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Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Le armi nucleari

  1. #1
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    Predefinito Le armi nucleari

    L'importanza di queste armi è capitale per una forza armata ed i paesi che le possiedono giocano un ruolo di primo piano nella politica internazionale per il ruolo di deterrenza che esse svolgono. Ho deciso di dedicare qualche post all'argomento, ma data la lunghezza dell'argomento ne immetterò le diverse parti del discorso a scaglioni.


    Lorenzo
    Miles Insulae

  2. #2
    Dragon ghost
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    Predefinito

    I Paesi possessori:

    Gli Usa e l’Urss ancora oggi dispongono di un impressionante arsenale, rispettivamente di 12000 e 21000 testate rispettivamente, di cui 6700 e 5700 sono utilizzabili in breve tempo.
    Entrambi dispongono di Icbm, ovvero di missili a lunghissimo raggio, di missili a medio e a corto raggio e di bombardieri e sottomarini strategici.
    La Cina, invece, dispone di circa 500 testate, di Icbm (i Df5) e di missili a lungo raggio. Dispongono anche di sottomarini strategici e di bombardieri di teatro.
    Francia e Gran Bretagna dispongono di qualche centinaio di testate, portate da sottomarini strategici (con missili con gittate fino a 7000 Km) o da bombardieri di teatro.

    India e Pakistan sono potenze nucleari relativamente recenti, e dispongono di un piccolo arsenale (50 e 20 testate circa) su missili a medio-corto raggio (Agni e Ghauri), tali da poter essere usati in caso di conflitto Indo-Pakistano. L’India ha dimensionato i suoi missili in modo da poter arrivare a Pechino, in caso di conflitto con la Cina.
    Il Pakistan sembra abbia costruito le sue armi con uranio arricchito con dispositivi a centrifuga abbastanza avanzati costruiti da progetti rubati, negli anni ’70, dal consorzio Anglo-tedesco Urenco.

    Israele dispone di qualche centinaio di testate, montate su missili (Jericho 1 e 2), con gittate fino a 4000 Km e di alcuni missili lanciati da sottomarini (Popeye Turbo, con gittata di circa 200 Km), anche se sembra che disponga di versioni capaci di gittate fino a 1500 Km.

    La Corea del Nord possiede da tempo centrali nucleari per uno civile, ma ha annunciato da poco tempo il suo ritiro dal trattato di non proliferazione, ha tolto i sigilli della Iaea al suo impianto di ritrattamento, e ha ricominciato a far funzionare un reattore ad uranio naturale e grafite, affermando di aver bisogno di energia elettrica.

    Affermazione che suona più che altro come un paravento, visto che la centrale già accesa ha una potenza di 5 Mw (ridicola, per una centrale nucleare: di solito le centrali vanno da 300 a 1000 Mw), e visto che il paese non sta facendo grandi sforzi per completare i reattori da acqua leggera costruiti con l’aiuto statunitense. Le centrali a grafite, ricordiamo, possono produrre un plutonio adatto per fare bombe, mentre i reattori ad acqua leggera producono un plutonio peggiore.
    Oltretutto voci di intelligence riportano la presenza di 39 Kg di plutonio come già presenti in Corea, e si pensa che attualmente i coreani detengano da due a sei testate già assemblate.
    La Corea del nord dispone di missili con una gittata di 1500 Km, che possono arrivare in ogni punto del Giappone, (e, ovviamente, della Corea del Sud), e sta sviluppando missili che arrivino fino a 4000 Km.

    L’ Iraq ha cercato per molti anni di costruire un arsenale nucleare.
    Nonostante avesse firmato il trattato di non proliferazione, negli anni ’70 aveva costruito Osiraq, un reattore che doveva alimentare decine di unità Emis per l’arricchimento con il metodo della separazione elettromagnetica. e fornire combustibile da ritrattare.

    Il reattore (con gli impianti di arricchimento) fu distrutto nel 1981 da una squadriglia di bombardieri israeliani.
    Il programma nucleare ripartì poco dopo con la costruzione di altre unità Emis, e con la ricerca nel campo delle centrifughe a gas, ma abortì rumorosamente sotto le bombe alleate della guerra del Golfo nel 1991. Nel 1991, comunque, il programma era talmente avanzato che gli stessi irakeni preventivavano, nel giro di meno di un anno, di avere alcune testate disponibili, nonostante i controlli della Iaea allora presieduta da Hans Blix.
    Le ispezione Onu, dopo la guerra del Golfo, non diedero mai risultati certi.
    Si sa che in Iraq ci fu una vera caccia delle unità Emis, e si sa che nel 1998 gli ispettori dell’Onu denunciarono di non aver potuto (su minaccia diretta dei militari irakeni) ispezionare dei camion su cui si stavano caricando dei componenti di Emis.
    Si sa che il programma nucleare irakeno è stato fortemente aiutato dalla Francia, che avrebbe fornito non solo sopporto per la costruzione di Osiraq, ma anche 12 chilogrammi di uranio arricchito al 93% . E’ stato anche riportato (prima del ’91) l’acquisto di 13 Kg di uranio arricchito all’80% di provenienza sovietica, ma praticamente nulla di tutto ciò è sopravvissuto alla guerra del Golfo.
    Cosa sia rimasto del potenziale nucleare dell’Iraq è al giorno d’oggi una delle domande più di moda sui mezzi d’informazione di tutto l’occidente, ma quello che si sa di sicuro è che in Iraq c’è il Know How per la costruzione di armi nucleari, e non è chiaro dove siano finite molte unità Emis.
    L’Iraq dispone sicuramente di un certo numero di Scud con circa 700 Km di gittata, adatti al trasporto di bombe anche non troppo raffinate.

    A minore rischio di proliferazione è l’ Iran, anche se i dati che si hanno non sono assolutamente chiari. Voci parlano di quattro testate passate nel 1991 dal Kazakistan all’Iran, ma non si hanno conferme. Si sa che l’Iran è un paese con una buona esperienza dal punto di vista dell’utilizzo civile del nucleare, e che, pur avendo sottoscritto il trattato di non proliferazione, sta sviluppando impianti di arricchimento e di ritrattamento che possono avere un doppio uso.

    Oltretutto, il regime degli ayatollah si distingue per i suoi proclami ambigui in politica estera, e l’Iran sta importando dall’Europa e dalla Russia tecnologie che, pur essendo applicate al nucleare civile, potrebbero essere utilizzate anche per un programma militare. Oltretutto, sembra che i russi volessero fornire un impianto di arricchimento al laser, ottimo per produrre uranio militare, ma che il programma abortì alla fine del 2000 per le proteste americane.
    Sono stati a segnalati degli impianti di produzione di acqua pesante, che potrebbe servire per costruire dei reattori che , come quelli a grafite, danno un buon plutonio militare.
    Si teme che entro 5-6 anni potrebbero essere costruite delle testate funzionanti.
    l’Iran dispone di missili con 1500 Km di gittata, e sta sviluppando una versione successiva da 2500 Km (shahab4) capace di arrivare in Germania, e una, successiva, da 5000 Km (shahab 5), che porterebbe tutta l’Europa sotto l’ombrello nucleare iraniano.

  3. #3
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    Predefinito Parte I: Storia del potenziale nucleare

    Fin dai primi anni del XX secolo, le finestre aperte dall'equazione di Einstein, scatenarono la ricerca dei militari, che si resoro coto della possibilità di estrarre dalla materia quantità di energia tanto grandi da radere al suolo una città con un solo colpo, annientare le forze nemiche attaccanti con un solo attacco. Queste ricerche portarono alla prima fissione sperimentale nel 1939 da parte dei due fisici tedeschi Hanh e Stressman. Gli Stati Uniti riunirono un pool internazionale per sviluppare il loro arsenale in modo rapido, tale sviluppo avvenne anche grazie alla collaborazione di molti fisici tedeschi fuggiti dal regime nazzista. Le ricerche furono finanziate copiosamente ed il 16 Luglio del 1945 ad Alamogordo fu fatta esplodere la prima bomba atomica, con una potenza di deflagrazione pari a circa 20 Kt, vale a dire un esplosione pari a quella di 20.000 t di esplosivo convenzionale(tritolo). Gli Stati Uniti decisoro di bombardare il Giappone con due atomiche che colpirono Hiroshima e Nagasaki, uccidendo più di 200.000 persone, cancellando due città, piegando la resistenza giapponese e terrorizzando il mondo. Gli Stati Uniti guidati dal presidente Truman avevano il dominio incontrastato dello scenario mondiale, data la supremazia nucleare, Truman decise di implementare l'arsenale in maniera poderosa, sia dal punto di vista numerico che da quello qualitativo. Questo perché i programmi sovietici si muovevano velocemente, tanto che il 29 Agosto del 1949 la prima esplosione in Siberia introdudusse una contrapposizione fra USA-URSS, nel nel 1949 gli Stati Uniti possedevano già 250 ordigni, nel 1952 gli Stati Unti raggiunsero le 1.000 testate, mentre l'Unione Sovietica ne possedeva solamente 50.

    L'evoluzione del potenziale andava avanti, i sovietici colmavano il ritardo, anche grazie allo sviluppo di potenti vettori(ICBM), nel 1952 la Gran Bretagna si aggiunse alla lista dei paesi che detevano l'arma. Ma il 1953 fu l'anno cruciale 12 Agosto i sovieti fecero eslodere la prima bomba fusione, sfruttando il principio della massa mancante, questi ordigni sono capaci di sviluppare potenze inaudite. L'esplosione avvenuta fra i giacci della Siberia, sfruttava la fusione di atomi di idrogeno(H) e libero una potenza di 17 Mt, ovvero 17.000.000 t di tritolo, venti volte maggiore di quella liberata dall'esplosione di tutte le armi utilizzate durante la Seconda Guerra Mondiale, quasi 1.000 volte superiore alle bombe che distrussero le città giapponesi. In Ottobre anche gli americani fecero esplodere una bomba H sull'Atollo di Bikini, ristabilendo la parità con i sovietici. Adesso il mondo poteva andare in contro a completa distruzione data la impressionante potenza che gli ordigni termonucleari(cioé a fissione) potevano svillupare. Le esplosioni raggiungevano potenze sempre maggiori, utilizzando atomi più pesanti, fino ad arrivere a test che provocarono disastri geologici sottorranei, terremoti, maremoti, spostamenti dell'asse terrestre, con la realizzazione di armi che raggiungevano la potenza di 100 Mt.

    Gli arsenali continuavano a crescere in maniera impressionante ed 13 Febbraio del 1960 anche la Francia entrava nel novero dei paesi ache possedevano l'arma nucleare, nel 1963 la Gran Bretagna fece esplodera la prima arma termonucleare(1 Mt) e raggiunse nel 1964 il massimo della sua derrenza nucleare(350 ordigni), sospendendo lo sviluppo del suo arsenale. Lo stesso anno anche la Cina faceva esplodere il suo primo ordigno nucleare, nel mentre gli USA avevano superato le 10.000 testate, l'URSS sfiorava le 6.000 e la Francia ne possedeva 36. Nel 1967 anche la Francia si dotò di armi termonucleari, il suo potenziale nucleare crebbe fino a dotarsi di una triade nucleare completa di ICBM(1980) e superò le 500 testate nel 1984. Nel 1974, l'India fece esplodere la sua prima arma nucleare, seguì lo sviluppo di armi da parte di Pakistan(anni '80), Israele, Sud Africa, oltre che la bomba H cinese.

    Glia rsenali toccarono i loro folli limiti negli anni '80, con 20.000 teste in URSS ed oltre 12.000 negli USA, a seguito della caduta del comunismo sovietico, la tendenza si è invertita ed il disarmo monolaterale ha affinacato(per ciò che concerne USA e Gran Bretagna) quello ufficiale(trattai START). Tuttavia alcuni paesi continuamo a proliferare(alla fine degli anni '90 anche la Corea del Nord ha ragiunto l'atomica) ed a innovare i loro arsenali.

    Lorenzo
    Miles Insulae

  4. #4
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    Predefinito Parte II: principi fisici

    Come accennato nel precedente post l'equazione di Einstein fu il punto di partenza per tutte le ricerche in campo di armi nucleari. Questo enunciato semplice, ma denso recita, che l'energia è pari alla massa moltiplicata per una costante. Da un punto di vista filosofico si stravolge la dicotomia fra massa ed energia, affermendo che l'intero esistene è composto da un'unica intità inscindibile che può trasformarsi. Da un punto di vista militare, ma anche economico, se trasposto in una visione civile, l'importanza albergava nel fatto che questa costante(C al quadrato) è pari al modulo della velocità della luce nel buio 299.792,48 che elevato al quadrato 89.875.531,06. Per quanto la massa sia piccola, comunque la energia sarà dato il valore straordinario della costante.

    Altro piccolo cappello introduttivo è quello riguardante l'interazione debole(una delle quattro forze esistenti in natura assieme a quella gravitazionale, elettrostatica ed alla interazione forte). Questa forza è quella forza che permette ai nucleoni(le particelle che compongono il nucleo, cioé protoni e neutroni) di rimanere coesi nonostante tendano a respingersi a causa delle loro cariche concordi. Infatti i protoni del nucleo sono particelle dotate di carica positive, che dovrebbe respingersi, la forza di interazione debole, invece le tiene unite, essa come la forza gravitazionale e quella elettrostatica è inversamente proporzionale alla distanza, cioé man mano che i due corpi si allontanano diminuisce.

    Passiamo ora ad esaminare i due processi, ovvero fissione e fusione:

    1)FISSIONE: La fissione consiste nel dissipare la forza di interazione debole, cioé quella che tiene uniti neutroni e proton nel nucleo, nonostante, a questo scopo vengono bombardati con dei neutroni atomi di grosse dimensioni, come l'Uranio(238 nucleoni) od il Plutonio(244 nucleoni), che vengono ulteiormenete arricchiti. Il nucleo si scinde e l'energia che lo teneva unito si dissipa. Oltre ai due nuclei di peso atomico(numero di nucleoni) inferiore si liberano due o tre neutroni liberi che vanno ad urtane i nuclei di altri atomi pesanti nell'ambiente, dando il così detto di reazione a catena.



    2)FUSIONE: prevede invece che due atomi si fondano per dare un nuovo nucleo di peso superiore a quello dei due atomi presi singolarmente, ma inferiore a quello della loro somma. La differenza fra questi due pesi(massa mancante) si è trasformata in energia, secondo l'equazione di Einstein. Il problema e che far avvicinare due nuclei con lo stessa carica elettrica è molto difficile, va fornita tanta enrgia per superare l'energia elettromagnetica che li fa respingere, questo problema è stato risolto in due modi:

    A)Portare gli atomi a temperature di milioni di gradi(con una bomba d'innesco, cioé una bomba a fissione di basso potenziale)
    B)Utilizzando atomi leggeri, con pochi protoni e quindi poche cariche(Come l'idrogeno, il litio, ecc.)



    Sia le armi a fissione che quelle a fusione furono migliorate per aumentarne il potere di deflagrazione, per esempio usare atomi più pesanti per la fusione, porta ad una maggiore perdita di massa quindi ad una liberazione maggiore di energia, a questo scopo si usano metalli con un numero di protoni(numero atomico) pari a 27. Fra queste ricordiamo la Tsara Bomba, fatta esplodere il 30 Ottobre del 1961 in un area test a Nord della Nuova Zemlya con un potere di 100 Mt, che rimane l'esplosione più potente mai avvenuta sulla terra.

    Lorenzo
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  5. #5
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    siete a conoscenza (o presumete) di quanti megatoni sia la potenza della bomba nucleare più potente prodotta fino ad oggi?

  6. #6
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    La Tsara bomba da 100 Mt come ho scritto nel precedente post, la più potente americana 50 Mt, la Cina 3 Mt, la Francia 15 Mt.

    Miles Insulae

  7. #7
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    A me risulta che la Tsar fosse da 60 Mt (100 lo dicevano i russi per spaventare un po' il "grande pubblico"), in ogni caso si trattava di un'arma dalla potenza e gli effetti varamente mostruosi...

  8. #8
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    Ti riporto la storia dell'esperimento, è un po lunghetta, ma può chiarire vari dubbi compresi quello del problema della determinazione della potenza della deflagrazione.


    Like the entire 1961 test series in which it was conducted, the creation of the Tsar Bomba was the result of political calculation by the Soviet leadership, especially of Premier Nikita Khrushchev. A de facto moratorium had existed between the US, USSR and UK since the conclusion of the last US and Soviet test series in 1958, and two years of discussion had been conducted regarding formal limitations on nuclear testing. But the Cold War continued at high pitch, with the occasional reductions in tension being only partial and transitory phenomena. Many high-stakes cards remained to be played by the Soviets - the erection of the Berlin Wall and the deployment of missiles to Cuba being notable examples. The decision to break the moratorium with a "testing spectacular" that coincided with the Twenty Second Congress of the Communist Party of the Soviet Union was a move cast in the same mold.

    The Soviet weapons scientists had spent the three years since the last test series in 1958 developing new concepts and refining old ones, but they had not been preparing for a new test series per se until Khrushchev called a meeting with the "atomic scientists" - the leaders of the weapons program - on 10 July 1961. There was no discussion of whether more tests were necessary or desirable, which Sakharov, the senior weapon designer, very much doubted. Khrushchev simply began the meeting with a speech declaring that tests would resume in the fall to 'show the imperialists what we could do', a decision that came as a surprise to the scientists present. Khrushchev specifically cited as the primary motivation a political rather than a technical justification - his view that the international situation was deteriorating [Sakharov 1990, pg. 215]. From there on until the end of the test series it was an all-out effort to ready as many designs, concepts, and devices for testing as possible.

    Available sources do not make it clear where the idea of the 100 megaton device test originated. Sakharov does not mention this device being proposed at the 10 July meeting, but first refers to it in connection with a mid-August review: "Khrushchev was already familiar with the test program, and in particular with our plan to explode a device of record-breaking power", implying that the idea of this test spectacular originated with the weapons team [Sakharov 1990, pg. 218]. Comments by Reed and Kramish [Reed and Kramish 1996] conversely indicate that the development and test of this device was a directive from Khrushchev at the July meeting. The detailed account by Adamsky and Smirnov [Adamsky and Smirnov 1998] do not address this at all. They do state that the development of the device began in the middle of July (i.e. immediately after the meeting) and that "We knew that the culmination of the series of tests planned in the USSR would be the explosion of the 50-MT device, which was designed to produce explosions of up to 100 megatons" but do not indicate how they came to know this.

    There was no previously existing military requirement for a 100 megaton weapon - such weapons are virtually useless for military purposes. The Soviet Union had only one delivery system capable of carrying a weapon of this size - a handful of the relatively slow prop-driven Tu-95 bomber - and it was incapable of intercontinental range with a payload this large. A 100 Mt weapon can level urban areas in a zone 60 km wide, cause heavy damage in a zone 100 km across, and cause 3rd degree burns in a region 170 km across (only a bit smaller than the width of West Germany). Such a weapon can only be used as a means of destroying an entire urban region - a major urban complex including suburbs and even neighboring cities. This scale of destruction is much larger than any discrete urban area in Western Europe. With its dense settlement, use of such a weapon in Europe is equivalent to an attack on a major portion of an entire nation and its population. Fallout from a low altitude or surface burst in central England could produce lethal exposures extending into the Warsaw Pact nations; a similar explosion in West Germany could create lethal fallout as far as the Soviet border. And in the United States there were only three urban regions at that time large enough to conceivably merit attack with such a weapon - New York, Chicago, and Los Angeles. On any smaller target it would be simple overkill. Even if the Tu-95 were able to reach Chicago, the closest plausible US target, (which is doubtful given the enormous payload, far in excess of normal for long-range missions, the added drag from the belly bulge required to house the bomb) it would have been detected crossing the North American early warning line and then been over US and Canadian territory for 8 hours - ample time for jet fighters to intercept and shoot it down [Zaloga 1993].

    Since preparation of the 100 megaton bomb only began after the 10 July meeting at which Khrushchev ordered the test series be held, no more than 112 days elapsed from initial concept to detonation - exactly 16 weeks.

    Upon returning to Arzamas-16, the secret nuclear weapons laboratory in the Urals, after the meeting Sakharov selected a team to develop the 100 megaton device. He included Viktor Adamsky, Yuri N. Babaev, Yuri Trutnev, and the newly arrived Yuri Smirnov, then 24 years old ([Adamsky and Smirnov 1998], [Khariton 1993]). Sakharov indicates that the lead responsibility for the project lay with Adamsky and V.P. Feodoritov [Sakharov 1990, pg. 220].

    Every aspect of the development was rushed. The mathematical analysis normally conducted by the Soviet weapon scientists for a new thermonuclear weapon design was skipped, substituting estimates and approximations of various kinds. This created uncertainties about the system performance that cropped up late in the preparations - leading to eleventh hour doubts, and last minute design modifications even while assembly was underway.

    By the mid-August review, held after 13 August (Sakharov states that is was 'after the Berlin Wall had been built') and thus after about 4 weeks of work, Sakharov had decided to test a reduced yield "clean" version of the device with a yield of 50 megatons. AT this review Khrushchev said that he had already disclosed the planned test of this device to visiting dignitaries from the US. Khrushchev identified the dignitary as an unidentified US senator (and his grown daughter), but Sakharov speculates that it was actually presidential adviser John McCloy [Sakharov 1990, pg. 218].

    Khrushchev went public regarding the planned test superbomb test with the announcement of the new test series issued simultaneously with the first shot fired on 1 September 1961 [Time 1961], [Adamsky and Smirnov 1998]. By pre-announcing the event, Khrushchev exhibited great confidence in his weapon development team, and also placed extreme pressure on that team. In any ordinary test of a new weapon design a failure results in only a delay in successful completion (and the cost of the materials expended). Now any marked deviation in yield would result in the loss of the planned propaganda value in which Khrushchev placed so much emphasis. The make-or-break character of this test was heightened still further by its scheduling to coincide with the final sessions of the Twenty-Second Party Congress.

    The weight of this bomb - 27 tonnes - was nearly equal to the Tu-95's maximum payload, and two and a half times its normal weapon load [Zaloga 1993]. Special attachment and release hardware thus had to be developed and installed. Since the bomb's dimensions - 2 meters wide and 8 meters long - were larger than the bomb bay could accommodate part of the fuselage had to be cut away, and the bomb bay doors removed. The bomb was partially recessed in the plane, but not enclosed, with over half of it protruding in flight [Adamsky and Smirnov 1998]. A special parachute had to be developed to slow the bombs descent. The fabrication of this massive parachute disrupted the Soviet nylon hosiery industry [Reed and Kramish 1996]. Even special ground handling equipment had to be developed to lift the bomb for attaching to the aircraft.

    Assembly appears to have been conducted in parallel with the design effort - that is, they began building the device even while developing its design. The bomb was assembled on a railroad flatcar in a special workshop built over a railroad line. After completion, the workshop was dismantled and the flatcar was camouflaged as a regular freight-train car. The bomb was taken by train all the way to the airfield where it was loaded directly into the delivery aircraft [Adamsky and Smirnov 1998], [Sakharov 1990, pg. 219].

    At the beginning of October Sakharov travelled to Moscow to discuss calculations for the 100 megaton bomb. After he returned to Arzamas-16, with the device almost ready for shipment, serious doubts about its design arose. This would have been about the middle of the month, no more than two weeks before the test.

    The device had 'some risky new features' (according to Sakharov) and Evsei Rabinovich had become convinced that the device would not work. Rabinovich communicated his concerns to the rest of the project staff, without at first notifying Sakharov. His arguments were evidently persuasive, and could not be easily set aside. Sakharov was pulled into the debate, and he, with Adamsky and Feodoritov, developed counter-arguments that refuted Rabinovich's conclusions. Since both parties relied on approximations it was difficult to discern which was correct.

    Sakharov explains his response to this crisis:

    I decided to introduce some changes into the design of the Big Bomb, trying to minimize the margin of error in calculating the subtle processes which worried Rabinovich. I hurried off to David Fishman, the head of the design department, who did not even bother to complain -- the matter was too serious. The designers did not go home that night until they had handed in revised blueprints; the actual design changes were made the following day.
    [Sakharov 1990, pg. 220]

    Adamsky and Smirnov comment on the uncertainties experienced by the team:

    "From time to time, we would naturally have doubts: would the device deceive us, would it fail at the moment of testing?
    Alluding to this, Sakharov said: "If we don't make this thing, we'll be sent to railroad construction."
    [Adamsky and Smirnov 1998]. This was however a marked improvement over the days of Stalin when nuclear weapon designers ruminated over the prospect of being shot!

    By October 24 (only 6 days before the actual test) the final report was complete, including the proposed design of the bomb and the theoretical and design calculations. The specifications in the report were sent to design engineers and bomb assemblers. The report was co-authored by Andrei Sakharov, Viktor Adamsky, Yuri Babaev, Yuri Smirnov, and Yuri Trutnev. Adamsky and Smirnov, two of the reports authors have recently quoted the following statement from the report: "A successful result from the test of this device opens the possibility of creating a device of practically unlimited power" [Adamsky and Smirnov 1998].

    According to [Adamsky and Smirnov 1998] "even if the parachute system had failed during the test, the bomber's crew would not have been endangered, as the bomb contained a special mechanism which triggered its detonation only after the plane had reached a safe distance". This suggests that the bomb was rigged with a proximity fuze (which could either be a timer, or a barostatic or radar altimeter) that would detonate it close to the ground (the pictures of the bomb do show a nose mounted probes that have been identified as a radar altimeter [Janes Defense Weekly 1992]). Even with this technique, the free fall time to the ground was less than 60 seconds (46 seconds neglecting air resistance), allowing the Tu-95 release plane to get no more than 30 km from ground zero (since this requires maximum speed, and a virtually instantaneous turn after release, the real separation would probably be less).


    Per completezza bisognerebbe aggiungere che di questo ordigno esistono 2, forse tre esemplari, uno testato, uno è al museo atomico russo, sul terzo non si sa se esiste davvero....

    Miles Insulae

 

 

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