De Luca: "L’Italia ha bisogno di un’anima liberale"
di Aldo Torchiaro
I liberali italiani del Pl hanno deciso di accettare la sfida lanciata dalla proposta del nostro giornale e darsi da fare per costituire una “Casa Laica”. Hanno preso l’iniziativa e stabilito di compiere insieme con i socialisti del Nuovo Psi un percorso comune. L’opinione ha intervistato il segretario nazionale del Partito Liberale, Stefano de Luca, già deputato, che incontrerà oggi Gianni De Michelis (Npsi) e Francesco Nucara (Pri).
L’alleanza politica ed elettorale dei laici sembra decollare grazie ad un accordo tra liberali e socialisti. E’ davvero la nascita di un soggetto nuovo?
Direi di sì. Siamo decisi: quali che siano le opinioni e i sentimenti e le decisioni degli altri, noi andremo avanti. Dobbiamo procedere e recuperare il significato attualizzato di questo mondo laico. Anche in considerazione del fatto che in politica si occupano gli spazi lasciati liberi dagli altri. E qui c’è un deficit di rappresentanza che esige di essere colmato.
Un vuoto lasciato libero da Forza Italia?
Berlusconi nel 1994 aveva lanciato il suo messaggio pensando proprio ad un soggetto laico che in quel momento non esisteva. Quello che doveva essere il partito liberale di massa, per intenderci. In realtà poi nel tempo le vicende di Forza Italia lo hanno portato a privilegiare un partito più democristiano.
E quindi si impone una iniziativa nuova del mondo liberale.
Sì. A questo punto bisogna recuperare quell’enorme schiera degli elettori moderati delusi e portarli a dare forza ad un nuovo progetto politico. Altrimenti noi le prossime elezioni le perderemo per inedia. Ma questa cosa può diventare un importantissino elemento di novità per andare a svolgere le elezioni. Dobbiamo avere la sensibilità necessaria per trattare alcuni temi a noi vicini.
Quali prospettive intravede per la Federazione dei Laici?
Il prossimo passo è quello di registrare l’adesione dei repubblicani. Il Pri ha vissuto momenti difficili, cercando di combattere su una sorta di “linea della sopravvivenza” che è giunta davvero al suo limite. La gente ha bisogno di un soggetto politico univoco, forte, chiaramente liberale ma anche capace di interpretare la pluralità di nobili tradizioni quali la nostra, quella repubblicana e quella socialista.
L’obiettivo è quello di affiancare Forza Italia?
Non proprio, ma quello di rappresentare i suoi elettori delusi. Questo sì. Forza Italia voleva essere il partito che meglio di altri rappresentava l’ala moderata in un momento di forte rinnovamento. Ma i post democristiani e i post fascisti si sono riorganizzati meglio dei laici, e hanno finito per soffocare la spinta liberale di quel partito. D’altronde la forza elettorale viene data, all’alleanza, dalla diversificazione.
Quali battaglie devono caratterizzare i laici?
La ricostituzione e il rilancio dei valori della laicità dello stato, in primo luogo. Secondo: una fortissima mobilitazione sui temi della ripresa economica. E poi dovremo dedicarci alle riforme costituzionali. Con un ragionamento importante che va fatto sulla riforma elettorale. Perché non possiamo più accettare questa logica delle leggi elettorali pret-à-porter.
Quale riforma elettorale sostiene il Partito Liberale?
Siamo per un proporzionale corretto con un premio di maggioranza e un vincolo di coalizione. Lo sbarramento a questo punto sarebbe una cosa secondaria. Perché se un partito del due per cento è rappresentato, che problema c’è? D’altronde si sottoscrive il vincolo di coalizione, che blinda la maggioranza e garantisce la perfetta stabilità. Personalmente, poi, sarei per un sistema all’inglese per cui il leader della coalizione vincente diventa presidente del consiglio. Ma basterebbe anche la designazione del premier, come ora.
Aldo Torchiaro
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