- OTTO PER MILLE: MONS. BETORI, NON SOLO QUESTIONE DI "FIRME", SMANTELLARE I "PREGIUDIZI" SU PRESUNTI CONFLITTI TRA STATO E CHIESA

L’otto per mille non è soltanto “denaro” o “risorse materiali da raccogliere!”, né un “semplice fatto organizzativo, strategico, propagandistico”, ma “racchiude in sé valori fondamentali su cui è edificata la Chiesa stessa: partecipazione, corresponsabilità, trasparenza, solidarietà”. A parlare in questi termini del “sovvenire” come “cuore del cammino della Chiesa” è stato oggi mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, intervenendo al XII Convegno nazionale degli incaricati del settore, che riunisce in questi giorni circa 200 partecipanti (in rappresentanza di 153 diocesi) a Castelvecchio (Lucca), sul tema “Incaricati del Sovvenire: per costruire la Chiesa casa e scuola di comunione”.

La “prima, grande afermazione” che “regge tutto il sistema” del sostentamento del clero, ha ricordato Betori ripercorrendo i 16 anni dal documento Cei su “Sovvenire alla necessità della Chiesa”, è quella del “dialogo e la collaborazione tra Stato e Chiesa”, che un “pregiudizio” tutto italiano vede invece sostituita “da una sorta di inevitabile conflitto permanente, quasi per incompatibilità genetica”.

Questa “menzogna” va “smascherata”, ha ammonito il segretario generale della Cei ricordando che grazie agli accordi concordatari del 1984 “Stato e Chiesa affermano di collaborare avendo come fine il bene di tutto il popolo italiano. Non una pace parziale e instabile, dunque, intesa come semplice assenza di conflitto; ma una pace fondata sulla collaborazione in vita di un fine comune, il bene dell’intera società”

Il nuovo sistema, articolato sulla "doppia via" delle offerte deducibili e dell'otto per mille- ha ricordato mons. Betori - è quindi fondato "su una libertà che affonda le radici della reciproca fiducia". Un principio, questo, che in Italia "viene periodicamente e con insistenza messo in discussione da alcuni, seppur limitati, settori dell'opinione pubblica":" Non ci spaveentano - ha commentato il segretario generale della Cei - perché la gente sa che ci si può fidare della comunità ecclesiale e del suo servizio alla società, nelle diverse finalità che la legge prevede: e noi abbiamo fatto della trasparenza un metodo per rendere conto dell'uso del denaro che la gente ci affida".

Betori si è scagliato soprattutto contro alcune imprecisioni “strategiche” presenti su “alcuni organi di stampa a larghissima diffusione in questi ultimi mesi”, secondo i quali la quota dell’otto per mille andrebbe “al Vaticano”, o il rendiconto della Chiesa sulle offerte sarebbe “incompleto”, quasi “avessimo qualcosa da nascondere”.

http://www.8xmille.it/home.htm

” Viene da domandarsi – si è chiesto Betori – se si tratti di clamorosa ignoranza, di banale – benché reiterata – distrazione,. Oppure di sbagli voluti al fine di contrastare, slealmente, la verità che il Servizio promozione da anni va dicendo sulla destinazione dei fondi: i preti a servizio incondizionato della gente, i poveri in Italia e all’estero, la possibilità per tutti di esprimere liberamente la propria fede in una chiesa, un oratorio, un santuario”.

http://www.agensir.it/pls/sir/V2_S2D...est&rifp=guest