Domenica 23 marzo (ore 15, sala degli Affreschi di via Vivaio 1 a Milano) alcune associazioni culturali padane organizzano un convegno dal titolo esplicito: “Omaggio a Guareschi, Giovannino risorto”, in occasione del cinquantenario dell’uscita del film “Don Camillo” ispirato all’opera principale dello scrittore emiliano. Da molto tempo bolliva in pentola l’iniziativa di ricordare il grande Guareschi con un approfondimento pubblico del ruolo giocato all’interno della letteratura, dell’arte e della cultura padana del ventesimo secolo. Molti padani , ma anche molti italiani ed europei, nonchè americani (furono alcuni critici d’Oltreoceano ad accorgersi per primi, negli anni Cinquanta, della grandezza di Don Camillo) conservano un amore particolare per gli scritti del Nostro, una sorta di mirabile devozione per una figura unica nel suo genere quanto a moralità e genialità, in barba all’ostracismo praticato da trentanni a questa parte dal mondo intellettuale di sinistra, pronto invece ad osannare solo chi ha contribuito, con le sue opere, a creare i presupposti del clima di violenza e “sfascismo” che caratterizza ancora, purtroppo, il movimento di opposizione nei confronti dell’attuale Governo e di tutti quelli che vogliono cambiare in meglio la Padania è Italia. Straordinaria risulta soprattutto la capacità di Guareschi di rappresentare quello che lui chiamava “il mondo piccolo”, cioè il caro universo locale che caratterizza il cuore della Val padana, lungo le rive del Po tra Mantova e Parma, in implicita contrapposizione rispetto alla italianità bolsa e repressiva della cricca cattocomunista installatasi a Roma nel dopoguerra, ma anche ad un pianeta di cui il Nostro cominciava ad avvertire la smania di omogeneizzazione di stili e costumi, in nome di un laicismo da ”carne in scatola” che voleva uccider i valori e le tradizioni di ogni popolo della terra. A Milano, dopo l’introduzione di Mario Borghezio, verranno trattati, dai vari esperti, tutti gli aspetti della figura e dell’opera di un Giovannino finalmente risorto. Dal messaggio e dallo stile della letteratura, che non si esaurisce nel mondo di Peppone e Don Camillo ma comprende “La scoperta di Milano” e altri volumi interessanti, al complesso rapporto del Guareschi con la Chiesa: don Giugni spiegherà come lo scrittore emiliano riuscisse a cogliere nel Concilio Ecumenico Secondo la radice dei mali futuri. Roberto De Anna si soffermerà sull’atmosfera guareschiana, Maurizio Cabona, noto collaboratore de “Il Giornale”, analizzerà i tratti della cinematografia di ispirazione guareschiana, la Galanti si soffermerà sull’alimentazione della famiglia Guareschi. Eccezionale anche la testimonianza di Leo Siegel, che, al pari del Cabona, ha collaborato alla rivista satirica “Il candido” fondata da Giovannino stesso e baluardo anticomunista ancora oggi rimpianto. Max Bastoni e Lorenzo Busi commenteranno i consigli contenuti in “Don Camillo e i giovani d’oggi”. Occasione quindi imperdibile per rilanciare alla grande le intuizioni del cosiddetto “uomo della Bassa”, in nome anche di una cristianità che stenta a riconoscersi nelle scelte buoniste del mondo cattolico d’oggi. Un appello, raro per un critico letterario ma in questo caso appassionato e doveroso: venite in tanti alla bellissima e prestigiosa Sala milanese degli Affreschi; sarà la risposta migliore, nel nome dei valori più alti della padanità, all’affronto portato , ancora negli ultimi giorni, da chi col fuoco vuole annientare la ricostruzione della nostra libertà e, in ultima analisi, la vita stessa.