Umberto Bossi difende Tremonti: «Il buco nei conti colpa della sinistra»
Alla festa della Lega Nord di Gussago 2 mila militanti e simpatizzanti hanno accolto Bossi. Per due ore il leader ha sciorinato il "decalogo" del movimento "partito di governo e partito di popolo, forza determinante di cambiamento". Sul piatto della bilancia la recente approvazione della legge sull'immigrazione che porta il suo nome e quello di Fini, "per restituire agli Italiani un’ identità che si stava smarrendo". "D'ora in avanti - ha proseguito - chi non è in possesso del permesso di soggiorno che seguirà il contrattto di lavoro, tornerà a casa propria". L'intervento del senatur, che aveva a fianco il segretario provinciale Massimo Gelmini, l'on.Alessandro Cè, il consigliere regionale Gian Maria Flocchini, il segretario di Gussago Giuseppe Capoferri, con il presidente della Provincia Alberto Cavalli, è spaziato su diversi temi. Si è visto un Bossi misurato, senza toni barricadieri. Ha spiegato come è nata la Casa della Libertà "per combattere i poteri forti del grande capitale che avevano stretto un accordo con la sinistra, "altro che interesse dei lavoratori". Ha rivendicato il ruolo della Lega come forza di emanazione popolare che "vigila e controlla il lavoro del Governo". Lodi sperticate per il ministro Giulio Tremonti definito "un tecnico di grandi capacità che lavora nell'interesse dei cittadini".
Bossi ha proseguito il suo excursus parlando della famiglia "ma di quella vera e non fatta di gay e lesbiche", illustrando gli incentivi approvati". Inoltre del federalismo che resta "il fiore all'occhiello della Lega". Il "senatur" non ha mancato di denunciare i guasti del precedente Governo di centro sinistra, soffermandosi sul "buco" di bilancio lasciato di 37 mila miliardi e le grandi agevolazioni approvate alle grandi imprese. "Le conseguenze di certi sgravi fiscali sono emerse in questi giorni per mancati introiti nelle casse dello Stato". Per Bossi il fulcro dell'economia restano le piccole imprese che rappresentano il 70% del totale. Il Ministro per le Riforme ha pure parlato dei progetti delle grandi opere pubbliche. "Nel 2003 partiranno, siamo ormai in una fase avanzata. La sinistra capisce che se va in porto questa operazione non vinceranno più per almeno vent'anni". Infine un accenno alle elezioni amministrative di Brescia con un attacco all'attuale sindaco Paolo Corsini che "ha reso la città irriconoscibile, in particolare il centro storico alla mercè degli extracomunitari. La città deve tornare ai bresciani".