Lega Nord: prossima battaglia abolire la Legge Mancino-Modigliani!

[Der Wehrwolf]

CONSULTA/ CE': CDL DEVE CAMBIARE NORME SU REATI DI OPINIONE
14/12/2004 - 16:15


Roma, 14 dic. (Apcom) - "La legge Mancino sui reati di opinione è una legge liberticida fatta dai nazisti rossi del centrosinistra. Una legge che anche gli alleati dovrebbero capire che va cambiata e anche con urgenza". Alessandro Cè, capogruppo della Lega alla Camera spiega il motivo delle proteste dei deputati leghisti durante la votazione sui giudici della Consulta a Montecitorio, dopo la condanna di alcuni militanti leghisti.

"Proseguiremo la nostra protesta - ha detto Cè - anche per lanciare un messaggio agli alleati. Non siamo più disposti ad aspettare. Ci sono questioni che interessano più a loro e questioni che interessano più a noi, bisogna trovare il giusto equilibrio e la questione dei reati di opinione va affrontata".

Quanto alla richiesta di inversione dell'ordine del giorno dell'Aula di Montecitorio che la maggioranza si appresta a fare per anticipare l'esame della legge Cirielli, il capogruppo del Carroccio dice di "non essere contrario ma - avverte - pensiamo che certi provvedimenti non siano così urgenti come lo è invece una legge che abolisca o modifichi i reati di opinione".

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[Der Wehrwolf]

CONSULTA/ PROTESTA LEGA ALLA CAMERA, SEDUTA SOSPESA - 2 -
14/12/2004 - 140
Riprese votazioni, sulle contestazioni valuterà Presidenza

Roma, 14 dic. (Apcom) - Tempestivo l'intervento dei commessi che hanno tentato di togliere il cartello dalle mani di Caparini, strenuamente difeso dai colleghi Andrea Gibelli e Federico Bricolo che facevano scudo intorno a lui. Per placare la bagarre Mastella ha espulso il leghista e sospeso la seduta.

A dare il via alle proteste era stato poco prima il meno irruento Bricolo, vice capogruppo della Lega, che al suo turno di votazione aveva sventolato lo stesso cartello ma senza la parola 'nazista'. La protesta era subito rientrata dopo un piccolo battibecco tra Cè e Mastella: "C'è libertà d'espressione", aveva detto il presidente dei deputati leghisti. "Questo è un modo irrituale di esercitarla", era stata la risposta del vice presidente.

Alla ripresa della seduta Mastella ha fatto sapere all'assemblea di aver "riferito al presidente Casini e dell'accaduto si occuperà l'Ufficio di Presidenza".

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[Der Wehrwolf]

CONSULTA/ PROTESTA LEGA ALLA CAMERA, SEDUTA SOSPESA
14/12/2004 - 140
Espulso Caparini, in aula caretllo contro Papalia 'razzista'

Roma, 14 dic. (Apcom) - Seduta sospesa in Aula alla Camera durante la seduta comune per l'elezione dei giudici costituzionali in seguito alle proteste dei leghisti. Il vice presidente di turno Clemente Mastella ha espulso il deputato del Carroccio Davide Caparini che, uscito dalla cabina dopo aver votato, ha sventolato un cartello con la scritta 'Papalia razzista (nazista)'.

Il riferimento è al pm Guido Papalia che la scorsa settimana ha sostenutol'accusa contro alcuni leghisti condannati a Verona per 'istigazione al razzismo'.

[Agape]

ma perchè poi abolire solo la legge?

[Der Wehrwolf]

Bricolo e poi Caparini innalzano cartelli contro il magistrato
durante le votazioni per l'elezioni dei giudici costituzionali
Camera, leghisti contro Papalia
Caparini espulso, seduta sospesa

Il leghista Caparini

ROMA - Una protesta della Lega in Aula alla Camera contro il giudice Papalia ha provocato la sospensione delle votazioni in corso per l'elezione (a Parlamento congiunto) dei giudici costituzionali.

Tutto è cominciato quando Federico Bricolo, vicepresidente dei deputati leghisti, è entrato nella cabina (allestita tra i due banchi della presidenza) per votare, e ne è uscito levando in alto un cartello con la scritta ''Papalia razzista''. Il riferimento è al giudice che in passato ha denunciato esponenti della Lega, compreso il leader Umberto Bossi che in risposta lo aveva minacciato di 'raddrizzargli' la schiena. E proprio nei giorni scorsi esponenti della Lega, denunciati da Papalia, sono stati condannati per espressioni razziste.

All'invito del presidente di turno, Clemente Mastella, a togliere il cartello, Bricolo non ha ubbidito e sono quindi intervenuti (su esplicita disposizione del presidente) i commessi d'aula, che glielo hanno tolto di mano.

La stessa scena si è ripetuta però pochi attimi dopo, quando tocca all'altro leghista Davide Caparini andare nella cabina elettorale. L'esponente del Carroccio esce con lo stesso cartello in mano, e anche in questo caso il manifesto gli viene tolto di mano, mentre Andrea Gibelli e Federico Bricolo gli fanno da scudo. Per Mastella è troppo. Sospende la seduta - che riprenderà dopo mezz'ora - ed espelle l'irruento Caparini.
(14 dicembre 2004)

[I'm Hate]

Ovviamente spero ci riescano...
ma scommetto 4 volte le palle che la legge resterà

[Der Wehrwolf]

CAMERA: LEGA, VERGOGNOSA LEGGE SU REATI OPINIONE
Roma, 14 dic. - (Adnkronos) - ''La legge italiana sui reati di opinione e' vergognosa, in netto contrasto con la Costituzione, perche' non garantisce la liberta' di espressione. E la conferma e' proprio il caso del giudice Papalia. Ci sono dei magistrati che perseguono dei cittadini che hanno come unica colpa quella di denunciare l'illegalita', chiedendo lo sgombero di campi nomadi abusivi''. Lo ha detto Alessandro Ce', capogruppo alla Camera della Lega, uno dei protagonisti della protesta del Carroccio nell'aula della Camera contro la sentenza di condanna a Verona nei confronti di sei leghisti per istigazione all'odio razziale.
(Vam/Zn/Adnkronos)
14-DIC-0416:04

[Der Wehrwolf]

LEGA: VENETO, CAVALIERE CHIEDE ABOLIZIONE LEGGE MANCINO
Venezia 3 Dic. (Adnkronos) - ''E' davvero incredibile e sorprendente la sentenza con la quale i giudici del tribunale di Verona hanno condannato a sei mesi di detenzione, all'interdizione per tre anni dalle campagne elettorale e a un risarcimento di 60 mila euro, sei militanti leghisti, tra cui il consigliere regionale Flavio Tosi, per istigazione all'odio razziale''. Il presidente del Consiglio regionale Veneto, Enrico Cavaliere esprime pubblicamente solidarieta' al collega di partito Tosi e agli altri cinque leghisti condannati per aver manifestato pubblicamente il proprio no a un insediamento nomade a Verona e aver promosso una raccolta di firme contro i campi degli zingari.

[Der Wehrwolf]

La sentenza di Verona contro la Lega riapre il dibattito sulla legge
«Bisogna abolire la Mancino»


ENRICO CAVALIERE
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È davvero incredibile e sorprendente la sentenza con la quale il tribunale di Verona ha condannato a sei mesi di detenzione, all’interdizione per tre anni dalle campagne elettorali e a 45 mila euro di risarcimento, sei leghisti veronesi, tutti democraticamente eletti dal popolo in assemblee elettive di diverso grado, dal consiglio regionale, a quello provinciale e comunale, ai consigli di circoscrizione. La condanna per “razzismo” e per “istigazione all’odio razziale” che i giudici veronesi hanno comminato a persone che hanno semplicemente manifestato pubblicamente il proprio pensiero con una civile conferenza stampa e una campagna di striscioni, facendosi interpreti della richiesta popolare di allontanare un accampamento nomade abusivo per garantire tutela, sicurezza e ordine pubblico ai residenti di quella zona, suona come un’autentica beffa, nel momento in cui, sempre nella stessa regione, un’assortita pattuglia di disobbedienti costringono, con le proprie azioni illegali, città come Venezia a militarizzarsi per paura, ledono la libertà di movimento dei suoi abitanti, sbafano cene a gratis nei migliori ristoranti veneziani e trevigiani, alleggeriscono librerie e supermercati in nome degli “espropri proletari”, scroccano prime visioni al cinema, requisiscono treni, binari e piazze per le proprie discutibili manifestazioni antimilitaristiche e no-global, e godono di una sostanziale impunità, in nome, appunto, del sommo diritto alla libertà di pensiero e di dissenso. Appare davvero incomprensibile capire come mai i reati da codice penale commessi da chi si vanta, già nell’autodenominazione, di essere contro il rispetto delle leggi, non possano essere perseguiti, secondo quanto dichiarato da alcuni procuratori, mentre, secondo altri procuratori, chi ha cercato, con la propria azione politica, di difendere i cittadini dai disagi e dai pericoli di un nuovo campo nomadi abusivo, sia responsabile di incitamento all’odio e alla discriminazione razziale e si sia quindi macchiato di un reato da redimere con una pena esemplare e “rieducativa”. Da una parte quindi si lascia mano libera a furti, rapine, sequestri di mezzi e di aree pubbliche e intimidazioni, dall'altra si punisce addirittura con il carcere e con la limitazione dell'esercizio delle funzioni politiche una semplice espressione di pensiero.
All’origine della vergognosa discriminazione di cui sono oggetto i militanti leghisti c’è un legge, la cosiddetta legge Mancino entrata in vigore nel 1995, che rappresenta un vero e proprio “mostro giuridico” in quanto persegue la libera espressione di pensiero e di parola, qualora il giudice vi ravvisi “un atto di discriminazione per motivi razziali, nazionali o religiosi”. Una legge, quindi, che oltre a codificare come reato l'espressione del libero pensiero, lascia piena discrezionalità ai giudici di definire fin dove arriva la sfera delle libertà costituzionali e dove inizia quella del reato di incitazione al razzismo. E’ sin troppo evidente che una simile legge, dotata di un bagaglio di pene accessorie proprie di reati ben più pesanti come la tratta o lo spaccio di stupefacenti, non solo è liberticida e anticostituzionale, ma costituisce un intollerabile strumento discrezionale che potrebbe essere utilizzato dalla giustizia italiana per intimorire parti politiche, come la Lega, che hanno tra le proprie prerogative l’onestà di manifestare in modo diretto il proprio pensiero, la chiarezza del linguaggio facendosi così interprete delle legittime esigenze e aspirazioni dei cittadini.
Di fronte all’assurdità della sentenza di Verona non ci basta quindi la solidarietà espressa ai leghisti e al movimento della Lega da associazioni, forze politiche e singoli esponenti: è giunto il momento di dare corso a una vera battaglia di libertà per l’abolizione della legge 205/95, perché ambigua sul piano giuridico e quindi potenzialmente lesiva dei primari diritti costituzionali dei cittadini.
*Presidente del Consiglio regionale del Veneto
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[Data pubblicazione: 07/12/2004]

[I'm Hate]

Pero' ce da notare che la lega ha chiesto l'abolizione solo adesso,che hanno colpito militanti leghisti.
E prima??