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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 8 settembre 2004

    De Luca: "L’Italia ha bisogno di un’anima liberale"

    di Aldo Torchiaro

    I liberali italiani del Pl hanno deciso di accettare la sfida lanciata dalla proposta del nostro giornale e darsi da fare per costituire una “Casa Laica”. Hanno preso l’iniziativa e stabilito di compiere insieme con i socialisti del Nuovo Psi un percorso comune. L’opinione ha intervistato il segretario nazionale del Partito Liberale, Stefano de Luca, già deputato, che incontrerà oggi Gianni De Michelis (Npsi) e Francesco Nucara (Pri).

    L’alleanza politica ed elettorale dei laici sembra decollare grazie ad un accordo tra liberali e socialisti. E’ davvero la nascita di un soggetto nuovo?
    Direi di sì. Siamo decisi: quali che siano le opinioni e i sentimenti e le decisioni degli altri, noi andremo avanti. Dobbiamo procedere e recuperare il significato attualizzato di questo mondo laico. Anche in considerazione del fatto che in politica si occupano gli spazi lasciati liberi dagli altri. E qui c’è un deficit di rappresentanza che esige di essere colmato.

    Un vuoto lasciato libero da Forza Italia?
    Berlusconi nel 1994 aveva lanciato il suo messaggio pensando proprio ad un soggetto laico che in quel momento non esisteva. Quello che doveva essere il partito liberale di massa, per intenderci. In realtà poi nel tempo le vicende di Forza Italia lo hanno portato a privilegiare un partito più democristiano.

    E quindi si impone una iniziativa nuova del mondo liberale.
    Sì. A questo punto bisogna recuperare quell’enorme schiera degli elettori moderati delusi e portarli a dare forza ad un nuovo progetto politico. Altrimenti noi le prossime elezioni le perderemo per inedia. Ma questa cosa può diventare un importantissino elemento di novità per andare a svolgere le elezioni. Dobbiamo avere la sensibilità necessaria per trattare alcuni temi a noi vicini.

    Quali prospettive intravede per la Federazione dei Laici?
    Il prossimo passo è quello di registrare l’adesione dei repubblicani. Il Pri ha vissuto momenti difficili, cercando di combattere su una sorta di “linea della sopravvivenza” che è giunta davvero al suo limite. La gente ha bisogno di un soggetto politico univoco, forte, chiaramente liberale ma anche capace di interpretare la pluralità di nobili tradizioni quali la nostra, quella repubblicana e quella socialista.

    L’obiettivo è quello di affiancare Forza Italia?
    Non proprio, ma quello di rappresentare i suoi elettori delusi. Questo sì. Forza Italia voleva essere il partito che meglio di altri rappresentava l’ala moderata in un momento di forte rinnovamento. Ma i post democristiani e i post fascisti si sono riorganizzati meglio dei laici, e hanno finito per soffocare la spinta liberale di quel partito. D’altronde la forza elettorale viene data, all’alleanza, dalla diversificazione.

    Quali battaglie devono caratterizzare i laici?
    La ricostituzione e il rilancio dei valori della laicità dello stato, in primo luogo. Secondo: una fortissima mobilitazione sui temi della ripresa economica. E poi dovremo dedicarci alle riforme costituzionali. Con un ragionamento importante che va fatto sulla riforma elettorale. Perché non possiamo più accettare questa logica delle leggi elettorali pret-à-porter.

    Quale riforma elettorale sostiene il Partito Liberale?
    Siamo per un proporzionale corretto con un premio di maggioranza e un vincolo di coalizione. Lo sbarramento a questo punto sarebbe una cosa secondaria. Perché se un partito del due per cento è rappresentato, che problema c’è? D’altronde si sottoscrive il vincolo di coalizione, che blinda la maggioranza e garantisce la perfetta stabilità. Personalmente, poi, sarei per un sistema all’inglese per cui il leader della coalizione vincente diventa presidente del consiglio. Ma basterebbe anche la designazione del premier, come ora.

    Aldo Torchiaro
    torchiaro@opinione.it

  2. #72
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    Predefinito tratto da www.pri.it

    Il Pri e la costruzione di una forza trasversale/Le riflessioni di un "battitore libero"

    Un progetto riformatore senza nostalgie per il passato

    di Roberto Penna

    Dopo le recenti elezioni europee ed amministrative, si è aperto un certo dibattito all'interno del Pri che si manifesta non solo in occasione di riunioni dei maggiori organismi del Partito, dal Consiglio Nazionale alla Direzione Nazionale, ma anche attraverso interventi scritti di vari amici, che di tanto in tanto compaiono su "La Voce Repubblicana". Intendo anch'io offrire un contributo umile e, spero, costruttivo al dibattito in corso.

    Probabilmente, se il risultato elettorale del Pri, soprattutto alle europee, fosse stato positivo e se oggi all'Europarlamento sedesse un nostro rappresentante, non si discuterebbe all'interno del Partito, così come si discute attualmente. Del resto, è un fatto pressoché normale. Un po' in tutti i partiti, quando si vince, tutto va bene, ma quando si perde, iniziano i battibecchi. In ogni caso, un sano confronto all'interno del Pri può essere anche propedeutico ai fini di un rilancio dell'azione politica repubblicana. L'importante è non scendere a contrapposizioni personali. Ritengo che la maggioranza del Partito che sostiene Nucara e la minoranza di Riscossa, debbano fare attenzione a non far riesplodere vecchi rancori. Ci si confronti sul presente e sul futuro del Partito Repubblicano. Da battitore libero quale sono, iscritto al Pri dal mese di marzo di quest'anno, credo che scagliarsi contro l'attuale dirigenza sia una cosa anche piuttosto facile, poiché non siamo usciti benissimo dalle elezioni, ma poco utile. Certo, da parte dei vertici del Partito, sono stati fatti alcuni errori. Ad esempio, l'alleanza con Sgarbi di per sé non era un'idea totalmente sbagliata, ma è stata presentata all'opinione pubblica troppo tardi. Necessitava di essere affinata con un delicato lavoro politico di costruzione, prima di essere sottoposta agli elettori. Insomma, l'alleanza Pri-Liberal Sgarbi, ha dato un po' l'impressione di essere soltanto una mera unione temporanea fra due partitini, creata appositamente per le elezioni europee al solo fine di conquistare uno o due seggi al Parlamento europeo; quindi, senza grandi prospettive politiche future. Comunque, mi sembra giusto riconoscere che i vertici nazionali del Pri, da Giorgio La Malfa a Francesco Nucara e a molti altri ancora, hanno saputo, da Tangentopoli fino ai giorni nostri, tenere in vita il Partito Repubblicano che, diciamocelo, se non avesse avuto in questi anni, alla guida, persone coraggiose e testarde come Giorgio La Malfa, avrebbe fatto la stessa fine, ad esempio, del Pli, i cui dirigenti ebbero paura. I vertici repubblicani, fra mille difficoltà, hanno tenuto in piedi il Partito, hanno fatto rinascere "La Voce Repubblicana" e hanno preso varie decisioni importanti. Non sono mai stati immobili, ad aspettare il messia. Sono stati attivi, facendo il possibile per permettere al Pri di tornare a fare politica a 360 gradi. Avranno pure commesso degli errori, ma, del resto, solo chi non fa nulla, non sbaglia mai. Fino ad oggi, credo che tutto ciò vada riconosciuto ai dirigenti del Partito, indipendentemente poi dalle scelte future che prenderà il Pri.

    Dopo la delusione del risultato elettorale alle europee ed anche alle amministrative, senza dubbio si rende necessario un profondo rilancio del Partito Repubblicano. Non c'è ancora, mi pare, un'idea comune che accontenti e soddisfi un po' tutto il Partito. Per ora, ognuno mantiene la propria posizione, ma speriamo che presto possa concretizzarsi una sintesi. La proposta di una casa comune liberalsocialista, può rappresentare una soluzione e una via d'uscita, ma, se mal gestita, può correre seriamente il rischio di finire male come i vari tentativi di "poli laici", già sperimentati in passato. Con o senza il sistema maggioritario, sono sempre stato più a favore di soggetti simili che provano ad unirsi, piuttosto che a politiche settarie. Però i tentativi di unione o federazione, devono basarsi su pochi e comprensibili obiettivi e progetti politici condivisi, altrimenti tutto diventa soltanto un pastrocchio indigeribile, destinato ad essere bocciato dagli elettori. Sarò forse l'unica voce fuori dal coro, ma a me, già solo la denominazione, "liberalsocialista", piace poco. Parlo sinceramente, senza peli sulla lingua. Credo che, a parte la comune cultura laica, i repubblicani, i liberali e i radicali, siano abbastanza diversi dai socialisti. So bene che il Pri, in alcune zone, si è già presentato in varie consultazioni elettorali, insieme al Nuovo PSI e infatti, già in altri momenti, questo tipo di alleanza, mi ha sempre entusiasmato poco. Beninteso, non la prendo alla larga per arrivare poi a dire, magari indirettamente, più o meno le stesse cose che dicono con intolleranza i leghisti o i forcaioli alla Di Pietro. Anzi, credo che la storia di Mani Pulite, sia tutta da riscrivere, così come ritengo che la storia del Partito socialista italiano, non sia stata solo contrassegnata da ruberie e tangenti. Infine sono convinto che Bettino Craxi non meritasse di essere trattato, dal suo Paese, come un capobanda. Detto questo, le nostalgie per la cosiddetta Prima Repubblica, oggi sono, a parer mio, inopportune ed è questo il punto. Questo è il motivo per il quale non mi entusiasmo dinanzi ad ipotesi di alleanze con gli ultimi socialisti. Gli orfani di Craxi hanno una capacità innovativa pari allo zero, un po' come i neo-democristiani. Li vedo unicamente nostalgici del bel tempo che fu. Vorrebbero tornare alla Prima Repubblica così com'era, ma sappiamo tutti che indietro non si torna, benché attorno a Mani Pulite e al "mitico" pool di Milano, ci siano state più ombre che luci e nonostante l'attuale bipolarismo all'italiana dimostri tutti i suoi limiti.

    In politica, occorre sapersi adeguare ai tempi. Per esempio, anche il Pri proviene dalla Prima Repubblica, ma ho l'impressione che i repubblicani abbiano un approccio diverso con i tempi attuali. Ciò non deve sorprendere, perché già in passato, il Partito repubblicano, quando governava insieme al Psi e alla Dc, esprimeva una politica molto più riformatrice di quella dei suoi alleati di allora, anche a costo di andare all'opposizione.

    Oggi il Pri dovrebbe rimanere un tantino distante dal Nuovo Psi e avvicinarsi molto invece, ai vari liberali sparsi qua e là, ai riformatori e ai radicali italiani, per costruire insieme una forza liberale e liberista, trasversale e pragmatica, alleata alla Casa delle Libertà oppure in una posizione terzopolista. Un movimento liberaldemocratico con un progetto riformatore che miri al superamento di questo bipolarismo, ma non per tornare alla Prima Repubblica. Sono convinto che questo bipolarismo debba scomporsi per poi ricomporsi in un sistema serio di alternanza, in cui tutte le culture politiche possano avere spazio e soprattutto, la stabilità e la governabilità siano assicurate, come insegnano le democrazie anglosassoni.

  3. #73
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    Predefinito tratto da www.pri.it

    Al via incontro fra leader Pri, Nuovo Psi, Pli

    Parte il confronto tra i partiti ‘'laici e riformisti'' che fanno riferimento alla Cdl per lanciare proposte concrete e trovare una linea comune rispetto ai problemi e alle sfide politiche da affrontare.

    La ‘'fase operativa'' si è aperta con un incontro, che si è svolto alle 16,00 nella sede del Pri di Roma, al quale hanno partecipato, insieme ai repubblicani, il Nuovo Psi e il Pli.
    Le delegazioni sono state guidate dai segretari nazionali dei tre partiti, Francesco Nucara, Pri, Gianni De Michelis, Nuovo Psi, Stefano De Luca, Pli.
    All'incontro ha partecipato anche Arturo Diaconale, direttore del quotidiano l'"Opinione".

    Roma, 8 settembre 2004 (Ansa)

  4. #74
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    Originally posted by fuego
    Avete invitato i radicali?
    Progetti di liste comuni per le regionali?
    ... una cosa alla volta ... ora con i radicali andiamo avanti con il referendum ... con la speranza che non tornino a fare le anguille nel barile ... poi ... se son rose ... fioriranno.
    Pannella una volta era dirigente della Federazione Giovanile Repubblicana ... quindi non si deve mai lasciare nulla per intentato.

    http://www.nuvolarossa.org/modules/news/

  5. #75
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    Originally posted by fuego

    Ok, non ci volete
    fuego, la politica e' l'arte del "possibile" ed e' quindi sbagliatissimo "saltare" subito a delle conclusioni ... tra l'altro ... molto soggettive.
    Le cose della vita, e quindi anche della politica, non dipendono solo da noi ... ma spesso e volentieri dipendono anche da chi si rapporta con noi e dalle sue azioni.
    Noi per principio non amiamo mettere steccati a nessuno ... tantomeno agli amici radicali, che sappiamo animati da tanto amore per il laicismo e la liberta'.

    http://www.nuvolarossa.org/modules/news/

  6. #76
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    Mi pare molto interessante la prospettiva che si apre.
    Credo che i Radicali farebbero un grosso errore a non affiancarsi nel progetto.
    Quanto al rapporto con FI, mi pare che, nelle ultime settimane, il piu' convinto sosotenitore della alleanza con la Cdl sia stato proprio Pannella (seppure in forma strumentale come sua geniale consuetudine).

  7. #77
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 9 settembre 2004

    Nuovo Psi, Pri e liberali: uniti si vince

    di Aldo Torchiaro

    E’ all’ombra dell’edera di Piazza dei Caprettari
    che prende le mosse la Federazione dei Laici. Ieri un incontro riservato tra i vertici del Nuovo Psi, quelli del Partito Repubblicano Italiano e quelli del Partito Liberale ha sancito il varo dell’unica novità politica concreta nel panorama laico e riformista italiano. Un percorso costruttivo è avviato e potrebbe portare presto ad un unico soggetto politico. “Ovviamente, la prima verifica dovrà riguardare soprattutto le questioni progettuali e programmatiche poste dalla situazione di emergenza in cui versa il Paese, anche e soprattutto nella prospettiva delle prossime scadenze elettorali a partire dalle elezioni regionali dell’anno prossimo”, dice Gianni De Michelis, presente all’incontro insieme con il vicesegretario, Bobo Craxi.

    Una nota congiunta affronta l’analisi del quadro in cui l’accordo ha preso forma:
    “La situazione di difficoltà in cui versa la configurazione del sistema politico italiano ha sicuramente tra le sue concause l’inadeguata rappresentanza e visibilità delle forze di democrazia laico – socialiste. Il risultato delle elezioni europee ha messo in luce il malcontento dell’opinione pubblica nei confronti dell’attuale, improvvisato bipolarismo e crea le condizioni per dare all’area laico – riformista uno spazio rinnovato”.
    De Michelis non si nasconde dietro un dito. “L’oggetto del desiderio a questo punto sono i Radicali”. Ma un segnale viene lanciato anche a sinistra, in direzione dei socialisti della diaspora, dell’associazionismo riformista e dello Sdi.

    Aldo Torchiaro
    torchiaro@opinione.it

  8. #78

  9. #79
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    Predefinito tratto da www.pri.it

    Aggregazione laico-riformista, sono iniziate le riunioni

    Il giorno 8 settembre 2004 è iniziato il confronto tra i partiti ‘'laici e riformisti'' che fanno riferimento alla CdL, per lanciare proposte concrete e trovare una linea comune rispetto ai problemi e alle sfide politiche da affrontare. La ‘'fase operativa'' si è aperta con un incontro, che si è svolto nella sede del Pri di Roma, al quale hanno partecipato, insieme ai repubblicani, il Nuovo Psi e il Pli. Le delegazioni sono state guidate dai segretari nazionali dei tre partiti, Francesco Nucara, Pri, Gianni De Michelis, Nuovo Psi, Stefano De Luca, Pli. All'incontro ha partecipato anche Arturo Diaconale, direttore del quotidiano l'"Opinione". Alla fine è stato redatto il seguente comunicato:

    La situazione di difficoltà in cui versa la configurazione del sistema politico italiano ha sicuramente tra le sue concause l'inadeguata rappresentanza e visibilità delle forze di democrazia laico - socialiste.

    Il risultato delle elezioni europee ha messo in luce il malcontento dell'opinione pubblica nei confronti dell'attuale, improvvisato bipolarismo e crea le condizioni per dare all'area laico - riformista uno spazio rinnovato.

    Tre partiti espressione di tale area, Pri, Pli e Nuovo Psi hanno convenuto di prendere l'iniziativa, onde verificare la possibilità di creare le condizioni per un'azione coordinata e comune dei soggetti politici che fanno riferimento a tale area.

    Ovviamente, la prima verifica dovrà riguardare soprattutto le questioni progettuali e programmatiche poste dalla situazione di emergenza in cui versa il Paese, anche e soprattutto nella prospettiva delle prossime scadenze elettorali a partire dalle elezioni regionali dell'anno prossimo.

    I tre partiti lavoreranno quindi per consentire la convocazione, nelle prossime settimane, di una serie di riunioni di riflessione sulle questioni relative alla politica internazionale, alle riforme istituzionali, alla politica economica, finanza pubblica, alla riforma della giustizia, alla riforma dello stato sociale, alle questioni relative alla libertà di ricerca e dei diritti civili.

    A tali riunioni dovranno partecipare i rappresentanti di tutte le forze potenzialmente interessate, a partire, per citare solo i maggiori, dai Radicali italiani fino allo Sdi. Di comune intesa i tre partiti hanno convenuto di chiedere al quotidiano "L'opinione" di assumersi il compito di organizzare tali riunioni.

    Nei prossimi giorni saranno resi noti il calendario e la sede di tali incontri.

    I tre partiti inoltre intendono avviare un processo analogo quanto prima in tutte le Regioni italiane.

  10. #80
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    Predefinito Bene.

    omar proietti

 

 
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