l'elemento germanico alle stesse cause che lo videro perdente anche nella Lorena e nell'Alsazia di fronte all'elemento francofono, per la legge naturale secondo la quale la lingua parlata dalla parte economicamente attiva della popolazione è quella che prende immancabilmente il sopravvento sulla parte passiva; questa marca meridionale germanica geograficamente e quindi materialmente separata dalla propria nazione, circondata da ogni lato da popolazioni romanze che tenevano il predominio economico dei traffici e del commercio, non poteva resistere a lungo al processo di latinizzazione.